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Cip & Ciop agenti speciali - Recensione: un noioso ritorno

Cip & Ciop agenti speciali tornano dagli anni '90 per un nuovo film su Disney+!

Difficile capire da dove iniziare per parlare del nuovo film Cip & Ciop agenti speciali, con gli scoiattoli più famosi della banda Disney.

 

L'ultimo film con Cip e Ciop, in tecnica mista, è da poco uscito a livello globale su Disney+, la piattaforma di streaming ufficiale della Casa del Topo.

In  Cip & Ciop agenti speciali c'è talmente tanta roba che…. Forse mancano proprio Cip e Ciop agenti speciali! 

 

Ma andiamo con ordine. 

 Cip e Ciop agenti speciali

 

[Il trailer di Cip & Ciop agenti speciali] Cip e Ciop agenti speciali

 

 

Il reboot che le locandine non vogliono definire tale, ma etichettare come “un ritorno”, era stato annunciato già da tempo e, sulla carta, niente di male.

 

Il problema principale del prodotto finito, a mio avviso, è il fanservice: Cip & Ciop agenti speciali è talmente pieno di citazioni e personaggi che appaiono anche per pochi secondi da far perdere completamente la trama - comunque non un granché per chi scrive - e gli avvenimenti principali.

 

Mi spiego meglio: anche uno dei più geniali e memorabili film animati in tecnica mista, e alludo chiaramente a Chi ha incastrato Roger Rabbit del 1988, è colmo di apparizioni di personaggi animati, mutuati spesso anche da case di produzione differenti tra loro, ma in quel film ogni piccolo cameo aveva una struttura precisa.

Figlio sicuramente di tempi diversi, Roger godeva generalmente di uno studio attento dietro a ogni personaggio, per capire al meglio come farlo interagire con gli umani o con i suoi colleghi animati, senza piazzarlo lì “a caso”.

 

Non solo: gli animatori si chiedevano anche con quale personaggio potesse interagire non solo nel contesto della scena, ma anche al fianco di quali “colleghi” fosse più giusto far recitare gli attori animati.  

 Cip e Ciop agenti speciali

In questo nuovo Cip & Ciop agenti speciali diretto da Akiva Schaffer (Vicini del terzo tipo; Vita da popstar) è palese la volontà dei realizzatori di accontentare i fan, difatti sembra proprio che non manchi nessuno all’appello: Peter Pan, Batman, Baloo, Ugly Sonic, Pumbaa, Tigra, Roger Rabbit, Lumière, Bonkers, Paperone, Pippo, Gambadilegno… e mille altri.

 

Ma tutte queste apparizioni su cosa si reggono? Su di una struttura molto fragile, a mio avviso. 

 

 

[Il "cast" animato di Cip & Ciop agenti speciali

 

La storia di Cip & Ciop agenti speciali dimostra una consistenza abbastanza solida nel primo atto, instaurando tessuti e trame che però si sfilacciano inesorabilmente nel secondo, andando a perdere quasi tutto ciò che si era strutturato fino a quel momento. 

 

Analogamente a quanto successo con il recente sequel di Space Jam, che avrebbe dovuto avere per protagonisti i Looney Tunes della Warner Bros, anche in questa sceneggiatura disneyana gli scoiattoli sembrano piazzati lì a caso, e non sembra esserci stato uno studio reale e attento dei personaggi protagonisti.

Proprio per come si sviluppa la trama al loro posto avrebbe potuto esserci qualsiasi altra serie cult degli anni ‘90: le Tartarughe Ninja, gli Street Sharks, i Biker Mice da Marte o anche i personaggi di TaleSpin o gli stessi Topolino, Paperino e Pippo.

 

Scegliete chi preferite, ma la domanda resta: la sceneggiatura e la trama sarebbero davvero cambiate? 

Erano così indispensabili i due scoiattoli? La risposta, a mio avviso, è un chiaro "no".

 

Il vero problema dietro a questo è che, a mio giudizio, quei Cip e Ciop che vediamo nel film hanno poca attinenza con gli originali, non sono loro, perciò chiunque altro sarebbe andato bene.

A differenza forse di quanto i realizzatori auspicavano, il film non provoca grosse risate e, forse, in troppi casi nemmeno dei sorrisi.

La durata totale, pari a un’ora e quaranta minuti, poteva forse essere ridotta sacrificando (a ragione) alcune lungaggini in diverse scene, anche positive.

Una di queste è “la scena del rap” che vede coinvolti gli scoiattoli e DJ Herzogenaurach, un divertente rettile patito di rap.

 

Dopotutto - e qui sta l’acuta frecciatina degli sceneggiatori - nel mondo contemporaneo quale vecchio cartoon sa resistere all’impulso di rappare?   

 

Bisogna comunque riconoscere alla produzione di aver studiato e compreso come oggigiorno l'animazione sia diventata più disfunzionale e sfaccettata rispetto a quella di vent’anni fa, quando la serie Cip & Ciop Agenti speciali dominava il piccolo schermo e il mercato Home video.

In qualche modo nel film, dietro a qualche battuta, possiamo cogliere degli aspetti di critica al mondo dello spettacolo tutto sommato ben riusciti. Il problema però è che poi non c’è un vero sviluppo.

Quella frecciatina simpatica finisce lì e quindi nell’insieme l’opera risulta troppo specificatamente destinata a un certo tipo di pubblico e, specialmente, troppo accondiscendente nei confronti di quello stesso pubblico a cui si rivolge.    

 

Non sempre convincente è, a mio avviso, anche l’animazione.

Il personaggio di Cip dovrebbe essere animato con la tecnica tradizionale di animazione 2D, ma anche un occhio poco allenato capisce che non è così e, a differenza di Ciop che ha fatto “l’intervento chirurgico per diventare in 3D” e risulta animato al computer, è abbastanza bruttino.

Anzi, lo sono decisamente entrambi.

 

Forse vederli interagire così strettamente per quasi tutta la durata del film non aiuta e, per assurdo, in alcuni flashback del passato (prima dell’operazione di Ciop) i due sembravano visivamente legare meglio, pur rimanendo comunque legnosi.

 Cip e Ciop agenti speciali

 

 

 

Curioso invece che i piccoli camei dei personaggi sullo sfondo, anche quando non parlanti (penso al meraviglioso inserto de La piccola casa, di Mary Blair, che da buon disneyano mi ha mandato in brodo di giuggiole proprio come il fanservice prevede) siano mediamente animati meglio di protagonisti e comprimari. 

 

A seguito del confronto con l'amico Andrew Marini di Looneyverse, studioso e appassionato di animazione nonché preparato “collega” warneriano, mi sembra sensato condividere qui una riflessione: i Looney Tunes lo avevano fatto prima.

A ben vedere questo tanto pubblicizzato ritorno degli scoiattoli ha più affinità col meraviglioso Looney Tunes: Back in Action del 2004, per la regia di Joe Dante, che con Chi ha incastrato Roger Rabbit di Robert Zemeckis del 1988.

 

Condivide però con Roger la consapevolezza dei protagonisti di essere dei personaggi animati, anche se in maniera differente, e con Back in Action spartisce la consapevolezza di essere dei personaggi star, oltre alla facilità di muoversi tra un set e l'altro.

Sicuramente nel film di Joe Dante su quest’ultima dinamica c’è molto più “gioco”,  ma il parallelismo mi pare comunque sensato anche se, non neghiamolo: i Looney Tunes l'avevano fatto in maniera più raffinata già nel 2004.   

 Cip e Ciop agenti speciali

Risulta triste il parallelismo, inevitabile per un conoscitore della storia disneyana, tra il villain del film, Peter Pan, e l’attore originale che nella versione animata del 1953 gli prestò la voce: Bobby Driscoll, anche giovane iconico volto di diverse pellicole disneyane.

Esattamente come il Peter Pan del film, divenuto adolescente, anche Driscoll vide scemare la propria popolarità, prassi non nuova per molti attori bambini “dimenticati” di Hollywood.

 

Rimase celebre una sua affermazione: "Mi portavano in giro seduto su un cuscino di seta, e d'improvviso mi hanno lasciato cadere in una pattumiera". 

 

L’attore morì indignitosamente ad appena 31 anni e, se è vero che Disney non era tenuta a ricordarlo o ad omaggiarlo, questo inevitabile parallelismo tra le due figure sembra quasi voler gettare ulteriore fango gratuito sulla figura di Driscoll che, ricordo, nel 1950 vinse anche uno speciale Premio Oscar giovanile.

 

Peccato e, forse, indelicato per una major solitamente sensibile su queste questioni - almeno in pubblica facciata.  Cip e Ciop agenti speciali  

 Cip e Ciop agenti speciali

 

[A sinistra il cattivo di Cip & Ciop agenti speciali, "Pete", a destra l'attore Bobby Driscoll da adolescente]

 Cip e Ciop agenti speciali

 

Necessario aprire un breve paragrafo a parte dedicato al doppiaggio italiano.

 

La direzione italiana del film è stata affidata a uno dei veterani dei prodotti Walt Disney: Leslie James La Penna.

La Penna, con la sua pluriennale esperienza e professionalità, confeziona come al solito una edizione italiana sulla carta molto valida.

Il pregio sicuramente maggiore sono gli abbinamenti delle voci italiane classiche ai rispettivi personaggi: Marco Mete su Roger Rabbit, lo stesso La Penna sul candelabro Lumière, Oliviero Dinelli su Darkwing Duck e così via. 

 

Un fatto non del tutto scontato, specialmente se consideriamo che i personaggi in questione appaiono veramente per poco tempo sullo schermo e le loro battute sono veramente ridotte all’osso.

 

Come troppo spesso accade però su questo tipo di prodotti, il vero danno all’edizione italiana è inferto dai talent.

 

[Trailer italiano di Cip & Ciop agenti speciali]

 

 

Vengono definite talent le personalità del mondo dello spettacolo, molto spesso anche attori, che non sono però soliti all’arte del doppiaggio nuda e cruda.

 

In questo caso i protagonisti italiani sono Raoul Bova (Cip) e Giampaolo Morelli (Ciop).

Entrambi hanno già avuto in passato esperienze proprio nel doppiaggio di film Disney: Bova è stato la voce di Hercules da adulto (1997) e del cane Bolt (2008), mentre Morelli ha fatto parlare per noi Flynn Rider in Rapunzel - L'interccio della torre (2012) e nel corto Rapunzel - Le incredibili nozze dello stesso anno. 

 

Entrambi, però, tradiscono il loro disagio al microfono rendendo la recitazione di tutte le battute pressoché forzata e poco sciolta, poco naturale.

Per essere precisi si tratta di un problema che intacca tutti i talent coinvolti nel film: Jonis Bascir è la voce di Monty e Francesca Chillemi quella di Scheggia, che fortunatamente hanno battute molto ridotte.

Nessuno pretendeva un ritorno delle voci storiche, operazione del resto non compiuta nemmeno nella versione originale dove abbiamo le voci di John Mulaney e Andy Samberg, ma sui personaggi principali qualche doppiatore professionista con una maggiore dimestichezza al leggio non avrebbe guastato.

 

Nemmeno i dialoghi firmati da Ilaria Tornesi, forse alle sue prime esperienze di adattamento per un lungometraggio (finora era un nome trovato solo nei brevi corti animati, oltre che nel ruolo di assistente al doppiaggio) risultano particolarmente brillanti e non sembrano essersi sforzati nel trovare soluzioni adatte ai giochi di parole o ai precisi riferimenti del film originale.

 

In generale all’orecchio suona un’edizione italiana frettolosa che, con un po’ di tempo o studio maggiore, avrebbe potuto contribuire a far guadagnare al film qualche stellina in più.    

 Cip e Ciop agenti speciali

 

[il cast vocale italiano dei talent di Cip & Ciop agenti speciali]
Cip e Ciop agenti speciali

 

Questi nuovi Cip & Ciop agenti speciali secondo me strizzano quindi troppo l’occhio ai fan, e più specificatamente ai fan nostalgici.

 

La cara vecchia Cartoonia di Robert Zemeckis lascia il posto alle generiche convention e ai comicon, reali luoghi di aggregazione per gli appassionati di oggi, dove i personaggi di fantasia possono realmente coesistere e convivere anche se provenienti da “universi” differenti. 

 

Pur essendo già gli agenti speciali originali una cosa diversa dai personaggi che abbiamo imparato a conoscere, la maggior parte delle volte al fianco di Paperino nei corti diretti da Jack Hannah, questa nuova versione del duo disneyano non aggiunge niente di nuovo o di estremamente rilevante alla serie animata degli anni ‘90 perché, ripeto, si fonda su di una trama abbastanza banale. 

Ammetto però che l'idea di ritrovarli "attori", come già detto sopra, risulta efficace e divertente e consente agli sceneggiatori di giustificare e riprendere alcune loro fondamentali caratteristiche come, su tutte, la voce pitchata. 

 

Il pubblico sembra in ogni caso avere apprezzato parecchio quest’ultima produzione della Casa del Topo (compresi i nostri colleghi del podcast!) e, a fronte del mio parere non positivissimo che è quasi una voce fuori dal coro, pongo una domanda. 

Tra qualche anno ci ricorderemo di questo film con lo stesso entusiasmo di cui ci ricordiamo ancora oggi di Chi ha incastrato Roger Rabbit, a cui continua a venire paragonato dagli appassionati nel web?

 

Io credo di no.

Ma errare è umano, perciò… richiediamocelo tra una decina d’anni! 

 

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