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J.J. Abrams torna in sella alla Saga per chiuderla con Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, facendosi beffe del capitolo precedente di Rian Johnson e fondamentalmente replicando la formula del suo capitolo 7: se Il Risveglio della Forza era paragonabile a Guerre Stellari, L'Ascesa di Skywalker presenta una struttura simile a Il Ritorno dello Jedi, ma con tantissima trama che va inevitabilmente ad appiattire i personaggi; con in più una serie di scelte narrative che non comportano mai delle conseguenze per i protagonisti e fin troppe comodità e deus ex machina utili allo svolgimento della trama.
Provo a sgomberare subito il campo dalle fastidiose voci che accompagnano come sempre ogni nuovo film della saga di Guerre Stellari: mi ritengo un fan del franchise.
Da sempre, da quando ho memoria, da quando sono un bambino: sono nato nell'anno del primo film e questa cosa associata alla gigantesca passione per i primi tre film mi ha sempre dato l'idea che dovesse esserci un legame, una connessione; si tratta ovviamente di una sciocca convinzione infantile, ma avere in comune quel 1977 mi ha legato alla Saga da subito.
Con il tempo ho imparato che generalizzare parlando del punto di vista del "fan di Star Wars" ha davvero poco senso: dopo 9 film canonici, innumerevoli romanzi più o meno ufficiali, videogiochi e quant'altro, è davvero impossibile che possa esistere un punto di vista comune sulla saga nella sua interezza.
[Trailer internazionale di Star Wars: L'Ascesa di Skywalker]
Ho amato, e amo ancora tantissimo, la trilogia originale, pur con tutti i suoi difetti che secondo me colpiscono soprattutto Il Ritorno dello Jedi.
Personalmente non ho mai nascosto il fastidio provato nei confronti della "Trilogia Prequel", i film scritti e diretti da George Lucas tra il 1999 e il 2005, per una serie di motivi che qui non ha senso elencare, mentre invece ho apprezzato Il Risveglio della Forza e ancora di più ho apprezzato Gli Ultimi Jedi, che ho trovato originale e coraggioso nella sua iconoclastia.
Questo punto di vista sugli 8 film è difficilmente riscontrabile in un ampio gruppo di persone: c'è chi al contrario di me adora i prequel e non sopporta i film nuovi, chi ha apprezzato il capitolo 7 ma non l'8, e così via... e ognuna di queste persone si ritiene "fan della Saga" in egual misura.
Non ha senso pertanto secondo me cercare di incasellare "il" gusto dei fan di Guerre Stellari in un unico punto di vista.
E scrivo ciò per introdurre il fatto che Star Wars: L'Ascesa di Skywalker mi ha deluso terribilmente: l'ho trovato un film schiavo del suo autore, che si prende gioco del capitolo precedente riportando indietro molte delle storyline aperte ne Gli Ultimi Jedi, e che soprattutto imprigiona i personaggi in una storia troppo grande, dove il plot la fa da padrona e annulla qualsiasi eventuale approfondimento sui protagonisti, quando la forza della trilogia originale stava proprio lì.
Guerre Stellari ha una storia semplice, è ambientato nello spazio ma è il classico 'Viaggio dell'Eroe': ci sono appunto l'eroe principale, il mentore, l'ombra, il trickster, il messaggero e il guardiano della soglia.
La struttura ricalca gli archetipi: c'è il mondo ordinario che viene abbandonato dopo il rifiuto alla chiamata, c'è la soglia, ci sono la caverna e la prova centrale, c'è la ricompensa e ci sono il viaggio di ritorno e il compimento.
Ma i personaggi vivono di vita vera nonostante siano dei cliché, sono affascinanti e incastonati in una storia che per ammissione dell'autore si svolge "tanto tempo fa", rendendola allo stesso tempo fiabesca e fantastica, con un tocco di fantascienza tale da dover coniare il termine Space Opera cinematografica proprio a causa della sua originalità di messa in scena.
Gli archi narrativi di Luke Skywalker, di Han Solo, di Leia Organa ma anche dei personaggi minori come potevano essere i droidi e degli antagonisti come Darth Vader, hanno sempre avuto un senso, uno sviluppo costante e una caratterizzazione forte.
Star Wars: L'Ascesa di Skywalker a mio avviso dimentica tutto ciò.
La storia ha una struttura simile a quella delle "quest" di un videogame: i protagonisti devono trovare qualcosa, ma per farlo hanno bisogno di un oggetto.
Per recuperare questo oggetto hanno bisogno di un altro oggetto, che però andrà decifrato.
Per decifrarlo devono compiere un'altra azione e così via.
Con il difetto però di annullare qualsiasi conseguenza negativa che nasca dalle loro azioni, perché poco dopo l'azione la reazione viene cancellata e riportata alla situazione precedente.
Vanificando quindi l'azione stessa, che a quel punto risulta essere stata inutile.
L'intero film è un susseguirsi di MacGuffin.
Il primo atto di Star Wars: L'Ascesa di Skywalker toglie il respiro, non c'è mai una pausa o un attimo di tregua: ma se in altre occasioni la cosa è un merito, qui viene tutto confuso dalla velocità del montaggio che non permette a volte nemmeno di comprendere perché i personaggi stiano facendo quello che fanno, dato che nel momento in cui lo hanno fatto si spostano immediatamente a fare dell'altro.
I personaggi non sono più caratterizzati perché sono diventati intercambiabili.
Tolti i personaggi di Rey e di Kylo Ren, tutti gli altri compiono azioni e hanno battute che potrebbero senza problemi essere fatte o dette da un altro, senza che ciò cambi la storia.
Il risultato è quello di cancellare la loro personalità, appiattendoli e rendendoli delle figurine che si muovono da una parte all'altra senza un vero scopo personale.
Oltre a ciò, ho trovato quasi maleducata da parte di JJ Abrams questa evidente intenzione di liberarsi con Star Wars: L'Ascesa di Skywalker di ciò che è successo ne Gli Ultimi Jedi, scritto e diretto da Rian Johnson, forse per non incappare in tutto quell'odio internettiano di cui è stato vittima quel capitolo - anche se si è poi scoperto che forse non era del tutto reale.
Sembra quasi che il film sia stato scritto per venire incontro al volere di tutti coloro che hanno odiato Gli Ultimi Jedi: ci sono personaggi svaniti nel nulla, così come il loro rapporto con gli altri personaggi che invece di progredire è regredito, e ci sono al contrario personaggi che tornano dal nulla, addirittura uno che ci viene detto che muoveva tutta la storia fin dall'inizio.
Senza dubbio in Star Wars: L'Ascesa di Skywalker ci sono cose mirabili: in una produzione di questo tipo gli effetti visivi sono incredibili, e a livello di messa in scena e fotografia mi sono piaciute tantissimo la scena iniziale e quella del duello sull'oceano - non entro in dettagli per non spoilerare, lo farò dopo - ma anche a livello tecnico ho trovato qualche pecca, soprattutto per come è stata gestita una delle più belle invenzioni del capitolo precedente che vede interagire Rey e Kylo Ren.
Proprio in merito a questi ultimi due provo probabilmente il più grande senso di delusione: nonostante quelle che a mio avviso siano due grandi interpretazioni di Daisy Ridley e Adam Driver, i personaggi vengono sballottati da un'emozione all'altra in modo assolutamente incoerente, senza un vero sviluppo e con una conclusione telefonata e banalotta.
Ed è un vero peccato.
In aggiunta a tutto ciò, Star Wars: L'Ascesa di Skywalker è pieno zeppo di soluzioni narrative di comodo per niente giustificabili, di capacità da parte dei protagonisti che sono delle novità assolute introdotte al nono film e mai menzionate prima, di troppe scenette, inquadrature e personaggi presenti per un mero fan service e assolutamente non funzionali alla trama.
Ci sarà sicuramente qualche fan a cui questo film piacerà tantissimo - come ho scritto nell'introduzione, i gusti dei "fan" ormai sono variegati e affatto uniformi - anche perché sembra proprio costruito seguendo una lista di appunti presi leggendo l'ira dei fanboy nei confronti del film precedente, e provando quindi a correggere il tiro su cose, situazioni e personaggi.
Ma personalmente in questo Star Wars: L'Ascesa di Skywalker non ci ho trovato nessuna magia, nessun trasporto e soprattutto, che ripeto essere a mio avviso l'errore più grande, nessun amore nei confronti dei personaggi.
Che concludono il loro arco narrativo nella maniera più semplice e più piatta possibile.
Con addirittura una romanticheria che tutto è tranne che necessaria, perché non aggiunge nulla alla loro storia e, anzi, la banalizza ulteriormente ed è totalmente fuori dal personaggio di entrambi.
Ed è un po' triste pensare che una Saga di nove film si concluda riproponendoci un'immagine iconica che conosciamo a memoria, con il risultato non di chiudere un cerchio che in realtà non c'è, quanto di replicare quanto già fatto, senza però emozionare.
SPOILER dopo il trailer.
Non proseguite la lettura se non avete ancora visto il film.
SPOILER dopo il trailer.
Non proseguite la lettura se non avete ancora visto il film.
[Trailer italiano di Star Wars: L'Ascesa di Skywalker]
Oltre alla puntata Spoiler Special del podcast dedicata al film e in aggiunta a quanto scritto sopra, vorrei approfondire qualche dettaglio.
La prima scena di Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, quella tra Kylo Ren e il redivivo Imperatore Palpatine, l'ho trovata davvero bella esteticamente: dark, tenebrosa, con una location nuova e una minaccia ben presente.
Ma a livello di plot mi ha fatto da subito storcere il naso: c'era davvero bisogno di recuperare un personaggio dato per morto inventandosi che tutto quanto abbiamo visto finora sia nato da lui?
Perché non scegliere di approfondire Kylo Ren e al contrario farlo tornare indietro sulla sua decisione di abbandonare la maschera - oltre ovviamente a creare un nuovo casco di Kylo Ren da poter vendere nei Disney Store?
Che senso hanno la presenza di Luke Skywalker o il ritorno di Lando Calrissian?
La struttura a scatole per cui l'Imperatore si trova in un luogo sconosciuto, che va trovato grazie a un oggetto che però va recuperato grazie a un pugnale che però va decifrato, e che per decifrarlo bisogna resettare la memoria di C3PO... si sgretola da sola nel momento in cui al droide viene ripristinata la memoria.
Così come la scena in cui ci viene fatto credere che Chewbacca sia morto in un'esplosione si sgretola neanche cinque minuti dopo mostrandoci che in realtà è vivo.
Tutto Star Wars: L'Ascesa di Skywalker è disseminato di azioni alle quali seguono reazioni che però non hanno un vero peso sulla storia, e la conseguenza di ciò è che praticamente l'intero film risulta quasi superfluo perché in fin dei conti racconta pochissimo.
Il confronto finale tra Palpatine e Rey è paradigmatico in tal senso: oltre a riproporre pedissequamente la scena già vista ne Il Ritorno dello Jedi, dove Luke era al cospetto dell'Imperatore mentre i suoi amici volavano combattendo l'Impero, la scena pone delle basi che vengono poi smentite.
Nel terzo film della saga viene ripetuto più volte a Luke che nel momento in cui ucciderà Palpatine vorrà dire che si è abbandonato all'odio, passando così inevitabilmente al Lato Oscuro della Forza.
E infatti Luke non cede, sopporta, soffre ed è Darth Vader che vedendo il figlio in fin di vita decide di uccidere il suo mentore - o almeno, tutti pensavamo l'avesse ucciso fino all'uscita di questo film.
In Star Wars: L'Ascesa di Skywalker invece è Rey che, se all'inizio è titubante perché non vuole cedere all'odio, poco dopo grazie alle due spade laser di casa Skywalker e alle voci di tutti gli jedi prima di lei (...) lotta con tutta se stessa e con un visibile odio negli occhi contro Palpatine, avendo infine la meglio su di lui.
Ma non le succede nulla.
Il Lato Oscuro non conta più.
E la stessa cosa succede dalla parte opposta, con Kylo Ren: oltre a mostrarci gli assolutamente inutili Cavalieri di Ren - personaggi nati dal nulla, senza storia, senza nome, senza volto, senza sviluppo - che lo ostacolano per qualche minuto, la scena finale del personaggio di Adam Driver ce lo mostra passare al Lato Chiaro della Forza non si sa bene mosso da quale spirito.
Grazie ai due minuti di chiacchiera con il fantasma del padre, che ovviamente non poteva mancare all'appello dei redivivi?
Un po' poco, per un personaggio simile e per quanto aveva detto e sostenuto fino a quel momento.
Vorrei sorvolare sulle soluzioni di comodo presenti un po' in tutto Star Wars: L'Ascesa di Skywalker come il passaggio fisico della spada laser da una all'altro o alla guarigione con la sola imposizione delle mani e relativo "passaggio di energia vitale" mai vista prima in tutta la saga.
E vorrei sorvolare anche sulla gestione del rapporto telepatico tra Rey e Kylo Ren: un'intuizione originale e resa tecnicamente in modo affascinante nel film precedente, che qui viene totalmente distrutta.
Oltre a mostrarci i due personaggi fisicamente nel luogo dove si trova l'altro, addirittura c'è il passaggio di interi oggetti.
Ne Gli Ultimi Jedi era una suggestione, c'era magari qualche goccia di pioggia che restava sulle mani.
Qui invece si apre un portale alla bisogna, un nuovo potere incredibilmente utile per scoprire dove si trova Rey o per aiutare Kylo Ren in battaglia.
Mi piacerebbe sorvolare sul fatto che Kylo Ren si dissolva alla fine come si dissolve Leia, cosa che succede solo ai jedi.
E anche su tutta la gestione del personaggio di Leia in Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, che sembra appiccicato con lo scotch e il più delle volte ha delle battute che si capisce erano state girate per altre scene - Carrie Fisher è mancata nel dicembre 2017, e J.J. Abrams da subito disse che il suo personaggio sarebbe stato presente in questo film grazie a delle inquadrature non utilizzate de Il Risveglio della Forza: se all'annuncio la cosa sembrava strana, ora direi che siamo andati ben al di là dello "strano".
Vorrei anche sorvolare sulla scena del bacio - il mugugno generale della Sala Energia dell'Arcadia di Melzo lo ricorderò tanto quanto i vaffanculi che si alzarono quando ne La Minaccia Fantasma vennero nominati i midichlorian - perché ritengo sia stata una scelta veramente di bassa lega.
Non ne trovo il senso: non porta niente ai personaggi, è inutile, è superflua, è fuori luogo.
È cringe, per utilizzare un termine che va di moda ultimamente.
Potrei sorvolare anche sul congegno che permette a Poe e alla sua banda di passare indenni attraverso le forze nemiche, congengo regalatogli da un personaggio saltato fuori dal nulla, che ha cinque minuti di screen time, che dichiara di odiare e volere morto lo stesso Poe e che riponeva in quell'oggetto il sogno e la speranza di allontanarsi da quella vita e da quel mondo.
Comodo per il plot, no?
E potrei anche sorvolare sul numero abnorme di Star Destroyer, che non è chiaro chi li abbia costruiti, né quando, né come, né finanziato da chi, come non è chiaro chi ci sia a bordo e da dove arrivi, quale esercito stia seguendo Palpatine e per quale motivo; non è chiaro perché mai dovrebbero avere un'antenna centrale che le guidi tutte e, come già visto e già sottolineato, perché nonostante la distruzione di tale antenna ci sia bisogno comunque di cannoneggiarle per vincere.
Il punto fondamentale dell'attacco era l'antenna, ma una volta distrutta la battaglia prosegue esattamente come se non l'avessero distrutta.
Azione senza conseguenza, ancora una volta, MacGuffin dopo MacGuffin come in tutto Star Wars: L'Ascesa di Skywalker.
Potrei sorvolare anche sul nuovo droide, creato ad hoc per avere sugli scaffali un nuovo personaggino da vendere.
E non è tanto quello il problema, dato che è dal 1980 che la saga di Star Wars crea personaggi per il merchandising, ma è il fatto che questo nuovo droide non faccia assolutamente nulla.
Se non ci fosse stato, la storia sarebbe stata identica.
Ben diverso dalla presenza di un R2D2 nella trilogia originale o in quella di BB-8 nei due film precedenti.
Ma non posso e non voglio sorvolare su tutto ciò, proprio perché con Star Wars: L'Ascesa di Skywalker la Saga è conclusa e questi personaggi non li vedrò più.
E trovo che non abbia alcun senso concludere qui storia e arco narrativo dei personaggi: gli Skywalker non hanno portato equilibrio nella Forza.
È stata una Palpatine che alla fine del film - con una battuta prevedibile da una decina di minuti - si dà il nome di Skywalker.
Poe Dameron e Finn non hanno un finale degno di nota, e in tutto ciò resta anche sospesa la famosa frase che Finn voleva dire a Rey in punto di morte, che non ci viene mai svelata.
I droidi, dopo un interessante momento in cui tutto sembrava prendere un'altra piega, restano esattamente dov'erano tre film fa.
Il personaggio di Leia viene praticamente violentato, Luke utilizzato per correggere quanto visto ne Gli Utlimi Jedi, Han Solo richiamato per un discorsetto lacrimoso.
L'introduzione dei personaggi nuovi come la misteriosa donna del congegno o la ragazza amazzone non dicono nulla, non aggiungono nulla, non sono nulla.
Rivediamo addirittura gli ewok.
Le scene che mi sono piaciute e che ho citato nella parte spoiler free della recensione sono quella iniziale e quella del duello sull'oceano tra Rey e Kylo Ren: scenograficamente meravigliosa, coreograficamente accattivante, ma d'altronde quelli sono gli unici due veri personaggi del film, se non dell'intera nuova trilogia, degni di essere chiamati personaggi.
Ma fondamentalmente tutto Star Wars: L'Ascesa di Skywalker mi è risultato frettoloso, incoerente e rattoppato.
A livello cinematografico in generale lo ritengo quindi un film mediocre, scritto male e confusionario.
E da fan della saga, mi dispiace davvero terribilmente che sia tutto finito così.