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Peter Sellers: la malinconica vita del comico senza identità

Ci lasciava il 24 luglio 1980 un grandissimo attore, schiavo dei suoi personaggi

Forse la maggioranza degli spettatori identifica Peter Sellers con l'Ispettore Clouseau de La Pantera Rosa; altri magari si ricordano di quel viso per averlo visto in tre ruoli diversi ne Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba, di Stanley Kubrick; altri ancora portano nel cuore Peter Sellers per quel suo stralunato e buffo personaggio di Hrundi Bakshi in Hollywood Party. 

 

 

In ogni caso parliamo di un attore straordinario, che ci ha lasciati il 24 luglio del 1980, quarant'anni fa. 

  

Nato a Portsmouth nel 1925 e scomparso troppo presto a 54 anni per un infarto, Peter Sellers è senza dubbio uno dei più grandi attori che il Cinema abbia visto. 

 

Sellers nacque in una famiglia di artisti di varietà e fece il suo debutto sul palco alla tenera età di appena due settimane: il rapporto con il proscenio e con il pubblico lo avrebbe accompagnato lungo tutta la sua esistenza, non senza metterlo di fronte all'ambivalente mondo dello show business, capace di regalare gioie, fama e denaro ma al contempo anche di provocare depressione, di allontanare dagli affetti e di spingere un uomo al limite. 

 

 



Nel libro del suo biografo Ed Sikov intitolato Mr Strangelove viene raccontato che alla sua prima apparizione in pubblico il neonato Peter Sellers scoppiò in lacrime, portando il pubblico a ridere e piangere contemporaneamente: una reazione che fu poi quella che il pubblico di tutto il mondo ebbe più o meno durante tutta la sua carriera. 

 

Il piacere provato dall'imitare i gesti e la voce di altre persone iniziò a prendere forma durante i suoi anni di studio, sospesi con l'arrivo della guerra nel 1940.

 

Sellers si arruolò nella Royal Air Force e lì scoprì di essere in grado di far ridere i suoi commilitoni grazie a delle buffe imitiazioni dei superiori, accompagnandosi con il banjo o l'ukulele, due strumenti che padroneggiava quasi come la batteria di cui era già un ottimo musicista. 

 

Le sue prime performance nel teatro professionale includevano anche alcune pièces recitate all'aperto, ed è lì che attirò l'attenzione di un paio di agenti. 

 

Peter Sellers una volta disse: 

“Se mi chiedessero di interpretare me stesso, non saprei cosa fare. 

Non so chi o cosa sono”. 

 

Una frase ironica, ma ammantata da un'evidente traccia malinconica e forse anche da un pizzico di angoscia. 

 

 

[Peter Sellers e gli altri Goons]

 

 

Dopo alcune esperienze nel cabaret e alla radio, nel 1948 iniziò a lavorare per la BBC e i programmi The Goon Show e Third Division palesarono il suo talento: la sua voce stava già diventando famosa in tutto il Regno Unito. 

 

Proprio i personaggi di The Goon Show approdarono alla televisione nel 1951, anno in cui Peter Sellers si affacciò anche nel mondo del Cinema. 

 

Intanto la sua vita privata aveva lo stesso successo che stava ricevendo la sua vita professionale: innamorato di Anne Howe, attrice australiana residente a Londra, i due divennnero marito e moglie il 15 settembre 1951. 

 

Tutto perfetto. 

Ma Anne Howe sarebbe stata solo la prima di quattro mogli, quattro matrimoni che naufragarono più o meno tutti nel peggiore dei modi. 

 

La carriera di Peter Sellers decollò in pochi anni, partendo dal 1955 con La signora omicidi di Alexander Mackendrick, proseguendo poi nel 1957 con La pazza eredità di Basil Dearden e nel 1959 con Il ruggito del topo di Jack Arnold e con Nudi alla meta di John Boulding. 

 

 

[Peter Sellers in Nudi alla meta: clamoroso successo in Gran Bretagna e vero trampolino di lancio per l'attore]

 

 

Proprio quest'ultimo film mise in luce le peculiarità di Sellers, e il ruolo da lui interpretato gli fece ottenere il Premio BAFTA come Migliore Attore nel 1960. 

 

Ma il 1960 è anche l'anno in cui recita ne La miliardaria, di Anthony Asquit: Sellers dichiarò che non aveva il minimo interesse nei confronti del film e che accettò la parte solo quando venne a sapere che avrebbe recitato accanto a Sophia Loren. 

 

La sbandata per la Loren fu qualcosa di inarrestabile, tanto che arrivò a dichiarare il suo amore per lei di fronte alla moglie. 

Inevitabile il divorzio. 

 

Nel 1962 arrivò la chiamata di Stanley Kubrick, che lo volle nel chiacchierato e scandaloso Lolita; il rapporto tra i due fu incredibilmente ottimo e la coppia si riunì due anni più tardi per Il dottor Stranamore, dove Peter Sellers interpreta tre personaggi e per il quale fu pagato l'iperbolica cifra di un milione di dollari, più della metà del budget del film. 

 

 



Nel frattempo, nel 1963, l'attore recitò ne La Pantera Rosa di Blake Edwards, film che andò benissimo e che lo lanciò definitivamente.

 

La critica vide in lui il principale motivo del successo del film, che fu poi seguito da altri 4 film sempre con la stessa coppia regista e attore, più un altro nel 1982 dove vennero utilizzate solo immagini di repertorio dopo la scomparsa di Sellers. 

 

Ormai era una stella di prima grandezza. 

Ma cominciarono i primi problemi di salute: il primo dei suoi attacchi di cuore avvenne nel 1964, all'età di 39 anni.

 

Sempre Sikov scrive: 

“Peter Sellers era al vertice del suo gioco, della sua fama, aveva piena libertà nella scelta dei progetti e teneva in mano la sua fortuna. 

Ed era visibilmente infelice per la maggior parte del tempo".    

 

 

[L'ispettore Clouseau con l'immancabile Kato]

 

 

L'attore fin da giovane si affidava in privato a un'astrologa, Maurice Woodruff, che millantava di leggere il futuro: un giorno leggendo le foglie di the gli disse che le inziali B.E. avrebbero avuto un peso fondamentale per il suo successo. 

 

Facile leggere in quelle iniziali quelle del regista Blake Edwards, ma Sellers si convinse invece che fossero quelle di Britt Eckland, ventunenne attrice e modella svedese vista sulle pagine di un rotocalco. 

I due si sposarono nel 1964, dieci giorni dopo essersi incontrati. 

 

Non si vedevano praticamente mai per via del lavoro di entrambi e il matrimonio durò quattro anni, nei quali Peter Sellers recitò tra gli altri in Ciao Pussycat, l'esordio come sceneggiatore e attore di Woody Allen, in due film con Vittorio De Sica (Caccia alla volpe, con nel cast anche la moglie sotto sua richiesta, e Sette volte donna), in James Bond 007 - Casino Royale e naturalmente in Hollywood Party, film del 1968 di Blake Edwards dove mise in campo ogni sfaccettatura del suo immenso talento comico. 

 

 

 

Nel 1970 Peter Sellers sposò l'aristocratica Miranda Macmillan, Contessa di Stockton: i problemi di depressione si facevano sempre più pesanti. 

 

 

Il regista John Boulding lo descrisse così: 

"Peter era un uomo profondamente turbato, diffidente, egocentrico, in definitiva autodistruttivo.

Una totale contraddizione". 

 

Nel 1974 venne invitato allo show BBC di Michael Parkinson, ma rifiutò dicendo che non si sentiva in grado di apparire nei panni di se stesso. 

I produttori dello show gli risposero che si sarebbe potuto presentare nei panni di qualcun altro, e Sellers accettò: si presentò in studio vestito da ufficiale della Gestapo. 

 

Il terzo matrimonio intanto era già finito, e Sellers negli anni '70 tentò in ogni modo di diversificare la propria carriera, cercando un qualcosa che probabilmente non trovò mai, e che forse nemmeno lui riusciva davvero a comprendere. 

 

Nel 1977 sposò l'attrice e modella ventitreenne Lynn Frederick, in quella che fu forse la relazione più complicata di tutte. 

 

Le due nomination consecutive ai Golden Globe nel 1976 e 1977 per La Pantera Rosa colpisce ancora e La Pantera Rosa sfida l'Ispettore Clouseau non aiutarono Peter Sellers, che si era stufato del personaggio e che dichiarava di aver bisogno di una figura forte da interpretare per sentirsi libero. 

 

 

[Peter Sellers con Shirley MacLaine in Oltre il giardino]

 

 

Il 20 marzo 1977 Sellers ebbe un secondo infarto, più grave del primo, a seguito del quale gli fu applicato un pacemaker. 

 

Nel 1978 fu ospite del The Muppet Show, e cristallina fu una sua dichiarazione rilasciata a... Kermit la rana. 

 

Quando Kermit gli disse che poteva tranquillizzarsi ed essere se stesso, Peter Sellers rispose 

"Ma questo, mio ​​caro Kermit, sarebbe del tutto impossibile.

Non potrei mai essere me stesso... Io non ci sono.

Non esisto... C'era un me, ma l'ho rimosso chirurgicamente." 

 

Lo stesso anno Sellers spinse per fare in modo che venisse prodotto Oltre il giardino, film di Hal Ashby tratto dal romanzo Presenze dello scrittore polacco Jerzy Kosinski, che curò anche la sceneggiatura. 

 

Il film venne universalmente acclamato: dopo anni di delusioni, per Peter Sellers tornavano gli applausi. 

Per lui arrivò la seconda nomination agli Oscar come Migliore Attore Protagonista, dopo quella ottenuta per Il dottor Stranamore, anche se purtroppo l'attore chiuse la carriera con lo sfortunato, e demolito dalla critica, Diabolico complotto del Dr. Fu Manchu, dove oltre che interprete fu anche regista non accreditato. 

 

Nella primavera del 1980 Peter Sellers ebbe un tracollo dovuto all'ennesimo problema cardiaco mentre girava degli spot per la Barclays Bank.

Nello stesso periodo al Festival del Cinema di Cannes c'era in concorso Oltre il giardino e l'attore, dopo appena due giorni di cure e contro il parere dei suoi medici, si recò in aereo al festival e raggiunse poi la sua residenza in Svizzera a Gstaad dove si mise al lavoro su una nuova sceneggiatura. 

 

Convinto dagli amici prese appuntamento per il 30 luglio in una clinica di Los Angeles, per un'angiografia che doveva dimostrare la fattibilità di un intervento a cuore aperto. 

 

Ma non ci arrivò mai: Peter Sellers morì la notte del 24 luglio 1980 a Londra, a soli 54 anni. 

 

L'ultima sua gag riuscì a farla dopo la morte: per suo volere, durante il funerale venne suonato il brano In the Mood di Glenn Miller, canzone che lui e i suoi amici dei Goons detestavano. 

Lo fece perché, come scrisse Adrian Rigelsford in Peter Sellers: A Life in Character

"Sapeva che tutti sarebbero rimasti seduti in silenzio ad ascoltarla". 

 

La famosa, e temibile, critica cinematografica Pauline Kael disse di lui

"Lavora con un viso e un corpo che non sono il massimo, ma in qualche modo è riuscito a trasformare quel corpo pesante in un vantaggio, interpretando perfettamente l'uomo senza vantaggi fisici. 

Peter Sellers è riuscito a ottenere qualcosa che sembrava impossibile: trasformare ciò che non è attraente in qualcosa di magnetico". 

 

Quarant'anni dopo la sua scomparsa, il magnetismo di Peter Sellers non ha ancora smesso di affascinare gli spettatori di tutto il mondo. 

 

 


 

"Comincio dalla voce. Scopro come suona il personaggio.

 

È attraverso il modo in cui parla che scopro il resto su di lui.

Dopo la voce arriva il suo aspetto fisico: faccio molti disegni del personaggio che interpreto, poi ne parlo al truccatore e trasferiamo i miei disegni sul mio viso.

Dopo di che stabilisco come cammina il personaggio.

Molto importante, la camminata.

 

E poi, all'improvviso, qualcosa di strano succede: il personaggio prende il sopravvento.

 

L'uomo che interpreti comincia a esistere davvero"

 

Peter Sellers, intervista per Playboy del 1962. 

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