close

NUOVO LIVELLO

COMPLIMENTI !

nuovo livello

Hai raggiunto il livello:

livello

#CineFacts. Curiosità, recensioni, news sul cinema e serie tv

#articoli

Peter Vack: da Mozart in The Jungle a Homeland, fino a The Bold Type... L'intervista esclusiva!

Intervista esclusiva a Peter Vack: sceneggiatore, regista, produttore e attore. Da Mozart in The Jungle ad Assholes fino a Homeland... un artista a 360°!

Lo abbiamo visto recentemente in Someone Great su Netflix e nella serie TV The Bold Type: Peter Brown, in arte Peter Vack, sceneggiatore, regista, produttore e attore... insomma un artista a 360° si è raccontato a noi di CineFacts.it!

 

Peter Vack, famoso per il suo ruolo di Alex Merriweather in Mozart in The Jungle - la serie TV di Amazon Video vincitrice di 2 Golden Globe e 2 Emmy - ha inoltre partecipato a produzioni come Homeland, The Blacklist, Cold Case, Ghost Whisperer e molte altre.

 

Ha recitato in film come I Believe in Unicorns, 6 Years, Slash, The Great Pretender, Assholes - del quale ha firmato anche la regia - e in svariati cortometraggi.

 

Davvero molto gentile e disponibile, Peter ha risposto a tutte le nostre domande rivolte alla sua carriera passata, presente e futura.

 

[Peter Vack - credits: Olivia Locher]

 

 

NN: Hai girato i primi corti a soli 10 anni e a 18 anni eri già sul set di un lungometraggio: ti sei mai chiesto quale altra vita avresti fatto se non fossi diventato un attore?

 

Peter Vack:

Ho iniziato a studiare come attore da così giovane che questa è una parte centrale di chi sono ed è molto difficile per me immaginare una vita differente.

 

Sono sempre stato impressionato dai ballerini... e comunque sarei rimasto nella carriera artistica anche se non fossi stato un attore.

Visto che la mia famiglia è sempre stata orientata all'arte e al teatro penso che per me l'unico destino sarebbe stato questo.

 
NN: La tua popolarità è arrivata con Mozart in the Jungle: che impatto ha avuto questo show su di te?

 

Peter Vack:

Ho davvero amato molto questo show.

Tutto quello che ho fatto è stato far vedere il mio lavoro a sempre più persone, mi è piaciuto portare ciò che faccio d'avanti ad un grande pubblico. 

 

Pensa che mi è capitato in treno di incontrare gente che portava strumenti classici come violino o contrabbasso che mi guardava e iniziava a parlarmi perchè mi aveva riconosciuto in Mozart in The Jungle.

Spesso sono stato anche riconosciuto da musicisti nella metropolitana e a teatro, anche se non ci vado molto spesso, ma quando vado a qualche spettacolo di Broadway le persone mi fermano e mi parlano.

Quindi è stata davvero una grande esperienza fatta insieme a un gran bel gruppo di persone.

 

NN: Com'è stato lavorare in una produzione come Homeland?

 

Peter Vack:

Homeland è uno show che va avanti da tanto tempo e funziona come una macchina ben oliata.

Non è stato come lavorare in Mozart in The Jungle dove ho fatto parte dello show dall'inizio, in Homeland sono arrivato che era già la settima stagione e avevo un ruolo di supporto.

 

Tutti gli altri attori nella serie sapevano già cosa dovevano fare, ed io cercavo di inserirmi al meglio nella loro visione dello show.

Ed è stato davvero bello lavorare con Mandy Patinkin, un sogno che è diventato realtà perchè è un bravissimo attore che io ammiro davvero molto.

Anche con Claire Danes, anche se ho lavorato poco al suo fianco... lei è una vera icona.

 

Ma anche lavorare con gli sceneggiatori è stato molto bello perchè sono stati sempre molto scrupolosi, hanno fatto molte ricerche e hanno approfondito tutto sul tema.

 

[Peter Vack in una scena di Homeland: Caccia alla Spia, 2018]

 


NN: Se potessi scegliere una serie TV in cui interpreteresti un ruolo quale sarebbe?

 

Peter Vack:

È sempre una domanda difficile alla quale rispondere.

Credo, per esperienza, che i ruoli migliori siano quelli ai quali non avrei mai potuto pensare.

 

Un grande ruolo viene dallo spirito, dall'intelligenza e dall'anima di un autore con un'unica visione, quelli sono i progetti dei quali voglio essere parte.

Potrei elencare una lista di archetipi nei quali affonderei volentieri i denti... ma quello che cerchiamo come attori è qualcosa di inaspettato, qualcosa che non avremmo mai pianificato di vedere su noi stessi e quello accade solitamente quando qualcosa viene da qualcuno con una visione autentica.

 

Quando qualcuno di molto intelligente porta da dietro le quinte una visione molto forte, io sono a bordo del progetto.

 

NN: Qual è la tua serie TV preferita?

 

Peter Vack:

Non guardo molte serie TV.

Però una che ho guardato fino alla fine è stata Bodyguard e mi è piaciuta molto.

 

NN: Cosa ne pensi del tuo personaggio in The Bold Type?
Hai qualcosa in comune con lui?

 

Peter Vack: 

Patrick! [In The Bold Type, ndr] Un tipo divertente da interpretare perché guidato da una forte passione per quello che fa e una forte visione rispetto a quello che vuole ottenere per il magazine online e... penso che io stesso nei miei momenti migliori ho avuto quella passione, energia e spinta e quando reciti vieni in un certo senso infettato dalle emozioni del personaggio.

 

Interpretare Patrick è stato illuminante... a volte affrontava le persone nel modo sbagliato, ma non ne era cosciente, sempre eccitato da quello che faceva, pieno di energia, sul pezzo e penso fosse una persona genuinamente felice e recitare quel ruolo mi faceva sentire bene.

 

Oltre al fatto che tutti in quello show sono davvero molto talentuosi ed è stato un piacere recitare con loro.

Grande esperienza.

 

 

[Peter Vack in una scena di The Bold Type, 2019]

 

NN: Come è stato dirigere Assholes?

 

Peter Vack:

Grande, una delle migliori esperienze, ho girato quel film con la famiglia e amici stretti e... credo sia stato già detto molte volte, e meglio di come lo sto dicendo io, ma non c'è niente di meglio che vedere un'idea che hai in mente da molto tempo prendere vita.

 

Dirigere è una sfida, soprattutto quando lavori con il low budget, perché pensi di non avere mai abbastanza tempo e risorse per ottenere ciò che vuoi, ma quando ci riesci tutto diventa più appagante e fortunatamente con Assholes abbiamo raggiunto tutto quello che avrei voluto raggiungere con quella sceneggiatura.

 

Girare un film è difficoltoso, ci sono tante sfide come per esempio mettere insieme i soldi e le personalità (o lo staff) necessario, anche nel low budget, ma decisamente lo voglio rifare.

 

[Peter Vack in una scena di Assholes, 2017]

 

 

NN: Preferisci fre lo sceneggiatore, il regista o l'attore?

 

Peter Vack:

Le vedo come delle cose che si alimentano a vicenda: non penso che sarei un filmmaker se dipendesse interamente dalla mia esperienza di attore, e non credo scriverei nemmeno.

Ogni figura ha le sue sfide e gioie e non sono sicuro che potrei scegliere una figura piuttosto che un'altra, anche se la recitazione è venuta prima ed è quella per la quale sono più noto...

 

Non le puoi mettere a paragone, sono entrambe molto speciali... un privilegio ogni volta che ricopri quelle vesti.

 

NN: Cosa pensi del fatto che le serie TV abbiano più successo dei film?

 

Peter Vack:

Non sono sicuro di aver sviluppato uno specifico pensiero a riguardo, i media artistici sono in costante mutamento ed evoluzione anche in base a cosa succede nella cultura e nella sfera pubblica, e per qualsivoglia ragione accade qualcosa... 

Credo abbia molto a che fare con il tipo di storie che vengono raccontate in tv e come queste attraggono nomi di celebrità, sceneggiatori e forse perché si ha molta più libertà creativa rispetto ai grandi film.

 

Eppure esiste un grande sforzo nella scena indie e i piccoli film fanno più fatica a raggiungere il grande pubblico... sono coinvolto nella scena indie di New York e vedo che c'è molta creatività e passione, ma è difficile per quei film essere visti da un vasto pubblico.

 

Credo che la mia posizione non sia tanto quella di giudicare cosa succede, quanto quella di assistere e partecipare ove possibile.

 

NN: Hai appena terminato le riprese di PVT CHAT: cosa ti aspetti dall'uscita di questo film?

 

Peter Vack:

È davvero un film intenso, molto esplicito e credo che si scontrerà con il pubblico. È stata una grande esperienza e credo il mio amico [Ben Hozie, sceneggiatore e regista di PVT CHAT, ndr] abbia costruito un grande film.

Non credo di poter dire molto, visto che è ancora in uno stato embrionale.

 

NN: Quali sono i tuoi piani per il futuro?

 

Peter Vack:

Spero di continuare così, a fare quello che sto facendo, girare qualche altro film e... beh, cercare di essere felice e vedere cosa succede!

È così essere un attore... è davvero difficile sapere cosa verrà dopo, è anche difficile prevederlo, ma fortunatamente qualcosa di interessante si è sempre materializzato permettendomi di tornare a lavorare.

_________________________

 

 

Ringraziamo Peter e gli auguriamo il meglio per il futuro!

 

E visto che è un amante dell'Italia lo aspettiamo... e chi lo sa, magari potrebbe essere ospite in una puntata del nostro podcast! 

 

Chi lo ha scritto

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE

Articoli

Articoli

News

Lascia un commento