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Boogie Nights - L'altra Hollywood - Recensione: il Cinema che racconta il porno

Paul Thomas Anderson dirige un film sull'industria del porno, sul futuro del Cinema e sull'umanità dietro l'industria del sesso

Paul Thomas Anderson aveva appena compiuto 26 anni quando ha diretto Boogie Nights - L'altra Hollywood, film distribuito nel 1997.

 

Nonostante il talento innegabile del regista di Studio City emerga fin dai primi secondi della pellicola, si percepisce subito un mood, una freschezza, una speranza che può provenire solo dalla mente e dalle mani di un autore così giovane.

 

Boogie Nights - L'altra Hollywood è una discesa panoramica e squisitamente pop nei meandri della pornografia a cavallo tra gli anni '70 e '80, un'occhiata romantica sulle insegne al neon dei locali a luci rosse dove gli outsider di Hollywood reclutano talenti. 

 

[Il trailer di Boogie Nights - L'altra Hollywood]

 

 

Uno di questi talenti è Eddie Adams (Mark Wahlberg), un ragazzino di appena diciassette anni con doti amatorie fuori dal comune, destinato a brillare tra le stelle del firmamento del sesso con il nome di Dirk Diggler.

 

La famiglia di Eddie vuole indirizzarlo a un percorso canonico, è delusa e preoccupata per la sua vita dissoluta, ma il ragazzo ben presto si convince che il suo vero talento risieda nelle sue mutande.

 

 

[Dirk Diggler, il protagonista di Boogie Nights]

 

 

A notarlo sarà Jack Horner (Burt Reynolds), un regista che crede profondamente nella dignità del porno e non vuole rassegnarsi alla mediocrità.

 

Vuole dirigere film per il grande schermo e con un budget adeguato, delle pellicole che non siano soltanto un ausilio per l'atto masturbatorio, ma che abbiano una vera e propria storia.

 

A mezz'aria è sospeso lo spettro dell'amatoriale a buon mercato e il passaggio alla fruizione del porno su videocassetta; il mondo del Cinema in generale sta per virare ma quello del porno sta per sterzare molto più bruscamente in una direzione che, ad oggi ben sappiamo, è senza ritorno.

 

Jack Horner si rifiuta, ma poi è costretto a piegarsi a una rappresentazione del rapporto sessuale sempre più violenta e plastificata, a discapito di una sensualità più naturale.

 

La fine del sogno della New Hollywood o, per meglio dire, la sua trasformazione travolge come uno tsunami anche le periferie del Cinema, quelle più sconce, quelle più scandalose, quelle che tutti fanno finta di non vedere ma in cui ogni tanto vanno a farsi un giro.

 

 

[Jack Horner e i suoi collaboratori sul set]

 

Il giovane Paul Thomas Anderson, ad oggi uno dei più grandi registi americani in vita, esprime il sogno di un Cinema che abbracci ogni genere, un'industria pulsante in ogni sua inclinazione, persino quello a luci rosse.

 

“Il mio obiettivo, il mio sogno, la mia idea è quella di fare un film… con una storia che li risucchi nello schermo.

 

E anche quando si sono svuotati del succo della felicità, restino inchiodati alle poltrone e non riescano a muoversi finché non scoprono come va a finire la storia”

 

È interessante notare come le figure di potere, come quella di Jack Horner in Boogie Nights, subiscano nel corso della filmografia di PTA una prepotente variazione; il regista-padre con la testa brulicante di sogni non può più aver spazio nella macchina del capitalismo americano, macchina che inghiotte e macina sentimenti e che l'autore losangelino ci ha mostrato in più occasioni nel suo Cinema più maturo.

 

Jack Horner e la sua compagna Amber Waves (Julianne Moore) diventano il polo attorno a cui orbitano tutta una serie di freaks, il centro gravitazionale di questa festa - apparentemente - senza fine, i genitori putativi di questi reietti che hanno trovato nell'industria del sesso una famiglia a cui appartenere. 

 

 

[Dirk e la sua nuova madre/amante Amber]

 

Lontani dallo sguardo della società americana puritana vediamo la macchina da presa inseguire i personaggi di questo film corale; il piano sequenza diventa una tecnica funzionale alla narrazione con cui esprimere il legame tra i protagonisti e la vitalità di un mondo trasgressivo e frizzante, in cui ad ogni personaggio sembra vengano assegnati i passi di una coreografia. 

 

Il film omaggia continuamente il Cinema di Robert Altman, a cui Boogie Nights deve l'ispirazione per la struttura corale, e quello di Martin Scorsese.

 

In particolare è palese il riferimento a Quei bravi ragazzi (1990) nella sequenza di apertura, oltre che a un altro film scorsesiano in una delle scene finali: Dirk/Eddie, dopo avere affrontato una serie di peripezie in un mirabolante viaggio dell'(anti)eroe, si rivolge a se stesso di fronte a uno specchio, con atteggiamento nevrotico.

 

[Un paragone tra Boogie Nights e Quei bravi ragazzi]

 

 

Boogie Nights è legato con doppio filo anche a Toro Scatenato (1980).

 

Eddie guarda la sua immagine riflessa e vediamo per la prima volta il mastodontico dono attorno a cui ruota tutto l'impianto metacinematografico a incastro di Boogie Nights- L'altra Hollywood; è inevitabile pensare al monologo di Jack La Motta nel film di Scorsese, un pugile al tramonto della sua carriera. 

 

Lo stesso monologo in Toro Scatenato però non è altro che un omaggio al dialogo di Marlon Brando con suo fratello Charlie in Fronte del porto (1941) di Elia Kazan.

 

[In questo video vediamo il parallelismo tra Boogie Nights- L'altra Hollywood, Toro Scatenato e Fronte del porto]

 

 

Fortunatamente alla giovane stella della pornografia, ispirata a John Holmes, e a tutti coloro che orbitano intorno a lui Paul Thomas Anderson offre un lembo a cui aggrapparsi per risalire le acque torbide in cui è facile affogare quando si vive una vita all'insegna dell'eccesso.

 

Per Rollergirl (Heather Graham), Reed Rothchild (John C. Reilly), Scotti J. (Philip Seymour Hoffman), Buck Swope (Don Cheadle) e gli altri personaggi la possibilità di redimersi viene da più lati, ma soprattutto dall'affetto reciproco. 

 

Il Cinema diventa strumento di catarsi, l'universo sospeso delle possibilità; se da un lato gli eccentrici protagonisti del lato oscuro dell'industria cinematografica meritano una rappresentazione a tutto tondo, dall'altro anche lo spettatore viene rincuorato con la carezza di una speranza limpida e pura, dopo essere stato sballottolato ad alta velocità tra vari generi, registri e stili. 

 

Boogie Nights ci prende per mano e ci trascina tra umori sessuali e sangue, tra cocaina e tribunali, tra musica pop e idromassaggi, senza che emerga mai un giudizio morale di sorta.

 

È il Cinema che racconta il porno, ma è soprattutto il Cinema che racconta ed esalta se stesso. 

 

 

[Rollergirl a una festa in piscina]

 

La vita dei personaggi di Boogie Nights è un girotondo a velocità supersoniche, con le nausee, le cadute, i capogiri e i vari ritorni in pista e Paul Thomas Anderson ci restituisce un'immagine tremendamente umana con cui empatizzare: dietro i corpi del porno ci sono delle persone, con sogni semplici e desideri elementari.

 

Quei corpi così apprezzati nella sfera personale appartengono a delle persone spesso allontanate e ammutolite dalla società, derise e bollate senza possibilità di riscatto.

 

Boogie Nights - L'altra Hollywood permette un riscatto per tutti i Dirk Diggler, tutte le Rollergirl e tutte le Amber Waves limitate a una categoria in una malfamata videoteca di provincia o, ad oggi, di un tag su Pornhub.

 

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