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I nostri 8 guilty pleasure segreti

Ci sono film che, nonostante la loro pochezza, sono riusciti a toccare le giuste corde dei nostri cuori entrando a pieno merito nella lista dei nostri "guilty pleasure": vediamo quali sono quelli della redazione di CineFacts.it 

Cos'è un guilty pleasure?  E cos'è il ''Secret Santa''?

Calma, procediamo con ordine: ogni cosa verrà spiegata. 

 

Per l'appassionato di Cinema - volgarmente detto "il cinefilo" - quello di fine anno è un periodo serissimo, complicato e pieno di pellicole da vedere.

 

L'Awards Season si avvicina, i dodici mesi precedenti sono scivolati via, e con essi milioni di titoli imperdibili che devono essere visti ad ogni costo e utilizzati per stilare la migliore classifica cinefila del webbe.

Il momento è catartico e pieno di tensione, scattano le votazioni di redazione e tu ti incazzi perché il bellissimo film indipendente armeno che hai messo in prima posizione è rimasto fuori con un solo voto all'attivo (il tuo).


Che maledetta sfortuna: non sanno cosa si stanno perdendo. 

 

 

[Stupidi colleghi: lasciare fuori Harun Farocki dalla classifica è una bestemmia. Ora vi brucio casa, così imparate]

 

 

Tutte le redazioni cinematografiche si stanno scannando per decidere quali siano i migliori film del 2019 (tranquilli, arriverà anche la nostra selezione: sappiamo che la aspettate con ansia), ma noi di CineFacts.it abbiamo pensato di anticipare i tempi, con ironia, scegliendo i nostri migliori 8 guilty pleasure di sempre.


Per chi non lo sapesse, con il termine "guilty pleasure" si indica quel titolo che sappiamo benissimo essere una cagata coloss... ehm... un prodotto cinematografico non propriamente riuscito, ma che - per un motivo o per l'altro - è stato in grado di entrare dritto dritto nel nostro cuore di celluloide.

 

In redazione abbiamo pensato di mischiare il concetto di guilty pleasure con uno dei giochi natalizi più popolari nei paesi anglofoni: il "Secret Santa".

 

Questa divertente usanza prevede che, in un gruppo di amici/colleghi/familiari, vengano sorteggiati - anonimamente - i nomi delle persone a cui fare il proprio regalo di Natale.

 

 

[Six Underground di Michael Bay: guilty pleasure? Nah, troppo poco meritevole anche per quello]

 

 

Ovviamente non sceglierete voi il nostro guilty pleasure, né noi il vostro, ma vi lasciamo liberi di collegare gli 8 abomini della classifica agli 8 redattori del sito che, anonimamente, hanno dichiarato il proprio amore per queste brutture cinematografiche.

 

E se non avete visto nessuno di questi otto guilty pleasure, beh... guardateli.

Oppure no.

Cornee e cervelli messi a rapentaglio sono i vostri! 

 

Quali sono le vostre schifezze cinematografiche preferite? Ditecelo nei commenti!

 

Hanno partecipato a I nostri 8 guilty pleasure segreti: Teo YoussoufianMorena Falcone, Pierluca Parise, Adriano Meis, Yorgos Papanicolaou, Alessandro Dioguardi, Jacopo Gramegna e Jacopo Troise

 

A voi cercare di indovinare quale film appartiene a quale redattore... 



Posizione 8

Anaconda 

Luis Llosa, 1997  

 

Anaconda rappresenta forse uno dei migliori esempi di film “so bad it’s good”: l’insieme di tutte le sue assurdità e ridicolezze lo trasforma in una calamita (o forse sarebbe meglio dire “calamità”?) che incolla gli occhi degli spettatori allo schermo.

 

E non provate a negarlo!

 

Il film, sulla carta, si presenta molto bene agli amanti dei B-movie: si tratta del primo natural horror dedicato al serpente più grande e vorace del mondo, con un cast molto variegato e importante.

 

Tra i protagonisti troviamo, infatti, cantanti prestati al grande schermo come Jennifer Lopez e Ice Cube, attori intenti a scappare dalla disoccupazione come Jon Voight ed Eric Stoltz e giovani interpreti in erba pronti a diventare famosi come Owen Wilson.


Ah, e ovviamente anche Danny Trejo.

Poteva mai mancare Danny Trejo in un film del genere?

 

Sarebbe superfluo commentare quanto siano stereotipati e per niente credibili tutti i personaggi interpretati dagli attori appena citati, così come rimarcare le loro prove di recitazione al limite del brivido di vergogna...

Ma d'altronde anche questi sono i punti di forza di Anaconda!


Anche se, onestamente, vedere Jon Voight scimmiottare il Colonnello Walter E. Kurtz provoca un misto tra compassione e imbarazzo.

 

Ma passiamo quindi al pezzo forte: la protagonista indiscussa.

No, ovviamente non sto parlando di Jennifer Lopez, ma dell'ipnotizzante creatura animatronica che spaventa di più quando non si vede sullo schermo rispetto quando esce dall’acqua.

 

Giuro: non riesco ancora a capire se siano peggiori le scene in CGI o quelle con il robot-serpente.


Probabilmente sceneggiatura e regia non hanno aiutato.


La trama è un susseguirsi di azioni ridicole e senza senso e l’anaconda (in realtà sono due... spoiler!) ha ben poco che possa farla sembrare minimamente naturale (a partire dalle urla che emette: da quando i serpenti strillano?!).


Il regista è il peruviano Luis Llosa, che arrivava dalla messa in scena de Lo Specialista, con protagonista probabilmente il peggior Sylvester Stallone mai visto sullo schermo.


Ora che ci penso ritiro il "probabilmente": sceneggiatura e regia non hanno decisamente aiutato.

 

Nonostante la stroncatura unanime da parte della critica, il film ha incassato più di 136 milioni di dollari in tutto il mondo: assolutamente meritati per un prodotto di così pregevole fattura!

Tuttavia, la pellicola non è riuscita a portarsi a casa nessuno dei 6 Razzie Awards per la quale era stata nominata: nel 1997 il vincitore assoluto fu L’uomo del giorno dopo (altro grande capolavoro), diretto e interpretato da Kevin Costner

 

Insomma, per tutti questi motivi, ogni volta che mi capita di vedere Anaconda mi abbandono, facendomi avvolgere dalle sue spire intrise di nonsense e recitazione sopra le righe fino a farmi stritolare in un caldo e viscido abbraccio.

 

La mia scena preferita?

Beh, ovvio, quando Jon Voight viene divorato dal mostro (con tanto di ottima ripresa all’interno del corpo dell’anaconda) e sputato fuori: ricoperto di acido, raccoglie le ultime forze per esibirsi in un raccapricciante occhiolino a Jennifer Lopez.

 

Senza dubbio la migliore. 

 

Posizione 7

Sex Crimes - Giochi pericolosi

John McNaughton, 1998

 

Colpi di scena a profusione, confezione patinatissima, sequenze di sesso esplicite, improbabili duelli con alligatori: Sex Crimes è l'incontro perfetto tra il trash e il Cinema postmoderno.

 

 

All'interno del cast variegato, che comprende tra gli altri Matt Dillon Kevin Bacon, svetta Denise Richards, regina incontrastata dei guilty pleasure degli anni '90 (l'anno prima aveva recitato in Starship Troopers, l'anno dopo in Bella da morire) e futura Bond Girl de Il mondo non basta, tra i peggiori episodi dell'intera saga dell'agente 007. 

 

 

Denise Richards interpreta Kelly Van Ryan, una giovane studentessa che prima si invaghische del suo insegnante, poi lo denuncia per stupro.

 

 

L'altro personaggio femminile della storia, Suzie Tonner, interpretato da Neve Campbell, è l'amica-complice di Kelly e ha problemi di alcolismo e tossicodipendenza. Le stesse dipendenze che interessavano probabilmente gli sceneggiatori del film, durante la fase di script.

 

 

La leggenda narra che il threesome tra Dillon, Richards e Campbell, oltre a costituire il momento più aulico del film, abbia anche causato il primo allontanamento di milioni di adolescenti dai videogame dell'epoca.

 

 

So Bad So Good. 

 

Posizione 6

Il regno del fuoco 

Rob Bowman, 2002 

 

Ci sono i draghi, c'è Christian Bale, c'é Matthew McConaughey capo degli zarri, ci sono i draghi.  

Ehi, vi vedo che siete ancora lì che leggete, quando in realtà dovreste essere già corsi a guardare il film.  

 

Ci riprovo: ci sono i draghi, c'è Christian Bale, c'é Matthew McConaughey capo degli zarri, ci sono i draghi. 

 

I DRAGHI.  

 

Avete presente quegli animali mitologici che sputano fuoco e svolazzano? Quelli!   

 

Allora, la storia è semplice: un Christian Bale bambino ha la bella idea di perdersi in un sotterraneo londinese, con il risultato di risvegliare un drago gigante.  

 

Dopo uno spiegone visivo che dura tantissimo e che ci mostra tramite giornali e TG che dal quel giorno in poi i draghi hanno praticamente distrutto il pianeta, arriviamo nel mondo de Il regno del fuoco

Un mondo ovviamente post-apocalittico, dove sparute comunità provano a coltivare qualcosa da mangiare in mezzo a campi di roccia lavica, dato che il mondo ora è stato bruciato dai draghi, insegnando ai bambini come difendersi dai draghi, come scappare dai draghi, come sopravvivere ai draghi.  

 

E tra le fiabe che vengono raccontate ai bimbi la sera per intrattenerli trova anche spazio una rappresentazione de L'Impero colpisce ancora

 

Giuro. 

 

Ma dicevo dei draghi: i draghi de Il regno del fuoco sono dei draghi brutti, sporchi e cattivi. E se gli ultimi due aggettivi possono essere una scelta narrativa, il primo aggettivo non lo è: sono proprio bruttini, non è che parliamo della miglior CGI del mondo.  

 

Ma sono draghi, cazzo, sono dei DRAGHI. 

 

Questo è un film con i draghi! 

 

Certo, c'è Christian Bale che è sempre bravo. C'è Matthew McConaughey che guida un gruppo di acchiappadraghi statunitensi, che cerca e ottiene riparo nella piccola comunità britannica di un Christian Bale ormai adulto (che vive con il senso di colpa per aver fatto su un casino che la metà bastava e aver risvegliato i draghi) e il personaggio di McConaughey poteva essere stereotipato più di quello che è solo se al suo posto avessero messo a recitare un cheeseburger.  

 

Devo dirvi cosa succederà? 

 

Devo parlare del patto di fiducia tra i due capogruppo? 

 

Devo sottolineare che ci sono vittime e sacrifici e lealtà e coraggio ed ettolitri di cherosene per il fuoco dei draghi?  

No. 

 

Però vi posso dire che nel film c'è anche Gerard Butler. 

 

E i draghi. I draghi, ragazzi. 

 

I draghi. 

 

Ho già detto che ci sono i draghi? 

 

Posizione 5

Hudson Hawk - Il mago del furto 

Michael Lehmann, 1991 

 

Nel 1991, sfoggiando un ragguardevole sprezzo del pericolo, Michael Lehmann e Daniel Waters, rispettivamente regista e sceneggiatore di Schegge di Follia, film fondamentale per l'iconografia del Cinema hollywoodiano anni '80, decidono con la complicità di Joel Silver (un produttore che ci ha portato film quali Arma Letale, Die Hard, L'ultimo boyscout e Matrix) di imbarcarsi in una commedia action slapstick, fondendo quel tipo di comicità estremamente cartoonesca alla Hanna & Barbera con l'heist-movie, quel sottogenere dedicato ai film di rapine, ladri e scavezzacolli del furto. 

Presi dal fuoco sacro dell'ambizione, mettono insieme un cast di divi dell'epoca e così Danny Aiello, Andie MacDowell, David Caruso e Richard E. Grand, capitanati da Bruce Willis, entrano a far parte di Hudson Hawk - Il mago del furto.

Cosa potrà mai andare storto?

Il film, con un budget di circa 65 milioni di dollari, 17 in più del Robin Hood - Principe dei ladri con Kevin Costner e 5 in meno rispetto a Hook - Capitan Uncino di Steven Spielberg e sostanzialmente il doppio rispetto a Cape Fear - Il promontorio della paura di Martin Scorsese, arriva con l'arroganza di chi pensa di avere la formula per la nuova frontiera della comicità nel taschino, portando al pubblico le velleità da cantante swing di Bruce Willis e la sua voglia di passare da eroe serioso a eroe caciarone.

Il film costò alla produzione una perdita di 50 milioni e i motivi sono abbastanza palesi. 

Hudson Hawk, girato parzialmente in Italia, nel suo volersi prendere molto poco sul serio per navigare verso i lidi di una commedia oltre le soglie di guardia del sopra le righe e definibile come lo sfogo in cinema di un clown particolarmente dotato, è follemente rocambolesco e ha il ritmo e le intenzioni di un cartone animato live-action, arricchendosi, per così dire, di un sound design apparentemente rubato a qualche episodio dei Looney Tunes

Hudson Hawk appartiene a quei miracoli della produzione hollywoodiana che, ancora oggi, rimangono inspiegabili e probabilmente figli dell'incoscienza di chi viveva un mercato talmente florido da potersi permettere di bruciare una quantità di fondi utili a riformare l'economia italiana. 

Eppure Hudson Hawk mi ha sempre affascinato tremendamente e, sfortunatamente, non avendolo riguardato di recente, non saprei spiegarvi cosa e perché e come ho superato lo scoglio di rivedere svariate volte un film dove una guardia della Basilica di San Pietro mangia spaghetti da un termos per il caffè. 

Checchè ne dica il mio maturo gusto cinematografico, per quanto strabilianti e ben congeniate siano le parti canore di La La Land o per quanto formidabile sia quel gioiello della comicità in musica che è The Blues Brothers di John Landis, l'incosciente che è in me reputa la scena della rapina compiuta da Bruce Willis e Danny Aiello - cantando Swinging on a Star di Bing Crosby - uno dei momenti più incredibili della Storia del Cinema. 

Hudson Hawk è un film che amo in tutti suoi limiti e nonostante sia spropositato nella sua comicità, che non è mai misurata rispetto alla narrazione - contrariamente a quanto accade in film quali Una pallottola spuntata o Chi ha incastrato Roger Rabbit - invalidando completamente la credibilità del mio gusto nello storytelling per immagini o in qualsiasi altra forma.  

Amo che qualcuno abbia pensato di appendere Bruce WIllis fuori da un'ambulanza in corsa e farlo flirtare con delle belle ragazze, amo che sparino canticchiando canzoni swing, amo i cattivi macchiettistici e il fatto che il film abbia teste mozzate, sparatorie ed esplosioni tipiche di una pellicola action, quindi girate con tutti i crismi del genere, in un costesto cartoonesco condito da battute ingenue e a volte fuori luogo, mancando clamorosamente quella voglia, forse alla base del film, d'inseguire Grosso guaio a Chinatown di John Carpenter

Un film che mi ha fatto amare ancora di più Bruce Willis e che per ragioni sconosciute si rende capace di spegnere completamente i miei ricettori neurali e ogni valvola atta ad attivare il buon senso, portandomi a godere di un film che sono grato esista per la sua insensatezza, per il suo essere fuori da ogni ragione ma che è chiaramente folle. 

 

Se non lo avete mai visto, fatelo, avrete una delle esperienze più assurde della vostra vita. 

 

Posizione 4

Bad Boys II

Michael Bay, 2003

 

Il poliedrico Will Smith e la spalla Martin Lawrence diretti dall’esplosivo Michael Bay, nel sequel meno atteso da tutti sullo schermo cinematografò.

 

 

Se vorrete guardare il film su IMDb lo troverete classificato come “drammatico”, ed effettivamente, se premerete play, la situazione diventerà presto drammatica.

 

 

Un film ignorante, trash e smodato, ma che da ragazzino vedevo e rivedevo in stato adorante.

 

 

Sarà l’improbabile bromance tra i due protagonisti, la scena di Reggie con Will Smith e la “schiacciane*ri”, Marcus fatto di ecstasy e la scenetta col Buddha, insomma, non so bene cosa sia in particolare ma Smith e Lawrence insieme funzionano alla grande, anche immersi nel fango fino al collo.

 

 

Menzione speciale per il regista più amato da tutti i cinefili: 57 anni, 14 film all’attivo, 185 centimetri d’altezza e troppi pochi chili di peso (magnatela ogni tanto ‘na bistecca, Mike), da Los Angeles California, Michael Benjamin Bay!

 

 

Dicevamo, menzione speciale per la scena della sparatoria con la gang haitiana e per il movimento di macchina alla “tazze di Gardaland” che in giovane età mi sembrava Stanley Kubrick

 

 

Si consiglia di guardare a stomaco vuoto e in caso di necessità di assumere un antiemetico.

 

“What you gonna do when they come for you?” 

 

Posizione 3

La maschera di ferro

Randall Wallace, 2003

 

Immagina di dirigere il tuo primo film, di poter assemblare un cast di stelle hollywoodiane al culmine della propria carriera e catapultarle in un mondo nato direttamente dalla penna di Alexandre Dumas

 

Ottieni il coinvolgimento della stella emergente più luminosa che ci sia, Leonardo DiCaprio, di un'Anne Parillaud reduce dal successo di Nikita, di un Gabriel Byrne all'apice della carriera dopo I soliti sospetti, del Premio Oscar Jeremy Irons, di un attore simbolo del Cinema mondiale come Gérard Depardieu e di una garanzia assoluta come John Malkovich.

Hai anche la possibilità di collaborare con un grande nome come il direttore della fotografia Peter Suschitzky.

 


Ti sembra un sogno, non riesci neanche a immaginare cosa possa andar storto.

 

 

Perché tu sei Randall Wallace e quel film hai scelto di scriverlo, dirigerlo e produrlo. 

Sei reduce da una nomination agli Oscar per la sceneggiatura di Braveheart, puoi farcela!

 

E allora cosa fai? Fai incontrare Dumas e Occhi del cuore.

 

 

Il tema del doppio, che dovrebbe essere alla base dell'intera opera, lo confini in un angolino e lo rendi più schematico che mai, costringendo anche DiCaprio a recitare sempre e costantemente sopra le righe, in entrambi i ruoli che gli hai affidato.

Così quelli stolti degli spettatori lo capiscono. E lo capiscono anche quelli dei Razzie Awards, magari: così Leo finalmente vince qualcosa!

 

D'Artagnan, che nel romanzo di riferimento affronta profondi contrasti interiori, nella pellicola lo fai diventare uno che si contraddice di scena in scena.

Così sì che emergono le sfumature del personaggio.

 

Ma poi, i veri capolavori di scrittura li tieni per gli altri: i tre moschettieri diventano un fanatico religioso, l'uomo più livoroso al mondo e un Don Giovanni con manie suicide e 20 kg di troppo.

La regina di Francia diventa una donna allo sbando che non sa far altro che piangere. 

E, ovviamente, i restanti moschettieri sono tutti dei soldatini stolti che non vedono l'ora di farsi squarciare la pancia. 

A questo sommi una bella dose di melodramma, una mela rancida volante affettata al ralenti dalla spada di D'Artagnan e un bel primo piano sul sedere di Gérard Depardieu et voilà, il gioco è fatto.  

 

Il mix che ne fuoriesce ha esattamente le fattezze di un bel menù assortito da fast food: è bellissimo all'apparenza e, di tanto in tanto, ti fa proprio venire voglia di prenderne uno. Il problema è che dopo ci stai male per giorni e te ne penti. 

Poi, però, te ne scordi e quando ne hai la possibilità ci ricaschi. 

 

Che dire, Randall: missione riuscita.

Ora è il momento di dirigersi verso il tuo prossimo capolavoro di scrittura: ci sarebbe questo talentuosissimo Michael Bay pronto a dirigere il tuo Pearl Harbor.

Che aspetti? 

 

Qui si fa la Storia del Cinema! 

 

Posizione 2

Spice Girls - Il film

di Bob Spiers, 1997

 

“Help! […] This dress is dry clean only, Melanie!”

Aiuto! […] Questo vestito si può solo lavare a secco, Melanie!

 

Cinque ragazze, cinque giorni e mille imprevisti che tengono lo spettatore con il fiato sospeso: Spice Girls - Il film. 

Il film, la cui trama è piena di intrecci ed inaspettati colpi di scena che neanche Agatha Christie avrebbe saputo fare di meglio, racconta gli eventi che coinvolgono le Spice Girls nei cinque giorni precedenti al loro primo live mondiale, in diretta dalla celebre Royal Albert Hall di Londra.

Riusciranno le nostre ragazze ad assistere la loro amica Nicky che sta per partorire e ad arrivare comunque in tempo per il concerto?

La risposta rimane un mistero fino all’ultimo imprevedibile minuto. 

La frenetica vita da pop star non risparmia nessuno e non lascia tempo al riposo: seguiamo le nostre beniamine in continue corse contro il tempo, portate da una parte all’altra della capitale inglese dal loro autista che guida il famoso Spice Bus

Encomiabile il lavoro degli scenografi con questo autobus a due piani dagli elegantissimi interni (e vogliamo parlare degli esterni?), dotato di altalena per la dolcissima Baby Spice Emma Bunton (che te ne fai della CGI per ringiovanire gli attori quando puoi mettere loro in bocca un lecca-lecca?), divano a forma di labbra per la sexy Ginger Spice Geri Halliwell, visibilmente affetta da un’antipatica allergia ai vestiti, zona palestra per l’atletica Sporty Spice Melanie Chisholm (Mel C), strabiliante nelle sue performance di sollevamento pesi da mezzo chilo. 

E ancora, passerella da sfilate per l’eterna elegante Posh Spice Victoria Beckham (all’epoca Victoria Caroline Adams). 

Ed è proprio la Posh Spice la protagonista di un toccante monologo davanti allo specchio (strizzatina d’occhio a Travis Bickle di Taxi Driver?) che si risolve in una commovente scena di amicizia in cui, nonostante lo stress pre concerto, le Spice aiutano l’amica a liberarsi da un enorme peso che l’affligge.  

 

Posh Spice:

“Mi succede sempre così: non so mai che cosa mettere.”  

Sporty Spice:

“Eh sì, dev’essere proprio difficile per te, Victoria. Sai, riuscire a decidere se mettere il vestitino nero di Gucci, oppure il vestitino nero di Gucci o… il vestitino nero di Gucci!”

Posh Spice:

“Esatto, tesoro!” 

Baby Spice:

“Ho un’idea! Perché non ti metti il vestitino nero di Gucci?”

Posh Spice:

''È un’idea fantastica! Grazie Emma!”

 

E poi l’Oscar alla Miglior Sceneggiatura Originale sono andati a darlo a quegli irriverenti di Ben Affleck e Matt Damon per quel loro Will Hunting - Genio ribelle… le inspiegabili scelte dell’Academy! 

Dicevamo: cinque star, cinque amic… ne manca una? L’indimenticabile Scary Spice Melanie Brown (Mel B), che non aveva un posto preciso nello Spice Bus ma... dai, siamo stati tutti in ansia durante la ricerca dei suoi anfibi! Il regista Bob Spiers (Operazione Gatto, Alaska – Sfida tra i Ghiacci) ci regala un’imperdibile opera per i cultori della musica, con tracce che vanno dalla famosa e scatenata Wannabe alla coinvolgente e malinconica Viva Forever, canzoni di un gruppo che ha indelebilmente segnato il mondo della musica.  

Premi Oscar al Miglior Film, Migliore Regia, Miglior Montaggio, Miglior Fotografia, Migliore Scenografia, Migliori Costumi, Migliori Effetti Visivi, Miglior Canzone, Miglior Colonna Sonora, Miglior Sonoro e Miglior Montaggio Sonoro.  

Sono 11 gli Oscar che Spice Girls - Il film non vinse perché rubati da James Cameron che si presentava con quella storia strappa lacrime della barca che affonda

All’epoca, in Australia, accadde che Spice Girls - Il film riuscì a spodestare Titanic dal gradino più alto della classifica ai botteghini, rimanendo al primo posto per un mese. 

Sicuramente tutta questa storia ha insegnato al regista canadese come comportarsi, ma siamo proprio sicuri che, all'epoca, il furibondo Cameron ha avesse parlato con chi di dovere all’Academy perché la situazione non sfuggisse di mano la notte degli Oscar? 

Noi di CineFacts.it abbiamo i nostri dubbi.

 

Ma Cameron non ha potuto niente alla notte dei Razzie Awards

Spice Girls - Il film ottenne ben 5 nomination e si accaparrò il premio per la Peggiore Attrice Protagonista con la seguente dedica da parte della giuria: 

“A un gruppo di 5 ragazze con il talento di una sola pessima attrice.”  

Che burloni quelli dei Razzies!

 

Posizione 1

Con Air

Simon West, 1997 

 

"Con Air". 

La mia presentazione del film è questa: "Con Air". 

Davvero non vi basta?

Dai, su, come si fa a non amare questo agglomerato di nonsense, testosterone e battute machiste?

Siamo seri: è semplicemente impossibile.

Va bene, va bene, ve lo racconto in tutto il suo splendore


Cameron Poe (un divino Nicolas Cage) è un ranger pluridecorato delle forze armate ammerigane. Ma uno di quelli che fa brutto, eh! Lui c'ha i pugni nelle mani. E' semplicemente un'arma di distruzione di massa bipede. 

La moglie Trisha lo ama, lui è tornato dalla guerra (o da dove stracaz*o stava) e i due aspettano il loro primogenito. 


Tutto sembra perfetto, idilliaco come in una pubblicità della Mulino Bianco.

A sparigliare le carte, però, ci pensa un gruppo di bifolchi che insulta il buon Cameron e lo aggredisce, sotto la pioggia battente, nel parcheggio del locale di camionisti arrapati dove i due coniugi stavano festeggiando (ma ti pare di portare la tua donna in un posto del genere? Che problemi hai?!). 

Ovviamente il fiero soldatino riesce a scamparla e, accidentalmente, ci scappa il morto (lui c'ha i pugni nelle mani, ricordate?). 

Dopo anni passati in carcere, Cameron riabbraccerà la libertà proprio nel giorno del compleanno della sua bimba che non ha mai incontrato. Per fare ritorno a casa - e regalare un coniglietto di peluche alla figlia - dovrà sopravvivere al terribile volo di trasferimento in compagnia dei peggiori catti-cattivissimi criminali degli Stati Uniti che, ovviamente, dirotteranno l'aereoplano. 

Ad aiutarlo ci penserà il capo dei Marshals Vince Larkin (John Cusack) che blablabla, spari, grida, frasi ad effetto, auto che esplodono, gran finale. 

 

Con Air è un capolavoro in ogni sua componente.  

A partire dalla sequenza iniziale del combattimento sotto la pioggia che Quartopoterelevatidallepalle fino ai passeggeri psicopatici dell'aereo che sono uno più memorabile dell'altro.

C'è Cyrus "The Virus" (John Malkovich) che "ne ha ammazzati più del vaiolo", c'è Johnny 23 (Danny Trejo), stupratore seriale con 23 roselline tatuate sul petto (una per ogni vittima) ma, soprattutto, c'è Garland Greene (Steve Buscemi quanto ti amo), pluriomicida con una frizzante passione per i bambini.

Su Nicola Gabbia non dico quasi nulla perché sarebbe superfluo: con quei magici capelli che svolazzano al vento è semplicemente in stato di grazia.

 

Prodotto con un budget di 75 milioni di dollari, Con Air ne ha incassati oltre 224 in tutto il mondo. 

Se i numeri del box office non fossero sufficienti a persuadervi della bontà intrinseca di quest'operazione fantasmagorica, sicuramente vi convinceranno le parole di Roger Ebert che scrisse: 

"Il film è essenzialmente una serie di battute rapide, dialoghi vivaci e sequenze d'azione elaborate".

 

E chi siamo noi per contraddire uno dei più eminenti critici cinematografici del XXI secolo?! 

L'unica - piccolissima - pecca del film è faccia-da-triglia John Cusack che è la mia kryptonite, un po' come Sandra Bullock per qualcuno che conosciamo.


Beh? Cosa state aspettando?

Perché non avete ancora iniziato a guardare Con Air?

 

"L'intero mooondooo... ce l'ha lui! E l'universo intero... ce l'ha lui!"

 



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17 commenti

Adriano Meis

4 anni fa

5 su 8!! Per un pelo! Hai sbagliato i due Jacopi e quello là che non nomino.

Grande! 
E il tuo qual è?

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Adriano Meis

4 anni fa

...e grazie ❤️

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Teo Youssoufian

4 anni fa

brava... 😁

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Claudio Serena

4 anni fa

Un bel 50%! Quindi dovrei rimescolarne solo 4 per arrivare alla lista definitiva

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Jacopo Gramegna

4 anni fa

Devo correggerti Adriano, 4 su 8: prestazione davvero notevole. 

"Il cibo è guasto" prima del lancio della mela rancido resta comunque una delle migliori battute anni '90 eh. Come no.

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Morena Falcone

4 anni fa

Tana per Morena! :D 🙈

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Morena Falcone

4 anni fa

Cara Sara, La Maschera di Ferro fa parte dei miei “visti” ma è stato relegato nei “da non vedere mai più” già dopo la prima volta! 😂

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Morena Falcone

4 anni fa

Oooooh yeah!
Girls power! 🤟🏼

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Adriano Meis

4 anni fa

Se avessi dovuto riportare tutte le citazioni indimenticabili da Con Air, probabilmente, avrei dovuto copiaincollare tutta la sceneggiatura!! ❤️❤️😂😂

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Adriano Meis

4 anni fa

Omuncolo attento! XD

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