Hey,Doc!



#TuttaColpaDiAuzolle
Non è stato facile capire e scegliere da quale locandina iniziare una rubrica su di esse. Prendo in esame quella del mio film preferito? Quella del vostro film preferito? Inizio provocatorio con un film trash? O con un campione di incassi (no, spesso non coincidono, giuro)? Ma la risposta in realtà era facile e obbligata: parto dalla prima locandina della storia.
Da qui il nome della rubrica, che ahimè sembra una per niente originale citazione a un cantante che non mi piace, un film che al 99% non mi piace (non l'ho visto) o un libro che non ho letto, ma non è così.
Cioè non è così per la parte delle citazioni, la parte della non-originalità credo sia inconfutabilmente oggettiva.
Ma sorvolando sulla mia incapacità di dare nomi decenti alle cose, sicuramente saprete tutti che la prima proiezione pubblica di un film avvenne il 28 dicembre del 1895 al Salon Indien du Grand Café presso il Boulevard des Capucines di Parigi e consistette in 10 cortometraggi dalla durata complessiva di una ventina di minuti, firmati Auguste e Louis Lumière, ovviamente.
Ma nonostante quella fosse la nascita di un'arte che nel secolo successivo sarebbe diventata la passione di un'infinità di persone, nonché la solida base di questo stesso sito, l'evento fu piuttosto un flop.
Il proiettore era poggiato su una scala puntato verso quello che poteva essere un lenzuolo bianco, inoltre era stato preparato un centinaio di sedie ma a stento si raggiunsero i trenta spettatori i quali, per ovvie e giustificabili ragioni, ebbero reazioni che andavano dallo scettico shock alla vera e propria paura.
La stampa ignorò totalmente gli inviti all'evento.
Dopo la proiezione si parlò di "magia", "trucchi", un gentiluomo si lamentò definendo ingiusto prendere in giro il pubblico in quel modo.
Ma appunto, come ho detto lo saprete tutti e io sto divagando, devo parlare di locandine!
Quella che vedete qui sopra fu la locandina dell'evento.
Non fu letteralmente la prima locandina nella storia del cinema, ce ne furono altre tra cui una del grandissimo Jules Chéret (ne parlerò più avanti) che però raffigurava una giovane ragazza che esibiva gli orari delle proiezioni delle pellicole.
Questo a volte crea confusione e fa erroneamente attribuire a lui la paternità della locandina per i Lumière, che in realtà appartiene a Marcellin Auzolle, che fu il primo in assoluto a creare un poster per un singolo film (a differenza di Chéret).
Ma non solo, fu anche il primo a inserire la scena di un film in essa.
"Quale film?" direte voi giustamente, non essendoci nessun titolo.
Il film, anzi il corto, era uno dei dieci proiettati all'evento, ovvero L'innaffiatore innaffiato (L'arroseur arrosé).
Oltre a quello le informazioni sulle pellicole erano assenti.
L'enfasi era ovviamente sul cinématographe dei Lumiere. In basso a sinistra si legge il nome e l'indirizzo della stamperia (E.Pichot Imp. 54, Rue de Clichy Paris) e dalla parte opposta leggiamo dessin déposé, disegno registrato.
E una firma molto discreta dello stesso Auzolle.
L'artista decise di incentrare la locandina su un qualcosa che dalle locandine è scomparso subito, mentre dalla vita delle persone molto più lentamente e seppur oggi sia ancora presente, la sua necessità è ancora oggetto di discussione: parlo della cosiddetta "esperienza cinema".
Il soggetto della locandina sono le persone e le loro sensazioni, sono tutte sorridenti, meravigliate, le mani aperte dalla sorpresa, un gendarme viene meno all'integrità del suo ruolo e si lascia trasportare dalla proiezione, il bambino vestito d'azzurro quasi si alza sulla sedia e, da non trascurare, sono tutte persone dalla notevole eleganza, perché sin dalla notte dei tempi, si sa, "l'erba dei ricchi è sempre più verde".
[L'innaffiatore innaffiato (L'arroseur arrosè), il corto raffigurato nella locandina di Auzolle]
Nonostante la scarsa affluenza e lo snobismo della stampa, pochi giorni dopo la notizia della proiezione era su tutti i giornali e all'inizio dell'anno successivo (1896) fu organizzata un'altra proiezione e in due giorni 2000-2500 persone pagarono un franco a testa per guardare la magia dei Lumière.
Per la locandina si fece un piccolo passo indietro (niente più riferimenti al film), ma si rimase concentrati sull'esperienza cinema.
Ci si sposta addirittura fuori, all'entrata dal Salon Indien con una ressa di gentiluomini e donne e un uomo in divisa, probabilmente la maschera del teatro, che a causa del tutto esaurito nega addirittura l'accesso a quello che sembra un prete.
Quindi abbiamo come ingredienti l'atavica attrazione dell'homo sapiens per le folle di persone - dai, chi, come minimo, non si gira a guardare un insolito raggruppamento di più di 10 persone? - più il fattore ricchezza/benessere di prima.
Cambiano anche l'artista (il pittore Henri Brispot) e la litografia (Lith. F.Appel, Paris), ma rimane il focus sul cinématographe dei Lumière.
Cinefact interessante su questa locandina: una sua rarissima versione originale, che se non è un pezzo unico poco ci manca, è stata venduta all'asta, negli anni scorsi, per oltre 180.000€.
Sebbene suonasse come una minaccia, avevo promesso una parentesi su Jules Chéret.
Non approfondirò troppo perché è un sito di cinema e non di grafica, ma vi basti sapere, qualora non fosse già così, che Chéret sta alla grafica come i Lumière stanno al cinema.
Cioè quasi, non ha inventato la grafica, ma è il padre dei poster.
E per farvi capire quanto fosse avanti, vi mostro una sua locandina datata 1900, ma non prima di una breve premessa.
Emile Reynaud, l'anno prima, creò il "teatro ottico", una messa a punto del prassinoscopio, riuscendo per la prima volta a proiettare sequenze più lunghe e non scene casuali, dei corti fondamentalmente, con una trama.
Ecco: Chéret fu autore della prima locandina per la prima proiezione di quel genere.
[La locandina di Jules Chéret, il cui stile lo si ritroverà nei poster dei successivi 40-50 anni]
Per concludere e rassicurarvi, sappiate che i prossimi episodi saranno molto diversi.
Non tutte le locandine hanno tanta storia dietro quindi saranno innanzitutto più brevi, inoltre cercherò di analizzare gli aspetti più variegati, provando a creare una sorta di "enciclopedia della locandina".
Hey,Doc!
Good&Bad
Hey,Doc!
121 commenti
Carlo Dall'Ara
1 anno fa
Un vero spettacolo!!!🔝🔝
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Sirio
1 anno fa
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Il Fulgenzio
1 anno fa
Consigliati sisma.
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Yuri Pennacchi
2 anni fa
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Angela
2 anni fa
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Samuel De Checchi
2 anni fa
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Arianna
2 anni fa
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Matteo Mazzuto
2 anni fa
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Emanuele Farriciello
2 anni fa
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Lu
2 anni fa
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Francesco Rizzari
2 anni fa
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Alessandro Vacca
2 anni fa
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Drugo
2 anni fa
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Morena Falcone
2 anni fa
Grande apertura, davvero, e se penso al potenziale che ha questa rubrica non posso che essere ancora più impaziente dei prossimi articoli!
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Alex Peverengo
2 anni fa
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Giuseppe Abbate
2 anni fa
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Edoardo Raffaele ヅ
2 anni fa
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Francesca Sica
2 anni fa
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Mr Blonde
2 anni fa
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Sara Ferracuti
2 anni fa
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Dav 9000
2 anni fa
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Dalila Croce
2 anni fa
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Lt. Col. Frank Slade
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Daniele Di Battista
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Piero Crea
2 anni fa
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Francesco Cammarota
2 anni fa
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Ambra
2 anni fa
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Daniele Marchese
2 anni fa
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Mells324B21
2 anni fa
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Marco Batelli
2 anni fa
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Antonino Gandolfo
2 anni fa
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Anja xxx
2 anni fa
Grazie per questa perla!
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Melancholia
2 anni fa
La rubrica di prospetta una figata, a seguirò assiduamente.
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Lorenzo Piazza
2 anni fa
Complimenti ☺️
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RustCohle
2 anni fa
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Alessio Trimboli
2 anni fa
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Riccardo Sacchi
2 anni fa
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Andrea Vassalle
2 anni fa
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Barbara G.
2 anni fa
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Adriano Meis
2 anni fa
Siamo in molti ad aspettarla con ansia!
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ZERO
2 anni fa
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Luckyboy
2 anni fa
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caponinja
2 anni fa
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Yuri Palamini
2 anni fa
Non so se ci vada la pancetta o il guanciale nella Carbonara, ma sicuramente ci vuole il Drenny nel Cinefacts.it 😉
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Elia Tron
2 anni fa
Anche si approfondisse di più l'aspetto grafico oltre a quello cinematografico non mi dispiacerebbe, anzi!
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Eleonora Bisogni
2 anni fa
Sono interessanti, aprono uno scorcio anche sul panorama pittorico/fotografico in cui il film è uscito e hanno da sempre un forte impatto sulla nostra immaginazione.
Facci capire come la loro grafica le può rendere iconiche o banali, è intrigante.
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Rossella D'Introno
2 anni fa
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Baxter
2 anni fa
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Lasirenadelmississippi
2 anni fa
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Claudio Serena
2 anni fa
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The_Watcher_TV
2 anni fa
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BubbleGyal
2 anni fa
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Joe Vanni
2 anni fa
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Simone Frabetti
2 anni fa
C'è un piccolo errore: dopo il video del cortometraggio si fa riferimento alla seconda proiezione, ma la data segnata è 1986.
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Arthur Fleck
2 anni fa
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Anacrusi
2 anni fa
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Manuel Bestetti
2 anni fa
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Eugenio
2 anni fa
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Nicolò Murru
2 anni fa
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stefano marino
2 anni fa
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Valeriano Fatica
2 anni fa
Invece approfondisci, a me farebbe piacere, soprattutto se ci infili dentro anche la composizione e i trucchi per creare una grafica funzionale :)
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Il Cionco
2 anni fa
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Sara Genovesi
2 anni fa
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Tommaso
2 anni fa
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Kelevra
2 anni fa
Il mondo che ruota attorno alle locandine dei poster è spesso sottovalutato dai fruitori, ma ha un importanza incredibile. E' forse più importante e complicato anche del trailer stesso, dato che deve "acchiappare" lo spettatore con uno sguardo, non ha la possibilità di svilupparsi con audio/video.
Spero tantissimo che nel tempo svilupperai l'argomento della costruzione grafica per generi delle locandine 😍
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Simone Antonino
2 anni fa
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Riccardo Cappelletti
2 anni fa
Ah e comunque meno pancetta nella carbonara, ma più Drenny in Cinefacts.it ❤️
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George Nadir
2 anni fa
Le locandine, se fatte bene, sono una forma d'arte e utili ad attrarre pubblico al film in questione. Mi fa piacere che se ne parli e seguirò con piacere la rubrica.
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Gigi Dag
2 anni fa
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Fabrizio Cassandro
2 anni fa
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