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Next Sohee - Recensione: il lavoro nobilita l'uomo - FKFF 2023

Recensione del film di July Jung, vincitore della XXI edizione del Florence Korea Film Fest

July Jung vince la XXI edizione del Florence Korea Film Fest con il suo Next Sohee, un film che prende spunto da una tragedia realmente accaduta per denunciare un sistema capitalista che sfrutta la desolazione del precariato preparando i giovani a una vita di frustrazioni e sacrifici.

 

La regista è stata invitata al Cinema La Compagnia per la proiezione del suo film e per la partecipazione a una Masterclass condivisa con la collega Yim Soon-rye, che ha messo in luce la condizione delle cineaste in Corea del Sud, tra difficoltà e vittorie, in un’industria ancora quasi esclusivamente dominata da uomini.

 

La vittoria di Next Sohee conferma la particolare attenzione del FKFF rispetto alle nuove modalità di racconto di temi politici e sociali nel Cinema sudcoreano ma, più che altro, premia lo sguardo femminile di una regista che è riuscita a raccontare una preoccupante condizione universale.

 

Il premio è stato assegnato dalla giuria composta dal regista statunitense Casey Kauffman, Elisa Baldini, Lorena Rojas, Carlo Benedetti e Simone Bartalesi che ha definito il film “un’immersione graduale, poetica e totalizzante dentro il mistero di una vita giovane, fatta di desideri semplici [...]

 

Next Sohee ci accompagna alla consapevolezza che solo fermandosi ad ascoltare lì, dove la speranza si è persa, è possibile ripartire e, magari, cambiare qualcosa”

 

[Il trailer ufficiale di Next Sohee]

 Next Sohee

 

Come nel suo primo lungometraggio, A Girl at My Door, la regista torna a esplorare la condizione femminile e giovanile in Corea del Sud, sfruttando un’ambientazione rurale e lavorando con due straordinarie protagoniste: la promettente Kim Si-eun e la grande interprete del Cinema sudcoreano e giapponese Bae Doo-na, apparsa recentemente ne Le buone stelle - Broker e celebre per le sue interpretazioni in Mr. Vendetta, Linda Linda Linda, The Host e nella serie TV hollywoodiana Sense8

 

La narrazione di Next Sohee funziona attraverso uno shift narrativo: nella prima parte del film conosciamo la storia di Sohee (Kim Si-eun), una giovane studentessa che viene inserita tramite il suo liceo in un percorso formativo presso un call center; nella seconda parte il suicidio della ragazza permette l’entrata in scena dell’investigatrice Yoo-jin (Bae Doo-na) che dedice di indagare su quella morte per comprendere cosa realmente l’ha scaturita. 

 

July Jung sfrutta perciò un espediente narrativo classico - il meccanismo di Psyco o L’avventura - dividendo il film in due parti quasi perfette, per certi versi speculari, restituendo due ritratti di donne costrette a lottare contro l’omertà diffusa nel sistema scolastico e in quello lavorativo. 

L’analisi proposta da Next Sohee è duplice: da un lato l'auto annullamento progressivo di chi è chiamato a rispettare standard inarrivabili in un sistema capitalistico ipercompetitivo, dall’altro la desolazione di chi rimane, costretto a raccogliere i cocci e al contempo scovare il diretto responsabile di un gesto scioccante.

 

Nel film respiriamo quindi il graduale appassimento di Sohee che abbandona la sua identità di ragazza solare e spensierata, innamorata della danza e amante delle sessioni sfiancanti che filma puntualmente con il cellulare monitorando i suoi progressi, per trasformarsi in un individuo svuotato di ogni passione e sentimento, relegato a uno stato di glaciale apatia.

 

 

[L’esordiente Kim Si-eun in una scena di Next Sohee]

 Next Sohee

 

Per coronare la fine del suo percorso scolastico a Sohee viene assegnato un posto di lavoro come tirocinante in un rinomato call center coreano, simbolo di sfruttamento e noncuranza dei diritti dei lavoratori che, tuttavia, in Next Sohee assume un significato più grande, diventando lo strumento ideale attraverso il quale rappresentare una condizione che non riguarda affatto un singolo settore. 

 

Sohee e i suoi compagni di scuola, quando non decidono di guadagnare riprendendosi in live streaming dove mangiano fino a vomitare, sono tutti forzatamente inseriti da un’istituzione scolastica autorizzata a sollevarsi da ogni tipo di responsabilità in un mondo imprenditoriale che li prepara a diventare parte di una classe di sfruttati, macchine obbedienti devote all’efficienza. Le nuove generazioni sono obbligate a formarsi attraverso corsi motivazionali e paghe misere, con gli occhi incollati a un tabellone dove è riportata la classifica dei centralinisti più produttivi, aggrappati alla speranza che a fronte di un maggiore impegno seguirà un premio, una somma adeguata a ripagare gli sforzi, le molestie sul lavoro, gli straordinari, l’energia e il tempo speso.

 

Non solo Sohee viene privata della sua gioventù, ma il suo suicidio improvviso girato fuori campo - con mirabile raffinatezza, inquadrando l’immensità silenziosa di un lago immerso nella natura - scatena un processo di forte immedesimazione nella detective Yoo-jin che si trova schiacciata dalle istituzioni, in particolar modo da quella della giustizia di cui lei stessa fa parte.

 

A ben vedere, quella di Yoo-jin è molto più di una ricerca del colpevole: l’obiettivo della donna è quello di assegnare a quel suicidio lo statuto di morte sul lavoro, distribuendo di conseguenza le responsabilità del caso a tutti i soggetti coinvolti nel sistema di alternanza scuola-lavoro.

 

 

[Sohee e Yoo-jin in Next Sohee frequentano la stessa palestra di danza: durante le indagini la detective si reca nei luoghi frequentati dalla giovane suicida nei suoi ultimi giorni di vita e scopre di avere in comune con lei molto più che una semplice sala da ballo]

 Next Sohee

 

L’alternanza scuola-lavoro è un sistema giunto anche nel nostro Paese e facente parte di un progetto idealmente costruttivo, volto a fornire allo studente una breve esperienza professionale prima di entrare a far parte del vero e proprio mondo del lavoro.

 

Concettualmente si tratta di un ponte tra l’età giovane a quella adulta ma, purtroppo, per le aziende risulta essere sempre più spesso una modo per sfruttare gli apprendisti (che, appunto, dovrebbero limitarsi ad apprendere) generando lavoro a basso costo e senza obblighi particolari.

 

Come in Corea del Sud, anche in Italia il percorso dovrebbe essere supervisionato da un tutor scolastico incaricato e responsabile di controllare le condizioni di sicurezza del neo-dipendente, eppure ancora oggi veniamo a conoscenza delle morti bianche, anche se l’aggettivo “bianche” tende a deresponsabilizzare il sistema lavorativo che invece è spesso colpevole.

 

I casi di Luana e Laila, rimaste schiacciate sotto a dei macchinari a Prato e in provincia di Modena, del sedicenne Giuseppe morto durante uno stage in una ditta di termoidraulica del Fermano e infine di Lorenzo e Giuliano, entrambi scomparsi a 18 anni durante dei progetti di alternanza scuola-lavoro: tutti loro non sono così distanti dalla tragica storia raccontata da July Jung in Next Sohee. 

Il suicidio legato alle condizioni lavorative, allo stress indotto dalla competizione e al peso delle aspettative, in una società in cui l’individualità non sembra contare, in cui spesso il valore del singolo è misurato in base alla quantità di mansioni che è in grado di svolgere, deve necessariamente essere considerato come incidente sul lavoro.

 

Con la precarietà e l’aumento della disoccupazione il senso di angoscia dovuto alla ricerca di un lavoro spinge in misura oltremodo preoccupante i giovani che, conclusi gli studi, hanno fretta di trovare un’occupazione per raggiungere l’indipendenza economica.

 

Il rischio di burnout (o Karoshi com’è stato definito in Giappone, dove le principali cause di morte sono associate ad attacchi cardiaci dovuti a sforzo e stress a causa dell’eccesso di lavoro) è in generale sempre più alto per tutte le fasce d’età, considerando la sua tendenza ad aumentare con l’incremento della produzione, non solo industriale. 

Rimane perciò un valore che dovrebbe essere di primario interesse nelle fasi di monitoraggio, soprattutto in un periodo così delicato com’è quello legato al passaggio traumatico dai banchi di scuola al mondo del lavoro. 

 

Ecco perciò svelato il valore preziosissimo di Next Sohee, un film che è in grado di raccontare tutto questo senza un sottofondo musicale melodrammatico, senza bisogno di fronzoli e inquadrature scioccanti. 

Un film di denuncia che si interroga sul potenziale distruttivo del lavoro, su quanto esso possa nobilitare e al tempo stesso contribuire alla disgregazione identitaria. 

 

Come anticipato dal titolo, July Jung sembra trovare solo risposte oscure e desolanti: forse, per la prossima Sohee, riusciremo finalmente a cambiare le cose.  

 

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