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La fantastica signora Maisel - Recensione: dall’Upper West Side parolacce e comicità

La rivoluzione glamour di una commedia in costume che piace (quasi) a tutti 

La fantastica signora Maisel16 Emmy Awards; un totale di 54 nominations, di cui 20 quest’anno, annunciate pochi giorni fa. 

 

Tra queste figurano le candidature come Miglior Serie Comedy, Migliore Regia, Migliore Attrice Protagonista, due nomination per la Migliore Attrice non Protagonista, Migliori Guest Star, Miglior Trucco e Parrucco e Migliore Scenografia.

Mi sono aggiunta tardi alla festa e ho cominciato a guardare La fantastica signora Maisel all'inizio di quest’anno, quando ormai le stagioni caricate su Amazon Prime Video erano ben tre: tutte quelle finora rilasciate. 

 

Dalle diverse persone che me l'avevano consigliata mi sono subito accorta di come avesse conquistato tutti, ma proprio tutti.

Uomini e donne, grandi e piccini, appassionati di thriller così come i più sentimentali.

 

La nostalgia per epoche vissute, o mai vissute, è un fascino difficile a cui resistere, eppure è sempre facile che uno show o un film in costume spacchi a metà l’opinione del pubblico e della critica.  

 

 

[Cerimonia di premiazione degli Emmys nel 2018: La fantastica signora Maisel ne vince 5]

 

 

La trappola dell’anacronismo è sempre dietro l’angolo e gli haters non aspettano altro che marciare su questi dettagli per distruggere l’idea, per quanto bella, di uno show ambientato in epoche lontane da noi.

 

Questa serie preme l’acceleratore e passa sopra le ansie e le pretese di essere storicamente accurato.  

 

La fantastica signora Maisel, per farvela breve, potrebbe essere quella serie di stampo femminile che viene iniziata dalla vostra ragazza mentre voi, titubanti, la accontentate sospettando il peggio.

 

Il punto forte qual è?

Che scoprite ben presto che, anche se la storia in sé vi annoia, la serie vi fa piegare dal ridere e vi intrattiene.  

 

 

 

Vuoi perché siete concetrati a contare tutti i cambi di cappotto e di cappello di Midge, o a sentire le battute dei comici underground di Manhattan, o a pensare a Woody Allen quando appaiono i continui riferimenti alla cultura ebraica newyorkese, o perché siete scioccati davanti a quelle signore bon ton che ripetono giusto quei 25 Fuck e 10 Tits up a puntata.

 

Dal momento in cui pensavate di annoiarvi, siete già arrivati al prossimo episodio.

 

Come nella migliore delle commedie di gusto, tutto è trattato con leggerezza e fa ridere; i dialoghi sono serrati, sarcastici e studiati benissimo per non farci voler perdere nemmeno una battuta (personalmente, molte le ho registrate col telefono per ricordarmele nei momenti di sconforto).

 

Nessuno è esente dal metter in ridicolo sé e gli altri.

 

La fantastica signora Maisel La fantastica signora Maisel La fantastica signora Maisel 

 

Se non fosse per le coloratissime gonne a balze e le telefoniste, ci dimenticheremmo che Midge è una donna lasciata dal marito con due figli a carico, negli anni ’50.

 

Sembra più una donna dei giorni nostri e in schiettezza supera anche Bridget Jones, con la parlantina e la confidenza in se stessa che fanno sembrare trascurabili tutti gli ostacoli che le si parano davanti.

 

 

 

 

La sua manager Susie ancora di più.

 

Una donna sola e indipendente, a disagio col mondo, che non le manda a dire, ma con un piano ben preciso: far diventare famosa Miriam, perché crede fermamente in lei.

 

Le due formano una coppia strana per la differenza di estrazione sociale e di stile nel vestire ma, proprio per queste divergenze, si servono costantemente momenti di gag puri.

 

Innegabile la chimica tra Rachel Brosnahan (Miriam 'Midge' Maisel) e Alex Borstein (Susie Myerson), entrambe giustamente nominate all’Emmy. 

 

 

 

 

Gli altri personaggi della modaiola e altolocata Manhattan de La fantastica signora Maisel (che si tiene il cognome anche dopo aver divorziato), non sono meno eccentrici e simpatici, a modo loro.

 

Il padre e la madre che, da ricchi borghesi, riscoprono le loro vocazioni giovanili di indipendenza e libertà finendo a condividere l’appartamento con i consuoceri; la migliore amica pacata di Miriam, con cui si ritrova a spettegolare alle lezioni di aerobica per poter mangiare a cuor leggero le cheesecakes; l’ex marito, poi marito, poi di nuovo ex marito di Miriam, insicuro ma affettuoso e aperto alle sue pazzie ambiziose; i consuoceri, un po’ più parvenu dei genitori di Miriam.

 

Sophie Lennon, la comica rivale che vive nel suo palazzo attorniata da servitù e che dispensa pellicce con carità a chi la va a trovare. 

 

La fantastica signora Maisel La fantastica signora Maisel La fantastica signora Maisel 

 

Dramedy o solo Comedy?

 

L’unica cosa che mi ha lasciata perplessa è stata la consapevolezza che l’ascesa di Miriam come comica non fosse costellata di particolari ostacoli insormontabili o diversi. 

 

La questione di genere e i problemi che potrebbero derivare dal voler essere una comica donna divorziata a New York negli anni '50, o dalla tanto decantata pubblicamente libertà sessuale di Miriam.

 

Inoltre, l'assenza cronica dei suoi figli nelle puntate e di conseguenza il problema della maternità VS carriera che non esiste. 

 

 

 

 

Insomma, tutte quelle micce che potrebbero far esplodere dei veri dilemmi personali e sociali vengono costantemente accennate, ma poi spente subito sul nascere.

 

Forse questo è il motivo che lo rende interamente godibile, senza troppe analisi, per tutti; è riuscito ad acchiappare anche quelli che solitamente ripudiano i drammi in costume.

 

Ha in un certo senso rivoluzionato la commedia in costume, rendendola iper vicina a noi di oggi, grandi e piccoli, uomini e donne. 

 

"Lo humor è molto importante nella nostra casa.

È una cosa che devi imparare, se vuoi sposare Miriam. Perché per Miriam, quasi tutto è una barzelletta.

Ho dovuto smettere di guardare i telegiornali con lei.

"Guggenheim", il nome del museo, mi è costato 20 minuti di risatine incontrollate.

Come mai? E chi lo sa!"  

[Il padre al nuovo fidanzato di Miriam, che gli chiede la sua mano.]

 

La fantastica signora Maisel La fantastica signora Maisel La fantastica signora Maisel 

 

D’altronde, La fantastica signora Maisel è commedia pura.

 

Non è commedia italiana, non è commedia europea, non è commedia amara: è solo commedia, e a scriverla e dirigerla c’è una persona dal background solido come Amy Sherman-Palladino, già creatrice di Una Mamma Per Amica, ebrea di origine lei stessa e figlia di un comico.

 

Una storia che sembra dunque starle molto vicina.

 

 

 

 

Alle accuse di aver affrontato marginalmente la questione della maternità, Amy ha risposto che è proprio il fatto di chiedersi perché una donna debba per forza essere afflitta dal pensiero di essere una madre devota, ad essere il problema.

 

Facendo finta che questo non debba essere un problema, ritiene di aver dato una spinta a superare questo tabù e le solite discussioni sessiste sui ruoli familiari e il ruolo della donna nella società.

Ho i miei dubbi su questo ma, ripeto, è una commedia e con i toni della commedia va preso tutto.

 

Sta a noi, probabilmente, trarre dei ragionamenti più ampi dalle battute.

Come nella terza stagione, quando la madre di Miriam si ribella alla famiglia di origine composta da soli uomini che la vuole escludere dalle attività di famiglia.

 

Lei torna a casa a New York senza i soldi che le servivano per salvare marito e figlia dallo sfratto e, in preda a un momento di panico e pentimento, dice a Miriam:

“Non avevo bisogno di sentirmi uguale o di affermare me stessa, stavo benissimo.

Ho vissuto tutta la mia vita con persone che facevano le scelte per me e lo adoravo!

Tu mi hai messo tutte queste idee in testa, mi hai reso passionale e indipendente!

E senza soldi!” 

 

 

[Amy Sherman Palladino, showrunner]

 

 

Amy, l'autrice regina della Pop Culture

 

Pensate che Amy aveva provato la carriera da ballerina ma un giorno, tanti anni fa, invece che andare a un call back per una parte in un musical di Broadway, andò a fare un colloquio per scrivere nel team dello show americano Pappa e Ciccia, e fu presa. 

 

Come ha più volte dichiarato, quella esperienza le insegnò moltissimo.

 

"It’s not about the plot, it’s about the people", mi sembra un mantra che ha tenuto a mente creando La fantastica signora Maisel: l’attenzione è tutta rivolta alle peculiarità dei personaggi e a rendere ciascuno di loro unico, divertente, imbarazzante, forte allo stesso tempo.

 

Credo che quando impari a scrivere bene per la TV facendo palestra su show di interminabile lunghezza, con le dovute restrizioni di tempo e visione personale, puoi scrivere bene qualsiasi cosa; è una nozione che purtroppo molti cinefili e registi snob non vogliono ammettere.

 

Lei è rimasta fedele al piccolo schermo, ma con l’evoluzione dell'idea di TV show, ormai inteso come un lunghissimo film a puntate, Amy ha provato di essere una scrittrice e regista di buon gusto, che sa abilmente ricreare uno show in costume, pur mantenendo quella verve contemporanea e quei continui riferimenti alla cultura pop che già avevamo visto in Una Mamma Per Amica.  

 

 

[Una Mamma Per Amica, creata da Amy Sherman-Palladino]

 

Un altro elemento molto importante nello stile della Sherman-Palladino è l’uso sapiente della musica per sottolineare i vari momenti di climax o di divertimento della storia; non di meno ci aiuta a scoprire perle nascoste della musica indie o, in questo caso, blues e jazz anni '50.

 

Un esempio lampante è nella terza stagione, quando delle nuotatrici in piscina vestite con costumi a vita alta e cuffietta aprono una puntata con un numero coreografico sulla canzone Good morning di Gene Kelly, cantata da lui e da Debbie Reynolds e Donald O’Connor in Cantando sotto la Pioggia.

 

Ci tiene moltissimo a selezionarla attentamente e a tal proposito dichiarò:

“Penso che la musica in TV sia uniformemente orribile.

È mondana, non dice nulla.

La usano per dire “ecco, un momento divertente”; non è una estensione del dramma, ma una distrazione, è come dire “ti distraggo, così non ti accorgerai di quanto schifo faccia questo show”.

Non le si dà il giusto spazio: tutto, ha il suo spazio."  

 

 

La fantastica signora Maisel La fantastica signora Maisel La fantastica signora Maisel

 

Che cosa ci attende?

 

Quanto potrà andare avanti la saga de La fantastica signora Maisel, oltre la terza stagione?

 

La quarta sembra già in lavorazione, sicuramente già scritta.

Ci saranno altri ostacoli, seppur facilmente arginabili con l'arma del sarcasmo, che Amy metterà sulla strada verso il successo della signora Maisel, ormai completamente indipendente da qualsiasi uomo e consacrata come comica all’Apollo?

 

Amy è abituata alla lunga serialità, e grazie al fatto di aver incentrato tutto sui personaggi probabilmente pensa di poter andare avanti a lungo, facendo leva sul fatto che Miriam, i suoi amici, la sua manager e la sua famiglia, non ci annoieranno mai. 

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