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Cannes 2020: niente Festival online anche nella peggiore delle ipotesi

Thierry Fremaux ha confermato che il Festival di Cannes non opterà per un'edizione virtuale se ogni possibilità di tenere un evento fisico dovesserò fallire

Thierry Fremaux è un uomo di solide convinzioni e che non ha mai certamente nascosto quelle che sono le proprie idee riguardo la direzione del festival e anche confrontandosi con l'emergenza Coronavirus è rimasto solidamente ancorato ai pilastri del Festival del Cinema di Cannes negando ogni possibilità di un'edizione digitale.

 

 

"Per quanto riguarda Cannes, per la sua anima, la sua storia, la sua efficenza, è un modello che non funzionerebbe.


Cos'è un festival digitale?

Una competizione digitale?

Dovremmo iniziare a chiedere ai detentori dei diritti se sono d'accordo," ha dichiarato Fremaux a Variety.

 

"I film di Wes Anderson o Paul Verhoeven su un computer?

Scoprire Top Gun 2 o il nuovo Pixar, Soul, in un posto che non è un cinema?

L'uscita di questi film è stata rimandata per essere proiettata sul grande schermo; perché dovremmo volerli mostrare su un dispositivo digitale?" ha detto Fremaux riferendosi ad alcuni dei film previsti per l'edizione di quest'anno.

 

 

[Fremaux e Spike Lee che quest'anno avrebbe dovuto essere presidente di giuria]

 

Fremaux si è sostanzialmente unito al commento di Alberto Barbera rilasciato riguardo la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e che ha fatto sapere come il festival non sia paragonabile al Toronto International Film Festival, i cui piani sembrano essere quelli di optare per un'edizione digitale, e che non è in discussione un'alternativa digitale.


Il Festival di Cannes, al momento, è stato rimandato a giugno o luglio in una data che non è ancora ben specificata e non è ancora detto che avrà effettivamente luogo.

 

"I registi sono spinti dall'idea di mostrare i propri film sul grande schermo per condividerli con altri durante eventi quali i festival e non per lasciare che i loro lavori finiscano sullo schermo di un iPhone," ha aggiunto Fremaux.

 

"Se tutti i festival vengono cancellati, dobbiamo pensare a un modo per mostrare i film per evitare di sprecare l'annata, ma non credo che una precaria e improvvisata edizione alternativa di Cannes o Venezia sarebbe la soluzione."

 

Contestualmente pare che i maggiori titoli vogliosi di entrare a far parte della competizione e delle molteplici selezioni abbiano già inviato il materiale, ma il Festival ha comunque esteso il termine per la registrazione delle opere di oltre un mese e mezzo.

 

La decisione di Fremaux, come le idee di Barbera, hanno perfettamente senso.


Cannes e Venezia hanno scopi e idee di festival completamente opposte rispetto al Toronto International Film Festival, un evento molto più aperto, anche al pubblico, e che cura meno l'industria e la presenza di cast e artisti, essendo anche sprovvisto di una vera e propria competizione.


Due scopi e filosifie diverse che hanno anche problemi ed esigenze e logiche ben diverse.

 

Cosa ne pensate?
Sarà forse necessario, come è accaduto in un passato piuttosto lontano, arrendersi alla cancellazione dei festival?

 

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