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Birdman o (Il viscerale ritmo della lotta con se stessi)

Le incredibili coincidenze e il grande talento che hanno portato Antonio Sanchez a comporre la splendida colonna sonora di Birdman

Se siete tra quelli che guardando Birdman sono rimasti gasati dalla colonna sonora, allora siete nel posto giusto al momento giusto. 

 

Città del Messico, anni ‘80: Antonio Sanchez è un giovanissimo e promettente batterista.

La sua famiglia gli ha trasmesso l’amore per la musica, ma in Messico per chi non ha grandi possibilità economiche non ci sono molti modi per ascoltarla oltre la radio.

 

Così Antonio, prima di andare a letto, si sintonizza sulla sua stazione preferita, sul programma che passa la miglior musica di tutto il Messico, presentato da un dj del luogo: Alejandro Gonzales Iñárritu.

 

Sì: proprio lui!

 

 

[Sorpresi?]

 

 

Una sera Antonio ascolta un brano del Pat Metheny Group e se ne innamora.

 

Quindici anni dopo Antonio Sanchez sta suonando a Los Angeles nel gruppo di Pat Metheny

Durante la festa post-concerto viene avvicinato da un uomo entusiasta e pieno di complimenti. È messicano, è un regista, e voi avete già capito di chi si tratta.

 

Da lì inizia la loro amicizia che porterà alla spettacolare collaborazione per Birdman.

 

[Groove pazzesco! Impossibile ascoltare senza immaginarsi le camminate nervose di Riggan in fuga dalla voce di Birdman]

 

 

Se uso l’aggettivo "spettacolare" non è per fare sensazionalismo.

 

Ascoltando il pezzo linkato qui sopra si capisce il livello di espressività raggiunto da Sanchez.

La sua batteria riesce a raccontare una storia proprio come se fosse uno strumento melodico e non ritmico.

 

Ma andiamo con calma.

 

Il pazzo visionario della storia è senza dubbio Iñárritu.

L’idea di accompagnare Birdman con solo una traccia di batteria (escluse rare eccezioni) può a prima vista sembrare un azzardo.

 

Lo stesso Sanchez, inizialmente, non ha ben chiaro quale sia il metodo giusto per approcciare questa sfida.

 

 

[Batterista per Pat Metheny e con il progetto solista. Con Birdman ha fatto incetta di premi per la miglior colonna sonora]

 

Propone all’amico una colonna sonora con dei temi ritmici che facciano le veci dei classici temi melodici associati ai personaggi.

 

Iñárritu però lo dissuade subito dall’idea: lui vuole un’improvvisazione jazz, senza strutture precise ma piena di sentimento.

 

I due si ritrovano in studio a New York, dove stanno cominciando le riprese di Birdman.

Per ogni scena Iñárritu racconta la sequenza degli avvenimenti e descrive il tipo di atmosfera.

 

Sanchez improvvisa con la scena in mente e con Alejandro davanti a sé pronto a segnalargli quando avviene qualcosa di importante, come la chiusura di una porta o la reazione rabbiosa di uno dei personaggi.

 

 

[Brutte notizie a pagina dodici… Attento Riggan, sento già Birdman inscurirsi la voce]

 

 

Dopo di ché Iñárritu porta le registrazioni sul set e organizza delle prove con gli attori per testare l’effettiva bontà della sua idea iniziale.

 

Il regista è entusiasta.

Finito di girare, con l’aiuto dei montatori, inserisce le tracce audio di Sanchez per poter mostrare al batterista l’effetto che desidera avere.

 

Quindi chiama l’amico a Los Angeles e gli mostra il girato.

 

I due tornano in studio e Antonio registra nuovamente le sue parti, ma questa volta con il film davanti e con indicazioni più dettagliate da parte di Alejandro, come l’inserimento di “stop” (momenti di silenzio durante la traccia audio) o l’aggiustamento delle dinamiche (per capirci, l’intensità con cui viene suonato lo strumento).

 

Il risultato è quello che abbiamo ammirato all’uscita in sala di Birdman.

 

[Forse la migliore scena di Birdman. Sia per l'interpretazione, sia per il connubio tra sceneggiatura e colonna sonora]

 

 

Un cinefact che potrei racontarvi potrebbe essere quello relativo alla preparazione della batteria.

 

Sanchez, come ogni batterista di altissimo livello, aveva registrato le demo con la batteria perfettamente intonata e i suoni limpidissimi.

Insieme ad Alejandro si resero conto che per seguire l’atmosfera della storia bisognava cambiare il sound.

 

Allora Sanchez scordò le pelli dei tamburi, aggiunse pezzi di nastro adesivo e unì assieme i piatti per dare loro un suono smorzato.

Lo scopo era ottenere il suono sporco che abbiamo sentito nel film, come se quella batteria fosse rimasta un decennio chiusa in una cantina. 

 

Dopo avervi raccontato la genesi della colonna sonora di Antonio Sanchez, azzardo un’analisi.

 

Dico "azzardo" perché analizzare musicalmente una soundtrack di sola batteria esula dalle mie competenze, ma anche perché un accompagnamento sonoro di questo genere non credo abbia molti precedenti nella Storia del Cinema.

 

Nella prima parte di Birdman, la batteria di Sanchez si unisce in modo totalmente armonioso alle immagini.

Riguardandolo mi sono spesso trovato a dover rifocalizzare la mia attenzione sulla colonna sonora.

Essa si nasconde dietro il flusso della storia supportandolo e dandogli tridimensionalità.

 

A circa metà film abbiamo la scena dello scontro tra Edward Norton e Michael Keaton.

Qui la colonna sonora è fondamentale nell’esaltare la rabbia montante di Riggan Thomson e nell’introdurre lo scontro.

 

 

[La prima regola del Figh… ah no scusate, sbagliato film!]

 

 

Birdman è, in fin dei conti, un film sull’accettazione di sé, e la scena seguente allo scontro è il momento di massima frizione fra Riggan e Birdman.

 

Uno scontro viscerale che si combatte dentro l’anima del protagonista, la cui profondità è data dal crescendo suonato sui tom più gravi.

Crescendo che esplode con il suono secco dello swish (un tipo di piatto).

 

Qui di seguito vi lascio la spiegazione, in spagnolo ma comprensibile, dello stesso Sanchez.

 

[Mini intervista più spiegazione del processo creativo per una scena di Birdman]

 

 

I rimbombi dei tamburi sembrano il cuore impazzito di Riggan, e i piatti amplificano le esplosioni di rabbia.

 

In definitiva, in questa scena si racchiude in modo esemplare il ruolo della traccia di batteria e si capisce perché Iñárritu abbia voluto operare una scelta tanto insolita.

 

Una decisione capace di aggiungere ancora più carattere a una pellicola che vanta mirabolanti piani sequenza, un lavoro eccezionale alla fotografia da parte del “Chivo” Emmanuel Lubezki, e prove di livello assoluto da parte del cast (compresa una camminata in nudità per Times Square).  

 

Se non l’avete ancora fatto, guardate (e ascoltate) Birdman!

Chi lo ha scritto

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1 commento

Grazie a te!
Partendo da alcune dichiarazioni del retroscena rilasciate dai due ho voluto rendere omaggio a questa soundtrack pazzesca. è davvero un personaggio aggiunto come dici tu

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