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Sul Più Bello - Recensione: teen story italiana tra ironia e commozione

Drammaticità, sarcasmo e tanto colore sono elementi sufficienti per farcela apprezzare?

Sul Più Bello: emozione, ironia e tanto colore sono alcuni degli elementi caratteristici del lavoro cinematografico di Alice Filippi, uscito nelle sale italiane il 21 ottobre 2020 e disponibile sulla piattaforma Amazon Prime Video

 

La pellicola si inserisce all’interno del ciclo di film sentimentali adolescenziali che affrontano il tema della malattia e della morte (A un metro da te, 2019; Io prima di te, 2016; Colpa delle stelle, 2014).

 

[Trailer italiano di Sul Più Bello]

 

 

In questa commedia romantica italiana, ambientata tra le strade e i paesaggi torinesi, riscopriamo però alcuni ingredienti di indubbio interesse.

 

La vicenda, è vero, non ci sorprende più di tanto. 

Una storia d’amore tra una ragazza affetta da una rara malattia senza cura e un bellissimo ragazzo capace di vedere oltre le apparenze (il quale fa presto a innamorarsi di lei, e senza neanche tanta fatica). 

 

Sul Più Bello rappresenta uno spunto interessante soprattutto per alcune scelte cinematografiche.

 

L’intento è sicuramente quello di coinvolgere lo spettatore puntando sull’emozione attraverso i sentimenti e la drammaticità della malattia. 

 

 

[La giovane Marta, protagonista di Sul più Bello]

 

 

La locandina stessa sembra voler sottintendere questo proposito.

 

Attraverso la riproposizione di uno stile grafico, cromatico e una disposizione topologica delle figure che sembra rimandare all’altra grande storia d’amore che più ci ha fatto appassionare negli ultimi tempi, proprio per la sua unicità: vale a dire Chiamami col tuo Nome (Luca Guadagino, 2018).

 

Il riferimento può essere infatti un’utile chiave di lettura del film di Alice Filippi.

L’amore tra Marta e Arturo (interpretati da Ludovica Francesconi e Giuseppe Maggio) è una passione che sembra difficile vivere fino in fondo, proprio a causa della scarsità di tempo a disposizione (nella vicenda proposta da Guadagnino si tratta del tempo di un’estate, per Sul Più bello è il tempo concesso dalla malattia della ragazza).

 

Anche questa si pone come una storia romantica che va oltre le apparenze, superando le barriere esterne, per vivere quello che si presenta come un coinvolgimento dell’anima. 

 

Sebbene la storia proposta dal film Sul Più Bello si proponga come una sorta di favola moderna, dove la principessa riesce a conquistare il principe non con la bellezza esteriore ma con la sua nobiltà d’animo, non è solo la narrazione ad affascinarci e ammaliarci. 

 

 

[Marta e Arturo in una scena di Sul più Bello, interpretati da Ludovica Francescone e Giuseppe Maggio]

 

 

L’elemento che prima di tutto balza all’occhio è infatti il color grading che vira verso una forte esaltazione delle tonalità arancioni e azzurre - noto come teal and orange - che conferisce alle immagini un carattere di estrema vivacità.

 

Questo elemento sembra infatti immergere i personaggi all’interno di un mondo estremamente colorato, con una forte saturazione che ci restituisce l’impressione di vivere in un universo filtrato dallo sguardo di qualcuno. 

 

Come se guardassimo le cose con gli occhi stessi della protagonista, che con il suo carattere esuberante sembra esaltare ogni singolo elemento della realtà, proprio perché ogni istante per lei può essere l’ultima possibilità di assaporare l’esistenza stessa.

 

Questo elemento combinato con il caschetto caratteristico di Marta ci riporta inoltre alla coloratissima pellicola del 2001 diretta da Jean-Pierre Jeunet Il favoloso mondo di Amélie (molte le analogie e le somiglianze che potremmo rintracciare tra le due opere e le due protagoniste).

 

 

[Marta in una scena di Sul Più Bello]

 

 

La forte sensazione che avvertiamo, che ci porta a percepire le cose attraverso gli occhi di qualcun altro, è resa ancor più forte dall’uso di obiettivi grandangolari.

 

Questi producono un effetto di arrotondamento dell’immagine nelle sue estremità, creando delle asimmetrie sulla messa a fuoco. 

Quello che vediamo con i nostri occhi è una vera e propria "bolla visiva" che ci restituisce la dimensione della “bolla di muco” in cui Marta è costretta a vivere.

 

La distorsione e la sfocatura che notiamo su ciò che non è al centro del quadro sembrano volere rendere evidente la differente percezione della realtà da parte della protagonista, che sta infatti vivendo una storia d’amore surreale all’interno di un’esistenza costantemente gravata dalla malattia.

 

Altro elemento su cui possiamo concentrare la nostra attenzione riguarda i personaggi secondari: i due amici omosessuali Federica e Jacopo (Gaja Masciale e Jozef Gjura). 

 

 

[Federica, Marta e Jacopo in una scena di Sul più Bello]

 

 

Le loro vite sembrano eccessivamente ripiegate e subordinate al destino di Marta, costituendo infatti l’elemento più debole della narrazione. 

 

L'unico scopo di vita dei due amici sembra essere quello di fare da supporto alla ragazza malata. 

 

Non manca nemmeno l’iconica scena del cambio del camerino (cliché di qualunque commedia romantica), in cui vediamo la protagonista lasciarsi guidare e accompagnare dall’impeccabile gusto dell’amico omosessuale esperto di moda.  

 

 

[I tre amici riuniti all'ospedale per assistere la protagonista di Sul più Bello]

 

Nonostante questa nota stonata che riflette una rappresentazione un po’ troppo stereotipata, è interessante però notare come in realtà i due personaggi sembrino in qualche modo essere usciti dalle più famose storie a fumetti della nostra infanzia. 

 

Tra le note di colore sgargiante dell’abbigliamento, lo stile anni '80 che sembra talvolta rimandare agli iconici personaggi di Scooby-Doo e il look ammaliante à la Poison Ivy di Uma Thurman proposto dal personaggio di Federica, abbiamo quasi l’impressione che i due ragazzi non siano poi così reali come sembrano.

 

Come se fossero scaturiti dall’immaginazione stessa di Marta al solo scopo di potersi creare una realtà più rassicurante e sopportabile.

 

Forse in questa ipotesi potremmo anche arrivare a comprendere e accettare la rappresentazione eccessivamente stereotipata dei due amici. 

 

 

[Marta e Arturo in una scena di, Sul più bello, durante un confronto faccia a faccia sul loro destino]

 

 

Queste considerazioni portano dunque a un’ultima riflessione. 

 

Viene infatti da chiedersi se la vicenda, la storia d’amore che abbiamo fin qui seguito, così come anche le possibilità di guarigione, siano reali o non siano esse stesse il frutto dell’immaginazione di Marta, esattamente come il fittizio matrimonio con Zac Efron a cui abbiamo officiato in apertura. 

 

Certo è che quella di Sul Più Bello è una favola sull’amore incentrata soprattutto sull’unicità della vicenda dei suoi giovani e speranzosi protagonisti.

Non ci è dato però sapere come stanno davvero le cose, né come andrà a finire la loro storia.

 

Tutto ci viene sottratto proprio Sul Più Bello.

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