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"L'arte minaccia i fascisti": Cannes 2025 si apre con De Niro, Trump, Gaza, Lynch, DiCaprio, Binoche e Tarantino

Si è aperta la 78ª edizione del Festival del Cinema di Cannes: la serata di apertura ha subito messo al centro gli interpreti e la loro importanza, anche grazie al discorso di ringraziamento dell'attore newyorkese che ha scelto di attaccare direttamente il presidente degli Stati Uniti 

La 78ª edizione del Festival del Cinema di Cannes si è aperta con una serata particolare e piena di emozioni contrastanti. 

 

A fare da cerimoniere c'è stato l'attore francese Laurent Lafitte, che ha subito messo in chiaro l'importanza degli interpreti nel Cinema: attrici e attori che danno corpo e volto a migliaia di storie diverse, vivono decine di vite diverse e hanno una responsabilità importante che passa non solo da ciò che scelgono di fare, ma anche da ciò che scelgono di rifiutare. 

 

L'introduzione è stata brillante e simpatica, con tanto di raffronto iperbolico tra un attore e un regista, dove il primo ha sicuramente più esperienza del secondo grazie alla quantità di film a curriculum: "Io ho fatto 73 film, Stanley Kubrick appena 13, non sarà certo lui a spiegarmi cosa sia una lunghezza focale!" rende bene l'idea del tono ironico e umoristico di Lafitte, che però ha improvvisamente sterzato a un certo punto quando ha sottolineato l'impegno necessario che gli interpreti, appunto, devono sentire come responsabilità.  

 

 

 

"In un momento in cui il cambiamento climatico, l'uguaglianza, il femminismo, le lotte LGBTQIA+, i migranti, il razzismo non sono più solo argomenti per dei film, ma parole bandite dalla prima potenza mondiale, abbiamo il dovere di chiederci quale sarà la nostra voce e se avremo il coraggio di farlo", ha affermato cambiando totalmente tono di voce e volto.

 

Aggiungendo poi "non necessariamente attraverso le parole, ma anche attraverso le nostre scelte e i nostri rifiuti. Si dice spesso che la carriera di un attore si costruisce tanto su ciò che accetta quanto su ciò che rifiuta. 

Anche la carriera di un cittadino lo è."

 

Lafitte ha poi ricordato l'impegno dimostrato storicamente da nomi quali Marlene Dietrich, Richard Gere, Joséphine Baker, James Stewart, Isabelle Adjani e Adèle Haenel che abbandonarono la cerimonia dei Premi César per protestare contro il premio assegnato a Roman Polanski nel 2020, aggiungendo in fondo "un attore diventato protagonista di una guerra", ovvero il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

 

Il maestro cerimoniere del Festival di Cannes 2025 ha poi attaccato l'amministrazione Trump accennando ai supereroi dei film Marvel: "Anche il Cinema più commerciale diventa politico quando dà l'esempio. 

Perché quando sei un multimiliardario superpotente dovresti indossare la tua superarmatura per salvare il mondo, invece di usare i tuoi poteri per distruggere con la motosega i programmi di aiuti globali destinati ai più deboli".  

 

Dopo aver ricordato che "solo gli audaci dovrebbero fare film" - secondo una citazione di Frank Capra - Lafitte ha presentato la clip celebrativa che ha ricordato la carriera di Juliette Binoche, la Presidentessa della giuria del concorso principale di Cannes 2025.  

 

 

 

A seguito di un lungo applauso l'attrice francese ha esordito nel suo discorso citando il genocidio palestinese e gli ostaggi israeliani, ricordando la giovane fotoreporter Fatima Hassouna, uccisa assieme alla sua famiglia da un bombardamento israeliano a Gaza il 16 aprile: appena un giorno prima il film Put Your Soul on Your Hand and Walk che la vede intervistata dalla regista Sepideh Farsi era stato incluso proprio nella selezione del Festival di Cannes 2025.

 

"Fatma avrebbe dovuto essere con noi stasera, ma l'arte rimane. È la potente testimonianza delle nostre vite, dei nostri sogni", ha sottolineato Binoche portando sul palco l'appello di centinaia di personalità del Cinema mondiale che avevano chiesto al festival francese di rendere omaggio alla memoria di Hassouna e di parlare di ciò che sta avvenendo a Gaza.  

 

"Dobbiamo cambiare rotta", ha aggiunto Juliette Binoche, contro "l'immensità di questa tempesta che stiamo vivendo tra guerra, povertà, cambiamento climatico e misoginia: i demoni della nostra barbarie non ci danno tregua".

 

C'è stato il momento per ricordare il monumentale David Lynch, grazie ad alcune immagini di Cuore selvaggio - Palma d'oro a Cannes nel 1990 - e a una performance dal vivo della cantante Mylène Farmer. 

 

 

 

Il momento clou è stato però senza dubbio quello che ha visto Leonardo DiCaprio prima presentare e poi consegnare la Palma d'oro alla Carriera a Robert De Niro. 

 

DiCaprio lo ha presentato ringraziandolo per aver sostanzialmente dato il via alla sua carriera, scegliendolo per il cast di Voglia di ricominciare e consigliando a Martin Scorsese di lavorare con lui; Leo ha anche aggiunto che per la sua generazione De Niro non era solo "un attore", bensì "L'Attore", l'epitome di ciò che chi voleva recitare avrebbe voluto diventare, colui che insegnò a tutti che le cose più importanti si possono dire senza parlare, che nei momenti di silenzio basta uno sguardo o un'espressione per comunicare più di mille parole. 

 

Dopo una splendida clip celebrativa densa di capolavori della Storia del Cinema, Robert De Niro è stato accolto con una standing ovation. 

 

 

 

L'attore newyorkese ha tenuto a sottolineare da subito l'importanza del Festival di Cannes nella sua vita e carriera, presente in Croisette fin dal 1974 con Mean Streets di Martin Scorsese, De Niro è poi ritornato a Cannes più volte, ancora con Scorsese (con Taxi Driver - Palma d'oro 1976 - e con Re per una notte), con Roland Joffé (Mission - Palma d'oro 1986), Bernardo Bertolucci (Novecento), Sergio Leone (C'era una volta in America), Irwin Winkler (Indiziato di reato), John McNaughton (Lo sbirro, il boss e la bionda), Barry Levinson (Disastro a Hollywood) e con Jonathan Jakubowicz (Hands of Stone). 

 

Nel 2023 è tornato a quasi 50 anni dalla sua prima visita ancora con Martin Scorsese e il suo Killers of the Flower Moon, senza dimenticare il 2011 in cui Robert De Niro fu Presidente della Giuria del concorso principale che assegnò la Palma d'oro a The Tree of Life di Terrence Malick. 

Un uomo di Cinema come pochi altri, insomma. 

 

Dopo le prime parole sul festival De Niro ha immediatamente rivolto la sua attenzione all'arte e al momento storico che stiamo vivendo:

"Nel mio Paese stiamo lottando con tutte le nostre forze per la democrazia che un tempo davamo per scontata. 

 

Questo ci riguarda tutti, perché le arti sono democratiche: l'arte è inclusiva, unisce le persone, l'arte abbraccia la diversità ed è per questo che l'arte è una minaccia, è per questo che noi artisti siamo una minaccia per autocrati e fascisti".

 

 

 

Senza mai fare direttamente il nome di Donald Trump, De Niro ha proseguito "L'ignorante presidente degli Stati Uniti ha tagliato i fondi per le discipline umanistiche, per l'istruzione superiore e ora annuncia dei dazi del 100% sui film prodotti al di fuori degli Stati Uniti: non si può dare un prezzo alla creatività, ma a quanto pare si può imporre una tariffa. 

Questo è inaccettabile e non è solo un problema interno, è un problema globale. A differenza di un film, non possiamo semplicemente sederci e rilassarci, dobbiamo agire ora, immediatamente, senza violenza ma con passione e determinazione! 

 

È giunto il momento: tutti coloro che amano la libertà devono organizzarsi e protestare, ora è il momento di andare a votare quando ci saranno delle elezioni", ha continuato De Niro. 

"Questa sera e nei prossimi 11 giorni di festival mostreremo il nostro impegno rendendo omaggio alla libertà, all'uguaglianza e alla fraternità", ha concluso pronunciando le ultime tre parole in francese, prima di essere accolto da una seconda standing ovation.

 

Dopo tanto impegno e politica sociale, l'apertura del Festival di Cannes 2025 si è conclusa all'insegna della follia e della risata grazie a Quentin Tarantino, Palma d'oro 1994 con Pulp Fiction, che invitato sul palco da Laurent Lafitte per dare il via ufficiale al festival ha pensato bene di presentarsi e urlare.

 

"È un mio grande onore poter dichiarare che il 78° Festival di Cannes è ufficialmente APEEEEERTOOOOOOO!" per poi buttare il microfono per terra e uscire dietro il sipario! 

 

 
 
 
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Una chiusura senza dubbio inaspettata dopo una serata brillante ma seria, che il regista di C'era una volta a... Hollywood - forse per le sue personali convinzioni? Ricordiamoci che sua moglie è israeliana - ha voluto a tutti i costi dissacrare nel suo personalissimo stile fuori da ogni schema possibile e pensabile. 

 

Il Festival di Cannes 2025 è ufficialmente aperto, all'insegna dell'impegno civile e sociale e all'insegna della leggerezza e della follia: l'essenza stessa del Cinema, forse, sta tutta in questa dicotomia.

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