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ZeroZeroZero - Recensione: il viaggio della coca dai narcos alla 'ndrangheta

In onda dal 14 febbraio la nuova serie di Sky Atlantic, prodotta anche da Cattleya, basata sull'omonimo libro di Roberto Saviano

Vi siete mai chiesti cosa ci sia dietro lo spaccio di cocaina? Cosa c'è dietro quell'involucro sigillato in piccole dosi da qualche grammo?

 

 

Ci sono corruzione e omicidi, fiumi di denaro e sangue, commistione di economia legale e illegale, mazzette e proiettili.

 

L'unico obiettivo è il risultato, ognuno per la sua parte.

E se c'è da sporcarsi le mani, beh, non è un problema. Per nessuno.

 

Chiunque viene sfruttato fino all'osso, fino a quando non serve più e può anche finire sottoterra.  

 

Ed è proprio questo l'incipit dell'episodio di apertura di ZeroZeroZero, la nuova serie tratta dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano che debutterà il 14 febbraio su Sky Atlantic e Now Tv.

Un lavoro che ricostruisce, in otto episodi, il traffico di cocaina sulla rotta Messico-Italia.

 

I protagonisti sono tre: i venditori, i compratori e gli intermediari.  

 

[Trailer ufficiale di ZeroZeroZero]

 

 

La serie, creata da Stefano Sollima, Leonardo Fasoli e Mauricio Katz, segue il trasporto di un carico di cocaina dalle coste messicane fino al suo arrivo nel porto calabrese di Gioia Tauro, uno dei più importanti in Europa.

 

La regia dei primi due episodi di ZeroZeroZero è dello stesso Sollima, mentre terzo, quarto e quinto sono diretti dal danese Janus Metz (Borg McEnroe, True Detective 2).

 

Gli ultimi tre portano la firma del regista argentino Pablo Trapero (Mondo Grua, The Clan)  

 

 

[Uno dei laboratori per la preparazione della cocaina in ZeroZeroZero - foto di Stefania Rosini]

 

I primi due episodi, che abbiamo avuto l'opportunità di vedere in anteprima, fanno il quadro generale della situazione, partendo dai compratori.

 

Sulle impervie montagne dell'Apromonte l'anziano boss della 'ndrina locale latitante da anni (Adriano Chiaramida) è pronto a rimettersi in gioco per respingere l'avanzata dei nuovi clan della zona.

 

Per farlo si affiderà al suo delfino, il nipote Stefano (Giuseppe De Domenico), per far arrivare in Italia il carico da diversi milioni di euro.

 

 

[Giuseppe De Domenico in ZeroZeroZero interpreta Stefano - foto di Stefania Rosini]

 

 

I venditori, invece, si trovano a Monterrey, in Messico.

 

Qui i cartelli si spartiscono il territorio, grazie anche alla connivenza delle forze dell'ordine.

E sarà proprio una squadra corrotta delle forze speciali dell'esercito a consentire la partenza del carico dalle coste messicane.  

 

Per farlo, però, serviranno le navi degli intermediari: un'azienda di famiglia con sede a New Orleans e che fa capo a Edward Lynwood, interpretato da Gabriel Byrne.

 

E quando la figlia (Andrea Riseborough), preoccupata per il mancato arrivo dell'anticipo milionario dall'Italia, prova a convincere il padre a disdire gli accordi, sarà il navigato uomo d'affari a spiegare alla giovane rampolla che un solo carico di coca rende quanto un intero anno di commercio legale.  

 

 

[Gabriel Byrne: in ZeroZeroZero è l'imprenditore Edward Lynwood - foto di Stefania Rosini]

 

 

Il "viaggio" del cargo non sarà ovviamente privo di contrattempi e cambi di rotta, finendo per toccare il Marocco e per coinvolgere altri personaggi determinanti in quella che sembra trasformarsi in una vera guerra senza prigionieri.  

 

ZeroZeroZero affronta il tema del traffico internazionale di cocaina, la merce più distribuita al mondo, con una linea narrativa piuttosto lineare.

 

Sollima, reduce dal suo esordio hollywoodiano con Soldado, garantisce il suo stile senza lesinare sangue e violenza.  

Particolarmente interessante è il personaggio del sergente (Harold Torres, già visto in El Chapo) a capo della squadra di soldati corrotti.

 

Un militare devotissimo a Dio che si autoassolve dalle sue nefandezze terrene con le prediche a tutto volume nei suoi auricolari.

 

Un po' come usava fare Ansel Elgort in Baby Driver durante le rapine. 

 

Destinato a crescere anche il personaggio del figlio di Edward Lynwood, Chris (Dane DeHaan), affetto dalla nascita da una malattia degenerativa che gli ha già portato via la madre.  

 

 

[Harold Torres, spietato sergente dell'esercito messicano - foto di Stefania Rosini]

 

"La coca - spiega Roberto Saviano - è come un fiume impetuoso che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall'Africa e si dirama ovunque.

 

Uomini e donne passeggiano per via del Corso a Roma e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi.

Sotto di loro il fiume bianco, impetuoso, scorre non visto, scorre inascoltato.

A questo fiume ho dato una voce e un nome: ZeroZeroZero".  

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