#Good&Bad
Se dovessimo identificare un nome che negli ultimi anni è divenuto sinonimo di qualità indiscutibile dei prodotti a cui è stato affiancato non potremmo che citare quello di Olivia Colman.
Prima di vederla brillare sul piccolo e grande schermo, però, questa meravigliosa attrice britannica è stata a lungo dramaticamente sottoutilizzata, ricoprendo spesso piccoli ruoli di contorno.
[Come spesso avviene per i grandi attori britannici, anche Olivia Colman è una magnifica interprete teatrale]
L'esplosione di Olivia Colman è stata rapida e inarrestabile, ma non si può certo dire che la sua parabola di carriera sia stata fulminante e convenzionale.
Eppure, la giovane Sarah Caroline Colman - già: "Olivia Colman" è un nome nato in seguito - ha iniziato ben presto a recitare: quando aveva soli 16 anni e frequentava la scuola privata Norwich High School for Girls, ottenendo il ruolo di Jean Brodie nello spettacolo The Prime of Miss Jean Brodie.
Malgrado la sua passione precoce, però, quando fu il momento di scegliere come completare gli studi, decise di proseguire la sua educazione superiore studiando Scienze della Formazione Primaria all'Homerton College di Cambridge.
Dopo un semestre si iscrisse al Bristol Old Vic Theatre School, scuola in cui si laureerà nel 1999.
[Bruiser è stata la prima produzione televisiva a cui Olivia Colman ha affiancato stabilmente il suo nome]
Nel frattempo, complice una comparsata nella serie TV The World, aveva anche scelto il suo nome d'arte, grazie a una sorta di riedizione in salsa britannica dell'ormai celebre caso di Michael Keaton.
Al sindacato degli attori inglesi, Equity, risultava già iscritta una Sarah Colman.
Scelse dunque il nome d'arte di Olivia Colman in onore di una sua amica dei tempi dell'università, come rivelerà nel 2013 al The Independent:
"Adoravo il suo nome. Io, poi, non sono mai stata chiamata Sarah.
Tutti mi chiamavano per soprannome, Colly.
Quindi non mi sembrava così terribile rinunciare al mio nome."
Da quel momento in poi inizierà un suo lungo peregrinare tra tanti piccoli ruoli in varie serie TV come Bruiser, The Mitchell and Webb Situation, The Office UK e Holby City.
[Peep Show ha sicuramente giocato un ruolo enorme per la notorietà di Olivia Colman]
Solo nel 2003 arriva il primo ruolo davvero stabile della sua carriera: quello di Sophie Chapman in Peep Show, serie in cui reciterà accanto a David Mitchell e Robert Webb, conosciuti ai tempi dell'università.
Nel frattempo una sempre più conosciuta Olivia Colman compie il suo debutto nel Cinema: recita in Zemanovaload di Jayson Rothwell e Confetti di Debbie Isitt, anche se il primo grande film della sua carriera è chiaramente Hot Fuzz di Edgar Wright.
Si moltiplicano, nel mentre, anche i ruoli televisivi: tra il 2004 e il 2009 diventa un personaggio importante in Green Wing, The Time of Your Life, That Mitchell and Webb Look e Beautiful People, non lesinando un gran numero di comparsate estemporanee in altre serie di buon successo.
[Non vi sarete mica dimenticati della divertita follia di Olivia Colman in Hot Fuzz?]
Nel Cinema l'anno della svolta è senza alcun dubbio il 2011, che la vede apparire nello sconvolgente Tirannosauro di Paddy Considine e in The Iron Lady di Phyllida Lloyd, divenendo spalla di due giganti come Peter Mullan e Meryl Streep.
Nel 2012 dà continuità alla sua produzione recitando per Roger Michell in A Royal Weekend e nella serie Twenty Twelve, prima di catapultarsi in un altro biennio denso di successi, quello tra il 2013 e il 2014.
Grazie alla sua grande prova nel ruolo del Sergente Ellie Miller in Broadchurch, Olivia Colman vince il suo primo BAFTA.
Praticamente in contemporanea fornisce la performance della definitiva consacrazione diretta da un regista chiave della sua carriera come Yorgos Lanthimos.
[Alzi la mano chi non ha odiato Olivia Colman in The Lobster]
Il suo respingente ruolo in The Lobster, che fa seguito alla sua magnifica prova vocale in Locke, rappresenta un indizio ormai inequivocabile di una maturità ormai pienamente raggiunta e pronta a essere espressa.
Nel 2016 diventa perfetta nemesi di Phoebe Waller-Bridge in Fleabag e, soprattutto, strega il mondo con la sua grande prova fornita in The Night Manager, che le vale il suo primo Golden Globe come Migliore Attrice non Protagonista in una Serie.
Dopo essere stata una dei volti noti del nutrito cast di Assassinio sull'Orient Express e aver preso parte a I Miserabili, Olvia Colman è riuscita a consegnare alla Storia del Cinema una prova di quelle che vengono definite For the Ages, interpretando la Regina Anna ne La Favorita.
[Olivia Colman ne La Favorita: una prova indimenticabile]
La lista di premi vinti per la sua seconda prova sotto la direzione del regista greco è da brividi: Coppa Volpi alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Golden Globe, BAFTA, e Premio Oscar.
Un trionfo leggendario.
L'anno successivo decide di bissare il successo impersonando un'altra monarca e divenendo la Regina Elisabetta II in The Crown, ruolo che le varrà due Screen Actors Guild Awards, un Emmy, due BAFTA e un Golden Globe.
Impressionante.
Il successo però non l'ha portata a fermarsi, anzi.
[Il trailer internazionale de La figlia oscura, film di Maggie Gyllenhaal che è valso a Olivia Colman l'ennesima cascata di nomination ai premi più prestigiosi]
Nel 2020 ha duettato in bravura con Anthony Hopkins sul set di un film-rivelazione come The Father e nel 2021 è stata protagonista de La figlia oscura, titolo tra i più attesi nell'imminente stagione dei Premi che già ha cominciato a fruttarle numerose nomination.
Nel mentre, però, non ha di certo scordato la TV, anzi: è stata protagonista assieme a David Thewlis di Landscapers - Un crimine quasi perfetto, sceneggiato dal suo stesso marito Ed Sinclair.
Tra il 2020 e il 2021 si è anche concessa di doppiare un episodio de I Simpson e un successo di animazione come I Mitchell contro le macchine, oltre che di prestare la propria voce anche a Il visionario mondo di Louis Wain e Ron - Un amico fuori programma.
Davvero niente male per un'attrice che comunque ha sempre cercato di restare fedele alle proprie origini teatrali, tornando di tanto in tanto a calcare i palcoscenici, che non ha mai lesinato il proprio impegno nel sociale su temi delicatissimi come la depressione post-parto, la prevenzione delle violenze sessuali e degli abusi, le campagne di ricerca contro le malattie del sangue e tante altre battaglie fondanti dei nostri tempi.
[Olivia Colman è un'attivista: noto è anche il suo supporto a enti come Amnesty International e UNICEF UK, di cui è presidentessa]
Nel suo futuro c'è Wonka, accanto a un altro nome prepotentemente emerso negli ultimi anni: Timothée Chalamet.
Mothering Sunday, altro film che la vede parte di un interessante cast, non ha ancora ricevuto una distribuzione italiana dopo essere stato presentato al Festival del Cinema di Cannes 2021.
Ciò che è certo è che, dopo un'ascesa del genere, non si può che riporre nei suoi prossimi progetti il massimo della fiducia: Olivia Colman è ormai diventata sinonimo di interesse incondizionato!
Qui da noi non hai mai visto fake news, ne siamo certi.
1 commento
Terry Miller
1 anno fa
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