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Le 8 migliori serie TV del 2023 secondo la redazione di CineFacts.it

Il 2023 è stato un anno televisivo ricco di proposte fantastiche, produzioni da tutto il mondo che hanno trovato un meritato successo e altre che secondo noi dovreste riscoprire

Siamo circondati da serie televisive. 

La cosa è un dato di fatto: la streaming war che imperversa ormai da qualche anno ha fatto sì che la produzione di prodotti televisivi moltiplicasse l'offerta in maniera quasi bulimica, costringendo spesso gli spettatori a compiere delle scelte dato che letteralmente una persona non riesce a vedere tutto ciò che le interessa durante l'anno. 

 

Netflix, Prime Video, Disney+, AppleTV+, Infinity, TIMVision, Paramount+ stanno investendo centinaia di milioni di dollari in serie TV, per riuscire a conquistare nuovi abbonati e tenersi stretti quelli che hanno già; chi ci guadagna di più in tutto ciò è lo spettatore che, nonostante appunto non riesca a star dietro a tutte le uscite, non ha mai avuto come adesso una possibilità così ampia di scelta. 

 

Per la nostra Top 8 dell'anno come sempre abbiamo scelto di focalizzarci sulle serie TV che hanno esordito nel 2023 e non sulle stagioni 3, 5 o 10 di una serie già uscita negli anni precedenti e dopo le votazioni della redazione siamo arrivati a questi 8 titoli di cui vogliamo assolutamente parlarvi. 

 

 

 

Non si può però evitare di menzionare le serie che sono state votate ma che non sono riuscite a entrare nella Top 8 finale, a partire da Copenhagen Cowboy, la nuova opera televisiva di Nicolas Winding Refn. 

 

Hanno preso voti anche due nuove serie di Prime Video: Gen V, lo spin off di The Boys, e Dead Ringers - Inseparabili, serie che riprende il film di David Cronenberg e al posto di Jeremy Irons ci mette una bravissima Rachel Weisz. 

 

Su AppleTV+ ci sono piaciute Lezioni di chimica, con una Brie Larson negli anni '50 che vorrebbe uscire dal cliché in cui la rinchiude la sua società, Platonic, commedia dove Seth Rogen e Rose Byrne vivono un'amicizia sincera e particolare e l'originale serie di animazione Strange Planet - Uno strano mondo.

 

Restando sull'animazione a pochi giorni dalla fine dell'anno è uscita su Netflix Carol e la fine del mondo, mentre è di ormai quasi un anno fa La legge di Lidia Pöet, serie TV biografica con Matilda De Angelis che è piaciuta tanto anche all'estero. 

 

Non sappiamo quali siano state le vostre serie TV preferite del 2023 e attendiamo i vostri commenti per scoprirlo, intanto qui sotto potete scoprire quali sono state le nostre! 

 

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Posizione 8

Sciame

Prime Video

 

"Sciame" è come si auto-definiscono i fan della fittizia artista pop Ni'Jah: pronte e pronti a tutto pur di supportarla, difenderla, vederla dal vivo e litigare sui social network con chiunque non la pensi come loro. 

Dre, interpretata in maniera eccellente da Dominique Fishback, è una delle più accanite e la sua discesa nell'esagerazione è al centro della storia raccontata dalla serie.

 

Creata da Donald Glover e Janine Nabers, Sciame riflette sulla società dell'apparenza e dell'effimero, sul pericolo rappresentato dalle false evidenze che ognuno di noi sceglie di condividere con il mondo, sull'ossessione e sull'altra faccia della medaglia dell'amore incondizionato. 

 

La satira nei confronti dei fandom è evidente e la serie mette da subito in chiaro le cose con un disclaimer che recita "Questa non è un'opera di fiction. Qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o morte, o eventi reali, è intenzionale". 

 

Molte delle cose raccontate arrivano effettivamente dalla realtà e più specificatamente da eventi che riguardano i fan di Beyoncé - enorme e palese ispirazione per il personaggio di Ni'Jah - e di Taylor Swift. 

Commedia e horror si mescolano senza dare punti di riferimento allo spettatore, passando da un registro all'altro in maniera naturale e proprio per questo agghiacciante, perché non c'è un vero confine, una linea di demarcazione o una separazione netta tra giusto e sbagliato: Dre può essere entrambe le cose un minuto dopo l'altro. 

 

La scelta di girare in pellicola 35mm - in un originale e interessante formato 1.50:1 - dona alla messa in scena qualcosa di organico e sporco, consunto e molto lontano dai lustrini e dai proiettori dei palchi delle superstar; la macchina da presa è sempre molto attaccata a Dre e alle sue emozioni che raramente traspaiono dal suo volto ma che non tardano mai a realizzarsi nel modo più brutale possibile. 

 

Candidata a 3 Emmy Awards - Attrice Protagonista, Sceneggiatura e Costumi - Sciame è una delle serie del 2023 che dovreste assolutamente recuperare. 

 

[a cura di Teo Youssoufian]

 

Posizione 7

Blue Eye Samurai

Netflix

 

La storia di Blue Eye Samurai prende vita nel Giappone feudale, durante il periodo Edo. 

 

A quel tempo gli stranieri erano banditi dal territorio dello shōgunato e i pochi nati da relazioni miste, spesso clandestine e di natura violenta, venivano considerati impuri.

Questa è la sorte che tocca a Mizu, protagonista della serie, natə con gli occhi azzurri, emarginatə da sempre e in cerca di vendetta.

La sua missione è trovare i quattro uomini bianchi rimasti all'interno dei confini e ucciderli, per recidere ogni possibile legame con la propria discendenza.

 

Michael Green Amber Noizumi scrivono una prima stagione che approccia temi molto attuali, come il ruolo della donna in una società patriarcale, riflettendoli nello specchio di un contesto lontano, del tutto deromanticizzato grazie a una fine ricerca storica.

Il consiglio è di non farsi spaventare dalle premesse: i temi su cui molti ora sembrano volersi concentrare, in Blue Eye Samurai scorrono sotterranei alla visione, senza didascalismi, preconcetti o gomitatine allo spettatore.

A prevalere, lungo tutto l'arco delle 8 puntate, è il gusto di una narrazione ben strutturara orizzontalmente, di combattimenti sempre appaganti e di personaggi sfaccettati quanto basta.

 

L'impatto visivo è all'altezza degli ultimi già molto amati lavori d'animazione prodotti da Netflix (Arcane, Love, Death & Robots e Cyberpunk: Edgerunners su tutti).

 

Con un tocco di Mulan e un pizzico di Kill Bill, avventuroso e spietato, Blue Eye Samurai è certamente uno dei prodotti animati più interessanti del 2023.

 

[a cura di Simone Beretta]  

 

Posizione 6

A Murder at the End of the World 

Disney+  

 

Con la diffusione massificata di Internet sono cresciuti esponenzialmente gli appassionati di true crime.

Podcast, canali YouTube e pagine Reddit sono Fincherland: terreno fertile per chiunque sia attratto dal fascino macabro della cronaca nera, formando una nuova classe di detective digitali motivati a risolvere cold case avvolti nel mistero.

 

La miniserie di Disney+ parte proprio da questo assunto per presentarci Darby Hart (Emma Corrin), figlia di un coroner e brillante hacker che si propone come una sorta di moderna Hercule Poirot. 

La serie creata per FX da Brit Marling e Zal Batmanglij è una rilettura moderna di Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, contaminata però dai temi del nostro tempo.

 

Darby viene invitata dal genio miliardario Andy Ronson (Clive Owen) a un esclusivo raduno in una location remota, il cui scopo è quello di mettere insieme le menti più brillanti del pianeta al fine di salvarlo dal cataclisma climatico; il disfacimento del mondo e le promesse dell’intelligenza artificiale sviluppata da Ronson diventano il tema a fare da sfondo a questo bel giallo.

 

Tuttavia la serie non vuole essere un pigro pretesto per ospitare un trattato riguardo i dubbi sul futuro dell’umanità e tiene bene a mente quanto sia importante sviluppare l’intreccio e costruire conflitti e tormenti dei personaggi.

 

A Murder at the End of The World consegna al pubblico una protagonista affascinante (due, considerando il personaggio interpretato da Harris Dickinson) e riesce a trattare gli spettrali tormenti del presente, allontanandosi da Black Mirror e cercando il lato più umano e morbido spesso lasciato ai margini dai thriller.

 

Il thriller più appassionante del 2023 e una delle miniserie più belle da vedere in streaming. 

 

Disponibile su Disney+

 

[a cura di Alessandro Dioguardi]  

 

Posizione 5

La caduta della casa degli Usher 

Netflix

 

Dopo The Haunting of Hill House, The Haunting of Bly Manor, Midnight Mass e The Midnight Club - cancellata purtroppo dopo la prima stagione - Mike Flanagan ci ha regalato un’ulteriore serie visivamente e concettualmente raffinata, che sembra sarà la sua ultima collaborazione con Netflix.

 

La caduta della casa degli Usher, miniserie da 8 episodi, si serve dell’immaginario gotico e horror dei racconti di Edgar Allan Poe, dai quali originano non solo i titoli delle singole puntate, ma anche il nome della famiglia protagonista e dei suoi capostipiti.

L’ambientazione dark è una caratteristica ricorrente nei lavori di Flanagan e lo è altrettanto il rivolgersi al presente, trattando argomenti contemporanei attraverso la lente della narrazione solo apparentemente fantasy.

 

Ricorrendo a un cast abitudinario e numeroso, Flanagan mette in scena una potente critica al sistema corrotto di certe aziende farmaceutiche, la cui condotta sconsiderata, soprattutto alla fine del secolo scorso, ha provocato negli Stati Uniti grandissimi problemi di dipendenza da oppioidi e antidolorifici in una larga parte della popolazione.

 

I fratelli Roderick (Bruce Greenwood) e Madeline Usher (Mary McDonnell) hanno costruito il loro impero farmaceutico dal nulla, usando spesso mezzi estremi e deleteri, ma mai pentendosene. Solo quando la loro famiglia comincerà ad andare in pezzi, con la morte cadenzata dei sei figli di Roderick, il patriarca capirà di dover pagare il proprio prezzo per la fortuna sporca che si è costruito. Il misterioso personaggio di Verna - una splendida Carla Gugino - lo porterà a fare i conti col proprio passato, ma anche con il proprio futuro, che segnerà forse la fine della dinastia.

 

Cresciuto in una famiglia cattolica, Flanagan ha spesso utilizzato allegorie religiose per costruire l’impianto narrativo, come già evidente nell’ottima Midnight Mass. In questa occasione sono i vizi capitali, non per forza presenti in un unico personaggio ma anzi ben distribuiti in tutti gli Usher, a fare da filo conduttore dalla nascita alla morte della facoltosa famiglia.

 

Ne La caduta della casa degli Usher forma e sostanza si sposano bene creando una serie accattivante, densa di significato e capace di affrontare un argomento scomodo attraverso i tópoi letterari dell’horror, che sempre di più si conciliano alla narrazione di orrorifici avvenimenti della nostra contemporaneità. 

 

[a cura di Elena Bonaccorso]

 

Posizione 4

Shrinking

AppleTV+  

 

Harrison Ford ha sempre avuto un lato da commediante: le due saghe che lo hanno reso un vero mito di Hollywood - Guerre stellariIndiana Jones - lo vedono spesso protagonista di siparietti ironici, sarcastici e un po' spacconi, ma è grazie a Shrinking che questa sua vena è riuscita a tutti gli effetti a salire in superficie. 

 

Gli autori di Ted Lasso confezionano una sitcom che vede protagonisti tre terapeuti: Jason Siegel, Jessica Williams e, appunto, Harrision Ford; i rapporti tra di loro si legano tra il professionale e il personale e nel corso degli episodi scopriamo che nessuno di loro è realmente soddisfatto della propria vita, ma d'altronde chi lo è davvero? 

 

Shrinking riprende perfettamente in mano le idee che Bill Lawrence ha sempre portato in TV fin dai tempi di Scrubs: attraverso il sorriso si può parlare di cose serie, ridendoci sopra si possono affrontare anche le tragedie e soprattutto la comunicazione tra le persone resta la cosa più importante di tutte. 

 

La serie è in grado infatti di farvi sorridere e un minuto dopo farvi male, per poi colpirvi nel punto giusto e farvi scoppiare a ridere mentre ancora vi state commuovendo per una cosa successa qualche secondo prima. 

 

Forse una stagione è ancora troppo poco per entrare a pieno nella psicologia di tutti i personaggi e a mio avviso i comprimari sono scritti in maniera fin troppo semplice e scontata - a maggior ragione se messi a confronto con i tre personaggi principali - ma Shrinking è molto probabilmente tra le migliori sitcom uscite nel 2023 e ha il grande merito di farci apprezzare la capacità di Harrison Ford di affrontare la commedia anche solo alzando un sopracciglio o spostando lo sguardo.  

 

Se avete amato Scrubs e Ted Lasso amerete anche Shrinking! 

 

[a cura di Teo Youssoufian]

 

Posizione 3

Questo mondo non mi renderà cattivo

Netflix  

 

Con Strappare lungo i bordi Zerocalcare era partito dalla poetica delle sue prime pubblicazioni, prendendo confidenza con l’animazione.

In questa nuova serie decide invece di spostarsi più vicino al presente dei suoi personaggi e dei suoi libri.

 

Zerocalcare prende le misure della narrazione per immagini e la rende più fluida, meno episodica.

In Questo mondo non mi renderà cattivo il minutaggio cresce insieme alle ambizioni narrative e l’idea sembra quella di descrivere il presente di una generazione ai minimi termini, circondata da macerie e afflitta dal giogo degli uomini magici che scelgono come preda proprio le maschere che circondano Zero.

 

L’autore, in tutto questo, perde certezze e mette in dubbio la validità della sua stessa voce e del suo sguardo, del diritto di raccontare e descrivere situazioni che lo toccano sempre meno direttamente, avviando un discorso parallelo che riguarda un po’ qualsiasi artista odierno.

 

Questo mondo non mi renderà cattivo parla di un Paese nel quale intere generazioni sono abbandonate all’impero della rabbia e del dissenso strumentalizzato.

Lo scenario è post-apocalittico, la ragione non esiste, il pensiero è stato ucciso in favore di un dibattito di riporto: schieramenti opposti che difendono posizioni nette, inamovibili, spesso nutrite dal desiderio di consenso al fine di far prevalere una qualche forma di potere.

 

L’interesse verso l’individuo e l’idea di collettività scompaiono.

 

Zerocalcare sfrutta il suo megafono per parlare direttamente e indirettamente allo spettatore, cercando di rimanere autentico e tenendo bene a mente che il compito dell’artista è quello di essere sovversivo e non accondiscendente.

 

[a cura di Alessandro Dioguardi]

  

Posizione 2

Lo scontro (Beef) 

Netflix     

 

Due persone schiacciate dal peso delle pressioni esterne, due anime sole, arrabbiate con il mondo e con sé stesse, che si sentono senza via d’uscita.   

Questo è quello che accomuna i protagonisti di Beef - Lo scontro, Amy (Ali Wong) e Danny (Steven Yeun), rispettivamente un’imprenditrice di successo con una vita apparentemente perfetta e un tuttofare squattrinato che passa le giornate a contemplare il suicidio.   

 

I due si incontrano, anzi si scontrano, in un quasi incidente stradale e il litigio che ne segue scatena tutta la rabbia repressa che ogni giorno sono costretti a ingoiare e nascondere.   

 

Episodio dopo episodio, l’antipatia reciproca degenera in una spirale sempre più incontrollabile di dispetti, provocazioni, vendette e ritorsioni progressivamente sempre più pericolose ed elaborate.  

 

I due sconosciuti trovano nel rovinare la vita l’uno dell’altro un passatempo perverso, che li porta a perdere di vista le loro priorità e a complicare ancora di più le situazioni precarie della propria esistenza, esponendo i propri punti deboli e le proprie frustrazioni.   

 

Delicato, spregiudicato e profondo, Beef riesce a rappresentare al meglio ogni angolo buio del nostro io, mettendo a nudo le parti più perverse e oscure dei suoi protagonisti.  

 

Una storia coinvolgente e originale, sempre imprevedibile, che si nutre delle prove magistrali di Steven Yeun e Ali Wong e che dipinge con ironia, leggerezza e intelligenza uno spaccato impietoso ma perfetto della società contemporanea, fattori che sono valsi al creatore Lee Sung Jin il plauso di pubblico e critica in egual misura.                    

 

[a cura di Giulia Polidoro] 

 

Posizione 1

The Last of Us 

Sky Atlantic   

 

Qual è il modo migliore di raccontare l’umanità, quando fuori c’è l’Apocalisse?

Tra le serie TV uscite nel 2023, The Last of Us fornisce la risposta più costruttiva a questa domanda.

 

Ideata da Craig Mazin e Neil Druckmann, con protagonisti Pedro Pascal e Bella Ramsey, la serie è l'adattamento televisivo dell'omonimo videogioco del 2013 sviluppato dallo studio statunitense Naughty Dog.

 

Attraverso 9 episodi scopriamo cosa è successo vent’anni dopo lo scoppio della pandemia da Cordyceps, un fungo che contagia gli esseri umani trasformandoli in creature mostruose simili a zombi. 

Joel è un contrabbandiere che rifiuta di sottostare alla nuova dittatura militare e deve attraversare gli Stati Uniti per portare a termine una importante missione insieme a Ellie, un’adolescente che non ha mai vissuto fuori dalla zona protetta.

 

Lo scenario è distopico, ma assomiglia tremendamente al nostro mondo: il rischio di malattie provocate dal riscaldamento globale, la sfera semantica di termini legati al contagio ormai familiari, lo sforzo della scienza per trovare un vaccino, il fanatismo e l’inadeguatezza della politica.

 

E poi ci sono le relazioni, c’è il sacrificio individuale e collettivo e c’è l’amore gentile dell’episodio 3 - respiro di felicità e commozione per lo spettatore che si trova di fronte alla bellezza delle cose che resistono, alla potenza del bene che abbraccia il libero arbitrio fino allo stremo.

 

The Last of Us è una serie TV ben scritta, con una regia chirurgica e una colonna sonora avvolgente. 

 

Già rinnovata per una seconda stagione, The Last of Us è la serie TV che merita il primo posto nella nostra Top 8 di questo anno appena concluso.              

 

[a cura di Giulia Berillo]    

 



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2 commenti

Nic Cage

3 mesi fa

Ottima chiamata per Sciame invece che era passato un pò in sordina sinceramente! Sembra che Amazon lo faccia apposta certe volte..
Pubblicizza prodotti di basso livello e quando ha in mano qualche cosa di ben fatto lo fa scivolare nel dimenticatoio troppo presto.

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Nic Cage

3 mesi fa

the last of us ha cannibalizzato tutto e tutti e se si prende quello metro di paragone non si può gridare al miracolo per le nuove uscite 2023. 
Ci sono state molte riconferme con The Bear, la conclusione di Succession e anche The crown che hanno mantenuta l'asticella ben alta.

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