#TuttaColpaDiAuzolle
Un viaggio ben più lungo di 12 parsec attraverso la decennale storia delle locandine di Star Wars.
È facilmente deducibile l'enormità della mole di materiale riguardante la promozione dell'universo di Guerre Stellari.
Forse, però, la si sottovaluta comunque.
Considerando infatti le diverse versioni per ogni film, i re-release poster per quelli più datati, i character poster per quelli più nuovi (se non sapete di che parlo vi siete persi l'episodio #03) e chi più ne ha più ne metta, il numero di poster è notevole.
Per dire, molti sapranno che la prima stesura dello script de Il Ritorno dello Jedi si intitolava La Vendetta dello Jedi.
Quella prima versione della sceneggiatura, scritta da George Lucas e Lawrence Kasdan, era molto diversa.
Lucas voleva titolare la pellicola come la conosciamo oggi, ma per Kasdan la parola "ritorno" era debole, di poco impatto, così optarono per "vendetta".
E le cose rimasero così fino a... be', poco prima dell'uscita del film nelle sale.
Erano già usciti i teaser trailer de La vendetta dello Jedi, così come i relativi poster.
Ma poi George Lucas si è ricordato che la filosofia Jedi è impenetrabile dal concetto di vendetta e ha cambiato titolo tornando sui suoi passi.
Ovviamente chiamò le stamperie e fece anche distruggere le locandine già prodotte.
Quasi tutte, perché la Lucasfilm spedì qualche copia superstite a dei membri del fan club, quindi qualche raro esemplare ne esiste ancora.
Questo per dire che di Star Wars ci sono locandine pure per versioni mai uscite.
O addirittura locandine per celebrare il primo compleanno d'età.
Così, senza proiezioni vere e proprie.
Nel 1975, due anni prima dell'uscita di Guerre Stellari, George Lucas contattò Ralph McQuarrie e chiese a lui dei bozzetti per rendere il suo progetto più appetibile ai produttori.
Se il nome Ralph McQuarrie vi suona nuovo, dovete sapere che Darth Vader è praticamente opera sua.
Le indicazioni di Lucas, sul personaggio, erano poche e semplici: un tizio alto, tetro e che desse un'inquietante impressione di muoversi col vento.
Fine.
L'iconico respiro di Vader? Idea di McQuarrie.
L'iconico elmo? Idea di McQuarrie, ispirato a quelli dei samurai.
C-3PO, opera sua (ispirato al Maschinenmensch di Metropolis, di Fritz Lang) così come R2-D2, e potrei continuare ma siamo qui per parlare di locandine.
Sappiate soltanto che McQuarrie è dietro gran parte degli aspetti "estetici" dell'universo di Star Wars.
Ma, a costo di peccare di dietrologia, non è così sicuro che i produttori sarebbero stati convinti da chiunque altro a mettere mano al progetto di Lucas.
Non è proprio economico, ma per chi è interessato ci sono le centinaia di pagine di Star Wars Art: Ralph McQuarrie.
Oppure, a una cifra decisamente inferiore, c'è il più generico ma non meno affascinante Star Wars Art Posters.
Ok, facciamo passare due anni e arriviamo all'anno d'uscita.
Il film era prima di tutto rivolto ad un pubblico amante dei fumetti.
La Lucasfilm decise quindi di costruire un (virtuale) ponte tra lei e quella fetta di utenza e contattò così la Marvel Comics.
Marvel che in un primo momento snobbò la proposta, in quanto all'epoca i fumetti tratti dai film non vendevano, e successivamente propose un accordo che doveva essere a loro vantaggio ma alla fine diede ragione alla Lucasfilm.
Del resto... Star Wars. Che non vende.
Li si perdona solo perché era l'inizio.
[Il primo numero del fumetto di Star Wars, con i disegni di Howard Chaykin]
I fumetti non andarono male.
I primi numeri erano affidati al fumettista Howard Chaykin, autore anche di uno dei primissimi poster di Guerre Stellari.
Un altro artista a cui Lucas si affidò fu Tom Jung.
Anche per lui le direttive furono piuttosto scarne: accenni sui personaggi, genere fantasy, bene contro male e poco altro.
[Interessante notare come Luke indossasse uno stivale molto simile a quello di Darth Vader e Leia impugnasse la pistola di Han Solo]
Vi piace la sua locandina?
Be', alla Lucasfilm no, reputò la versione A troppo cupa.
Così contattarono due artisti, due fratelli gemelli, la cui più grande ambizione era diventare animatori della Disney, e seppur non ci siano mai riusciti, il loro stile fu molto influenzato dalle opere della casa del Topo.
Tim e Greg Hildebrandt erano quindi le persone più adatte per togliere "cupezza" al lavoro di Jung, e diedero vita alla versione B.
Ci si stava avvicinando al risultato finale, le locandine erano tutte epiche, accattivanti e facevano percepire il giusto "mood".
Ma c'era un problema.
Sebbene, come già detto, l'opera sarebbe stata principalmente rivolta a fan dei fumetti, Guerre Stellari sarebbe stato un film, con degli attori, coi quali gli spettatori avrebbero dovuto in qualche modo empatizzare.
Me nelle locandine fino ad allora prodotte i personaggi non somigliavano affatto agli attori, andava ultimata la transizione da fumetto a opera cinematografica.
Un incarico che spettò a Tom Chantrell.
A differenza degli artisti precedenti, a lui fu concesso molto più tempo, materiale e, più importante di tutto, la visione in anteprima del film.
Quei privilegi furono decisamente d'aiuto.
La versione C era perfetta, c'era tutto: il cattivo enorme e inquietante sullo sfondo (spaziale) a sovrastare tutti con accanto la Morte Nera, i protagonisti al centro, droidi, alieni pelosi, navicelle spaziali, armi laser ed esplosioni.
Forse oggi non si può capire la "potenza" di una locandina del genere, specie dopo che nel #01 ho parlato di questo stile senza troppa ammirazione evidenziando quanto ne abbiano abusato negli ultimi anni, ma non dimentichiamoci che qui si parla del 1977.
Giudizio opposto che a mio avviso merita il teaser poster del film.
Voglio dire, nasceva sì il font iconico del film, si leggeva l'intro altrettanto iconica, ma non so quanto hype mi avrebbe suscitato all'epoca.
La transizione fumetto-cinema, invece, fu praticamente evitata nella locandina italiana.
Fu realizzata da Michelangelo Papuzza che molto probabilmente, come gli altri artisti, non ebbe accesso al cast e al loro aspetto.
Poco più di un anno dopo, il film fu proiettato nuovamente e serviva un nuovo poster.
La 20th Century Fox contattò Charles White III, che però non si sentiva troppo a suo agio con i ritratti.
Per coprire questa sua carenza, Charles contattò Drew Struzan (tra l'altro autore della locandina de La Vendetta dello Jedi ndr) e a quattro mani arrivarono alla versione D, per molti nota come il "circus poster".
Come già vi accennai nel #02, Drew Struzan è un genio.
Guardate la versione D, ad esempio.
Brillante, no? Una locandina nella locandina, una simulazione di una sorta di bacheca in legno con su poster e frammenti di altri manifesti.
Be', nasce da un errore d'impaginazione.
Il poster era praticamente pronto, ma non era rimasto più spazio per diverse informazioni piuttosto importanti.
Così hanno rimpicciolito la locandina, aggiunto le scritte mancanti sotto, Obi-Wan a sinistra, et voilà.
Bene, congratulazioni a chi è arrivato fin qui senza addormentarsi, ma come avrete intuito, era solo il primo film.
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Siamo nel 1980 e, come per l'Episodio IV, diversi artisti furono contattati per la "missione".
Uno di essi fu Roger Kastel, un grande artista a mio avviso non sfruttato abbastanza dal cinema, ricordato principalmente per la locandina de Lo Squalo e appunto Star Wars.
Il fotorealismo qui è di un altro livello, viene dato maggior risalto alla coppia Han-Leia, mentre il tauntaun cavalcato da Luke e quella sorta di stalagmiti di ghiaccio nella parte inferiore del poster, la localizzano con discrezione su Hoth, per ovvie ragioni.
In alto, nel cielo/spazio, il solito Vader minacciosamente inquietante.
Fu anche data una seconda chance a Tom Jung che, avendo probabilmente visto il primo film, questa volta non disegnò personaggi generici.
Mantenne il principio di Chantrell, ovvero l'agglomerato di personaggi, dando priorità a Darth Vader e sfruttando il nero del suo mantello per una doppia esposizione che mostra uno squarcio verso lo spazio profondo.
Versione che senza troppa passione che con qualche lieve e pigra modifica diede vita alla locandina italiana.
Siamo arrivati al 1983, la questione "Vendetta dello Jedi" l'avete già letta così come avete già visto la locandina di Struzan, ma per completezza ecco i suoi bozzetti.
Per il terzo film è stato coinvolto un altro grande artista, Josh Kirby, autore, tra le tante cose, delle copertine della collana Mondo Disco di Terry Pratchett.
Creò due versioni, orizzontali, una con qualche elemento in più (e un'espressione di Luke Skywalker tra lo stanco e l'ingrifato)
Fu anche il turno di Tim Reamer, artista del quale oggi non si trova molto, ma capace, all'epoca, di creare una locandina abbastanza suggestiva e decisamente diversa dagli stili finora ricercati e raggiunti, ma in qualche modo fedele allo "spirito" di Star Wars.
Oltre a quello dello Jedi abbiamo anche il ritorno di Tom Jung, con una locandina che forse eccede in semplicità.
Una sorta di foto di famiglia che fluttua nello spazio con in sfondo la Morte Nera che (spoilerando un pochetto) esplode.
[Non so, credo che Jung potesse fare di meglio.]
Anche l'artista nipponico Kazuhiko Sano fu interpellato, e la versione italiana della locandina de Il ritorno dello Jedi sfrutta la sua illustrazione, con l'unica e ovvia differenza del titolo tradotto.
Oltre a lui, anche il suo connazionale Noriyoshi Ohrai ebbe voce in capitolo, autore, negli anni a venire, di innumerevoli locandine di diversi film con protagonista Godzilla.
E si conclude così la prima trilogia.
Anzi no. Prima di passare alla fase della saga che in molti non apprezzano, dobbiamo fermarci al 1997.
In quell'anno la prima trilogia fu proiettata nuovamente nelle sale, con contenuti extra e scene rivisitate.
Per le locandine fu richiamato Drew Struzan che - a mio avviso, ma sono di parte - fece un signor lavoro: come sarebbe giusto che fosse per una trilogia, creò una singola locandina divisa in tre parti e poi le scisse.
Tant'è che pure senza titoli, credits e quant'altro, il trio riunito fa la sua gran bella figura.
[Poster unico venduto a circa 1500$]
E ultima, prometto, la triade di locandine celebrative disegnate da Matt Busch, con uno stile molto fedele a quello di Druzan.
Sono piuttosto rare e non proprio economiche.
La trilogia che non esiste
Anche dal punto di vista della promozione questa seconda trilogia ha portato un grande cambiamento alla "tradizione".
Da una parte abbiamo, di nuovo, Drew Struzan che la tiene viva e dà una continuità artistica ai tre poster creati pochi anni prima per l'edizione speciale.
Anche se per i titoli sono stati usati dei font apparentemente a caso che nulla hanno a che fare col franchise, ma ne parlerò alla fine.
Dall'altra abbiamo, per la prima volta, il coinvolgimento di un'agenzia, la New Wave Creative.
Lungi da me dire qualunque cosa negativa su di loro, ma appunto è un'agenzia, quindi già si perdono intimità e poesia, i meriti non andranno a Tizio, Caio o Sempronio, ma al collettivo.
Anche per questo affronterò la seguente trilogia come blocco unico, come potrei approfondire?
Vi linko l'indirizzo dell'azienda su Google Maps? Vi riporto la partita IVA?
Oltre a ciò, lo stile è stato stravolto, a partire dall'abbandono del disegno.
Non lo dichiaro per forza un peggioramento, come dico sempre quello è soggettivo, ma si è evidentemente adattato al mercato e ai suoi tempi.
Prendiamo, ad esempio, il famosissimo teaser poster de La minaccia fantasma.
Cosa si può dire contro questa locandina? Nulla.
Semplicissima, riesce comunque a raccontare tre film in una volta.
Certo, vive di rendita sulle spalle della precedente trilogia, che ha portato dove ha portato un certo Darth Vader, senza di essa sarebbe stata una locandina anonima, specie per la fase "teaser".
Invece ha tutto ciò che deve avere: ci mostra un bambino biondo, solo, innocente, tranquillo, testa bassa come a mostrare una certa introversione, e poi l'ombra, con la sagoma di uno dei più grandi villain della storia del cinema, fattori che portano il nostro cervello a chiedersi cosa sia successo affinché un'evoluzione simile accadesse.
Eppure vi pongo una semplice domanda: trovate abbia qualcosa a che fare con le locandine precedenti?
A prescindere dalla vostra risposta, per L'attacco dei cloni non seppero inventarsi niente di quel livello.
Il teaser poster, in questo caso fu piuttosto banale.
Anakin e Padmé schiena contro schiena e una citazione sui Jedi.
Praticamente la locandina di Prima ti sposo poi ti rovino.
Inoltre si opta per la tinta unita di sfondo, ma la si rende anomala con quei due "globi luminosi" dietro ai due personaggi.
Per non parlare del raggio luminoso a sinistra che dovrebbe/potrebbe essere una spada laser, ma è troppo lunga, arancione, in una posizione che brucerebbe Anakin e non proietta alcuna luce sul soggetto.
Ce ne fu anche una apposita per promuovere l'esperienza IMAX.
Torna il disegno, ben realizzato, ma abbiamo due elementi che il mio cervello non riesce a far cozzare troppo con l'universo Star Wars.
Il primo è il riferimento agli USA con monumenti vari ai piedi di un gigantesco Yoda, a quel punto perché non metterlo a cavallo di un Harley Davidson o a bordo di una Chevrolet Corvette del 1954?
Il secondo è l'allusione sessuale del "le dimensioni non contano".
Che han pure messo nello stile della parlata di Yoda, come se questo la facesse calzare meglio al contesto.
Per la locandina teaser de La vendetta dei Sith si provò a ripercorrere la strada di quella col piccolo Anakin, con un risultato a mio avviso goffo e (se come il sottoscritto si hanno tratti di disturbo ossessivo compulsivo) fastidioso, perdendo il conto di quanti bordi destri ha quel mantello e notando la strana forma dell'occhio di Vader.
C'era pure una seconda locandina teaser, totalmente diversa e con direttamente lo scontro finale tra Anakin e Obi-Wan in mezzo a lapilli di lava.
Alla faccia del "teaser".
Per l'ultimo film della tanto odiata trilogia, la saga vede per la prima volta dei character poster, sempre della New Wave Creative, che hanno molto senso per un'epopea simile.
Ma sono state evidentemente scoperte tardi.
Di nuovo, niente di eccezionale e piuttosto conforme al poster personaggio medio, un colore predominante e una sfocatura per dare dinamicità al quadro, cosa che penso e spero all'epoca fosse ben più efficace di ora.
Che poi onestamente non era proprio la prima volta, per La minaccia fantasma i francesi c'erano già arrivati, ma...
...Jar Jar Binks.
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Star Wars - Il Risveglio della Forza
Ci siamo, è l'ora della nuova nuova trilogia, e se pensate che l'articolo stia per finire dato che mancano "solo" 4 film, vi sbagliate piuttosto abbondantemente: è il 2015 e le strategie di marketing sono molto più "feroci" di prima.
La buona notizia è che si è strizzato l'occhio al passato, con una maggior fedeltà al passato remoto.
La brutta notizia è che Drew Struzan intanto è andato in pensione, e accettò solo di fare un teaser poster in edizione limitata disponibile solo per i fan al D23 Expo del 2015.
Vi chiedete se è rara e costosa?
No dai, si trova online a poco.
Il poster ufficiale fu affidato ad un'agenzia, la LA, un gigante in questo settore.
Sue ad oggi le locandine dei cinecomic Avengers Endgame, Black Panther, Captain Marvel, dei live action Disney Dumbo, Aladdin e Il Re Leone, delle serie TV Sharp Objects, Westworld e potrei continuare, ma stavamo parlando di Star Wars (quindi concludo legittimamente l'elenco con The Mandalorian, sì, sono loro pure le sue locandine).
La locandina è un chiaro omaggio a quelle del passato.
La composizione è molto geometrica, una divisione verticale crea due aree perfettamente uguali, una rossa e una blu, il male e il bene, il Lato Oscuro e la Forza.
L'agglomerato di personaggi è ancora più caotico di un tempo, una dozzina di personaggi principali, una trentina di stormtrooper e otto mezzi spaziali vari, il tutto condito da esplosioni e laser.
Manca però il disegno.
La composizione è, o almeno sembra, un collage di foto, non è genuina come un tempo.
E la "potenza" di cui parlavo prima riguardo la locandina di Chantrell, è diminuita drasticamente.
La reputo comunque ottima, ma al tempo stesso "la locandina giusta nell'epoca sbagliata", per via del già citato abuso di questo stile.
Vi sento.
"Ma non sono più gli anni '70 o '80, ci sta una modernizzazione, ci sta che le locandine non siano ancora disegnate a mano".
E sapete cosa? Avete ragione.
Ma vi smentisco.
Esistono i compromessi.
Questi sono i tre IMAX poster realizzati da Dan Mumford.
Personalmente adoro il suo stile e ogni suo lavoro.
Non ha nulla a che vedere con la mano di Struzan, ma unendo il suo stile alle composizioni e strutture classiche (gli agglomerati ndr) a mio avviso sarebbe venuto fuori un ottimo lavoro, una sorta di passaggio di consegne tra il ritirato Struzan e il giovane Mumford, la giusta e forse doverosa modernizzazione che quei poster necessitavano.
Ma niente.
Un'interessante novità possono considerarsi i character poster orizzontali.
Novità per il franchise ovviamente, non è stato inventato nulla, anche la prima locandina della storia era orizzontale.
Ovviamente non mancavano i character poster classici.
Carina l'idea dell'arma che copre mezza faccia, ma niente di eclatante e per Leia sono andati un po' in crisi.
Mi ero posto il dubbio se inserire o meno gli spin-off, poi mi son detto che nel migliore dei casi il 99% dei lettori ha smesso di leggere al poster francese con Jar Jar, quindi perché no?
Sarò tuttavia rapidissimo.
Teaser poster alla LA, poster principale e locandine personaggi alla B O N D, altro gigante del settore.
Anche qui c'è, almeno nella locandina principale, fedeltà col passato, innovative (per il franchise) le tonalità utilizzate (ma anch'esse abusate come mostrato nel #01) e particolare l'idea di proiettare in faccia alla gente i progetti della Morte Nera.
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Per il secondo film della nuova nuova trilogia avranno mantenuto una continuità stilistica, giusto?
No.
Come per lo spin-off, alla LA è stato affidato il teaser poster.
Stile appunto diverso da quello di Episodio VII, ma ha un paio di richiami al passato: la cornice bianca e quella luce della spada laser molto simile al disegno di Tom Jung di qualche decennio prima.
Leitmotiv: il contrasto rosso/bianco.
Di nuovo, come per Rogue One, è stata la B O N D a occuparsi della locandina principale.
Riecco il caro vecchio agglomerato, che crea un minimo legame con il passato ma appunto nulla a che vedere (per quanto concerne lo stile, non la qualità) con quella de Il Risveglio della Forza.
Per le locandine dei personaggi la LA ha adottato uno stile un po' grunge, con un risultato tutto sommato piacevole ma un pelo monotono.
Ok, tecnicamente è bitono.
E Rey sembra Cappuccetto Rosso.
Dopodiché, e al diavolo il leitmotiv, abbiamo questi diciassette poster disegnati dalla InSync Plus.
Personalmente li apprezzo, ma credo sia perché mi ricordano i quadernoni dell'Esselunga di quando andavo alle elementari.
Per il resto, soggetti a parte, non ci vedo troppa affinità con Star Wars.
Anzi.
Per mia immensa gioia però, e spero anche vostra, il buon Dan Mumford ha lasciato la sua impronta anche su questo film, con non tre ma ben quattro locandine.
Solo - A Star Wars Story
Premesso che questo film devo ancora vederlo, mi piace il lavoro che è stato fatto sulle locandine.
Ci ha pensato un altro gigante ancora, la BLT Communications, autrice in passato di locandine "mainstream" ma anche di diversi poster piuttosto pregevoli.
Come capita piuttosto spesso, per Solo sono stati piuttosto coraggiosi, intraprendendo una strada artistica distantissima da qualunque stile finora visto per Star Wars.
Per uno spin-off, in quanto tale, osare lo trovo più comprensibile.
Per questo, seppur di Star Wars abbia poco o nulla, fra questo approccio e quello per Rogue One, preferisco il primo.
Per rappresentare graficamente il concetto di "western spaziale" è stato scelto un contrasto fra un effetto carta antica, a tratti rovinata, e colori vivaci, e per i soggetti si ha un effetto disegno vecchio stile.
Parlo di "effetto" perché sono sicuro al 92% che siano foto manipolate fino a farle sembrare disegni e non disegni veri e propri, ma il risultato funziona.
Star Wars - The Rise of Skywalker
Del terzo ed ultimo capitolo della nuova nuova trilogia, ovvero l'Episodio IX, abbiamo solo un teaser poster conforme a quelli di Episodio VII ed Episodio VIII.
Be', quasi.
Come potete vedere - con, apparentemente, l'unico scopo di infastidire me e tutti coloro con problemi analoghi ai miei - il titolo non è allineato come gli altri due e "december" (lui sì perfettamente allineato) è pieno anziché avere solo il bordo tracciato.
Il mio rapporto con The Rise of Skywalker non inizia nel migliore dei modi.
Ma chi vivrà vedrà, no?
Chiusura con i font per gli interessati.
Il font del titolo classico non esisterebbe, all'epoca furono disegnate solo le lettere necessarie.
Oggi però abbiamo comunque qualche font praticamente uguale, come lo Star Jedi o l'SF Distant Galaxy.
Una variante interessante è anche il Death Star.
Invece il font dei sottotitoli degli ultimi film, quelli fra le scritte Star e Wars, è l'ITC Serif Gothic.
Come accennato quando ho parlato della "trilogia che non esiste", la scelta dei font per questi film non l'ho capita.
Le scritte "EPISODIO I-II-III" sono in Trajan Pro Bold.
Il Trajan.
In tributo all'imperatore romano Traiano, è un font ispirato fortemente, per fare un esempio, alle scritte SPQR sparse per Roma.
Per Star Wars.
Un font simile scelto anche per Rogue One.
E per la cronaca, il Trajan modificato è il font del titolo di Game of Thrones.
Così, per dire.
I sottotitoli invece sono in Old King Regular, altro font che non vedo sposarsi né con lo stile del franchise in sé, né con una qualsiasi storia ambientata nello spazio.
Basta, ho finito davvero, che la Forza sia con voi che siete arrivati a leggere fino a qui (ai quali ricordo, in un modo che dopo 6 episodi comincia ad essere irritante, che non è colpa mia ma di Auzolle), e concludo con una gallery di locandine estere di Star Wars, alcune talmente folli da essere affascinanti.