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Consigliami un film: vademecum per cinefili stanchi

Cosa rispondere a chi chiede un consiglio cinematografico? 

Un giorno un cinefilo strabuzza gli occhi, sbadiglia, si stiracchia e guarda il poster di 2001: Odissea nello spazio sulla parete di fronte al letto: la primavera lascia spazio all’estate, i fiori della camomilla diventano secchi, il cinguettio delle rondini lascia spazio al frinire delle cicale; il cinefilo sa che dovrà uscire di casa e tornare a socializzare, interagire con gli altri esseri umani. 

 

Si rivolge all’occhio rosso di HAL 9000 e gli chiede quale sarà l’andamento della sua giornata.

 

Quale sarà la probabilità di essere rimproverato per la sua ossessione per il Cinema?

E quale la probabilità invece di subire la solita richiesta?

 

Ovviamente, la richiesta è sempre quella: consigliami un film

 

 

[L'occhio rassicurante del cinefilo giudicante]

 

Che vuol dire “consigliami un film”?

 

Solo a pensarci il cinefilo ha il sudore freddo. 

Genere? Autore? Data?

Argomento?

 

È inutile negare che quando consigliamo un film vogliamo soddisfare non soltanto le esigenze del nostro interlocutore, ma anche lasciare agli altri un pezzo di noi stessi, firmare il consiglio, lasciare che la pellicola in questione venga associata inesorabilmente al nostro nome. 

 

"Un consiglio per domarli, un film per trovarli, un cinefilo per ghermirli e nella sala incatenarli".

 

Consigliare un film vuol dire fare un lavoro di selezione tra le videoteche immaginarie delle nostre memorie. 

 

I parametri da considerare sono molteplici: innanzitutto bisogna pensare al livello di partenza del nostro interlocutore.

La cinefilia è come l’inferno: è fatta di gironi, man mano che si scende i nomi dei registi diventano sempre più impronunciabili, il film sempre più ostici, sempre più lunghi.

 

Oppure, se vogliamo, è come un iceberg.

 

Certamente non vogliamo che il nostro interlocutore ci si schianti contro.

 

 

[Se chi abbiamo di fronte si è fermato a Tim Burton non possiamo sconvolgerlo con Apichatpong Weerasethakul. Magari è meglio fare snorkeling e iniziare la discesa con Terry Gilliam]

 

 

Non è affatto semplice come sembra. 

 

Il cinefilo è geloso dei suoi film del cuore e l’idea che non vengano capiti o apprezzati colpisce dritto al petto come quel rifiuto di quella ragazza che sembrava bellissima nell’estate dei tuoi quindici anni. 

 

Proviamo a sintetizzare qualche criterio di scelta per consigliare un film e non rimanere delusi dalla risposta di quell'amico ignorante che non merita nulla.

 

Il cinefilo è un Sith: vive di assoluti. 

____________________

 

Dimmi come ti senti e ti dirò cosa vedere

 

In apparenza è uno dei metodi più semplici.

 

D’altra parte intervenire di botto, in una semplice conversazione, con domande come “qual è la tua condizione emotiva attuale?” o “ti sei svegliato col piede giusto quest’oggi?” sarebbe imbarazzante.

 

Se una situazione del genere fosse riportata in uno script cinematografico rideremmo della sua assurdità e dall’alto del trono del nostro divano ghigliottineremmo il film con le due parole magiche: “scritto male”. 

 

Per questo metodo è consigliato essere delicati, senza porre domande e basandosi sui dati a disposizione.

Se il nostro interlocutore, per esempio, ha appena subito una delusione lavorativa non gli proporremo un film dove è previsto un licenziamento.

Magari cercheremo qualcosa sul ricominciare da zero.

 

Certamente questo metodo ha delle prevedibili falle.

Magari una persona giù di morale vorrà vedere un film poco impegnativo, come ad esempio una commedia.

 

Al contrario una persona serena, con la mente sgombra, potrebbe essere più propensa a concentrarsi in qualcosa di più drammatico. 

 

 

[La La Land di Damien Chazelle: un film da consigliare a una persona che ha appena interrotto una relazione, giusto per inzuppare il coltello nelle budella come biscotti nel latte]

 

 

Dimmi chi sei e ti dirò cosa vedere

 

Chiaramente alla base di questo secondo metodo sta la conoscenza dell’interlocutore. 

 

D’altra parte il cinefilo tende a scrutare gli altri esseri umani con cui ha a che fare e a associarli agli stereotipi cinematografici.

È un processo naturale, il cinefilo è un curioso, un intrigante: conosce una donna e si chiede se è una Anna Karina o una Margot Tenenbaum, conosce un uomo e si chiede se sarà un James Dean o un Alvy Singer.

 

Forse, se stiamo parlando con qualcuno che conosciamo poco, questo è il metodo più semplice. 

 

È una persona tendente alla malinconia?

Allora le consiglieremo Hong Kong Express di Wong Kar-wai.

 

È una persona fatalista e pessimista?

Allora le consiglieremo Melancholia di Lars von Trier.

 

Tende a essere molto riflessiva e a divertirsi con i puzzle?

Allora le consiglieremo Memento di Christopher Nolan. 

 

Interlocutore religioso?

The Tree of Life di Terrence Malick.

Eccentrico?

Love Exposure di Sion Sono. 

 

Una persona allegra?

Le persone felici non guardano film.

 

A meno che questo film non sia Vita da Vampiro - What we do in the shadows di Taika Waititi.

 

Magari usando proprio questa frase. 

 

 

[Anna Karina in Vivre sa Vie di Jean-Luc Godard: lo sguardo commosso che vorremmo vedere al nostro interlocutore quando guarda il film che gli abbiamo consigliato]

 

 

Dimmi che film ti piacciono e te ne consiglierò uno più bello

 

Duole ammetterlo, ma il cinefilo è come un galletto che rincorre i meno esperti per beccarli, si gonfia, mostra la lista degli ultimi film visti e recensiti come fosse un piumaggio colorato.

 

Siamo bestiacce arroganti, pronti a sfoderare i nostri telefoni e graffiare con le nostre recensioni come fossero artigli.

A volte siamo anche tonti come i suddetti pennuti. 

 

Il nostro sfortunato amico sta sgranocchiando un po’ di horror di serie B e noi, lanciandoci ad ali spiegate, siamo pronti a ficcargli la testa in un contenitore di titoli di Mario Bava e Lucio Fulci.

 

La nostra sfortunata cugina canticchia il tema di un cartone animato e noi le proponiamo Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki.

Lo adora, ce l’abbiamo fatta.

Noi però vogliamo di più. Vogliamo tirarla ancora più nel baratro.

 

Le facciamo vedere Una tomba per le lucciole di Isao Takahata.

Lei piange, ma noi chiediamo un’ultima chance.

Lei ce la dà.

 

Le facciamo vedere Mind Game di Masaki Yuaasa.

Non la vedremo mai più. 

 

Poi c’è l’altro cinefilo, il nostro nemico più caro e amico più acerrimo.

L'altro galletto alpha con cui ci contendiamo il ruolo di alpha nel pollaio.

 

A lui piace la violenza à la Quentin Tarantino, noi consigliamo Takashi Miike.

 

A lui piacciono i film disturbanti come Kynodontas, noi rilanciamo con Miss Violence.

 

Francis Ford Coppola? Paul Schrader. 

David Fincher? Park Chan-Wook. 

 

Pizza? Sushi. 

 

Sì, lo so: non c'entra niente, ma il cinefilo è sempre pronto a pettinarsi il piumaggio. 

 

 ]

[Il cinefilo spiega alla sua gang perché i suoi gusti cinematografici siano superiori]

 

 

Dimmi cosa farai stasera e ti dirò cosa vedere

 

Guardare i film è un rito.

Per il cinefilo assume una certa sacralità.

 

Guardiamo male il nostro amico quando in una scena di silenzio controlla le notifiche di Instagram.

 

Ci irrigidiamo quando il nostro partner inizia a annoiarsi del film preferendo le coccole di coppia. 

Bruciamo casa quando nostro fratello si appropria del televisore più grande per guardare il film con Jean-Claude Van Damme su Italia 1.

D’altra parte, se il Cinema è come una religione, ci sono tanti cinefili non-praticanti o cinefili della domenica, che dir si voglia.

 

Loro guardano i film, non amano il Cinema. 

 

Questi eretici magari vogliono scegliere un film da guardare con la comitiva davanti a pizza e birra.

 

Verrebbe spontaneo puntare sull’ABC della Cinefilia: Martin Scorsese.

Piace a tutti, è sinonimo di qualità, la sua filmografia è variegata.

 

Il cinefilo però non vuole limitarsi ai consigli base.

Vuole dei consigli che vengano associati direttamente a lui, nel bene e nel male.

Vuole l’unicità.

 

È per questo che, senza preavviso, consiglia Salò e le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini: vuole che la serata del malcapitato sia indimenticabile.

Vuole la gloria prima di essere definitivamente depennato dalla lista amicizie di tutti i social. 

 

Poi c’è l’eterno dilemma: esistono film per rimorchiare?

Che film consigli alla tua crush?

Soprattutto: si può davvero influenzare l’esito del rimorchio con la scelta di un film?

 

Qualcuno direbbe che nel caso di una buona riuscita di un appuntamento il film sia soltanto un piacevole sottofondo.

Parzialmente, direi io.

 

Forse alla tipa appena conosciuta non è il caso di mostrare Climax di Gaspar Noé.

 

E nemmeno un mattone ungherese in bianco e nero come Il cavallo di Torino di Béla Tarr.

 

Se però è lei che li chiede, amico cinefilo, lascia stare le sporche intenzioni di una notte e prenota le fedi nuziali. 

 

 

[La tipa che ti piace quando preferisce il film che hai scelto a te]

 

A questo punto i consigli semi-seri sono finiti, ma lascerò un’appendice di consigli arbitrari per i cinefili più irriducibili, quelli che aspettano la fine dei titoli di coda per l’eventuale scena post-credits. 

 

Possiamo consigliare i film in base al risultato dell’indicatore Myers-Briggs.

 

Sembra assurdo ma qualcuno ci ha scritto persino degli articoli.

Oppure, per conquistare la simpatia del nostro interlocutore fan di Paolo Fox scegliamo come criterio del consiglio l’oroscopo.

 

Alla Vergine precisina e ordinata consiglieremo le simmetrie di Wes Anderson, al giocherellone e socievole sagittario qualcosa dei fratelli Coen, al riflessivo e freddo capricorno propineremo Paul Thomas Anderson.

 

Se invece è un nerd, uno di quelli che ha consumato i Blu-ray della director's cut de Il Signore degli Anelli, a chiederci un consiglio possiamo provare a associare i registi all’allineamento del suo personaggio in Dungeons & Dragons.

 

Legale buono?

Viaggio a Tokyo di Yasujiro Ozu.

 

Legale neutrale?

Il posto delle fragole di Ingmar Bergman.

 

Legale malvagio?

Arancia Meccanica di Stanley Kubrick.

 

Caotico Buono?

Rashomon di Akira Kurosawa.

Caotico neutrale?

Solaris di Andrej Tarkovskij.

Caotico malvagio?

Grizzly Man di Werner Herzog.

 

E così via.

 

L’idea migliore in assoluto per me è evitare proprio che questa domanda venga posta.

 

Durante un colloquio con il nostro interlocutore dobbiamo subito palesare dei film correlati agli argomenti di discussione.

In questo modo sarà lui stesso a scegliere spontaneamente il titolo che più gli sembrava interessante.

 

Bisogna essere subdoli, essere sempre un passo avanti: postare bei frame nei post di Facebook e nelle stories di Instagram, consigliare film senza farlo davvero. 

 

Oppure sciorinare decine di titoli scrivendo un articolo sui criteri di risposta alla richiesta "consigliami un film". 

cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili cinefili 

 

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14 commenti

Fabrizio Cassandro

2 anni fa

Sono con voi! Come direbbe Eisenstein: "SCIOPERO!"

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Lorenza Guerra

2 anni fa

"Fa ridere ma fa anche riflettere"- cit

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Lorenza Guerra

2 anni fa

Dovremmo indire uno sciopero dei consigli!

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Adriano Meis

3 anni fa

MUBI, sta su MUBI

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Sta su netflix o su prime?

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Lorenza Guerra

3 anni fa

Un po' in ritardo ma ti consiglio Nonna Papera davanti e dietro tutti quanti

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Lorenza Guerra

3 anni fa

Orribile

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Lorenza Guerra

3 anni fa

I miei sono consigli subliminali infatti!

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Morena Falcone

3 anni fa

Ancora più mini e non mi si vede davvero più! :D
Un piccolo flacone (o Falcon...no, no, non l'ho detta!) di sadismo concentrato, yeeeeeee!

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E anche una mini Morena ancora più sadica di quella normale

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