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Annunciato il film di Corto Maltese: il regista di Silent Hill alla regia.

Variety ha diffuso la notizia del via alla produzione del lungometraggio dedicato a Corto Maltese.

La notizia che ha fatto tremare, nuovamente, le fondamenta di ogni appassionato di fumetto è arrivata: ci sarà un film di Corto Maltese.  

 

Variety diffonde immediatamente due grossi nomi del cast: Tom Hughes nel ruolo di Corto e Milla Jovovich in uno non ben precisato.

A dirigere il film Christophe Gans, conosciuto per Silent Hill, Il Patto dei Lupi, il film culto Saint Ange ed il film antologico Necronomicon.

La sceneggiatura sarà di William Schneider, il cui curriculum è piuttosto fumoso, ma se qualcuno dovesse saperne più di me, sfogatevi nei commenti in coda all’articolo.  

 

 

 

 


Stando a quanto dichiarato dai produttori, l’intento è quello di creare un franchise che sia forte tanto quanto quello di Indiana Jones, Sherlock Holmes - deboluccio - e Pirati dei Caraibi.

Esempi poco illuminanti, considerando che, esclusa la creatura di Steven Spielberg, uno deve ancora arrivare al terzo capitolo dopo un decennio di storia produttiva e l’altro sembra sia al centro di un’operazione reboot dopo una ripida discesa nel grottesco.  

 

Quanto ci è dato sapere al momento è che Christophe Gans, il regista, sembra un fan del fumetto.

Dichiarazione di rito al pari di quella che esce dalla bocca dei calciatori quando cambiano maglia e sbandierano il fanatismo, nutrito si dall’infanzia, nei confronti dei colori della nuova squadra.

A rendere più credibile il suo statement, è l’anagrafe: il regista è un francese, nazione dove il mito di Corto è molto radicato, ed è classe 1960, quindi parte di una generazione toccata dal mito del marinaio.  

 

Variety aggiunge anche che la storia dovrebbe vedere Corto Maltese impegnato, insieme ad un gruppo ribelle cinese, nell’assalto di un treno russo che trasporta l’oro dell’imperatore Czar Nicolas II.  

Le riprese dovrebbero avere via il prossimo gennaio tra Europa e Cina.  

 

Dopo aver riportato, quanto più pedissequamente possibile, la notizia, mi permetto di azzardare qualche analisi e speculazione.  

 

 

 

 


Chi è Corto Maltese?  

 

Corto Maltese è il personaggio di Hugo Pratt che ha contribuito a rendere la graphic novel quello che è spostando, già sul finire degli anni 60, l’asticella del mezzo.

Insomma, mentre Frank Miller aveva circa 10 anni e gli americani pubblicavano i fumetti dei supereroi Marvel, Hugo Pratt scriveva un personaggio adulto, un gentiluomo di fortuna dalle sfaccettature caratteriali profonde, attorniato da personaggi idiosincratici e complessi, immerso in un universo narrativo reale e fantastico, fatto di storie romantiche, di guerra, di coraggio e dagli sfondi esotici.  

 

Corto Maltese, nato a La Valletta il 10 Luglio del 1887, è figlio di una gitana di Siviglia ed un marinaio Inglese.

Un ragazzo dal carattere particolare, venuto al mondo senza la linea della fortuna e così determinato ad essere unico fautore del suo destino, da usare il rasoio del padre per incidersene una tutta sua.

Anche se non conoscete il personaggio, solo descrivendone le origini potete farvi un'idea del romanticismo che pervade l’opera.

Una maschera davvero difficile da interpretare, un doppio di Hugo Pratt, uomo che ha vissuto la sua vita in giro per il mondo, rendendo i racconti e gli acquerelli delle sue tavole quasi delle memorie romanzate su carta.

 

Quando Corto Maltese è stato toccato da altri, come è avvenuto con i recenti volumi sceneggiati da Juan Díaz Canales, ci siamo trovati di fronte a storie di qualcuno che ha chiaramente amato il personaggio ma non è stato capace di comprenderne la poetica, descrivendo un tizio che si veste da Corto, ma non parla come Corto e non si muove come Corto.  

 

 

 

 


Portare Corto Maltese al cinema, non è mai stata una priorità per Pratt e, quando era in vita, disse che David Bowie era l’unico che avrebbe potuto interpretare il personaggio.

Se volete la mia, aggiungo che Sergio Leone sarebbe stato l’unico in grado di dirigere un adattamento.  

 

Corto Maltese non è un eroe d’azione come Indiana Jones e non si avvicina a Sherlock Holmes e ai Pirati dei Caraibi nemmeno per sbaglio.

Le storie di Corto vivono di dialoghi sopra le righe, beffardi, dal taglio particolarmente poetico, quasi orientale, degli haiku messi in bocca ad imperatori, duchesse, soldati, ribelli, pirati ed assassini.  

 

Il ritmo è quello delle storie epiche di ampio respiro, dove il piano onirico e quello reale convivono, influenzandosi vicendevolmente, dando alla narrazione un ritmo sincopato che ha bisogno di silenzi, di occhi, di suoni e rumori.  

 

Leone era un regista da racconto epico, capace di far parlare le immagini, i suoni, gli sguardi e lo ha dimostrato nella sua trilogia del dollaro, tanto quanto in quell’apertura, magnifica, di C’era una volta il West.

 

“Corto, cosa fai qui fuori?”
“Sto pensando che dovrei decidermi a partire, Venezia mi impigrisce.”

“Venezia è fatta per questo. Vuoi un bicchierino di rosolio?”  

 

Corte Sconta Detta Arcana si apre così, con una serie di scambi di battute surreali tra Bocca Dorata e Corto Maltese, pigri in una corte di Venezia, dove una porta permette di andare e ritornare nel tempo, come nelle fiabe.

Ed è forse questa la storia che la produzione starebbe per utilizzare come prima avventura di Corto e, francamente, tralasciando la cronologia, sembra un ottimo punto di partenza, ma anche uno molto pericoloso.  

 

La messa in scena richiede spazi ampi, silenzi, momenti dove la scena domina completamente la narrazione, segnando una delle avventure più ad ampio respiro ed importanti del marinaio.

La Cina, le lanterne rosse, i vicoli stretti e bui, la folla delle strade di Shanghai, la Siberia, il treno dell’oro, una corsa a perdifiato nella neve, una combattente ribelle, le risaie, le farfalle gialle, e la suadente duchessa.  

 

Per portare in scena quel racconto, per portare Corto Maltese a schermo, serve qualcuno che sappia vivere di messa in scena, di luci, di momenti, di melanconiche atmosfere ed il mio pensiero va a Denis Villeneuve e Taylor Sheridan, al production design di Jack Fisk - pensate a The Revenant -, alla fotografia di Vittorio Storaro - Apocalypse Now, Il Conformista, L'Ultimo Imperatore -.  

 

Eppure, forse, questi elementi non bastano, per quanto rari e grandiosi, poiché per decodificare quei caratteri serve una sensibilità ed un abilità di scrittura non indifferente ed apprezzare il personaggio serve relativamente.

Corto Maltese è un tipo di eroe che difficilmente si può replicare, una maschera drammatica che nasconde i grandi amori, dice poche parole e spesso sa stare zitto e comunicare con gli occhi, con un cazzotto od una minaccia subdola sussurrata come si deve.  

 

Sono cose che si respirano, mood e flow di racconto propri della poetica del regista e mi chiedo se Christophe Gans, un regista che nasce con l’horror, sia in grado di tradurre a schermo un carattere che molti hanno avuto il buon senso di lasciare stare. 

 

Lo stesso Frank Miller, appartenente a una poetica ben diversa, lo ha solamente citato come dovuto omaggio nel suo Il Ritorno de Il Cavaliere Oscuro, inventando il conflitto sull’isola di Corto Maltese; citazione non colta dai suoi contemporanei che, quando la riprendono nelle trasposizioni DC, la cannibalizzano senza nemmeno sapere dove vanno a parare; ringraziamo Tim Burton che nel suo Batman metteva sulle pagine del Time i reportage di Vicky Vale dall'isola di Corto Maltese.  

 

 

 

 


L’unica traduzione riuscita è una serie a cartoni animati, la cui produzione è congiunta tra Rai e Canal Plus, e la realizzazione di un film animato dedicato appunto a Corte Sconta Detta Arcana. Se interessati, guardatela, soprattutto per il bel lavoro di doppiaggio e musiche; Luca Ward presta la voce a Corto e vi assicuro che, una volta entrata nelle orecchie, vi sarà quasi impossibile immaginarne una diversa.  

 

Il pericolo, quando si parla di un carattere con un mito così grande alle spalle, è che la produzione possa fraintendere il cuore della storia e che abbia chiamato alla scrittura una voce priva di personalità, incapace di tradurre la poetica di un autore come Pratt, precursore del suo tempo e così dotato di una vena peculiare da risultare praticamente inimitabile.  

 

I dubbi sulla realizzazione di questa pellicola sono molti, troppi e gli echi della paura suggeriscono mostri quali Dylan Dog - Dead of Night.

 

 

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