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Before Trilogy: pensieri su tempo, parole e birre da divano

Il tempo e le parole dietro ad una delle storie d'amore più amate e belle della storia del cinema

La Before Trilogy di Richard Linklater è una delle storie d'amore più belle che il Cinema abbia provato a raccontare, ma soprattutto uno degli usi più particolari e filosofici dello schema della trilogia e una delle analisi del rapporto tra uomo, tempo e Cinema più dense che si possano trovare.

 

La summa dell'opera di uno dei più importanti registi americani della sua generazione che tanto ha influenzato il Cinema contemporaneo.

 

"Il modello alla base di Before Midnight è rispecchiato dal fatto che Richard ha dichiarato di essere molto fiero del suo record di aver girato la trilogia che ha incassato meno in assoluto.

Questo lo descrive perfettamente: ha ridefinito cos'è una trilogia.

È una trilogia che parla di due persone che passeggiano in giro e che continuano a parlare per 20 anni.

È questo che lo rende così grandioso." 

Mark Duplass su Richard Linklater e Before Midnight nel documentario 21 Years: Richard Linklater.

 

[Il trailer di Before Sunrise

 

 

Sinossi (divisa per film)

Guardiamo l'etichetta: un breve riassunto del film.

 

Before Sunrise (1995)

 

16 giugno 1994: Jesse e Celine - americano di venticinque anni lui, francese di ventitre lei - sono in vacanza e si trovano sullo stesso treno per Vienna.

 

Il giovane aspirante scrittore è all'ultimo giorno del suo percorso alla scoperta dell'Europa e il mattino seguente ha in programma il volo per tornare negli Stati Uniti, la ragazza è in viaggio da Budapest, dove è andata a trovare sua nonna malata, a Parigi, dove vive e studia alla Sorbona.

 

Una coppia adulta inizia a litigare e la giovane francese decide di cambiar posto andandosi a sedere proprio vicino a Jesse: i due iniziano a chiacchierare flirtando. 

 

È l'inizio della storia d'amore chiamata Before Trilogy.

 

Arriva la fermata del giovane americano, entrambi non vogliono che finisca tutto così quindi lui prova a convincerla a scendere dal treno e a trascorrere il resto della giornata insieme, lei cede. 

 

 

[Jesse e Celine per le strade di Vienna]

 

I patti sono chiari: il giorno dopo ognuno sarebbe tornato sulla propria strada, senza rimpianti.

 

Si dicono di doverlo ai loro stessi del futuro che ormai vecchi si chiederanno "come sarebbe stato se..." e non potranno saperlo.

I due giovani passano il tempo a loro disposizione tra giochi, dialoghi, poesie, strade e piazze e continuano a parlare: imparano a conoscersi e tra loro sembra che l'avventura si stia trasformando in sentimento.

 

Trascorrono la notte insieme e l'indomani, ormai innamorati l'uno dell'altra, decidono che non possono salutarsi senza mai più rivedersi: si danno appuntamento lì, sei mesi dopo.

 

[Il trailer di Before Sunset

 

 

Before Sunset (2004)

 

Sono passati nove anni e Jesse e Celine si incontrano in una libreria di Parigi: lei continua a vivere lì, lui è in tournée per presentare il suo libro che sta riscuotendo molto successo.

 

I due non si sono ritrovati a Vienna come da programmi perché lui si presentò e la cercò, ma lei dovette andare a Budapest per la morte della nonna a cui era affezionatissima, e il caso e l'assenza di cellulari non li ha fatti rincontrare fino a questo momento.

 

Il romanzo del giovane americano è un racconto ispirato dall'unico incontro con Celine, una storia d'amore nata dal nulla e finita con la promessa di rivedersi.

 

Le loro vite sono andate avanti senza l'altro e quando si rincontrano lui è diventato uno scrittore in rampa di lancio, ha un best-seller all'attivo, è felicemente sposato e padre di un figlio, mentre lei si è laureata in legge, è fidanzata con un fotoreporter e ha scelto il percorso dell'attivista ambientale.

 

Le loro vite sembrano andare a gonfie vele.

 

 

[Jesse e Celine sul taxi che dovrebbe portare il giovane all'aeroporto] 

 

 

Jesse un'ora dopo la presentazione deve prendere il volo che lo riporterà negli Stati Uniti, ma i due decidono di passare un po' di tempo insieme.

 

Sempre in onore dei loro stessi del passato, parlano delle loro vite, del punto a cui entrambi sono arrivati e dell'insoddisfazione che si cela dietro ai traguardi raggiunti. 

L'aereo si avvicina sempre più, ma i due non vogliono separarsi.

 

Jesse, nonostante sia in ritardo, accompagna Celine a casa per poterla sentire suonare la chitarra.

La canzone della giovane francese è ispirata al loro primo incontro, come il romanzo dell'ospite inatteso.

 

Poi Celine mette della musica e imitando la voce di Nina Simone che esce dallo stereo, rivolgendosi a Jesse dice

"Baby... stai per perdere quell'aereo".

 

Lui le sorride e risponde "Lo so."

 

[Il trailer di Before Midnight

 

 

Before Midnight (2013)

 

Sono passati altri nove anni, ormai il primo incontro tra Jesse e Celine è diventato maggiorenne: i due dopo Parigi si sono riavvicinati, convivono e hanno avuto due gemelle.

 

Lui è ospite di un grande scrittore greco ed è molto stimato nel mondo della letteratura, lei invece ha un'offerta di lavoro per il governo francese, è una proposta molto ghiotta e sa che dovrebbe accettarla, ma è indecisa: non riesce a staccarsi dall'idea di giovane rivoluzionaria che ha di sé.

 

Il sogno d'amore iniziato su un treno inizia a mostrare le sue crepe.

Jesse vive nel senso di colpa di aver abbandonato un matrimonio e un figlio, preoccupandosi di non trascorrere abbastanza tempo con lui, e Celine non sa più come rapportarsi con il fantasma delle loro vite passate.

 

Una coppia di amici offre ai due stanchissimi genitori di passare una nottata da soli mentre loro baderanno alle figlie: sembra la boccata di ossigeno di cui il loro rapporto aveva disperatamente bisogno.

 

Tutto sembra andare nel migliore dei modi mentre passeggiano in giro per la zona e somigliano alla coppia che abbiamo imparato a conoscere: chiacchierano, si punzecchiano, flirtano, ma quando si spostano nella camera d'albergo ben presto vengono a galla tutti i problemi tra di loro.

 

Litigano furiosamente e Celine, dopo aver detto a Jesse di non amarlo più, lascia la stanza.

Lui la raggiunge in un tavolino all'aperto e, parlandole come se venisse dal futuro, la calma: i due, seduti al bar, tornano a ridere insieme.

 

Nulla è risolto o chiarito, sono solo uno di fronte all'altra diciotto anni dopo il loro primo incontro. 

 

 

[Jesse, lo scrittore greco e Stefanos, l'amico in questione]

 

Breve commento

Stappiamo e versiamo: un'analisi del film, indipendentemente dalla birra, ma che ci porti nel mood dell'opera.

 

“Sai, io credo che se esistesse un qualsiasi dio, non sarebbe in nessuno di noi.

Né in te, né in me, ma solo in questo piccolo spazio nel mezzo.

Se c'è una qualsiasi magia in questo mondo, deve essere nel tentativo di capire qualcuno condividendo qualcosa.

Lo so, è quasi impossibile riuscirci, ma che importa in fondo? La risposta deve essere nel tentativo.”

Celine (Julie Delpy) in Before Sunrise

 

Parlando de La vita è un sogno abbiamo già imparato a conoscere Richard Linklater e il suo Cinema così strettamente legato al modo unico che ha di rapportarsi con le parole e con il tempo, rendendoli i primi protagonisti dei suoi film.

 

Una delle massime espressioni di questo concetto risiede proprio nel modo in cui il regista texano ha creato la sua trilogia: il racconto della storia d'amore tra Jesse e Celine

 

Tre film girati a 9 anni di distanza l'uno dall'altro con gli stessi attori e personaggi: tra il primo incontro tra i due giovani interpretati da Ethan Hawke e Julie Delpy in Before Sunrise il loro ritrovarsi in Before Sunset e infine la loro vita insieme in Before Midnight.

 

 

[Julie Delpy e Ethan Hawke in una recente videocall durante il lockdown]

 

 

Da sempre il Cinema ha uno strettissimo rapporto quasi hegeliano con la tripartizione, probabilmente perché lo schema più classico e usato di costruzione narrativa prevede tre atti, come ci insegnano Christopher Vogler, Syd Field e Aristotele.

 

Il risultato è che sin dagli anni '10 la Settima Arte è stata invasa dallo schema della trilogia: volute, a posteriori, tematiche, concettuali o narrative, un po' per tutti i gusti.

 

Sorge sempre il dubbio su quanto sia possibile considerare unitari prodotti realizzati a così tanta distanza l'uno dall'altro come nel caso della Before Trilogy ma, nonostante i 18 anni intercorsi tra il primo e l'ultimo capitolo, l'opera di Linklater è tutt'altro che frammentaria e proprio il cambiamento nel corso del tempo ne è uno degli aspetti più importanti.

 

Il dialogo tra l'autore, i suoi personaggi e gli spettatori è come se fosse un binario lasciato aperto e usato in caso di necessità: un percorso unitario, ma che si evolve e si arricchisce di capitolo in capitolo.

 

Più che tesi, antitesi e sintesi del filosofo tedesco una sorta di lunga passeggiata maieutica - come faceva Socrate con i suoi studenti - con Jesse, Celine e Richard Linklater.

 

Before Sunrise poteva sembrare una delle tante storie romantiche che hanno riempito le sale negli anni '90, ma già dal titolo originale si capisce bene come l'autore texano avesse in mente ben altro.

 

Sunrise: a song of two humans, per chi non lo ricordasse, è il bellissimo titolo originale di Aurora di Friedrich Wilhelm Murnauprimo Miglior Film della storia dell'Academy e archetipo del racconto romantico al cinema: è impossibile non vedere un legame strettissimo tra i due personaggi senza nome del film muto e Jesse e Celine, protagonisti dei tre Before.

 

La loro storia, infatti, è molto più che il solo amore declinato negli anni: è il racconto della vita di due persone e del cambiamento che il tempo porta negli esseri mortali, è una fenomenologia del caso, uno studio sul tempo nel Cinema, la rappresentazione di una generazione intera e infine un saggio sulla scrittura dialogica e sul lavoro attoriale che ha segnato irrimediabilmente il Cinema degli anni successivi.

 

Come nel film muto di Murnau, nella Before Trilogy si uniscono una visione del mondo e dell'amore universali e archetipiche e un racconto romantico tanto semplice ed emozionante quanto ben construito.

 

 

[Ethan Hawke, Julie Delpy e Richard Linklater durante le prove di Before Sunrise]

 

 

Una rappresentazione dell'esistenza interconnessa di due esseri mortali che riesce a tenere insieme la naturalezza della realtà e l'universo sognante diametralmente opposto e irrealistico che è la materia di cui è fatto il Cinema.

 

Linklater mette subito in chiaro questa volontà, sin dalle premesse del primo dei tre Before: da un lato un colpo di fulmine l'emblema di ciò che può risiedere solo in una sceneggiatura di finzione, dall'altro una costruzione di Jesse e Celine così tridimensionale e reale che non può che farci pensare di essere di fronte a due persone vere e non solo scritte su carta.

 

Questa dualità tra realtà e favola cinematografica è ben espressa anche da quello che è il vero metro del Cinema linklateriano: il dialogo. 

 

Come ben nota Steven Chester Prince, attore e amico di lunga data di Linklater:

"Le walking talks sono quasi da piéce teatrale.

Il ritmo narrativo, il continuo avvicendarsi delle due voci e il rapporto tra i due rispecchia la vita reale, ma i dialoghi rispecchiano l'arte della scrittura. 

Sembra di guardare un'opera teatrale, ma è una storia iperrealistica, anche se i dialoghi sono così veloci e densi di referimenti, che forse non rispecchiano il modo di parlare quotidiano.

Sono molto più stimolanti."

 

 

[Jesse e Celine durante una delle walking talks di Before Midnight]

 

 

Si potrebbe pensare che questa naturalezza, nonostante una scrittura così densa, possa essere frutto di improvvisazione così come capita nel Cinema mumblecore, che è nato proprio dal gusto linklateriano, ma il lavoro del regista texano nei suoi Before è stato differente.

 

Ethan Hawke - che ormai forma praticamente una coppia di fatto con Linklater vista la quantità di tempo che hanno passato insieme negli ultimi vent'anni tra questo, Boyhood e mille altri progetti - e Julie Delpy non solo hanno messo in campo due prove che resteranno nella Storia del Cinema, ma hanno partecipato alla fase di scrittura sin dagli inizi del progetto.

 

I due attori assieme al regista hanno plasmato questa unione di realtà e finzione in maniera indissolubile riempiendola di loro stessi. 

 

Pur non essendo stati accreditati alla sceneggiatura del primo capitolo entrambi hanno collaborato sin dal primo momento alla costruzione di Jesse e Celine: le loro parole, i loro sentimenti e le loro reazioni sono pezzi di vita dei due attori.

 

 

[Ethan, Richard e Julie mentre lavorano a Before Sunset]

 

 

"Ethan ed io avevamo la stessa età dei personaggi ed era facile immedesimarci.

Parlano di sensazioni che anche Ethan e io provavamo realmente. 

Non uno per l'altra, ovvio, ma nella nostra vita, e credo che Richard l'abbia capito. 

C'era un misto di malinconia e romanticismo: sapeva che avrebbe funzionato."

Julie Delpy 

 

Le sessioni di scrittura e di prove sono state un lavoro continuo in tre sui personaggi, la creazione di un mood in cui far fluire la realtà dei tre artisti sui fogli di carta di una sceneggiatura.

 

Non importa che il film sia effettivamente ispirato all'incontro tra Richard Linklater e Amy Lehrhaupt in un negozio di giocattoli a Philadelphia o quanto ci sia di suo o dei due interpreti: tutto converge in questa perfetta sintesi tra Cinema e realtà.

 

Questo riesce a trasmettere alle tre opere una caratteristica tanto rara quanto preziosa nella Settima Arte: tutto nell'universo dei Before sembra sempre vivere prima e dopo l'opera. 

Jesse e Celine hanno un background e un futuro, le loro vite non sono rinchiuse nel tempo di tre film, ma continuano prima e dopo i piccoli scorci che abbiamo il privilegio di osservare.

 

In questo contesto di libertà e flusso di coscienza in cui sono stati costruiti i due protagonisti, Linklater decide di aggiungere un terzo personaggio, il vero protagonista della trilogia: il dialogo, la parola, il logos.

 

Il terzo protagonista accompagna i due innamorati nelle loro walking talks: a tratti si sostituisce alla colonna sonora nel riempire lo spazio tra i due (come un'altra entità immateriale nella prima citazione di questa sezione), a tratti diventa protagonista in prima persona con la sua continua ricerca dentro gli animi di Jesse e Celine. 

 

 

[Cosa non farebbe per il Cinema Richard Linklater? Sul set di Before Midnight]

 

 

Tre opere, tre fasi diverse della vita in cui Jesse e Celine crescono e si mettono a nudo, come sublima il gesto della protagonista in Before Midnight.

 

I nostri due simboli cambiano assieme allo spettatore riflettendo lo scorrere del tempo e i segni che questo lascia inevitabilmente su ogni cosa, sia essa tangibile o meno.

 

Attraverso le parole e gli occhi di chi sta guardando i tre protagonisti ci mostrano come l'anima dell'uomo, la parte intangibile dell'essere umano, sia in continua evoluzione e riassumibile in qualche ora di dialogo: raccontano le loro vite, i loro pensieri, i valori che li guidano e le esperienze.

 

Come in Waking Life, in cui Jesse e Celine tornano come personaggi, Linklater ci racconta il viaggio nel subconscio attraverso una serie di dialoghi con punti di vista differenti, così nella trilogia dei Before l'amore e le persone sono vivisezionate attraverso gli scambi di battute.

Tutto per arrivare alla conclusione che, in fin dei conti, quei 21 grammi che si dice che siano la dimensione dell'anima probabilmente risiedono nel peso di alcune parole.

 

Più li sentiamo parlare, più impariamo a conoscerli nella loro forma più pura e indifesa: come ragionano, i loro difetti, i loro tic, il modo in cui si difendono se sotto pressione e quello in cui mentono.

 

Alla fine di tutto questo parlare le loro discussioni non ci conducono a una soluzione, i loro dibattiti non hanno un punto di vista univoco in cui immedesimarci: questo è un altro dei grandi tocchi di quel senso di realtà che Linklater ha voluto mettere nella Before Trilogy.

 

Siamo lì con loro, li teniamo per mano, ma la verità e il senso di tutto non stanno in un concetto o nell'altro, ma nell'interazione, o meglio, nel modo in cui perdersi nelle parole riesce a costruire un unico magico attimo fatto di interconnessione e empatia. 

 

 

[Un momento dal bellissimo finale di Before Midnight]

 

 

Proprio in questo senso il Cinema di Richard Linklater non racconta mai i grandi momenti di una vita, quei turning point che il Cinema hollywoodiano insegue da sempre; l'autore texano infatti si concentra sul percorso, per mostrarci degli spiragli nelle vite di qualcuno in cui inserire i suoi ragionamenti. 

 

Tutto continua prima e dopo i film, nulla è mai deciso quando appare la scritta "The End" sul grande schermo e raramente i protagonisti sono davvero arrivati a una decisione, ma il fulcro del Cinema linklateriano sta altrove. 

 

Come Randall ne La vita è un sognoMason in Boyhood o la fine di ognuno dei tre capitoli della trilogia dei Before, non è importante cosa succederà dopo, se Jesse e Celine si rivedranno o si lasceranno, conta solo il modo in cui si è cambiati arrivando a quel punto.

 

Le parole e i ragionamenti sono tutti lì scolpiti nella pellicola, le persone sono cambiate e il logos ha eroso e modificato ciò che doveva, il resto non conta, fa parte di un'altra storia.

 

 

[I tre autori mentre provano Before Sunset]

 

Attraverso il personaggio di Jesse, che è un po' il suo alter-ego nel film e che rappresenta il classico topos del Cinema dell'autore texano del ragazzo alla ricerca di stabilità, Linklater gioca con lo spettatore e parla direttamente di sé, della sua filosofia e della sua opera.

 

Questo non è un modo di fare metacinema o di rompere la quarta parete sbattendo una monolitica autorialità in faccia allo spettatore, ma fa ancora parte di quel bagaglio di esperienze personali che tutti gli autori che hanno partecipato hanno riversato nella stesura di queste tre grandissime opere. 

 

Il giovane romanziere scrive la sua storia con Celine e grazie a questa raggiunge la notorietà, poi, quasi vergognandosene, vorrebbe scrivere un libro che duri quanto il tempo di leggerlo (Before Sunset) e una storia di personaggi che indaghino in modo differente la stessa cosa (Waking Life). 

 

Allo stesso modo Jesse è diventato un padre assente che vorrebbe partecipare di più alla vita del figlio dopo esserne uscito (Boyhood). 

 

Non sono solo degli easter egg, ma un autore che quasi psicanalizzandosi cerca di mettersi a nudo con tutti i dubbi e i ragionamenti che compongono il suo Cinema.

 

"L'arte non è sempre, in un certo senso, una terapia per l'artista?"

Ingmar Bergman

 

Non tutto è realta e autobiografia nei tre Before, ma anzi si può osservare come anche nel più sperimentale dei tre film, ovvero Before Sunset in cui il tempo in scena e la durata del film coincidono, la costruzione di una classica sceneggiatura hollywoodiana sia perfetta, quasi cronometrabile.

 

Proprio in questi dettagli di ricerca e padronanza del mezzo filmico e drammaturgico, nel modo in cui questo regista rompe e ricostruisce le sue opere sembra quasi che voglia rientrare nel discorso tra Jesse e Celine.

 

Tra riprese lungo decenni, rotoscoping e film senza protagonisti da un lato e riprese classiche, sceneggiature in tre atti e riferimenti pop dall'altro Linklater sa sfruttare e piegare il Cinema per raccontare il suo pensiero come pochissimi altri autori: un po' come un amico che, rimasto un po' in disparte, ogni tanto interviene a gamba tesa nella conversazione aggiungendo qualche considerazione che cambia completamente l'andamento del discorso.

 

Come il diavolo, anche l'autore sta nei dettagli.

  

 

[Una bellissima citazione a Il Raggio Verde di Eric Rohmer in Before Midnight]

 

 

Che il grande faro del Cinema di Linklater sia la Nouvelle Vague non è mai stato in discussione e che l'autore, tra i giovani francesi che hanno rivoluzionato il cinema, a cui più si avvicini la sua idea di tempo e dialogo sia Eric Rohmer è un collegamento abbastanza scontato.

 

Là dove l'autore francese, salvo rarissimi casi, ha sempre prediletto figure femminili alla ricerca di se stesse e in conflitto con i propri dubbi, Linklater ha invece costruito il suo topos narrativo più classico, che è ben rappresentato dal personaggio di Jesse: il giovane uomo indeciso, l'artista insicuro, fatto di slanci coraggiosi intervallati da grandi dubbi, il ragazzo che lascia l'impegno, ma se ne pente già mentre lo sta facendo.

 

Entrambi poi usanno il dialogo costante come un personaggio, rendendolo il vero strumento di ricerca nella loro arte.

 

Da un lato Jesse, il motore classico dell'azione linklateriana, dall'altro Celine, il centro del film e il simbolo della ricerca: quasi un conflitto che ci riporta al mondo ellenico tra pragma (azione) e logos (idea, parola).

 

Che sia un caso che l'ultimo Before sia ambientato tra i resti della Grecia classica?

 

 

[Celine e Jesse alla fine del loro primo giorno insieme]

 

Dietro a tutto il discorso sul dialogo e sulla dicotomia tra azione e parola non va dimenticato il romanticismo semplice, ma perfetto, che è riuscito a creare Linklater nella trilogia dei Before: una coppia che si lascia e si ritrova nove anni dopo come se non fosse passato un attimo.

 

Un contenitore perfetto per una filosofia artistica così emozionale e metafisica.

Una storia d'amore che vive di parola, conflitti e attese passeggiando per le città: sconosciuti che imparano a conoscersi, guidati dalle parole (dia-logos attraverso la parola) in un ineluttbile destino si innamorano e poi si lasciano in attesa del luogo e del momento giusto. 

 

Il caso li fa incontrare e non li fa ritrovare.

 

È molto facile capire perché, al netto di tutto quello che l'autore ha voluto mettere dentro le sue opere, abbia fatto breccia in così tanti spettatori.

 

Questo romanticismo si ritrova perfettamente nel modo in cui il tempo, uno dei pilastri del cinema di Linklater, si piega in funzione dei due innamorati: "I soli possono tramontare e risorgere; noi, quando una buona volta finirà questa breve luce, dobbiamo dormire un'unica notte eterna" diceva Catullo nel Carme V tanto noto e abusato, quanto perfettamente sovrapponibile al primo capitolo della trilogia.

 

Il tempo nei Before è un giocattolo, come se fosse uno dei tanti regali tra fidanzati e non uno dei fondamenti dell'esistenza. 

 

In questo Before Sunrise è più acerbo, ma il modo in cui Before Sunset per simulare l'attesa, l'impazienza, l'ineluttabilità e l'emozione non taglia neanche un secondo della vita di Jesse e Celine è perfettamente esemplificativo. 

 

Before Midnight invece, come il primo capitolo, gioca sul contrappunto, sul modo in cui discorso, pause ed emozioni alterino totalmente la percezione del tempo.

 

[La famosissima scena del negozio di dischi di Before Sunrise, una perfetta rappresentazione di come il tempo si pieghi nelle mani di Linklater]

 

 

I due momenti più coinvolgenti del primo capitolo sono infatti senza dubbio quelli in cui i due pilastri del Cinema di Linklater, ovvero tempo e parola, vengono meno: il primo l'ellissi temporale in funzione del momento di massima passione tra i due amanti, il secondo quando la musica in un negozio di dischi sostituisce il dialogo lasciando i due innamorati armati solo dei loro sguardi.

 

Venendo meno i due grandi strumenti di Linklater resta soltanto l'emozione: come la verità dietro al velo di Maya squarciato.

 

Nel terzo capitolo l'intento è opposto al coinvolgimento di Before Sunrise: se a Vienna la foga e l'innamoramento oscurano i tempi dilatati nelle discussioni, in Before Midnight la concitazione rappresenta perfettamente un turbine da cui non si riesce a uscire.

 

Dell'importanza che il tempo riveste nel Cinema di Linklater abbiamo già detto tanto, ma nei Before questo aspetto è portato alla sua massima espressione dall'evoluzione dei due grandissimi attori che lo mettono in scena.

 

 

[Julie ed Ethan in Before Midnight]

 

Nei tre Before, come avvenuto anche in Boyhood, il mostrare i segni che Kronos - il tempo, il padre di Zeus nell'immaginario ellenico - lascia sul corpo delle persone è fondamentale.

 

I corpi giovani di Before Sunrise cambiano e film dopo film diventano sempre più protagonisti.

In Before Midnight infatti si indugia moltissimo sulle carni ormai adulte, segnate dal tempo.

 

Questo però non viene fatto come con i ruderi della Grecia abbandonata a se stessa che circondano il terzo capitolo, ma come se i nostri archetipici Lui e Lei, che arrivano direttamente da Aurora di Murnau, si fossero evoluti diventando sempre più reali, in risposta al mondo sognante e cinematografico da cui erano partiti.

 

Anche l'amore, come Jesse e Celine, cambia nel corso della trilogia: il sogno romantico di Before Sunrise in cui la componente fisica è quasi secondaria viene prima sostituito dalla tensione erotica sublimata nella scena finale in Before Sunset dallo sguardo di Jesse e infine trasformato in qualcosa di totalmente reale e quotidiano nell'ultimo capitolo. 

 

Tutti questi discorsi trasversali non fanno che confermare l'unità di un'opera che nonostante i cambi di pensiero e di forma non ha perso la sua coesione diventando - in attesa di venire smentiti da eventuali nuovi capitoli - una trilogia unica per profondità del discorso e per capacità di ragionare sul mezzo e sul Cinema.

 

[La sintonia nell'ultima scena di Before Sunset tra Jesse e Celine]

 

 

La Birra

Annusiamo e assaggiamo: una scena in cui la birra è protagonista.

 

Non mentirò: la birra non è fondamentale nei tre Before di Richard Linklater, anzi il romanticismo tra i due personaggi è quasi sempre accompagnato dal vino, ma lo zythos - la birra in greco antico, visti i tantissimi riferimenti al mondo ellenico nella trilogia - si ritaglia un unico momento perfettamente centrale nell'opera.

 

Ho già detto come Linklater sappia ben alternare i momenti in cui Jesse e Celine con i loro sguardi, i piccoli gesti e le reazioni sono protagonisti e quelli in cui il flusso di parole si prende la scena quasi annullando la presenza dei due innamorati.

 

Un esempio perfetto di questo è la scena del flipper in Before Sunrise, proprio quella in cui la birra diventa protagonista per pochi minuti del film riuscendo comunque a diventare racchiudere tutto il significato dell'opera.

 

 

[Tutti fissano la bottiglia incriminata in Before Sunset]

 

 

Jesse e Celine stanno parlando mentre si scambiano nel giocare a un flipper dentro a un bar di Vienna.

 

Tutto è statico eccetto i due protagonisti, ma come il vero fulcro del ping pong non sono i giocatori, ma la pallina, così in questo momento sono l'interazione e lo scambio di battute il vero punto di interesse.

 

Il modo in cui Jesse e Celine si incalzano e rallentano, parlano o si trattengono è il vero centro della scena.

La bottiglia di birra di Celine è la rete che divide i due e che ci mostra in maniera inequivocabile come questo aspetto sia centrale e sempre presente nei dialoghi della Before Trilogy.

 

L'attenzione registica per questo dettaglio è visibilissima nel modo in cui è posta nel centro della prima inquadratura, perfettamente sovrapposta a una colonna e in come Julie Delpy pur toccandola la riappoggia sempre nello stesso punto.

 

La gestione di questo punto dell'inquadratura è perfetta: il modo in cui entrambi invadono lo spazio negativo sovrapponendosi all'altro sia attraverso domande scomode sia oltrepassando la rete è la perfetta sintesi del modo in cui Linklater ha gestito fino a questo momento il dialogo tra i due protagonisti.

 

Questo è il momento in cui il mondo esterno sembra affacciarsi per la prima volta nel dialogo tra i due innamorati, l'attimo di un primo capitolo in cui è racchiusa tutta la trilogia.

 

Una scena in cui la realtà, che in Before Midnight vedremo in scena, sembra volersi appropriare del sogno che i due stanno vivendo.

 

[La scena di Before Sunrise in questione]

 

  

Accompagnamento

Il momento migliore, la bevuta: cosa accompagniamo al film?

Ecco un consiglio su cosa bere mentre si guarda o riguarda ciò di cui abbiamo parlato. 

 

Immaginate di essere seduti comodi, magari Sul Divano di Ale a parlare di David Lynch con in una mano un bel Partagas P N°2, uno dei sigari cubani più adatti a perdersi nel dialogo, e di volere una bella birra importante per accompagnare i vostri discorsi: da questa immagine nasce la definizione di birra da divano o birra da meditazione (che con il regista di Twin Peaks funziona ancora meglio).

 

Teo Musso è il fondatore e mastro birraio di Baladin, un birrificio che ha rivestito un'importanza fondamentale nella rinascita del mondo artigianale in Italia e che probabilmente avete già sentito nominare e ha coniato questa etichetta.

 

Sarebbe facile associare alla Before Trilogy una birra leggera come il dramma romantico richiederebbe, ma come ho cercato di argomentare il Cinema di Linklater non è solo un contenitore frivolo, ma un lungo e articolato discorso filosofico che vi porterà a rispolverare gli autori greci, ormai abbandonati in un cassetto, e a immergevi in voi stessi e in una visione del mondo e dell'arte uniche nel loro genere.

 

Quindi niente birre beverine e facili che finiscono subito, ma qualcosa che ci accompagni in questo lungo dialogo con Jesse, Celine e Richard.

 

Una birra che ci faccia anche perdere un pochino di lucidità per farci entrare in un mondo in cui il tempo, la forma e il dialogo si piegano alle volontà nostre e dell'autore: una birra che ci porti nel viaggio del giovane protagonista di Waking Life.

 

Tra le birre da meditazione, o da divano, solitamente si annoverano le Imperial Stout, alcune Scotch Ale, i Barley Wine, le Quadrupel trappiste e in generale molte birre rifermentate, con una discreta gradazione alcolica, un corpo pronunciato e tutte di stili differenti, ma unite da questo proposito.

 

Alcune di queste le abbiamo già conosciute, come la Thomas Hardy's Ale e la Torbata di Almond.

 

 
 



[A Linklater proprio non piace mettere la birra nei momenti importanti]

 

In particolare ho pensato a due percorsi diversi: uno più strettamente legato a un discorso unitario sulla Before Trilogy e uno per chi volesse approcciarsi in tre occasioni diverse ai tre film.

 

Il primo è semplice: abbiamo già parlato di Kronos, padre di Zeus e pilastro del discorso linklateriano, ecco Civale, birrificio in provincia di Alessandria, produce tra le tante birre che lo hanno reso celebre la Kronos, un classico Barley Wine, e la versione invecchiata per 15 mesi in botti di Chardonnay dello stesso prodotto, ovvero la Kronos Barrique.

 

Entrambe sono ottimi esempi per il nostro proposito: una gradazione alcolica importante (12.5%), un corpo tutt'altro che esile e una complessità di profumi e gusti che cattura l'attenzione.

 

La prima è una birra che accompagna perfettamente il romanticismo dei tre Before con il suo colore rosso rubino e i suoi sentori di frutta rossa matura che esplodono nel ricordo di uno cherry.

Controbilanciando la dolcezza con l'astringenza dettata dall'alcool e dalla luppolatura.

 

La versione invecchiata sembra invece calzare come un guanto su Before Midnight, aggiungendo al romanticismo estremo - in senso quasi letterario della prima - una tonalità leggermente più scura che si porta dietro sentori di fichi e miele, con la loro atipica dolcezza che ben si sposa con il finale sospeso.

 

Una birra che invecchia bene come la storia di Jesse e Celine.

 

 

[La trilogia di Trappistes Rochefort]

 

Il secondo percorso è quello che ci conduce alla Quadrupel dei monaci trappisti di Rochefort.

 

Il mondo trappista ha sempre avuto la sua tripartizione, senza pensare a Hegel, Aristotele o Syd Field; una trinità che non pensa ai dollari, alle guerre spaziali o ai viaggi nel tempo, quella delle birre: Double, Tripel e Quadrupel.

 

Intanto affinché una birra si definisca trappista ci sono, ovviamente, tre regole.

 

La prima è che deve essere realizzata all'interno delle mura di un'abbazia trappista, da parte dei monaci di questo stesso ordine o sotto il loro diretto controllo; la seconda è che la produzione e l'orientamento commerciale devono dipendere dalla comunità monastica; infine l'ultima è che i ricavi di questa attività devono essere o diretti al sostentamento della comunità o devoluti in beneficenza.

 

Come per la trilogia che ha incassato meno della Storia del Cinema, non si guadagnia con le birre trappiste!

 

Lasceremo la storia di questo mondo di monaci che fanno la birra, le differenze rispetto alle birre d'abbazia e la fantastica storia di Eduard von Grützner, il pittore che ha dedicato la sua intera carriera a dipingere solo trappisti intenti a produrre e bere birra, a un altro appuntamento: oggi si parla di birre da divano e non di trappiste.

 

Serve però raccontare che questa trinità, che tanto ci ricorda i tre capitoli dei Before di Linklater, rappresenta le tre diverse tipologie prodotte dai birrifici trappisti: dalla più leggera alla più corposa, come i tre film dell'autore texano dal più romantico al più riflessivo e disilluso.

 

Ogni monastero produce birre molto differenti e nonostante le etichette è difficile omologare Quadrupel diverse, perciò vi consiglio il percorso di Trappistes Rochefort per chiudere con una perfetta birra da meditazione.

 

La 10 del birrificio di Notre-Dame de Saint-Remy, che segue la 6 (Double) e la 8 (Tripel), nasce nel 1953 e allora si chiamava molto umilmente "la magnifica" e con la sua componente alcolica (per cui spicca tra le altre Quadrupel) si abbina perfettamente al proposito che ci siamo dati per i tre Before.

 

Ci ritroviamo quindi in un viaggio in cui associamo a Before Sunrise la 6, a Before Sunset la 8 e a Before Midnight, appunto, la 10: un crescendo di gradazione e complessità

 

Parliamo di questa Quadrupel, il vero faro che ci ha condotto in questo accostamento: schiuma beige, colore ramato e corpo quasi masticabile.

Una birra in cui spiccano il dolce dell'uvetta e della prugna che ricordano il Porto in cui l'alcol, come nell'esempio precedente, controbilancia lo zucchero.

 

A fine sorsata spuntano i sentori più carichi della liquirizia e del cioccolato.

Tutto spicca meglio se lasciata invecchiare un pochino, come per la Kronos Barrique.

 

Dolcezza e riflessione, logos e pragma, filosofia ed emozione pura: ecco due birre per gustarvi quella che personalmente ritengo essere la trilogia più bella della Storia del Cinema.

 

Buona visione e buona bevuta!

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2 commenti

Yuri Palamini

3 anni fa

È un ragionamento che effettivamente ci sta! Vedrò di procurarmi il materiale adeguato e seguirò il consiglio🍻

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Fabrizio Cassandro

3 anni fa

Intanto grazie! Sono felice di avertela fatta scoprire la prima volta e che ti sia piaciuto l'articolo.

Guarda per quanto riguarda il "gioco" degli accostamenti penso che come accade per il cibo si possa procedere unendo e dosando diversamente due principi diversi: per contrasto o per concordanza.
In questo caso l'idea, anche per non riproporre una scelta simile a quella di Dazed and Confused -che è quasi al 100% concordante-, era di costruire tra le altre cose un certo leggero annebbiamento che, secondo me, si accosta molto bene al modo in cui tutti e tre i film cercano di "perdersi nel tempo". Un po' per aiutare una sorta di catarsi.
È chiaro che questo porta ad associare birre un pochino più "massicce" rispetto a quello che forse il film vorrebbe, però penso che in questo senso i due possano comunque aiutarsi nel contrasto "tirandosi a vicenda".
Poi comunque mi piaceva l'idea di sfruttare delle note liquorose per accompagnare il romanticismo e di "provocare un pochino" sul fatto che il film sia effettivamente più complesso del solo scheletro drama-romance.

Riassumendo quindi la volontà era quella di costruire un accostamento che "dialoga" (che mi piace di più di contrasto come termine) con il film provocando sensazioni che accompagnino o completino il film più che andare semplicemente a ricostruire lo stesso percorso, non so se ci sono riuscito, ma alla fine comunque avrete visto tre bei film e bevuto tre grandi birre 😂

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