Quelle occasioni mancate, quei ricordi che rischiano di sbiadirsi se non rinnovati, quei momenti vissuti che si rifiutano di nascondersi: Past Lives è il delicato e intenso esordio della regista e sceneggiatrice Celine Song.

Past Lives racconta la storia dal 2000 a oggi di Nora (Greta Lee) e Hae (Teo Yoo), due dodicenni amici del cuore in Corea che dovranno separarsi quando lei si trasferirà con la famiglia prima in Canada e poi da sola a New York.

Dopo dodici anni si ritrovano su Facebook e cominciano a “frequentarsi” online, fino a rivedersi di persona dopo altri dodici anni.

Nonostante gli anni e i tanti cambiamenti - Nora si è sposata con uno statunitense - il loro legame sembra non essere mai mutato.

[Il trailer internazionale di Past Lives]

Una storia “semplice” alla base del film che Song dice essere ispirato ad alcune sue esperienze di vita, ma che racchiude in sé un mondo complesso: quello dei rapporti a distanza, non necessariamente amorosi, del passato che prima o poi bussa alla porta insieme ai rimpianti e alle tante domande che ognuno di noi si pone durante la vita. 

In Past Lives ha grande peso anche la riflessione sull’emigrazione e sulla paura di perdere le radici, sul timore di lasciare la propria comfort zone e sulla velocità con cui corre il tempo in questi tempi frenetici e quasi asociali.

Nora e Hae non hanno mai potuto vivere in pieno il loro rapporto, prima perché troppo giovani poi perché distanti e infine perché la vita li ha portati a fare delle scelte individuali che non contemplavano una loro “unione”. 

[Greta Lee, protagonista di Past Lives]

Celine Song dichiara il suo amore sia per i personaggi sia per un genere, il melò, spesso relegato erroneamente a un pubblico di riferimento femminile, dimostrando invece che, se si racconta con sincerità e umiltà, ogni storia diventa universale.

Esemplare in tal senso l’inizio di Past Lives, dove i due protagonisti sono al bancone di un bar assieme al marito di Nora mentre due voci fuoricampo ipotizzano la relazione che lega le tre figure: è lo spettatore che si interroga e si interrogherà, man mano che la pellicola procede, sulla vera natura dei rapporti dei personaggi e dichiara il suo diritto a guardare. 

Nora e Hae si sono veramente detti tutto?

Sono solo il frutto di una mancata vera conoscenza? Arthur è solo un ripiego per Nora o rappresenta la reale voglia di liberarsi di un passato che non la lascia in pace?

Tutti quesiti che alla fine non vengono risolti ed è questa la dote principale che a mio avviso rende Past Lives un gioiellino ben confezionato. 

Quasi un thriller psicologico, con le porte chiuse nel nostro animo e nel nostro cervello che spesso fatichiamo a spalancare del tutto o a chiudere alle nostre spalle e che tengono in tensione lo spettatore.

La regista aggiunge la crudeltà della casualità e del destino che da imprevedibili diventano anche i fautori delle nostre scelte, in un racconto che non può che far immedesimare lo spettatore.

Alzi la mano chi nella vita non ha mai vissuto una cosa simile, senza rimpianti ma con la consapevolezza che guardare al passato, a volte, può fare male.

Past Lives potrà non sembrare così originale, ma la regia pulita e di mestiere, il montaggio lineare e la scelta di ambientare la vicenda in tre piani temporali lo rendono un film curioso e suggestivo. 

L’epilogo non è speranzoso o stupidamente ovvio, anzi, si schiude in un concetto ben definito: siamo vulnerabili, umani, imprevedibili ed è tutto ciò che ci rende vivi.

Le emozioni ci aiutano in questo e cerchiamo di non frenarle mai.

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