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The Wrestler - Recensione: morte e redenzione di una star dimenticata

Il film vincitore del Leone d'oro alla 65ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia

Ci sono film che una volta terminata la visione ti lasciano un vuoto dentro, una sensazione agrodolce di tristezza e felicità; opere che parlano di situazioni totalmente lontane dalla tua realtà ma che riescono a coinvolgerti a tal punto da viverle in prima persona: The Wrestler rientra in questa categoria.  

 

Diretto da Darren Aronofsky, il film vincitore del Leone d’oro alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia narra la struggente storia di Robin “The Ram” Robinson (Mickey Rourke), un wrestler professionista famoso negli anni '80 ma ora sul viale del tramonto. 

 

[Il trailer internazionale di The Wrestler]

 

 

Randy - come ama farsi chiamare - è passato dalle esibizioni al Madison Square Garden a quelle nelle palestre dei licei.

 

Laddove c’era un pubblico di migliaia di persone ora ci sono solo pochi appassionati.

La sua vita ora si alterna fra i match e le visite a Pam, in arte Cassidy (Marisa Tomei), una lap dancer non più giovanissima che vuole cambiare vita per crescere al meglio suo figlio. 

 

Nel momento in cui Randy al termine di un incontro viene colpito un infarto, il vecchio wrestler capisce che non può continuare a vivere con un ritmo che non è più il suo, decidendo così di provare a riallacciare i rapporti con la propria figlia Stephanie (Evan Rachel Wood).

 

Darren Aronofsky fin dalle prime inquadrature ci mostra il suo obiettivo: camera a mano a seguire pedissequamente tutto ciò che Randy fa dentro e fuori dal ring.

Con un intento documentaristico - come dichiarato dallo stesso regista - The Wrestler si propone di mostrare al pubblico un tipo di sport spesso bollato come ridicolo, che al suo interno ha mille sfaccettature e retroscena che non tutti conoscono.

 

Un primo aspetto interessante dell’opera di Aronofsky è proprio questo: sebbene gli incontri che Randy fa sono spettacolari da un punto di vista visivo, è la possibilità per lo spettatore di seguire i retroscena pre e post a rendere il film unico.

Solidarietà, amicizia, rispetto ma anche utilizzo di steroidi sono quasi all’ordine del giorno per wrestler che vivono realmente ormai solo quando salgono sul ring. 

 

Ciò che traspare durante le (quasi) due ore di durata di The Wrestler è che questa categoria di sportivi sia destinata a diventare carne da macello.

Quelli portati in scena diventano quindi personaggi estremamente reali, tangibili, delle "non-icone", come testimoniato dallo stesso Mickey Rourke, il quale ha raccontato come il personaggio di “The Ram” sia ispirato a un amico di suo fratello.

 

Spesso questi atleti non si rendono conto che la propria carriera è giunta al termine e continuano a esibirsi sul ring, autodistruggendosi - mentalmente e fisicamente - esattamente come accade a Randy ''The Ram'' Robinson.

 

 

The Wrestler The Wrestler

 

Il regista di madre! porta sullo schermo un parallelo particolarmente efficace, quello fra wrestler e lap dancer: entrambi si esibiscono su un palco davanti a un pubblico, compiono gesti atletici sottostimati dai più e tutte e due le categorie non possono continuare a fare il proprio lavoro oltre una certa età. 

 

Il personaggio di Mickey Rourke lo capisce quando - in una scena straziante - vede tutti i suoi ex compagni ridotti uno straccio dal punto di vista fisico, segnati dallo scorrere inesorabile del tempo.

Come tutte le dipendenze per uscirne è necessaria una forza di volontà non indifferente, ma soprattutto l’aiuto e l'affatto delle persone che ci sono vicine. 

 

Stephanie svolge un ruolo chiave: in uno screen time di pochi minuti Evan Rachel Wood riesce - attraverso un registro emotivo ampio e spettacolare - a passare dall’odio alla compassione per deflagrare infine nel dolore, facendoci vivere in prima persona il dramma di una figlia abbandonata.

 

 

[Evan Rachel Wood e Mickey Rourke non si erano mai parlati: la prima volta fu durante la loro prima scena]

 

Cassidy, invece, se in un primo momento è restia ad abbandonare il proprio palco e il palo da lap dance, con il passare del tempo e il peggioramento delle condizioni di Randy capisce che deve cambiare pagina.

 

Questa dualità fra i due personaggi raggiunge l’apice durante il finale: Pam - la bravissima Marisa Tomei giustamente premiata con una nomination ai Premi Oscar come Migliore Attrice Protagonista - raggiunge nel backstage un Randy pienamente deciso a combattere, dopo aver perso per sempre l’amore della figlia. 

 

Pam - che si è lasciata definitivamente alle spalle Cassidy la spogliarellista - esorta “The Ram” a lasciare il ring ma il wrestler, in una scena stupenda con Sweet Child o’Mine dei Guns N' Roses ad accompagnarla, le volta le spalle per lasciarsi abbracciare, sul ring, dalle urla del pubblico e dal sangue.

 

 

The Wrestler The Wrestler

 

Ciò che rende però unico The Wrestler è l’interpretazione di Mickey Rourke.  

 

Wim Wenders - presidente della giuria alla 65ª Mostra del Cinema di Venezia - prima di annunciare il Leone d’oro per The Wrestler disse:

”A Mickey Rourke, per la sua interpretazione mozzafiato che ci ha spezzato il cuore.”

 

Lavorare con Rourke non è stato facile secondo quando dichiarato da Darren Aronofsky: il divo di 9 settimane e ½ è dotato di un incredibile talento che tuttavia, se non incanalato a dovere dal regista, fa fatica a mettere al servizio del film. 

 

Genio e sregolatezza, un uomo passato dallo status di sex symbol a oggetto di derisioni per il suo aspetto fisico, The Wrestler è stato a tutti gli effetti il riscatto di un attore ma soprattutto di un essere umano: il dolore e la rabbia dei trascorsi di Mickey Rourke - come pugile e come attore - emergono ogni volta che Randy “The Ram” sale sul ring.

 

The Wrestler è stata la rinascita e allo stesso tempo la morte di Rourke: la vittoria del Golden Globe come Migliore Attore Protagonista e la nomination ai Premi Oscar lo hanno posto nuovamente al centro della critica.

 

Paragonato a Cristo - come suggerito da un tatuaggio di Randy e da una battuta pronunciata da Pam - il personaggio di Mickey Rourke soffre, viene umiliato per poi risorgere e venire dimenticato di nuovo, proprio come accaduto all’ex stella di Hollywood e al redentore del cristianesimo.

 

[Il brano The Wrestler scritto da Bruce Spingsteen]

 

 

Rourke riscrive le battute del proprio personaggio, contatta Axl Rose e Bruce Springsteen per usare alcune loro canzoni nel film (dopo aver letto lo script Springsteen ha composto un brano originale per il film, che si è poi aggiudicato il Golden Globe) e si trasforma fisicamente mettendosi al servizio dell’opera cinematografica di cui è il mattatore assoluto.

 

Dopo di che, una volta mostrato al pubblico di cosa sia capace, scompare di nuovo.

 

Dissolvenza a nero. 

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