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FKFF 2023: poliziotti, mostri e critica sociale in Corea

L'annuale edizione del Florence Korea Film Fest ci permette di fare il punto sullo stato del Cinema sudcoreano

La XXI edizione del FKFF, il Florence Korea Film Fest, si è chiusa lasciandoci una grande certezza: il Cinema sudcoreano è ancora tra i più interessati a muovere critiche al sistema sociale da cui è stato generato. 

 

Siamo ormai abituati a conoscere la potenza corrosiva del Cinema dei grandi autori provenienti dalla Corea del Sud, ma il festival fiorentino ci ha lasciato la certezza che seguendo le orme dei giganti si sta muovendo un'intera generazione di registi interessati a raccontare le storture della propria nazione. 

 


[Il trailer internazionale di Next Sohee, film vincitore del FKFF 2023]

 

 

Se abbiamo scoperto il volto crudele della Corea è infatti anche grazie alla grande carica sociale di Bong Joon-ho (non a caso ospite d'onore del FKFF) e Lee Chang-dong, alla straziante riflessività di Kim Ki-duk e al genio versatile di Park Chan-wook, sempre capaci di distillare nelle loro opere una massiccia dose di lucidità politica, pur perseguendo sempre un magistrale equilibrio tra cifra autoriale e contaminazioni. 

 

Un assunto ribadito in anni recenti da nomi come Na Hong-jin e Yeon Sang-ho, che hanno ottenuto un gran successo con The Wailing e Train to Busan, ma che hanno sempre raccontato le storture della propria società attraverso il Cinema di genere. 

Così come rappresentata da questi registi, la Corea del Sud ci è sempre apparsa un luogo pieno di serial killer, mostri e poliziotti violenti, stritolata dalle pulsioni capitaliste e dalla tensione sottesa con la Corea del Nord.  

 

Il quadro emerso dall'annuale edizione del FKFF 2023 non è diverso: anzi, pare che i nuovi registi coreani abbiano trovato il modo di essere sempre più capillarmente concentrati sui nuovi mali della propria società.

  

 

[Through My Midwinter: menzione speciale della giuria al FKFF]

 

 

In un concorso così dominato dai temi sociali, non poteva che spiccare un film dal fortissimo impianto anti-capitalista.

 

Il vincitore del FKFF 2023 è infatti Next Soheedi July Jung: con una narrazione quasi perfettamente bipartita il film racconta la storia di Sohee, ragazza morta suicida a causa delle vessazioni dell'azienda presso cui lavorava come centralinista, e l'investigazione successiva all'evento condotta da una poliziotta, magistralmente interpretata dalla solita, eccelsa Bae Doo-na.

 

Il film si inserisce nella scia di alcune recenti opere sudcoreane come AlonersMicrohabitat e La fortunata Chan-sil e rappresenta una glaciale analisi di una società che tende a vessare i giovani fino a spingerli sul baratro. 

 

Anche la Menzione Speciale della Giuria del FKFF è sembrata valorizzare gli stessi aspetti, con l'assegnazione a Through My Midwinter di Oh Seong-ho, film che racconta la storia d’amore di una coppia infelice messa a dura prova dalle circostanze economico-lavorative.

 

 

[6/45 di Park Gyu-tae: vincitore del premio del pubblico del FKFF23]

 

 

Il gradimento del pubblico si è focalizzato su 6/45, film che riadatta in salsa comedy un grande classico del Cinema sudcoreano: le tensioni politiche con la Corea del Nord. 

 

Il film di Park Gyu-tae, dal chiarissimo sottotitolo Joint Lottery Area (che riecheggia al primo successo mondiale di Park Chan-wook) racconta la storia di soldati sudcoreani e nordcoreani che si contendono un biglietto della lotteria da 5,7 miliardi di won.

 

Anche il premio del pubblico online, vinto da In Our Prime di Park Dong-hoon, si inserisce nello stesso solco tematico, pur nascondendo il tema nelle pieghe della narrazione; si tratta di un dramma di formazione in cui un sempre bravissimo Choi Min-sik istruisce un giovane matematico in un'ipercompetitiva scuola elitaria. 

 

Il palmarès del FKFF è sembrato premiare opere in grado di far progredire temi tipici del Cinema coreano ma, come anticipato, non sono mancate nuove diramazioni d'analisi.

 

 

[Vi mancava Choi Min-sik? In Our Prime ce lo mostra invecchiato ma in grande forma]
 

 

Gyeon-ah's Daughter è riuscito a fondere un altro tema classico del Cinema coreano come la maternità con la piaga del revenge porn, conducendo un'invettiva piuttosto spietata sul conservatorismo deteriore della società coreana e sulla mancanza di empatia, sempre più diffusa in una società così competitiva.  

 

A proposito di madri: il festival ha presentato nella propria selezione anche Madre di Bong Joon-ho in una nuova versione in bianco e nero e My Mother the Mermaid, nell'ambito dell'omaggio all'attore Park Hae-il.

Anche il tema dei rapporti tra madri e figli appare infatti intramontabile nella cultura coreana, come già confermato in anni recenti dall'interessantissimo Moonlit Winter.

 

A proposito di Park Hae-il, non può non segnalarsi come gli orrori sociali della Corea sono emersi anche in film della rassegna a lui dedicata come Paradise Murdered e Eungyo,ma come ci sia un altro film presentato al FKFF decisamente coerente con l'intero spirito della manifestazione: Decision to Leave.

 

Se si parla di grandi classici del Cinema sudcoreano il FKFF 2023 non poteva dunque che presentarci una selezione ricca di poliziotti e di indagini di vario tipo.

 

[Tra i film più attesi del FKFF23 c'era Hunt di e con Lee Jung-jae, noto al grande pubblico per Squid Game]

 

 

Se Hunt di Lee Jung-jae rappresentava sin dalla diramazione del programma uno dei fiori all'occhiello della rassegna, due interessanti sorprese sono arrivate grazie al thriller Next Door e all'action The Roundup

 

Il primo racconta la storia di un aspirante poliziotto incapace di superare il test di ammissione che si ritrova a casa della propria vicina, svegliandosi accanto a un cadavere.

Il secondo mostra un'operazione internazionale di rimpatrio dal Vietnam di un criminale che si tramuta in un inseguimento a uno spietato killer: protagonista assoluto del film Ma Dong-Seok, già star di Train to Busan e The Gangster, The Cop, The Devil.

 

Entrambe le opere, seppur stemperate da una dose di comedy, narrano storie terribili in cui emerge la mancanza di scrupoli - e talvolta di ingegno - da parte degli uomini messi a tutela della legge nel Paese. Nello specifico, il tema del rimpatrio di criminali sembra essere sempre più caro al Cinema sudcoreano: anche un altro film in concorso, Project Wolf Hunting, parla della stessa tematica.

 

Se ci aggiungiamo che anche The Point Men parla di una negoziazione internazionale e Decibel, che tratta il disturbo post-traumatico da stress di un militare, non possiamo di certo ignorare quanto l'analisi delle figure deputate a curare l'ordine pubblico sia intrigante per i registi della Corea del Sud.

 

 

[Il film di apertura del FKFF Hansan: Rising Dragon è un manifesto sul mantenimento dei temi tradizionali del Cinema coreano] 

 

 

Dopo aver seguito il Florence Korea Film Fest non possiamo fare a meno di sottolineare come il Cinema sudcoreano stia entrando in una nuova stagione senza abbandonare la propria tradizione, i temi che l'hanno caratterizzata e l'attenzione verso il Cinema di genere e a dimostrarlo c'è anche la scelta di aprire la kermesse con un film come Hansan: Rising Dragon, un film che unisce tradizione e innovazione stilistica.

 

D'altronde, storicamente, dalla necessità di denunciare è sempre nato del grandissimo Cinema.

 

Il fioretto con cui i registi che hanno affollato il FKFF 2023 hanno scelto di muovere critiche alla propria nazione si è mostrato particolarmente acuminato e questo non può che sottolineare come, anche negli anni a venire, la cinematografia sudcoreana sarà senz'altro una delle più interessanti del panorama mondiale. 

 

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1 commento

Claudio Bertelle

11 mesi fa

Interessantissimo, grazie Jacopo 🙇

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