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Anna Frank e il diario segreto: una Greta Thunberg animata in cerca dell'amica perduta

Il nuovo film d'animazione di Ari Folman, nelle sale dal 29 ottobre grazie a Lucky Red 

Sin dal 2017 il regista israeliano Ari Folman, autore di Valzer con Bashir e The Congress, ha intessuto un rapporto strettissimo con il Diario di Anna Frank: prima ne ha realizzato un adattamento sotto forma di graphic novel, poi ne ha fatto una sorta di sequel in cui l'amica immaginaria Kitty torna sulle tracce della giovane ebrea e ora arriva al cinema con Anna Frank e il diario segreto, un film che unisce queste due uscite editoriali. 

 

Folman si è fatto accompagnare nella scrittura e illustrazione di Anne Frank - Diario dall’animatore David Polonsky, con cui aveva già lavorato nei suoi due film precedenti; nel secondo capitolo Dov'è Anne Frank ha lavorato con l’illustratrice Lena Guberman, mentre l'animazione del film, che arriverà nelle sale dal 29 settembre grazie a Lucky Red, è stata curata da Yoni Goodman.

 

[Il trailer di Anna Frank e il diario segreto]

 

 

Approcciarsi a un monolite come il Diario di Anna Frank è estremamente complesso, perché un testo così noto, così letto e così storicamente importante rischia allo stesso tempo di essere percepito da un lato come troppo familiare per stupire ancora, dall’altro come intoccabile, vivendo così nel costante paragone con l’opera di partenza.

 

La scelta di filtrare il suo film attraverso l’animazione, lo sguardo di Kitty e soprattutto l’unione di due graphic novel differenti risulta però felice e Ari Folman riesce così in Anna Frank e il diario segreto in un’impresa tutt’altro che scontata: riproporre un classico riuscendo sia a rispettarlo sia allo stesso tempo a inserirlo in un discorso contemporaneo.

 

 

[Kitty con il Diario in Anna Frank e il diario segreto]

 

Il lungo sodalizio con Polonsky, collaboratore strettissimo sia in Valzer con Bashir sia in The Congress, ci porta così inevitabilmente a parlare del rapporto unico che il regista israeliano ha saputo instaurare con l’animazione: un autore che sa sfruttare la forza surreale del disegno per creare contesti immersivi e percettivi più che semplicemente narrativi.

 

Pur risultando meno radicale che nei suoi film precedenti, Folman dimostra di saper inserire i suoi stilemi e i suoi topos tematici anche in un film con riferimenti così alti e iconici con delicatezza, mettendo in illustrazione un film stratificato e denso, tanto da venir selezionato fuori concorso al Festival di Cannes 2021.

 

Basti pensare alle due opere precedenti rispetto ad Anna Frank e il diario segreto: da un lato la paura e la sofferenza scandite da tratti netti, violenti e contrastati nel film del 2008, dall’altro un gusto naïf e caotico perfetto per mostrare tutto lo spaesamento umano del venire a patti con il proprio io e la propria immagine: due aspetti che in questo film ritornano in tanti momenti sia a livello stilistico, sia a livello contenutistico.

 

 

[La cupezza e la rigidità della Germania nazista sono uno degli aspetti visivamente più interessanti di Anna Frank e il diario segreto]
Anna Frank e il diario segreto

 Anna Frank e il diario segreto

Come sempre nel suo Cinema Folman orchestra uno stile che si piega completamente alle sue esigenze visive e che guida lo spettatore, anche attraverso i cambiamenti interni alla stessa opera, in una serie di differenti percezioni ed emozioni.

 

Un lavoro estremamente concettuale che sembra avere un contatto molto diretto con Waking Life di Richard Linklater, non solo per l’uso denso di significato del rotoscope, ma anche per la capacità di caratterizzare i momenti con tratti e gusti differenti.

 

Un legame, quello con l'autore texano, che si ritrova anche nell'ultimo Apollo 10 e mezzo in cui, di nuovo, lo sguardo sognante di un bambino e la sua ricerca contro il mondo portano lo spettatore a interrogarsi sul presente, mentre viaggia attraverso un tourbillon visivo in cui l'animazione diventa la vera e propria rottura dei limiti della realtà in favore della fantasia del regista; stili visivi non più visti solo come una cifra autoriale, ma usati come strumenti semantici al pari di un movimento di camera o delle scelte fotografiche.

 

 

[Kitty e Awa nel momento di maggior importanza per il racconto dei nuovi ultimi in Anna Frank e il diario segreto]
Anna Frank e il diario segreto

 Anna Frank e il diario segreto

Tutto questo discorso concettuale e linguistico in Anna Frank e il diario segreto, non viene assolutamente lasciato per strada, pur risultando meno protagonista - complice anche l'esternazione di Folman dopo The Congress “I will never, ever do animation this way again” (Non farò mai più animazione in questo modo): i tre registri visivi che caratterizzano il film sono ben distinguibili e legati alle tematiche di cui parlano.

 

Si nota infatti una dicotomia abbastanza netta tra l’estetica delle sequenze del passato tra Anna e Kitty, quelle del presente e se vogliamo anche i pochi inserti sul passato di Awa e dei rifugiati: stili, colori e linguaggi molto diversi che sembrano derivare dalle due opere di partenza, dal passato del regista e dalle collaborazioni con più illustratori differenti, un po’ come l’uso di due diversi direttori della fotografia per passato e presente in Hiroshima mon amour.

 

In particolare si nota perfettamente la vicinanza estetica tra la storia della famiglia maliana e le vicende di Valzer con Bashir, mentre non mancano i momenti in cui il surrealismo naïf si fonde alla narrazione come in The Congress.

 

 

[L'aspetto visivo di Anna Frank e il diario segreto segue sempre le emozioni delle sue due giovani protagoniste, anche nei momenti di maggior apertura]

 

Il film racconta due storie ben distinte, ognuna con i suoi temi e con i suoi interessi tematici: da un lato Anna e il suo diario, in cui Kitty è principalmente rispettosa osservatrice, dall’altra la stessa amica immaginaria diventa reale e, sempre accompagnata dal manoscritto, attraverso la sua ricerca scopre e denuncia il mondo dei nuovi emarginati, figli spirituali della tragedia della famiglia Frank. 

 

In questo Anna Frank e il diario segreto ci mostra con estrema lucidità un aspetto decisamente contemporaneo come l'impegno politico dei giovanissimi in favore di cause sociali (e climatiche) fatto di rabbia e rivolta contro una società vecchia e sorda: impossibile non notare come alcuni gesti di Kitty ci riportino all'attualità delle piazze gremite di giovani degli ultimi anni. 

 

 

[Kitty scrutata e raramente aiutata dagli adulti di Anna Frank e il diario segreto]

 

Anna Frank e il diario segreto segue le avventure di Kitty, amica immaginaria a cui Anna Frank si rivolgeva nel Diario e che si risveglia di colpo nella Amsterdam dei giorni nostri.

 

La giovane cerca di scoprire la fine delle vicende non contenute nel racconto della giovane ebrea e nel fare questo, grazie al contatto con il manoscritto di Anna, passa dall'essere un'immagine immateriale a diventare una bambina vera che attraversa il mondo e le ingiustizie e la sterilità dei giorni nostri, come una novella Pinocchio.

 

Partendo dalla casa di Anna Frank e attraverso l’incontro con Peter e con il giovane profugo maliano Awa, Kitty si ritroverà in un mondo in cui l’immagine della sua amica e la storia della sua sofferenza sembrano rimaste solo a livello superficiale; girando per l'Europa, alla ricerca e sui passi di Anna, Kitty scoprirà un mondo fatto di confini e sofferenze, di idolatria senza contenuto e di nuovi esuli emarginati.

 

In questo ritroviamo moltissimo del discorso sui feticci senza contenuto del magnifico The Congress: come Robin Wright di Anna restano solo le effigi, ma la storia della sua tragedia e delle ingiustizie che l'hanno seguita sembrano completamente perse dietro a manifesti e turisti disinteressati.

 

 

[Anna e la madre sul treno come spesso capiterà a Kitty e Peter durante Anna Frank e il diario segreto]

 

Anna Frank e il diario segreto ha chiaramente un pubblico ben definito - come afferma lo stesso Folman - che ne caratterizza, rispetto ai suoi lavori precedenti, il linguaggio decisamente più lineare e accogliente, ma non per questo mancano sfumature interessanti sia a livello tecnico-stilistico, sia a livello dei temi che da sempre ne caratterizzano l’opera.

 

Tutto il ragionamento che l’autore israeliano porta sulla dicotomia immagine pubblica-realtà in The Congress e sui nuovi ultimi in Valzer con Bashir qui sono ben presenti e incesellati in un'opera che possa portare questi messaggi al pubblico di tutte le età: risultando una nuova lettura del Diario per chi già lo conosceva e un primo approccio per tutti gli altri. 

 

 

[I rapporti familiari sono centrali in Anna Frank e il diario segreto]

 

La capacità poi di unire l’immaginario surreale e onirico al mondo reale, anche se non con la stessa radicalità di alcune sequenze delle due opere precedenti, qui è ben presente e si espleta benissimo nella gestione della figura di Kitty e del suo essere allo stesso tempo reale e immateriale: una nuova eroina diversa da Anna che combatte per gli ultimi e per il ritagliarsi il suo posto nel mondo affrancandosi da retaggi passati e da una società troppo distante.

 

È molto bello come questa novella Greta Thunberg diventi vera solo attraverso un simbolo della memoria come il Diario di Anna Frank, solo il passato le dona tridimensionalità e solo la ricerca della verita sugli ultimi mesi di vita della giovane ebrea la portano a capire il mondo attorno a lei: il passato per Folman, figlio di ebrei polacchi sopravvissuti ad Auschwitz, interseca il presente e la visita a Bergen-Belsen è il vero turning point dello sguardo di Kitty.

 

 

[Una delle sequenze iniziali più folmaniane di Anna Frank e il diario segreto]

 

Se The Congress si apriva sul live action di Robin Wright che viene scannerizzata e Valzer con Bashir si chiudeva sugli orrori della guerra, in Anna Frank e il diario segreto Folman non ha necessità di ricostruire il reale, perché il Diario è un racconto tanto forte e i luoghi visitati sono così evocativi da essere sufficienti per portare avanti il suo discorso, in equilibrio tra animazione e mondo reale. 

 

Un film per tutti, che ha qualcosa di diverso da dire a chiunque: un ritratto di una generazione, una fotografia di come gli ultimi subiscano ciò che altri avevano subito prima di loro, un racconto d'amore e di amicizia.

 

Un modo rispettoso per rispolverare e riproporre un grande classico.

 

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