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Thanos: il suo piano è davvero così condannabile?

Ecco i motivi per cui Thanos è l’eroe e non il cattivo di casa Marvel

Uno dei villain che più ci ha fatto ribollire il sangue negli ultimi tempi per la sua spietatezza e malvagità è sicuramente Thanos.

 

Il personaggio creato da Jim Starling appare per la prima volta nei fumetti Marvel nel 1973 e si configura fin da subito come un vero e proprio supercattivo: il nome stesso deriva dal greco Thànatos che significa Morte.

 

[Il personaggio di Thanos nella sua rappresentazione fumettistica nell'universo Marvel]

 

 

La riscoperta della saga e dell’universo Avengers ci ha coinvolto soprattutto negli ultimi tempi con la recentissima e appassionante serie WandaVision - disponibile su Disney+ - dedicata ai personaggi di Scarlet Witch e di Visione.

 

La nota casa di produzione ha inoltre già annunciato una ricca stagione di novità per gli appassionati del Marvel Cinematic Universe, con serie come The Falcon and The Winter Soldier, Loki, Ms. Marvel e molte altre.

 

L’universo Marvel, negli ultimi tempi, ha approfondito la figura di Thanos - interpretato al cinema da Josh Brolin - attraverso un’opera di rappresentazione narrativa imponente culminata nel 2019 con il mastodontico film Avengers: Endgame.

 

Grande successo cinematografico che ci ha costretti a dire addio per sempre a uno dei nostri eroi preferiti.

 

 

[Gli Avengers riuniti nella locandina di Avengers: Endgame, 2019]

 

A ben vedere però forse non possiamo semplicisticamente confinare il personaggio di Thanos tra quelli dei più spietati antagonisti. 

 

Sarebbe infatti più opportuno analizzarlo da vicino, prendendone in considerazione il piano narrativo che fa di tale figura più propriamente un antieroe.

 

Le caratteristiche estetiche e i propositi di Thanos sicuramente ce lo fanno apprezzare ben poco. 

Ai nostri occhi si configura come un soggetto che vuole sterminare metà della popolazione di ogni pianeta, e questo sembra un piano molto difficile da condividere.

 

Inoltre, per quanto la sua sia effettivamente una figura antropomorfizzata, si tratta comunque di un alieno dalla forza sovrumana strabiliante.

 

Questi tratti amplificano dunque la percezione di pericolosità che avvertiamo nei suoi confronti.  

 

 

[Thanos in una scena di Avengers: Infinity War, 2018]

 

 

Se infatti paragonassimo Thanos a uno dei più spietati “supercattivi” della nostra Storia, come ad esempio Adolf Hitler, le nostre percezioni rileverebbero fin da subito un dislivello di potere tra i due: per quanto la spietatezza del Führer sia deprecabile e imperdonabile, rimarremmo comunque dell’idea che sia più vulnerabile rispetto all’essere Eterno, proprio perché umano.

 

Ma se davvero seguissimo il punto di vista di tale villain, tentando di comprendere il suo piano narrativo, capiremmo fin da subito che Thanos dimostra di possedere molta più umanità di quanta non pensiamo.

 

Egli infatti è dotato di una caratteristica che a noi, come esseri umani, sembra mancare: l’empatia per le generazioni future.

 

Il suo piano di sterminio di massa non si basa infatti sulla personale volontà di dominazione dell’universo al solo scopo di mantenere il proprio potere su di esso.

Il suo intento sembra perlopiù tendere verso una preservazione più duratura di tutte le specie viventi, consapevole dell’insofferenza del pianeta nel sostentare tutta la popolazione stabilizzata.

 

Il problema ambientale è una questione che ci interessa molto da vicino, soprattutto negli ultimi tempi nei quali ha assunto effettivamente i toni catastrofici della fine del mondo come noi lo conosciamo.  

 

 

[Tony Stark, alias Iron Man, sul finale di Avengers: Infinity War, 2018]

 

 

Secondo alcuni studiosi di etica (come Julian Savulescu) il motivo per cui gli esseri umani non sono in grado di impegnarsi per attuare un piano d’azione significativo, utile alla salvaguardia del pianeta, è l’assenza totale di empatia per il futuro.

 

A livello biologico non saremmo quindi provvisti di un’inclinazione che consentirebbe la prosecuzione della nostra specie.

 

Sempre alcuni esperti di etica applicata, indagando questo fenomeno, si stanno arrovellando sull’ipotesi futuristica di arginare questa mancanza umana attraverso la somministrazione di farmaci utili a potenziare l’uomo, per renderlo idoneo a pensare alla sua stessa sopravvivenza nel futuro.

 

Un’alternativa è quella di poter condurre delle modifiche in ambito genetico: creare quindi in laboratorio un essere umano geneticamente perfetto.

 

 

[Thanos e Iron Man durante lo scontro diretto nel film Avengers: Infinity War, 2018]

 

 

A questo proposito, quanti di noi sarebbero d’accordo nell'assumere medicinali che inibiscono certe facoltà e ne potenziano altre?

 

E quanti ancora accetterebbero la possibilità di vivere in una società che ha dato vita a esseri umani “innaturali”? 

 

Probabilmente non sorprenderà sapere che anche Thanos sarebbe del nostro stesso avviso.

Nella sua opinione l’essere umano è imperfetto, incapace di migliorarsi e di provare compassione per gli altri; l'Uomo si muove sul pianeta consumando tutto ciò che ha a disposizione, portando su di esso maggiore distruzione di quella scatenata da Thanos stesso.

 

Inoltre, un altro punto a favore di questo personaggio, ci viene ancora dalle considerazioni dell’analisi etica.

 

Posti di fronte alla scelta scomoda tra salvare questa o quella persona - bivio di fronte al quale tutti i supereroi sono spesso messi davanti - sicuramente la nostra scelta ricadrebbe sul soggetto più giovane, perché il principio che sottostà la nostra decisione è quello del maggior beneficio da apportare al mondo.

Una persona di pochi anni ha sicuramente di fronte a sé più alte possibilità di creare benessere nel pianeta.

 

Per cui anche noi, davanti a una scelta di questo genere, ci troveremmo comunque nella condizione di dover sacrificare qualcuno.

 

 

[Gli Avengers al completo, schierati e pronti al combattimento]

 

 

Sebbene il metodo sembri appunto essere molto drastico e difficile da approvare, in realtà volge verso una più elevata salvaguardia del pianeta rispetto a quella tanto egoistica - indirizzata a salvare solo gli affetti presenti - prospettata dagli Avengers stessi.  

 

A ben vedere, alla fine di Avengers: Endgame nulla è cambiato.

 

Siamo ancora in pericolo, perché siamo tuttora sottoposti all’ineluttabilità di un destino di morte che noi stessi ci siamo scelti.

 

Forse gli Avengers ci hanno protetti adesso, ma non sono ancora riusciti a preservare il futuro della nostra specie.

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