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Cell Block 99 - Purificazione, sangue e crani schiacciati

Cell Block 99 - Nessuno può fermarmi è il secondo lungometraggio di S. Craig Zahler: un'oscura catabasi dominata dalla violenza

Buonanotte, amici della notte. Perché nessuno di voi mi dice mai che ho stufato con tutte le pellicole concettuali che propongo?

 


Commedie, drammonidocumentari strampalati e assurdi film di montaggio...

 

Dopotutto basta dirlo.

Forza, non siate timidi, liberate un bel "Adriano: hai rotto il c*glioni".


Ci vuole qualcosa di diverso, qualcosa di maggiormente impattante.


Ehi, ma non è che volete mica un bel jail movie elegante, ben diretto e soprattutto pieno di crani fracassati e ossa spezzate?

Splendido! Ho proprio quello che fa per voi: mettetevi comodi e scendete insieme a me nell'inferno del blocco 99.

 

 

 

L'ex pugile Bradley Thomas (Vince Vaughn) è un cittadino modello: davanti a casa sua sventola la bandiera americana, ha una bella e giovane moglie (Jennifer Carpenter) che lo ama e un lavoro - dove è apprezzato e rispettato - come carrozziere.

C'è solo un piccolo problema: il film si apre con il suo licenziamento e con Lauren, (quasi) fedele consorte, che gli confessa di averlo tradito con un altro uomo.

E - non poteva andare diversamente - la sua vita va improvvisamente in pezzi.

 

Per rimettere insieme i frantumi di un'esistenza che non sta prendendo la direzione desiderata, Bradley deciderà di diventare un corriere di metanfetamina.

 

Ma se la scorciatoia del crimine - utile per garantire una stabilità economica alla moglie e tirar su famiglia - è costellata di azioni riprovevoli, il nostro protagonista mantiene un rigido codice etico-morale: sa bene cosa è giusto e cosa è sbagliato.

Bradley Thomas è disciplina.

 

 

 

 

Il rispetto di questi principi lo codurrà però in carcere.

 

Condizione di prigionia che l'uomo accetterà (abbastanza) serenamente sapendo che Lauren, al suo rilascio, sarà lì ad aspettarlo insieme alla bambina che porta in grembo.

 

E qui casca l'asino.

Sotto il peso di una minaccia orribile, dei signori poco raccomandabili esigono che Bradley, dal carcere in cui si trova, si faccia trasferire nella prigione di massima sicurezza di Readleaf - una sorta di inferno in terra - dove dovrà "contattare" un altro detenuto.


Pungolato a dovere, incomincerà quindi la sua violenta discesa verso il baratro utilizzando i soli pugni - e la sua forza da toro incaz**to - per raggiungere l'obiettivo.

A questo punto Bradley diventa una macchina schiacciasassi: lo puoi colpire, far sanguinare, ma lui non si fermerà.

Bradley Thomas è violenza.

 

 

 

 

Dopo il sorprendente western/horror Bone Tomahawk (2015), il regista e sceneggiatore S. Craig Zahler ritorna dietro alla macchina da presa per il suo secondo lungometraggio declinando però il tema della violenza in modo diverso rispetto al suo primo lavoro.


Infatti, se il film che vedeva come protagonisti Kurt Russel, Patrick Wilson e Matthew Fox era costruito su un cambio di registro repentino e sanguinoso, Brawl in cell block 99 è invece una lenta catabasi dominata da volti sfracellati e ossa spezzate.

La violenza, da unica via per la sopravvivenza, diventa quindi uno strumento per purificare i propri errori.

I punti di forza di Brawl in cell block 99, oltre alle splendide coreografie di combattimento, sono la prova di recitazione di Vince Vaughn e la regia di Zahler.

Il primo - vista la sua tendenza a partecipare prevalentemente a pellicole "leggere" - sorprende per la capacità di rendere credibile e solido un personaggio così "quadrato" e, per certi aspetti, controverso.

 

[Il trailer di Brawl in cell block 99]

 


Il regista di Miami, invece, prima di cambiare ancora genere con il successivo (e valido) Dragged Across Concrete (2018), descrive una storia semplice ma dotata di una tensione in crescita continua: la discesa all'inferno di un uomo senza scelte, fotografata con classe dal DoP Benji Bakshi e dal suo interessante utilizzo di luci e ombre.

 

Il tutto completato da un cast pieno di volti noti: dal direttore di Redleaf interpretato da Don Johnson, l'ex Debra Morgan di Dexter, Jennifer Carpenter, nel ruolo di Lauren Thomas, fino al leggendario Udo Kier, algido rappresentante dei "cattivi" della storia.

 

 

 [Don Johnson è il direttore Warren Tuggs in Brawl in cell block 99]

 

 

- Brawl in cell block 99, di S. Craig Zahler, 2017

 

Il secondo film di Zahler - presentato fuori concorso alla 74a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia - è concettualmente un'opera molto semplice, sia dal punto di vista della scrittura, sia da quello degli effetti speciali.


Ma se anche le teste eplose e le mandibole dislocate sono evidentemente da B-Movie, il regista americano non si vergogna nel mostrarcele, esibendole anzi fieramente, ben consapevole che il resto della struttura visivo/narrativa riuscirà a sopperire appieno a queste "mancanze", che quindi avranno per lo spettatore l'aspetto di una trascurabile inezia.

'notte, umanoidi fuori controllo

 

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5 commenti

Lorenzo Caiazzo

4 anni fa

Me l’ero persa! Grazie!

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Adriano Meis

4 anni fa

Assolutamente sì! Ne avevamo parlato anche noi!

https://www.cinefacts.it/cinefacts-news-255/the-brigands-of-rattlecreeck-ancora-sangue-e-vendetta-per-park-chanwook.html

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Lorenzo Caiazzo

4 anni fa

Mi trovi d’accordo 👌
Nel frattempo, ho scoperto da più fonti che Zahler ha in un progetto un film con Park Chan Wook, ovvero un western con protagonista Il buon Mattew Mcconaughey...direi che ci sono i presupposti per una bombetta atomica spacca cervello no?

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Adriano Meis

4 anni fa

Ciao Lorenzo! Purtroppo non si sa nulla sui prossimi lavori di Zahler, se non che non si piegherà per realizzare film che possano essere più "digeribili" per le grandi masse. E' un autore con un'idea ben precisa riguardo il Cinema che vuole proporre e la porta avanti come un bulldozer!
Anche per questo, secondo me, è un regista estremamente interessante da seguire e sostenere il più possibile...

Speriamo che si butti a capofitto in altro progetto al più presto!

Ciao!

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Adriano Meis

4 anni fa

Grazie a te per aver detto qui la tua, Claudio!

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