close

NUOVO LIVELLO

COMPLIMENTI !

nuovo livello

Hai raggiunto il livello:

livello

#CineFacts. Curiosità, recensioni, news sul cinema e serie tv

#articoli

Elio - Recensione: poco extra, ma... molto terrestre

Elio può davvero essere l'inizio di un nuovo futuro animato per Pixar?

È arrivato in sala Elio, l’ultima fatica targata Pixar Animation Studios, diretto inizialmente da Adrian Molina al quale sono poi subentrate Madeline Sharafian e Domee Shi. 

 

Elio Solis (Yonas Kribeab) è un ragazzino orfano affidato alle cure della zia Olga (Zoe Saldaña), militare di rango maggiore che lavora nella Air Force Space Command.

Fin dalla prima infanzia Elio non riesce a integrarsi e desidera avere un posto non nel mondo, ma nello spazio, quel luogo misterioso forse abitato da differenti specie di vita.

 

Per questo motivo riuscire ad entrare in contatto con forme di vita extraterrestre diventa la sua missione, nonostante la convinzione di molti sull’inesistenza degli alieni; attraverso un criptico messaggio, Elio riesce infine a comunicare con gli alieni e a farsi rapire volontariamente, dando il via alla sua avventura nell’universo sconosciuto.

 

 

[Il trailer di Elio]

 

 

Con Elio e con Inside Out 2 Disney Pixar si lascia alle spalle (si spera non definitivamente) i progetti in cui l’impronta del regista è particolarmente sentita - come nel caso di Luca o Red - per tornare a concetti universali e facilmente condivisibili da chiunque.

 

Forse un bene in questo particolare caso, dato che Elio è stato rimaneggiato più volte e affidato a diversi autori. 

Il film parte a razzo facendo comprendere pienamente chi è Elio e le motivazioni che lo spingono ad agire in una certa maniera. Tra esse, c’è il bisogno di sentirsi capito, accettato e non essere più solo.

Elio è infatti un film sulla solitudine; non a caso si apre con la domanda “Siamo davvero soli in questo universo?”, che può essere reinterpretata più e più volte mentre si guarda l'opera.

 

Affidare a un protagonista così giovane i temi di solitudine e lutto è certamente singolare: forse solo ne Il viaggio di Arlo, tra i film Pixar, abbiamo avuto un protagonista bambino che provava emozioni negative così forti.

C’è da aggiungere però che, se Il viaggio di Arlo risultava nel complesso più spensierato, Elio ha dei momenti particolarmente drammatici, da non intendersi però come “lacrima facile”. 

 

Un’altra cosa che accomuna i due film è che entrambi sembrano indirizzati a un pubblico di giovanissimi piuttosto che all’intera famiglia, risparmiandosi però dalle gag demenziali in stile Illumination Entertainment e sostituendole con scene fresche e creative.

 

 

[Una scena di Elio]

 

 

La maggiore sfida è stata sicuramente creare un nuovo mondo sci-fi che non somigliasse ad altri e mi sento di dire che la cosa ha funzionato solo in parte perché, nonostante l’immenso impegno per la creazione del "Communiverso", il design dei numerosi alieni è a tratti sia usuale sia sorprendente.

 

Il Communiverso in sé risulta invece singolare, con le sue piccole citazioni ai film di fantascienza più iconici.  

Risalta all’occhio il modo in cui è stata gestita l’illuminazione ed è tangibile il lavoro della produzione artistica, soprattutto nelle scene buie dove le uniche luci sono le stelle, le torce o le lucine delle radio, creando un effetto spettacolare. 

Ci tengo a ribadire, quando parlo di film Pixar, di quanto sia incredibile il comparto tecnico e di come sia impossibile trovare dei difetti al riguardo, perché spesso questa cosa viene trascurata e messa in secondo piano per dare spazio a problemi narrativi, quando invece in un film del genere la parte riguardante l’animazione è di assoluta rilevanza. 

 

Elio a mio avviso non ha particolari difetti: è un film scorrevole e pulito, visivamente impeccabile e omaggia la fantascienza anni ’70 e ’80 applicandola senza scopiazzare.

Eppure, sento di dire anche che non ha particolari pregi, fatta esclusione per il modo in cui è animato.  

 

Quest’affermazione, seppure all’apparenza confusionaria, ha un suo perché: il film non rischia mai.

 

Elio è un'opera che in alcuni piccoli dettagli non abbiamo visto prima, ma che nel complesso ci sembra di conoscere già.

In un certo senso, la percezione è che manchi un’identità definita anche se il tutto è compatto e funziona - forse, ancora, complici tutti i cambiamenti in cabina di regia, le revisioni della storia e i rimandi sulla distribuzione? Non lo sapremo mai. 

 

Elio è dunque un buon film e necessita del suo pubblico in sala, intanto però ci si chiede: quando Disney Pixar prenderà slancio e comincerà a correre i giusti rischi in uno scenario in cui l’animazione sembra più forte che mai?

___  

 

CineFacts non ha editori, nessuno ci dice cosa dobbiamo scrivere né come dobbiamo scrivere: siamo indipendenti e vogliamo continuare a esserlo, ma per farlo abbiamo bisogno anche di te!  

Se ti piace quello che facciamo e il nostro modo di affrontare il Cinema, sostienici entrando tra Gli Amici di CineFacts.it: aiuterai il sito, i social e il podcast a crescere e a offrirti sempre più qualità!

Chi lo ha scritto

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE

Articoli

Articoli

Articoli

Lascia un commento



close

LIVELLO

NOME LIVELLO

livello
  • Ecco cosa puoi fare:
  • levelCommentare gli articoli
  • levelScegliere un'immagine per il tuo profilo
  • levelMettere "like" alle recensioni