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Roma, il nuovo film di Alfonso Cuarón, dopo aver vinto il Leone d'oro a Venezia pare essere un sicuro candidato agli Oscar 2019 nella categoria Miglior Film e in molti sostengono che abbia già in tasca la vittoria della statuetta come Miglior Film in Lingua Straniera.
La strategia di Netflix in merito alla distribuzione nelle sale cinematografiche - abbiamo avuto un esempio di come funzioni la cosa qui in Italia, con Sulla mia Pelle distribuito in sala e in streaming lo stesso giorno - potrebbe adesso venire rivoluzionata, e le cose stanno già cambiando.
[Alfonso Cuarón mentre bacia il Leone d'oro vinto alla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia 2018]
Già, perché Roma è previsto che venga rilasciato sulla piattaforma il 14 dicembre 2018, ma Netflix ha organizzato delle proiezioni nei cinema di Los Angeles e New York per mercoledì 21 novembre e non solo: altre proiezioni sono previste per il 29 novembre, uscirà in 10-12 città il 7 dicembre - anche se ancora devono comunicare quali - e hanno già annunciato che beneficerà di un'uscita nei cinema in Messico, Germania, Regno Unito e (gioite!) in Italia.
Il film di Cuarón racconta di un quartiere di Città del Messico, è girato in bianco e nero in un cinematograficissimo 65mm e con uno studio sull'audio che ha reso necessario l'utilizzo del sistema Dolby Atmos: tutte caratteristiche che effettivamente poco si confanno a essere destinate a una mera fruizione casalinga.
Ed è stato lo stesso regista, Oscar 2014 per la regia di Gravity, a fare pressioni su Netflix per ottenere una distribuzione nelle sale.
[Un fotogramma dell'acclamatissimo Roma, di Alfonso Cuarón]
"Vedere Roma sul grande schermo è tanto importante quanto assicurare che le persone di tutto il mondo abbiano la possibilità di vederlo nelle proprie case." ha dichiarato Cuarón,
"Il film è stato girato in un espansivo 65mm, corredato da un mix di suoni Dolby Atmos molto complesso.
Anche se comunque il film è stato progettato per essere ugualmente significativo se vissuto nell'intimità della propria casa, la sala cinematografica offre la migliore esperienza possibile per Roma"
Prima di venire a conoscenza del cambio di strategia le speculazioni in merito erano tante (comprese le mie): il CEO di Netflix Reed Hastings sarebbe stato disposto a rompere la politica a lungo termine del sito di streaming? Per non rilasciare mai un "film originale" di Netflix nelle sale prima della sua disponibilità sulla piattaforma?
Cambierà qualcosa dopo il Leone d'oro a Cuarón?
Ora sappiamo che Roma avrà una distribuzione cinematografica in oltre 20 territori in tutto il mondo, incluse diverse presentazioni da 70 mm.
Quindi le cose sono già cambiate.
[Tim Blake Nelson ne La Ballata di Buster Scruggs, film a episodi dei fratelli Coen]
Il capo di Netflix Original Films, Scott Stuber, è stato determinante nel cambiare la nuova strategia di distribuzione, lavorando con il capo dei contenuti Ted Sarandos e con il supporto di uno squadrone di grandi registi.
Tra le pubblicazioni in piattaforma figurano anche il film vincitore a Venezia per la Miglior Sceneggiatura La Ballata di Buster Scruggs dei fratelli Coen, originariamente commissionato come serie ma trasformato in un film di antologia in sei parti, e il thriller Bird Box di Susanne Bier, con Sandra Bullock.
"La priorità di Netflix sono i nostri abbonati e i nostri registi, e innoviamo costantemente per servirli", ha affermato Stuber.
"I nostri abbonati traggono vantaggio dall'avere i migliori film di qualità da registi di fama mondiale e i nostri cineasti traggono beneficio dalla possibilità di condividere il loro talento artistico con il pubblico più vasto possibile, in oltre 190 paesi in tutto il mondo".
Il film dei Coen uscirà l'8 novembre in una sala a Los Angeles, una a New York, una a San Francisco e in una di Londra.
La Ballata di Buster Scruggs sarà distribuito a livello globale su Netflix il 16 novembre e in seguito avrà una distribuzione cinematografica allargata in altre città degli Stati Uniti, a Toronto e nei cinema di tutta Europa.
Anche Bird Box avrà delle uscite limitate a partire dal 13 dicembre a Los Angeles, New York, San Francisco e Londra. Il film sarà distribuito a livello globale su Netflix il 21 dicembre e, come per i Coen, avrà una distribuzione cinematografica in altri cinema degli Stati Uniti e in Europa.
[Un'immagine da Bird Box, il thriller horror di Susanne Bier]
La vittoria di Roma alla Mostra di Venezia ha insomma cambiato tutto, in maniera piuttosto immediata: Private Life di Tamara Jenkins (presentato al Sundance e al New York Film festival), il thriller 22 luglio di Paul Greengrass (visto a Venezia e al Toronto Film Festival), e Oulaw King - il re fuorilegge di David Mackenzie (Toronto Film Festival e Londra Film Festival) verranno tutti distribuiti, anche se in maniera limitata, sulle 15 aree cinematografiche più importanti degli Stati Uniti, nonché nel Regno Unito e in Scozia, dove i biglietti sono già esauriti.
Adesso Netflix aspetterà di vedere come verranno recepiti questi film nelle loro uscite in sala per determinare le strategie per il futuro di The Irishman, l'attesissimo film di Martin Scorsese con Robert De Niro e Al Pacino, così come per decidere le sorti dei nuovi film di Dee Rees (The Last Thing He Wanted, con Anne Hathaway, Ben Affleck e Willem Dafoe), di David Michod (lo shakesperiano The King con Timothée Chalamet e Joel Edgerton) e di Steven Soderbergh (High Flying Bird, con Kyle MacLachlan e Zachary Quinto).
Alcune catene cinematografiche statunitensi (Landmark, Alamo, Laemmle, IFC), alcune delle quali vantano il sistema Dolby Atmos, si erano già interessate per prenotare Roma sapendo che il film sarebbe uscito su Netflix ben prima della solita finestra esclusiva di 90 giorni, periodo minimo che di solito intercorre dall'uscita in sala alla prima uscita in streaming.
Netflix sta lavorando adesso con queste catene sul marketing locale (e secondo alcune fonti interne negoziando termini di affitto più alti del solito e nuove divisioni di fatturato) e sta comprando enormi spazi pubblicitari sul New York Times con l'elenco dei cinema che proietteranno i "suoi" film.
[Una foto dal set di The Irishman, con i due mostri sacri Al Pacino e Robert De Niro]
D'altronde Netflix è una società della Silicon Valley, quotata in borsa, per la quale contano i numeri e i risultati che determineranno le loro strategie in futuro.
E avendo chiesto pochi giorni fa un ulteriore prestito di 2 miliardi di dollari per investire nelle produzioni interne, e sapendo che nel 2019 arriverà la concorrenza streaming sotto forma di un carroarmato di nome Disney, ora le cose per loro e per gli azionisti si fanno terribilmente serie.
Come politica Netflix non rivela mai i suoi numeri di "box office", ma sappiamo che in azienda sono particolarmente soddisfatti dell'andamento del thriller terroristico 22 luglio: il dramma norvegese è stato visto da oltre 14 milioni di persone nelle prime tre settimane, un risultato molto più grande di quanto avrebbe ottenuto se fosse uscito in sala.
Roma sarà il vero banco di prova.
Dovessero lavorare bene a livello di distribuzione e marketing, il film di Alfonso Cuarón potrebbe ricevere delle nomination agli Oscar come Miglior Regia, Migliore Fotografia, Migliore Scenografia, Miglior Montaggio, Migliore Attrice Protagonista e... Miglior Film.
E per Netflix sarebbe una prima volta clamorosa, là dove il concorrente Amazon Studios è già arrivato grazie a Manchester by the Sea.
Da spettatori, non ci resta che sperare e supportare i "film Netflix" andando a vederli in sala, perché ormai è chiaro che solamente così potremo convincere la piattaforma a farci vedere al cinema il prossimo di Martin Scorsese, il prossimo di Guillermo del Toro e tutti quelli che arriveranno dopo.
E se poi vorremo rivederli, potremo farlo tranquillamente spalmati sul divano di casa.
Ma con la certezza di aver aiutato il Cinema a stare almeno un po' nella casa che più gli compete: la sala cinematografica.
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36 commenti
Matteo Tocci
4 anni fa
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Davide Rancati
4 anni fa
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Marco Pozzebon
4 anni fa
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Elena Raffaele
4 anni fa
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Vincenza Pugliese
4 anni fa
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BubbleGyal
4 anni fa
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RustCohle
4 anni fa
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Filman
4 anni fa
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Benito Sgarlato
4 anni fa
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Andrea Mazziotta
4 anni fa
Continuo a pensare che in un paese come l'italia le istituzioni si debbano mettere a un tavolo con netflix,i distributori e gli esercenti per cercare di trovare una quadra che accontenti tutti e che soprattutto consenta agli spettatori di poter continuare a vivere l'esperienza cinematografica,e magari di viverla al meglio,cosa che ahimè spesso non accade.
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Drugo
4 anni fa
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Drugo
4 anni fa
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Luca Ernandes
4 anni fa
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Jacopo Troise
4 anni fa
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Luca Buratta
4 anni fa
Quello che mi preoccupa semmai è che andrà sparendo la distribuzione home video in formato fisico, da incallito compratore di DVD e BR mi piange il cuore.
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Nuriell
4 anni fa
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Andrea Vassalle
4 anni fa
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Alessandro Vacca
4 anni fa
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Space
4 anni fa
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Claudio Serena
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Stefania Ribaldi
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Nicolò Murru
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Francesco Alfi
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Kappa
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Wolvering
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Momo
4 anni fa
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Morena Falcone
4 anni fa
Cinefact 💛
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