CinemaeFilosofia

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La più bella definizione di cinefilo che abbia mai letto vedrebbe questo individuo come amante dell'intera esperienza della fruizione cinematografica, delle sue componenti, dei gesti, e della sfera emotiva che si crea attorno.
Si parte dal rendersi conto che le scritte fitte poste nella parte inferiore delle locandine e quelle dei titoli di coda sono quelle che fanno la differenza, e si arriva a voler comprendere quale posizione ogni film che si vede ricopra in un'ipotetica linea temporale che va dai fratelli Lumière al Festival del Cinema di Cannes 2019.
La conoscenza rivela contestualmente la propria ignoranza.
È probabilmente il primo principio di tutta la filosofia occidentale.
L'ignoranza non rivela nessuna conoscenza, invece, tantomeno quella rivolta a se stessa.
L'ignoranza, per così dire, non può credersi mai tale.
Questa inclinazione al difetto - al ritardo, per meglio dire: il sentirsi mai giunti, arrivati, completi, adeguati, "i primi", non denota un fastidioso ricorso alla falsa modestia, desideroso invece della riconferma dell'altro che, nella prassi di queste dinamiche, dovrebbe rassicurare chi la adotta del suo apparentemente insindacabile valore; no: quell'impulso ha una finalità e una dignità diverse, ma solo se è intimo e non comunicato.
La conferma del proprio valore giungerà, se mai, da se stessi.
Ha valore non il dire di sentirsi in difetto, ma agire coerentemente con questo intimo pensiero, impegnandosi perché esso vada nella direzione di uno sbiadimento certo mai completato, ma progressivo.
Questo accade quando si vive a contatto con individui che si prendono a modello nei confronti dei quali si sente di poter imparare.
Ma si trattava di conoscenza...
L'impulso a conoscere porta ad aprire sprazzi di ignoranza proporzionalmente sempre più vasti.
La cinefilia non è quindi acquisizione di conoscenze più di quanto sia acquisizione di non conoscenze.
Volendo io difendere la posizione di Cinema come momento di arricchimento di singole anime assieme - questo dopotutto succede in sala: l'esperienza collettiva di menti singole - ritengo la figura del cinefilo come naturalmente orientata alla condivisione della sua natura con gli altri.
Il contatto costante con le competenze altrui segna il sorgere di quei modelli di cui dicevo, e quindi la sensazione di sentirsi in difetto.
Lo stesso fa, più in generale, l'approccio alla Storia del Cinema, alla filmografia degli autori e qualunque operazione di ricerca personale sull'argomento.
Più si conosce più si è consapevoli di ciò che non si conosce.
Al crescere dell'intimo senso di ignoranza, e vengo al cuore di questo articolo, si delineano le risposte possibili che definiscono l'idea personale su cosa sia l’esperienza cinematografica e con esse due tipi di cinefili; o forse uno, e la sua degenerazione:
1) l’accumulazione bulimica ipercomunicata di film;
2) la costruzione di un personale approccio sempre più selettivo rivolto specificamente a ciò che si scopre man mano essere maggiormente arricchente per sé.
Ritengo più interessante il secondo approccio e con esso l’arrivare a definire con sempre maggiore precisione che cosa si ami, piuttosto che fare esperienza transitoria di ogni stimolo e presto rigettarla per sostituzione (un'esperienza bulimica, appunto).
Definire il proprio gusto, educarlo, significa necessariamente imbattersi in porzioni di cinema che non si amano e nei confronti delle quali andrà difesa l’antipatia.
Sapere definire cosa non si apprezza è il primo sintomo di stare possedendo una conoscenza più approfondita di un argomento.
Il litigio, la difesa non della propria opinione su un film quanto invece della propria opinione sul proprio gusto sono necessarie in questo campo.
Quando difendiamo il nostro film preferito da un attacco ritengo infatti che quello che ci importa davvero non sia di difendere l'oggettivo valore di un'opera - la sua grammatica - ma piuttosto il nostro gusto e la nostra personale definizione che di lui - del gusto - stiamo piano piano costruendoci.
Infarciamo il nostro commento di giudizi tecnici, ma è il piacere che abbiamo provato durante la fruizione ciò di cui ci interessa, in verità, difenderne la legittimità.
L’aggressività mostrata quando un film simbolo di quel nostro gusto viene deprezzato, specie se da coloro di cui ci dicevamo estimatori delle loro opinioni e giudizi, rivela l’importanza capitale che ha per noi conoscere con sempre maggior precisione che cosa amiamo maggiormente; e poco sotto tenterò di spiegare quali sono le nostre aspirazioni in tutto ciò.
Nel cinema esiste l'oggettività, ma la soggettività ci pare essere più importante.
Non è scontato conoscere tali ragioni, e di solito queste si limitano ad essere sentite ma non definite.
Se così è risulta evidente che ci si trovi ogni volta in un contesto potentemente emozionale.
Non sto parlando dopotutto di un contesto di critica cinematografica tecnica, ma dei momenti di condivisione interpersonale, dei suggerimenti e della semplice espressione di opinioni.
In tutto questo, l'atteggiamento del cacciatore a caccia di trofei o dello sportivo che accumula nuovi record personali non si sposa con la definizione di amante di ogni sfaccettatura che riguardi l'esperienza cinematografica; insomma, la quantità di film visti non conta nulla quando si parla di capacità di parlare agli altri di cinema.
Si può essere davvero comunicativi e convincenti solo se si parla soltanto di ciò che si ama/odia.
Ogni recensione, presentazione, dichiarazione e articolo che riguardino un film deve avere presente questo come primo accorgimento: la decisiva differenza fra l'informare di aver visto un determinato film e informare di avere amato (o odiato) un determinato film.
La sana cinefilia è l'accumulo di emozioni ed insegnamenti, non di trofei.
Ignoranza e inesperienza non stanno nella mancanza - quantitativa - di titoli visti, ma nella mancanza - qualitativa - di un'idea di come sia composto il proprio gusto; nel non essersi mai allenati a rispondere alla domanda “cosa mi/non mi piace, e perché?”.
E veniamo alle motivazioni di questo... articolo sulle motivazioni: il fine utopistico di un cinefilo a mio avviso non dovrebbe essere completate la visione di tutti i film della Storia del Cinema, ma di acquisire una sensibilità tale da giungere a fruire soltanto di quelle pellicole che lo arricchiranno di un piacere sempre più grande e conforme alla fase della vita in cui si trova.
Ci sono gusti di gelato che non ho mai assaggiato in vita mia, mentre ne incontro alcuni per la prima volta che so apprezzerò, e ci azzecco, e l’esperienza di mangiare un gelato è sempre migliorata: sto cominciando a diventare un esperto.
Esempio ironico e parossistico, ma il punto è che ora so cosa mi piace e perché - e fare questo con i film è molto più semplice che farlo con i gusti alimentari, perché abbiamo più parole per descrivere le caratteristiche degli oggetti del primo mondo rispetto al secondo.
A misurarsi, dunque, non possono essere il numero di film visti, ma la quantità media di soddisfazione complessiva derivata dalla visione di tutto ciò che si è scelto di vedere - o rivedere!
Personalmente apprezzo di più chi sa parlare con reale passione e precisione anche di pochi film, che non chi nella mente ha una sterminata distesa di pellicole sbiadite l’una dall’altra delle quali non sa più dire nulla e di cui ha dimenticato persino che cosa ha provato vedendole.
In questo si determina chi davvero sta amando il cinema.
Non si collezionano titoli, si collezionano impressioni.
E per finire: una recensione, un commento, una presentazione, un'analisi sono tutte, sempre, anche un suggerimento.
Una promessa di un'esperienza piacevole.
Ogni parola spesa sul Cinema dovrebbe rendere ragione dei motivi per cui richiede l’attenzione altrui.
Deve meritarsela.
Non limitarsi ad informare di aver visto, ma far capire perché quel tal oggetto è stato degno della nostra stima, e per farlo possiamo lasciar parlare parti di esso come immagini e citazioni, ma "la soggettività ci sembra essere più importante", ecco perché dobbiamo solo allenarci a usare parole nostre, specie nella discussione costruttiva, e meravigliarci degli effetti del loro miracoloso potere performativo sugli altri.
CinemaeFilosofia
217 commenti
Daniele Vassalli
3 anni fa
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Francesco Costa
3 anni fa
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Reto Gelshorn
4 anni fa
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Vincenzo Frascogna
4 anni fa
Complimenti davvero a te che pensi bene e scrivi bene. Bellissimo articolo.
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Federico
4 anni fa
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Matteo Tocci
4 anni fa
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Giuliana Zaccarini
4 anni fa
Per quanto riguarda il contenuto, mi trovo d'accordo con praticamente tutto quello che hai detto tranne una cosa: "Nel cinema esiste l'oggettività, ma la soggettività ci pare essere più importante. [...] la quantità di film visti non conta nulla quando si parla di capacità di parlare agli altri di cinema."
Ovviamente l'oggettività della grammatica cinematografica esiste e ancora più ovvio, alla fine dei conti, quello che conta sul serio è cosa un film ci abbia trasmesso personalmente. Purtroppo però sono in disaccordo con la seconda affermazione per due motivi.
Uno, la quantità incontrollata e acritica ritengo anche io che non serva a nulla, ma la quantità qualitativa è quella che a poco a poco ti permette di strutturare un pensiero critico sempre più acuto. Non conosco nessun critico (e fra questi io comprendo anche i cinefili, perché ritengo che lo spirito critico vada di pari passo con la passione consapevole) che non abbia visto centinaia di film, e questo per quale motivo? Perché per avere un senso critico serve un bagaglio culturale considerevole ed è qui che io pongo la distinzione fra "appassionato di cinema" e "cinefilo".
Due, ovviamente l'appassionato di cinema che si entusiasma parlando del suo film preferito è meraviglioso da ascoltare (molto più magari del cinefilo che per "tirarsela" non fa altro che criticare ogni singolo film), ma fino ad un certo punto, perché comunque l'oggettività di base c'è e deve esserci. Puoi essere appassionato di cinema quanto vuoi, ma se mi vieni a dire che Kubrick, Bergman, Kurosawa, Lynch non sono dei bravi registi e poi mi elogi la filosofia di "Birdemic" allora, mi dispiace, ma io con te non parlo mai più di cinema (sì, mi è capitata una persona così). Poi se invece mi poni il discorso come: "Riconosco la bravura del regista xyz, ma non è di mio gusto." Allora questo è tutto un altro discorso e posso accettarlo, ma la distinzione fra bello/brutto e mi piace/non mi piace è tutto un altro articolo su cui si può filosofeggiare 😉
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Danilo Canepa
4 anni fa
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Nuriell
4 anni fa
L'oggettività è importante e leggo molte recensioni di ottimi critici che fanno del loro meglio per dare na visione oggettiva delle pellicole ma cerco sempre anche persone molto soggettive con cui potermi relazionare, di cui mi basta leggere un "questo film è un capolavoro" per sapere che, a seconda della differenza di gusto che risocntro con lo stesso recensore, quel film posso vederlo essendo sicuro sia di mio gradimento o passarlo perché non lo è.
Io trovo che troppo spesso molte persone che fanno critica finiscano per essere forzatamente oggettive per essere più professinali ma trovo che una magior soggettività aiuti a creare un più facile rapporto con un recensore che è più o meno nelle nostre corde.
Detto questo so per primo che l'unico modo di valutare davvero qualcosa è assaporarla in prima persona, che sia un film, un libro o altro, però non ho un tempo infinito e a volte una recensione troppo oggettiva mi rende davvero difficile decidere se spendere il mio tempo su un determinato prodotto.
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Diana
4 anni fa
E il paragone col gelato è azzeccatissimo. 🍦
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Davide
4 anni fa
Io credo che, per quanto ci siano oggettivamente delle caratteristiche tecniche lodevoli, se un film non tocca le tue corde emotive, non stuzzica il tuo gusto, appunto, non lo troverai mai un film pienamente gradevole. Un esempio personale: American Beauty, Blade Runner e Mulholland Drive (e potrei dirne molti altri) sono 3 film di cui ho sempre letto e sentito solo e soltanto elogi, ebbene quando ne ho ultimato la visione li ho trovi 3 film "sopravvalutati", ma non "oggettivamente sopravvalutati", ma mi hanno fatto provare ben poco rispetto a ciò che mi aspettavo ascoltando le lodi a loro riferite. Eppure, per un appassionato, osar affermare " *uno dei 3 film citati* non mi è piaciuto, non lo considero il capolavoro che tutti elogiano" sarebbe una bestemmia. E lo stesso varrebbe anche per i registi, non potrei mai dire " I film di Fellini non mi entusiasmano e non mi hanno dato quel che mi aspettavo", sarei preso come un folle o un "ignorante" perché magari la classica risposta erudita è "non l'hai capito (riferito al film)", e invece no, ho capito e non mi sono piaciuti. Quindi ritorno alla domanda iniziale: quanto è vero che ci sono film, serie, registi ecc. che ad uno che si definisce cinefilo (per il semplice motivo che ha visto abbastanza per avere un gusto, per approfondire determinati aspetti tecnici e non) devono "obbligatoriamente" piacere, deve "obbligatoriamente" apprezzare, come se fossero degli imperativi categorici kantiani?
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rachechela
4 anni fa
Forse la frase più attuale che potessi sentire riferita ai "cinefili" e non solo.
Complimenti per l'articolo!
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Filippo Soccini
4 anni fa
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paolo rizzo
4 anni fa
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Giorgia Leonardi
4 anni fa
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Giulia Scimone
4 anni fa
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Lasirenadelmississippi
4 anni fa
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Danilo Tinti
4 anni fa
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Lara Del Freo
4 anni fa
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Angela
4 anni fa
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Sabrina
4 anni fa
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Kappa
4 anni fa
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Sara Piga
4 anni fa
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Filippo Brussino
4 anni fa
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Delia Tallarita
4 anni fa
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Gabri.G
4 anni fa
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Lorenzo Nuccio
4 anni fa
"Tarantino EpiKO"
"che ne pensi di Tarkovskij?"
"chi?"
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Sirio
4 anni fa
ci·nè·fi·lo/
sostantivo maschile
Appassionato del cinema e della sua storia.
Non ci si può appassionare a qualcosa per moda
Il vero cinefilo si riconosce
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Bettina
4 anni fa
Articolo magnifico. 🙌
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matsod
4 anni fa
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Joe Vanni
4 anni fa
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Antonino Gandolfo
4 anni fa
Definizione bellissima.
FANTASTICO ARTICOLO, DAVVERO COMPLIMENTI!!
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Stanley K.
4 anni fa
Scherzi a parte, condivido quanto esposto dall'autore, tuttavia aggiungerei l'importanza della curiositas come motore primo immobile del cinefilo.
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Solo Gary
4 anni fa
Un po' come leggere un buon libro.
Ma credo ci sia differenza tra quello che faccio a essere un cinefilo, io in quel campo sono ignorante, non conosco tutti i registi, non ho visto molti film considerati capolavori, e perciò non mi reputo tale, ma credo che il cinema sia anche questo, anche senza essere un esperto lo puoi amare, senza però sentirsi denigrato dal solito cinefilo di turno che sembra sapere tutto.
Credo che tu possa amare il cinema anche se i tuoi gusti sono più mainstream, non devi per forza fare l'alternativo che guarda solo film impegnati per amarlo
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Francesca Ferrò
4 anni fa
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Francesca O.
4 anni fa
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Sam_swarley
4 anni fa
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Tiziano
4 anni fa
Ho conosciuto persone che, rifiutandosi a priori di vedere un film "in bianco e nero", hanno finito per riguardarsi per l'ennesima volta Oceans's Twelve, ma questo non lo definirei un accumulo di emozioni, quanto pura e semplice chiusura mentale.
Se il cinefilo è, letteralmente parlando, un "amante del cinema", come può esserlo se si rifiuta di conoscere meglio ciò che dice di amare, preferendo badare al proprio angolo di mondo?
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Josephin Overwood
4 anni fa
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SandroSandro
4 anni fa
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Valentino Palazzo
4 anni fa
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Alberto Francesconi
4 anni fa
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RustCohle
4 anni fa
"La sana cinefilia è l'accumulo di emozioni ed insegnamenti, non di trofei".
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Vecchio Snaporaz
4 anni fa
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Sara Borgna
4 anni fa
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Antonio Ciriello
4 anni fa
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Antonio Ciriello
4 anni fa
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Richi97
4 anni fa
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Davide Sciacca
4 anni fa
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Tony S.
4 anni fa
-Miglior film: Inception o Trainspotting
-Miglior serie: Breaking Bad
-Miglior attore: DiCaprio
-Miglior regista: Tarantino
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Pfepfer
4 anni fa
👏👏👏 niente di più vero!
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Gigi Dag
4 anni fa
In molti appassionati del genere fumettistico si gustano le storie dei lori eroi preferiti, criticandone giustamente le varie ingenuità che non si aspettavano avendo letto il fumetto o comunque essendone informati e appassionati non transigono, molti invece ne parlano o lo vanno a vedere solo per la tendenza che i film Marvel o comunque tutto il genere supereroistico nel giro di 10 anni sono entrati di cattiveria nel giornaliero di ogni cinefilo.
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Lorenzo Piazza
4 anni fa
Proprio tu?
Nooo ma é un classico!
Un capolavoro!
Ha delle luci bellissime
Il parlato é fatto bene
Gli effetti sembrano veri
E poi gli attori sono stati fenomenali
Da cinefilo te lo devo dire, non puoi non averlo visto
Aspetta che mi viene in mente chi l'ha fatto e te lo segni! "
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Deryn
4 anni fa
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Carmelo Trifoglio
4 anni fa
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Drugo
4 anni fa
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Maria Grazia
4 anni fa
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Davide Cassataro
4 anni fa
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lycorisra9
4 anni fa
Quindi sì, non si collezionano titoli ma impressioni.
Quest'articolo è bellissimo.
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Mandy
4 anni fa
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Francesco Amodeo
4 anni fa
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Sirio
4 anni fa
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Francesca
4 anni fa
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Alice
4 anni fa
Mi trovi pienamente d’accordo.
E sono grata per questo sito che, dando l’opportunità di condividere opinioni, impressioni ed emozioni, potrà aiutarmi a continuare a costruire e a capire il mio gusto.
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Alessia Incatasciato
4 anni fa
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Claudio Serena
4 anni fa
Il cinefilo (o amante del Cinema) è un giusto mix tra i due punti da te elencati (e forse anche qualche altro). Perché DEVE essere bulimico, soprattutto in una prima fase, per poter acquisire le conoscenze necessarie per poi poter godere appieno di un film. Perché non avendo la conoscenza necessaria rischiamo di non cogliere citazioni, riferimenti, omaggi nascosti, o palesati, nel film stesso. Ci priviamo di un'esperienza che potrebbe arricchire, o anche limitare, la visione di un film.
Perché deve conoscere il linguaggio che viene utilizzato nel Cinema, altrimenti come sopra, non avrà i mezzi per poter godere appieno del film.
Perché bisogna sapere cosa c'è stato prima di quel film. Può essere che già qualche altro film abbia dettato le linee e che il film che stiamo vedendo non sia "visionario" come invece lo avremmo potuto giudicare privi della conoscenza.
Ma il tempo è quello che è. Quindi il Cinefilo deve trasformarsi in un animale selettivo, deve cercare il più possibile di limitare i "danni" di una visione insoddisfacente. Deve capire cosa cerchi, cosa lo appassioni, cosa lo stupisca e cosa possa emozionarlo. Non può, ed è un'evoluzione necessaria oltre che naturale, continuare a vedere ogni film che esce o recuperare ogni film mai girato.
Certo non dovrà fossilizzarsi su un'unica posizione, genere, artista. Ma è un rischio che non corre perché il vero Cinefilo è fottutamente curioso e sarà sempre attirato da qualcosa che non rientri perfettamente nei canoni che ha creato con anni di esperienza.
E, difficilmente, il Cinefilo è un animale solitario, perché ha bisogno del confronto per poter affinare il proprio gusto e per poter cogliere suggerimenti esterni. Non a caso ci siamo prima entrati nel gruppo FB e poi siamo corsi ad iscriverci al nuovo sito.
In sostanza il Cinefilo è un animale più complesso di quello che appare, ed è per questo che uno che si spacci per cinefilo, senza esserlo veramente, lo riconosci dopo uno scambio di due-tre frasi.
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Luca Zenesini
4 anni fa
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Samantha Mandurino
4 anni fa
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Ago
4 anni fa
Il cinema è cinema. È arte, bellezza, ed in quanto tale piace, proprio perché capace di trasmetterti qualcosa di nuovo, di forte, capace di farti evadere per qualche ora. Ogni film ha una bellezza, anche un film commerciale e non d'autore. La moda ci sarà sempre purtroppo, sopratutto quella degli Oscar, ma un vero cinefilo si distingue sempre.
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Davide Arienzo
4 anni fa
Tale mia decisione mi costrinse a fermarmi col cinema a causa della noia e della poca voglia che avevo
Fortunatamente però ho seguito successivamente l'esempio del Gelato ed ho deciso di seguire un approccio più selettivo; infatti adesso mi sono fermato con il cinema Americano e mi sto dedicando di più a quello Francese, Italiano e Giapponese e pian piano mi sto appassionando, sto capendo molto cose e mi sento più felice
Finalmente sto guardando film perché veramente voglio guardarli e voglio capirli
Sto collezionando Impressioni
Grazie Seb
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Samuel De Checchi
4 anni fa
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Enrico Macchiarella
4 anni fa
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The_Watcher_TV
4 anni fa
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Maatz
4 anni fa
La moda di essere "cinefilo" per la verità non la vedo proprio, magari più con le serie TV
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Christian Caimi
4 anni fa
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Marta Pepe
4 anni fa
Non è la quantità di film che fanno un cinefilo, ma è la qualità di come te li godi.
Grandissimo.
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Angelo Di Domenico
4 anni fa
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Emanuele Senna
4 anni fa
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Tommaso
4 anni fa
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Gioze
4 anni fa
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Ettore Rocchi
4 anni fa
Non avrei saputo riassumerlo meglio!
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Dalila Croce
4 anni fa
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Martina Foderetti
4 anni fa
Sono pienamente d'accordo. La bellezza sta nel condividere e nel confrontarsi. Questo sito ci da proprio questa opportunità ed è per questo che spero che cresca sempre di più
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Davide Ripamonti
4 anni fa
Si può essere davvero comunicativi e convincenti solo se si parla soltanto di ciò che si ama/odia."
Mai parole furono più sagge.
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Francesco Signorello
4 anni fa
Il termine cinefilo è abusato. Ma soprattutto è un termine entrato in quel vocabolario di "aggettivi che uso per sentirmi superiore, o solo diverso, dalla massa", pratica sempre esistita, ma decisamente esplosa con l'avvento di internet...
Questo il punto.
Io adoro assorbire nuove opere d'arte, visuali ma anche letterarie. Non importa che sia al cinema, al museo o (scandalo!) su smartphone o Netflix. Non ha senso secondo me.
Domani inizio il mio corso universitario di Film Srudies.
Non mi definisco cinefilo.
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Rossella D'Introno
4 anni fa
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Davide Perdon
4 anni fa
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Mattia Fiorio
4 anni fa
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Andrea Vassalle
4 anni fa
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Francesco Costa
4 anni fa
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Andrea Fabbri
4 anni fa
Io guardo film per il puro piacere del momento ,senza un bisogno di dovermi confrontarmi o dover far prevalere la mia opinione a riguardo ,anche perché non ho le capacità tecniche per riconoscere quanto possa essere accurata un opera e ne la capacità linguistiche per poter sostenere una discussione ,in poche parole guardo film per il semplice motivo che mi piace ,che mi arricchisce culturalmente e che in determinati casi riesce a farmi provare le stesse sensazioni che si provano nel film ,che a volte sono situazioni mia vissute ,quindi in un certo senso è come se desse la possibilità di vivere altre vite .
Bo forse ho fatto un po’ di casino a spiegarmi ,ma è lo stesso
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Giorgio Bizzaro
4 anni fa
Questa è la frase che mi ha più colpito, eh si purtroppo è diventata una moda.
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Matteo Usai
4 anni fa
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Daniele Ticconi
4 anni fa
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stefano marino
4 anni fa
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Barbara G.
4 anni fa
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Francesco Avagliano
4 anni fa
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Federico (Sylar)
4 anni fa
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Greta
4 anni fa
Io non sono un'esperta di cinema, spesso fatico a comprendere le scelte registiche e devo mettermi d'impegno per riuscire a concludere la visione di un "mattone polacco minimalista di regista morto suicida giovanissimo" (semi-cit) però amo quello che mi trasmette ogni cosa che vedo proiettata, ogni insegnamento che posso far mio, ogni emozione che posso far mia...
Il cinema è molto più di una serie di frame montati fra di loro ma è esperienza, passione, vita.
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Numa Frik
4 anni fa
Mai fu scritta frase più giusta, conosco gente che guarda film a valanga, tutte le nuove uscite solo per far numero e perché fa figo. Personalmente vado al cinema meno di quanto vorrei, ma i film che vado a vedere li scelgo con cura e di solito mi lasciano emozioni forti, e dopo sono contenta di confrontarmi con gli amici di quello che abbiamo visto. Sto cercando di recuperare molti film "vecchi" che ancora non ho visto, ma per cultura personale e non per andare a sbandierarlo in giro.
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Valentina Temperini
4 anni fa
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Gemi
4 anni fa
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Wolvering
4 anni fa
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laura fonti
4 anni fa
il fine utopistico di un cinefilo a mio avviso non dovrebbe essere completate la visione di tutti i film della storia del cinema, ma di acquisire una sensibilità tale da giungere a fruire soltanto di quelle pellicole che lo arricchiranno di un piacere sempre più grande e conforme alla fase della vita in cui si trova.
In quella frase c'è molto bianco e molto nero, ma la verità, secondo me, sta molto nel mezzo, in quel grigio che è rappresentato dalla curiosità, quella curiosità che ti fa esplorare nuovi generi, nuove visioni ed interpretazioni del cinema stesso, cose che neanche sai che potrebbero piacerti, ed a questo processo di crescita, secondo me, non c'è e non ci deve essere mai fine.
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Altivu
4 anni fa
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SViulenz
4 anni fa
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Jambo
4 anni fa
Un film non va visto, va vissuto in un certo senso. Se alla fine di un film non hai un'opinione a riguardo, o lo riguardi o non può dire di averlo effettivamente visto.
"Non si collezionano titoli, si collezionano impressioni" questa frase racchiude perfettamente questo concetto.
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