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Sguardi Altrove Women’s International Film Festival: i vincitori!

Vincitori e Premi della 31ᵃ edizione di Sguardi Altrove Women’s International Film Festival

Si è conclusa sabato 23 marzo alla Cineteca Arlecchino di Milano la 31ᵃ edizione di Sguardi Altrove Women’s International Film Festival, con la cerimonia di premiazione condotta da Barbara Tarricone Hamilton alla presenza della direttrice Patrizia Rappazzo e della madrina di SAFF 2024 Francesca Vecchioni.

 

La rassegna dedicata al Cinema e alla creatività femminile ha portato a Milano oltre 60 film da 30 paesi, ospiti internazionali, workshop, performance e momenti di formazione con una programmazione diffusa tra sale cinematografiche e spazi culturali della città: dal quartier generale alla Cineteca Arlecchino, passando per l’Accademia09, il Piccolo Teatro Studio Melato, il Cinema Beltrade e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

Al centro della manifestazione il Corpo delle Donne nelle sue diverse declinazioni e implicazioni sociali, politiche, artistiche e un omaggio speciale alla memoria di Sandra Milo con il film di chiusura Salvatrice. Sandra Milo si racconta di Giorgia Wurth.

 

Nel corso del festival si sono tenute anche le cerimonie di consegna del Premio Le Forme del Cinema, attribuito per l’edizione 2024 alla drammaturga, regista e attrice Emma Dante, all’attrice e regista Valeria Golino e alla produttrice Viola Prestieri.

 

 

 

I premi

 

Il Premio Cinema Donna 2024 assegnato dalla Giuria del concorso internazionale lungometraggi a regia femminile Nuovi Sguardi è andato a Hommage di Shin Su-won con Menzione Speciale per Seven Winters in Tehran di Steffi Niederzoll, Lyd di Rami Younis & Sarah Ema Friedland e Romana Maggiora Vergano, protagonista di Come le tartarughe di Monica Dugo.

Seven Winters in Tehran ha vinto anche il Premio Women Media Italia e il Premio SNCCI-Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.

La Giuria SNCCI ha attribuito inoltre una Menzione Speciale a Lyd e Is There Anybody Out There? di Ella Glendining.

 

Il Premio Il Cinema che Verrà 2024 assegnato dalla Giuria del concorso internazionale cortometraggi a regia femminile Sguardi (S)confinati è andato a The Two Lives of Sepideh di Soha Niasti, con Menzione Speciale per Mon coeur en arrière di Sarah Gouret e per The Last Whining of a Horse that had Dreamt of Becoming a Butterfly di Mahdie Mohammadi.

 

Il Premio del Pubblico del concorso Cinema Italiano Contemporaneo a regia femminile e maschile #FrameItalia è andato a 100 Preludi di Alessandra Pescetta, mentre il Premio del SNGCI - Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani presieduto da Laura Delli Colli è stato assegnato a Punta Sacra di Francesca Mazzoleni, con Menzione Speciale per Corpo a corpo di Maria Iovine.

 

Infine i Premi delle Giurie Giovani del concorso #FrameItalia: la Giuria composta dagli studenti della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti ha decretato vincitore Punta Sacra di Francesca Mazzoleni e assegnato una Menzione Speciale a Devoti Tutti di Bernadette Wegenstein; la Giuria degli studenti dell’Università IULM ha premiato Le ragazze non piangono di Andrea Zuliani con Menzione Speciale per Corpo a corpo di Maria Iovine e per Oltre la valle di Virginia Bellizzi.

 

Nel corso della serata si è tenuta anche la premiazione della prima edizione del workshop Le donne sanno ridere: scrivere commedie al femminile che ha designato come progetto vincitore di un contributo in denaro del valore di 2.000€ Le vie del Signore di Miranda Angeli.

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[Hommage, di Shin Su-won, Premio Cinema Donna 2024 a Sguardi Altrove Women’s International Film Festival]

 

 

Nuovi Sguardi - Concorso internazionale lungometraggi a regia femminile

 

La sezione ha proposto 8 lungometraggi in concorso per il Premio Cinema Donna 2024, il Premio Women Media Italia e il Premio SNCCI - Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. 

 

Premio Cinema Donna 2024 assegnato dalla Giuria ufficiale composta da Mariam Ohanyan (presidente), Francesca Mazzoleni, Stefania Rimini, Andrea Chimento, Leonardo Fuina. 

 

Hommage, di Shin Su-won. 

Con la seguente motivazione: "In modo leggero e spiritoso, questo film è il racconto degli innumerevoli problemi che una regista donna si trova ad affrontare.

È la mancanza del lavoro accompagnata dal profitto scarso, è l’atteggiamento frivolo dei familiari nei confronti della sua professione, è la lotta quotidiana per il diritto di essere chiamata regista, è l’invecchiamento silenzioso e l’oblio, ma soprattutto è il racconto della sua passione per il Cinema che è quello che le dà la forza di vivere".

 

Menzioni Speciali

 

Seven Winters in Tehran, di Steffi Niederzoll 

Con la seguente motivazione: "Il film affronta la cruda e struggente storia della giovane Reyhaneh Jabbari, diciannovenne iraniana che nel 2007 uccise l’uomo che ha tentato di violentarla e per questo motivo venne condannata a morte. 

Grazie al film impariamo a conoscere le leggi sulla punizione e sulla possibilità di perdono di un criminale in Iran, quando l’esecuzione viene eseguita da un rappresentante della famiglia colpita e lui, non lo Stato, ha il diritto di perdonare o meno l’accusato.

Comprendiamo la mancanza di diritti che le donne iraniane devono affrontare e conosciamo da vicino, con rispetto e dolore, il volto di Reyhaneh, i suoi sogni e la forza di sua madre, che fino alla fine ha sperato e combattuto per un perdono".

 

Lyd, di Rami Younis e Sarah Ema Friedland 

Con la seguente motivazione: "Per l’urgenza del racconto, per la capacità di utilizzare immagini tanto suggestive e ben realizzate, quanto capaci di farci riflettere sulle disuguaglianze e le ingiustizie del mondo di oggi. 

Al centro c’è una città che diventa metafora universale di qualcosa di molto più ampio: anche per il suo sguardo cinematografico originale e incisivo allo stesso tempo, una delle menzioni speciali va a Lyd di Rami Younis e Sarah Ema Friedland".  

 

Romana Maggiora Vergano per la sua performance in Come le tartarughe, di Monica Dugo 

Con la seguente motivazione: "Il personaggio di Sveva interpretato dall’attrice Romana Maggiora Vergano è il cuore pulsante di Come le tartarughe.

Sveva è una figura enigmatica, avvolta in un velo di mistero e fascino, che cattura lo spettatore fin dalle prime scene.

È la perfetta incarnazione della fase di ribellione adolescenziale: irritata dai membri della famiglia, estranea alla relazione con il suo fidanzato Luca e dipendente dal cellulare.

Nel film Sveva diventa la nuova donna di casa, facendosi carico di tutte le mansioni domestiche interne ed esterne; non lascia trasparire emozioni riguardo le spiacevoli e bizzarre circostanze, se non una costante e inestinguibile rabbia espressa sul suo volto fino, che alla fine del film viene sostituita dalle lacrime.

Vergano dona al personaggio una profonda umanità, trasmettendo la sua lotta interiore con una delicatezza e una forza straordinarie.

La sua interpretazione aggiunge un livello di profondità emotiva al film, rendendo Sveva una figura indimenticabile che rimarrà impressa nella memoria dello spettatore".

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[Seven Winters in Tehran, di Steffi Niederzoll, Premio Women Media Italia a Sguardi Altrove Women’s International Film Festival]

 

 

Premio Women Media Italia assegnato dalla Giuria composta da Daniela Di Maio, Mattia Cavanna, Monica Ghisleri. 

 

Seven Winters in Tehran, di Steffi Niederzoll  

Con la seguente motivazione: "Un potente documentario che racconta la discesa agli inferi di Reyhanen, una coraggiosa ragazza iraniana che non si piega di fronte alla violenza maschile né a un sistema di potere che discrimina i più deboli. 

Una tragedia raccontata anche attraverso gli occhi carichi di amore e speranza della madre che, insieme a tutta la famiglia, si batte per la sua salvezza appellandosi ai media e l’informazione internazionale come speranza di cambiamento.

Quella speranza è stata disattesa, ma il testimone è stato raccolto da Steffi Niederzoll che con forte capacità registica ed efficacia narrativa è riuscita a rendere vivo e dolorosamente attuale il messaggio di Reyhenen.

La regista raccoglie materiali di diversa provenienza in una storia dall’arco narrativo avvincente, doloroso e di grande ispirazione.

Un documentario necessario per continuare a riflettere sulle violazioni dei diritti umani e sulle conquiste di libertà della nostra società, da non dare mai per scontate.

Come WIFTM Italia siamo onorate di premiare Seven Winters in Tehran nell’ambito del festival Sguardi Altrove, con la volontà di essere un ulteriore anello di questa catena di donne che vuole dare il proprio contributo alla massima diffusione del messaggio e della storia di Reyhenen". 

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Premio SNCCI - Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani assegnato dalla Giuria composta da Alessandra Montesanto, Andrea Caramanna, Ilaria Falcone. 

 

Seven Winters in Tehran, di Steffi Niederzoll  

Con la seguente motivazione: "Con l’utilizzo di materiale video filmato segretamente dalla famiglia della 19enne Reyhaneh, impiccata dopo 7 anni di carcere, le loro testimonianze e il diario scritto da Reyhaneh in carcere, Steffi Niederzoll racconta un fatto privato facendolo diventare universale in quanto si parla della condizione femminile, non solo in Iran, a causa del regime e della mentalità maschilista, ancora vigente nonostante l’apporto dei giovani al cambiamento verso la libertà e i diritti per tutte e per tutti.

Il film invita lucidamente a non distogliere l’attenzione dalle torture nelle galere, dalla distorsione della realtà/verità da parte del regime, ricorda e tramanda la storia di una giovane donna dalla dignità ferrea, diventata simbolo di protesta contro il patriarcato religioso dell’Iran.

Questo film è anche un miracolo di produzione, perché nato dalla collaborazione di tanti soggetti che sono stati necessari e imprescindibili per ricostruire tutte le varie testimonianze e sono rimasti anonimi per tutelare la propria vita".

 

Menzioni Speciali 

 

Lyd, di Rami Younis e Sarah Ema Friedland 

Con la seguente motivazione: "Lo scrittore e attivista palestinese Rami Younis e la regista americana Sarah Ema Friedland fondono generi, documentario, animazione, materiale d’archivio e anche sci-fi, combattono la disinformazione, raccontano con ammirabile grammatica adatta a tutti, traumi e massacri, il passato, il presente e un devastante possibile futuro alternativo, dando personalità a un’antica strada che collegava la Palestina al mondo.

Originale l’inserto a cartoon che spiazza e, proprio per questo, induce alla concentrazione con le immagini, i tratti e i colori, adatto anche a un pubblico giovane che può farsi portavoce di un’analisi che va oltre l’informazione mainstream.
Importante il dialogo tra le generazioni. 

 

La regia e il montaggio della parte dal vero inseriscono lo spettatore direttamente nella situazione; la parte a disegni animati permette di capire anche la differenza tra realtà e “finzione artistica”, per poi rientrare nel Reale forse con maggior consapevolezza. 

Il film che si intitola Lyd non a caso, in quanto la cancellazione della Storia da parte degli oppressori di turno procede proprio attraverso la sparizione di un territorio, laicità che ha cambiato pure nome e adesso si chiama Lod". 

 

Is there anybody out there?, di Ella Glendining 

Con la seguente motivazione: "Si parla del tema della (dis)abilità con delicatezza, ma consapevolezza e senza retorica.

La protagonista e le altre persone riprese si mostrano con grande coraggio, fanno emergere le criticità di un mondo occidentale in cui si deve essere sempre performanti, belli e giovanili. Parlare della disabilità oggi in questo modo è rivoluzionario dal momento che nel film si rifiutano le operazioni chirurgiche di correzione o meglio si mettono nel giusto conto delle varie sofferenze e non certezza di risultati...

Così la questione importante e cruciale diventa l’accettazione dell’unicità di quel corpo “diverso”, ma non meno importante del corpo “normale”. 

Le testimonianze dirette da parte della famiglia sono eccezionali e rendono il film emozionante e gioioso anche di fronte alla cosiddetta “sventura” dei protagonisti. 

 

Il film poi sfata anche il linguaggio, le parole come per esempio “nano”, rivelando che la vera ricchezza dell’umanità è quella di andare oltre le apparenze standard confezionate dal sistema". 

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[The two lives of Sepideh, di Soha Niasti, Premio Il Cinema che Verrà 2024 a Sguardi Altrove Women’s International Film Festival]

 

 

Sguardi (S)confinati - Concorso internazionale cortometraggi a regia femminile

 

La sezione ha proposto 20 cortometraggi in concorso per il Premio Il Cinema che Verrà 2024.

 

Premio Il Cinema che Verrà 2024 assegnato dalla Giuria ufficiale composta da Paola Valeria Jovinelli, Faye Kazantzidou, Patrizia Falcone, Aurora Tamigio, Teo Youssoufian. 

 

The two lives of Sepideh, di Soha Niasti 

Con la seguente motivazione:

"Con eleganza e maturità Soha Niasti si mostra una nuova e interessante voce all’interno del Cinema iraniano. 

Sepideh è una donna che ha da poco avviato la sua attività, quando riceve la notizia che alla tanto detestata madre è stata diagnosticato l’Alzheimer: la storia colpisce per la narrazione efficace ed emotiva, ma mai sopra le righe. 

Con pochi tocchi e in meno di venti minuti, The two lives of Sepideh parla di malattia, punizione e perdono: al centro l’incontro tra una madre e una figlia che, dopo anni da estranee, devono fare i conti con un possibile riavvicinamento, con i rancori che riaffiorano, con i rimpianti e con un'ingombrante frattura tra i rispettivi ricordi".

 

Menzioni Speciali 


Mon cœur en arrière, di Sarah Gouret 

Con la seguente motivazione: "Un dramma che riesce a non essere mai lacrimevole e che, anzi, si concede momenti di umorismo ed episodi divertenti come quello della volpe tassidermizzata. 

A partire dal bizzarro incontro tra la ventisettenne Anastasia e il cinquantaquattrenne Jeff la vicenda procede rapidamente e gli attori offrono interpretazioni lodevoli, nonostante il film faccia rimpiangere una durata più lunga". 

 

The Last Whining of a Horse that had Dreamt of Becoming a Butterfly, di Mahdie Mohammadi  

Con la seguente motivazione: "L’ultimo desiderio di una donna e di suo marito che, con incrollabile dedizione, fa di tutto affinché questo momento di felicità duri il più possibile.

Il film di Mahdie Mohammadi narra la vicenda di Yalda, una donna che prima di morire desidera occuparsi di cavalli selvaggi nel loro habitat naturale, per assaporare un ultimo intenso momento di potenza e di vita che solo il rapporto con questa natura sconfinata può regalarle.

Un corto a nostro avviso splendidamente realizzato, che coglie tutta la bellezza dei momenti rubati alla morte e il valore che questi ultimi conservano, come simbolo della preziosità della vita".

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[Punta Sacra, di Francesca Mazzoleni, Premio SNGCI e Premio della Giuria Giovani a Sguardi Altrove Women’s International Film Festival] 

 

#FRAMEITALIA - Concorso Cinema italiano contemporaneo a regia femminile e maschile

 

La sezione ha proposto 10 film in concorso per il Premio del Pubblico, il Premio SNGCI - Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, il Premio della Giuria Giovani della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti e il Premio della Giuria Giovani dell’Università IULM.

 

Premio del Pubblico 

100 preludi, di Alessandra Pescetta

 

Premio SNGCI - Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani assegnato dalla Giuria composta da Laura Delli Colli (presidente), Fulvia Caprara (vicepresidente), Miriam Mauti, Susanna Rotunno, Stefania Ulivi 

 

Punta Sacra, di Francesca Mazzoleni  

Con la seguente motivazione: "Un racconto che nell’ultimo triangolo di terra alla foce del Tevere fotografa la quotidianità, i desideri, la voglia di riscatto di una comunità speciale che celebra la vita nonostante il degrado, la certezza e la precarietà di un’esistenza sempre al limite.

Tra resilienza e realismo quotidiano il focus su Franca è il filo rosso che lega la speranza e la nostalgia di una famiglia interamente al femminile: donne che resistono ostinatamente perché, nonostante le difficoltà, quella terra continui a essere casa loro e non smettono di sognare un futuro migliore".

 

Menzione Speciale 

 

Corpo a corpo, di Maria Iovine

Con la seguente motivazione: "Come la forza della sopravvivenza di Yoko, paralimpica italiana dopo l’handicap prodotto da una meningite batterica fulminante, abbia trovato la strada per resistere al dolore trovando nell’impegno la forza per superare i suoi stessi limiti.

Nelle cicatrici la sua personale rinascita in un diario fatto di allenamenti massacranti e di resistenza, non solo fisica.

Coraggio e determinazione in una straordinaria lezione di vita".

 

Premio della Giuria Giovani assegnato dagli studenti della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti (Ginevra Zaretti, Alessandro Pace, Sara Bonomi) 

Punta Sacra, di Francesca Mazzoleni 

 

Menzione Speciale 

Devoti Tutti, di Bernadette Wegenstein

 

Premio della Giuria Giovani assegnato dagli studenti dell’Università Iulm (Giulia Impiombato, Cinzia Nava, Davide Negri, Giulia Carniti, Anna Fill):

Le ragazze non piangono, di Andrea Zuliani

 

Menzioni Speciali:

Corpo a corpo, di Maria Iovine

Oltre la valle, di Virginia Bellizzi

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Le donne sanno ridere: scrivere commedie al femminile - Prima edizione

 

Progetto realizzato in collaborazione tra ALMED, Sguardi Altrove e Women in Film, Television & Media Italia, sostenuto da Lombardia Film Commission, con il patrocinio di A.G.I.C.I. - Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti, 100 Autori, CNA Audiovisivo, Lo Scrittoio e WGI - Writers Guild Italia, con l’obiettivo di favorire, valorizzare e sostenere la scrittura e la produzione di audiovisivi di genere comico-umoristico ideati, scritti e diretti da donne.

 

Contributo di 2.000€ assegnato dalla Giuria composta da Emilia Bandel, Irene Magrelli, Erica Negri, Gesualdo Vercio:

Le vie del Signore, di Miranda Angeli 

 

Con la seguente motivazione: "Il progetto realizzato da Miranda Angeli si è distinto per la sua freschezza, presentando personaggi unici e tematiche universali, offrendo spunti interessanti per sviluppi futuri". 

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