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House of Gucci - Recensione: il film contraffatto di Ridley Scott

Recensione di House of Gucci, film diretto da Ridley Scott

House of Gucci è il secondo film diretto da Ridley Scott distribuito nel 2021 dopo il dramma medievale The Last Duel.

 

Un aspetto da non sottovalutare e che ci servirà da espediente per poter analizzare un’opera stratificata e dal forte impianto teorico come quella con protagonisti Lady Gaga e Adam Driver.

La storia alla base di House of Gucci riprende il fatto di cronaca nera che ha visto l’omicidio di Maurizio Gucci (Adam Driver) da parte di due sicari inviati da Patrizia Reggiani, ex moglie dell’imprenditore italiano.

 

Leggendo queste righe, il film potrebbe sembrare un altro tentativo da parte del regista di Blade Runner di creare un crime-movie in stile Tutti i soldi del mondo, ma in realtà la storia e l’epopea della famiglia Gucci è usata come quinta teatrale per parlare del significato delle immagini e della loro inevitabile contraffazione.

 

Tanto quanto lo sfondo medievale di The Last Duel è utilizzato per veicolare Cinema di denuncia sociale e, se vogliamo, anche politico, in House of Gucci la patinatura pacchiana dell’Italia degli anni ‘80 è perfettamente funzionale allo scopo teorico del film.   

 

L’epopea lunga 158 minuti inizia con una camminata di Patrizia Reggiani (Lady Gaga) ripresa con un'enfasi esagerata, volta a fotografare il periodo storico: House of Gucci da questo momento in poi è la rappresentazione di un'ascesa al potere che riporta alla memoria i grandi lavori di Brian De Palma.

 

[Il trailer di House of Gucci]

 

 

Tutto è esagerato, a partire dal linguaggio cinematografico - sfrontato come lo era quello degli anni ‘80 - fino ai costumi e alla recitazione.

 

Una scelta che può far storcere il naso e che può apparire totalmente gratuita, ma che a mio avviso è perfettamente inserita all’interno del film perché controbilanciata dalle immagini neutre e dalla recitazione posata - quasi serafica - dei personaggi interpretati da Jeremy Irons e Adam Driver, rispettivamente Rodolfo e Maurizio Gucci.

 

Si accennava all’inizio delle immagini e della loro contraffazione: House of Gucci è caratterizzato da questo tipo di visione; da una parte abbiamo la realtà (o presunta tale) e dall’altra l’eccesso, la farsa grottesca. 

Ridley Scott, pertanto, decide di tagliare i suoi personaggi con l’accetta e dirige la recitazione degli attori di conseguenza.

 

Altrimenti perché avrebbe caratterizzato tutto House of Gucci su questo tono?

Inscenando battaglie animalesche fra uomini in ville dove lo sfarzo è talmente eccessivo da diventare di cattivo gusto?

Perché era l’unico modo possibile per rappresentare quell’epoca: quella moderna, del decadimento delle immagini, dei brand familiari e del lusso sfrenato, al pari di una calzatura con al suo interno una foglia ricoperta d’oro.

 

Esemplificativo in tal senso sono i due amplessi che Maurizio Gucci ha all’interno del film: il primo con Patrizia Reggiani è animalesco, eccessivo e spudorato mentre il secondo, che avviene nel terzo atto con Paola Franchi, non è praticamente mostrato, lasciandolo accennato e affidato all'immaginazione dello spettatore.

 

I personaggi sono rappresentativi del mondo nel quale si muovono, dove nessuno può dirsi salvo o integerrimo.

 

Che le immagini siano contraffatte o meno, riflettono il marciume della società moderna nella quale si trovano, troppo legata al passato ed energicamente decisa a nutrirsi di ogni elemento che la popola (in questo senso, Lady Gaga che assume i tratti animaleschi di un felino è perfetta nel ruolo).

 

 

 

[Lady Gaga sarà probabilmente una delle protagoniste dell'Award Season di quest'anno] House of Gucci

 

 

A circa metà film Aldo Gucci (Al Pacino) sottolinea questo concetto quando parla dei capi griffati Gucci - ma in realtà contraffatti - che si vendono per strada, spiegando come questo sia un "non-problema", visto che anche i falsi generano profitto.

 

Un'esternazione cruciale in House of Gucci, perché da quel momento in poi il decadente castello di carte della famiglia comincia a crollare: l’immagine e il suo significato non hanno più valore.

Il volto del sottotesto teorico alla base del film ha le sembianze di Paolo Gucci (Jared Leto).

 

Il personaggio è spinto al limite della farsa grottesca, quasi fosse pensato per una rappresentazione di uno spettacolo della commedia dell’arte, tanto è caricaturale la prova di recitazione dell'attore protagonista di Mr. Nobody.

 

Paolo Gucci è una sorta di versione contraffatta di Fredo de Il Padrino: non è un caso che sia proprio il suo personaggio a tradire quello di Al Pacino (“Paolo, come hai potuto farmi questo”).

Questo perché non esiste la possibilità di realizzare un film come quello di Francis Ford Coppola in un contesto narrativo reale, quello messo in scena da House of Gucci, dove il gusto per le immagini non ha più valore.

 

“È così moderno” dice Paolo Gucci riferendosi a una delle sue creazioni pacchiane.

Successivamente, schernito da Rodolfo Gucci - quindi da una figura che rappresenta il passato - comincia a urinare su un foulard realizzato proprio dal personaggio di Jeremy Irons, simbolo di un'immagine destinata a morire per lasciare spazio a “un mondo di mediocri”.

 

Queste sono due rappresentazioni fortemente dicotomiche: due schieramenti della famiglia Gucci estremamente diversi fra loro (Rodolfo e Maurizio da una parte, Aldo e Paolo dall’altra) eppure entrambi causa scatenante - nonché specchio - del marciume e del fallimento della società loro contemporanea.

 

 

[Un irriconoscibile Jared Leto è Paolo Gucci in House of Gucci]

 

Un marciume in cui i predatori trovano spazio vitale, dove un personaggio da sempre dedito all'emulazione e alla falsificazione come quello di Patrizia Reggiani (all'inizio del film la vediamo nell'emblematico gesto di imitare la firma del padre) riesce a sopraffare il decadentismo di una nobiltà che non è mai stata tale.

 

Non importa poi se si passa da un’ascesa al potere faraonica a una farsa televisiva, dato che l’immagine (e il mondo) in cui ci troviamo è sempre la stessa: una carcassa gettata a terra - quella dell’omicidio di Maurizio/Driver - esattamente come una borsetta Gucci contraffatta.

 

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