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Sotto il sole di Riccione - Recensione: no, non ho detto 'gioia'

Un gruppo di ragazzi/e in vacanza a Riccione cercano di raggiungere il coito

Secondo lo psichiatra e psicanalista francese Jacques Lacan, esiste un godimento oltre il principio del piacere Sotto il sole di Riccione.

 

 

In pratica esiste un piacere socialmente accettabile da cui traiamo il godimento classico, tipo guardare un bel film, fare una gita o andare a letto con il proprio partner; ma un godimento più intenso è ottenibile trasgredendo queste regole che la società ci impone.

 

Rallentare sull’autostrada per guardare un incidente, scoppiarsi i brufoli o bestemmiare procurano questo secondo tipo di godimento, che però il nostro corpo e la nostra mente non possono sopportare e quindi il godimento si trasforma in dolore.

 

Jacques Lacan chiamava questo principio la jouissance, cioè trarre godimento dal dolore.

 

[Trailer di Sotto il sole di Riccione]

 

 

Dal punto di vista cinematografico, la mia jouissance consiste nel vedere le commedie e i film comici italiani di serie B.

 

I film con Lino Banfi, Alvaro Vitali, Tomas Milian, Bombolo, De Sica figlio e compagnia me li sono visti quasi tutti.

 

Nella maggior parte dietro la patina di volgarità non c’è niente, altri invece li riguardo sempre volentieri.

 

Perché?

 

 

["No: io, sono tuo padre"]

 

 

Perché in questo genere le discriminanti per fare un film riuscito sono due: la prima sono le gag, la seconda il cast.

 

Selvaggi, ad esempio, film del 1995 dei fratelli Vanzina, si regge esclusivamente sulla bravura del cast che vede tra i protagonisti Leo Gullotta, Antonello Fassari, Cinzia Leone e caratteristi di livello come la compianta Monica Scattini ed Emilio Solfrizzi.

 

Gente che sa come strappare una risata anche quando il copione zoppica.

 

 

[I'm a scatmaaaaan! Piiiii poppoporoppò...]

 

 

Un altro esempio può essere Viva la foca di Nando Cicero, forse il film più volgare mai prodotto in Italia (dopo due settimane in sala è stato ritirato dalla censura ed è sparito dalla circolazione per ventidue anni).

 

Anzi, forse non può neanche essere considerato un vero e proprio film, dato che è una sequela di barzellette messe in scena senza neanche una trama.

 

Ciò che però rende Viva la foca degno di essere visto è innanzitutto il fatto che è l’unico film dove Bombolo è protagonista assoluto e non più spalla, e in secondo luogo perché è un film talmente anarchico e sopra le righe che fa ridere per la sua totale noncuranza di qualsivoglia buongusto.

 

 

[The artist is present]

 

Ed è proprio questo trasgredire il buongusto cinematografico che questi film, attraverso il dolore di vedere la Settima Arte profanata, mi fanno provare godimento.

 

L’idea che niente è sacro e tutto è violabile.

 

Questo è lo spirito con cui mi sono approcciato alla visione di Sotto il sole di Riccione, esordio alla regia dei YouNuts! e che vede alla sceneggiatura, tra gli altri, il padre nobile dei film vacanzieri: Enrico Vanzina.

 

Il problema però è che sono stato troppo ottimista.

 

Sotto il sole di Riccione non è niente di tutto questo.

 

 

[Enter the Void]

 

Se ai film di Neri Parenti degli anni 2000 togliessimo la volgarità, il cringe e quel minimo di comicità che avevano, il risultato sarebbe Sotto il sole di Riccione: la noia.

 

La trama è riassumibile con: gruppo di ragazzi/e in vacanza a Riccione cercano di raggiungere il coito.

 

Che volendo è la trama di un po’ tutti i film di questo genere.

 

 

[Aò, famo finta che se stamo a divertì, sennò 'n ce pagheno]

 

A differenza degli altri film, però, in Sotto il sole di Riccione non succede assolutamente nulla, non esiste la trama.

 

Il che non è detto che sia necessariamente un difetto, a patto che sia un film di personaggi.

 

Purtroppo però i personaggi sono profondi come una Coppa del Nonno, e quindi non c’è neanche questo.

 

 

[Ma l'avrò chiuso il gas?]

 

Abbiamo un Andrea Roncato imbolsitissimo che interpreta il Gran Visir dei Boomer e che per tutto il film dispensa consigli su come rimorchiare le donne.

 

Una Isabella Ferrari che sembra essere passata lì per caso e che ricorda la Marilita Loy de La Casta di René Ferretti dopo la conversione in Natale con la Casta.

 

 

[E ci davo, che ci davo, che ci davo!]

 

Il resto del cast è formato da ragazzi che sembrano appena usciti dal quartiere Parioli di Roma, ma senza la cocaina.

 

Nel film infatti viene rappresentata questa gioventù completamente irreale che non si droga, non dice parolacce, non ascolta la trap, non svapa ed è alla ricerca del vero amore.

 

 

[Ma dove mi trovo? Chi è questo?]

 

Intendiamoci: nessuno pretendeva di trovare qui Roma città aperta, ma si poteva fare almeno lo sforzo di andare fuori da una scuola o dentro un centro commerciale per vedere quanto meno come siano fatti i giovani.

 

Le ragazze, ovviamente, sono degli oggetti semoventi che fanno colore, anche se c’è da dire che pure i ragazzi sono abbastanza dei soprammobili.

 

 

[Salve, è questo il set di Sapore di Riccione?]

 

Sono tutti belli, tanto che anche il più sfigato della comitiva sembra uscito dalla rivista Cioè.

 

Perfino Panarea di Castellano e Pipolo si prendeva la briga di far interpretare gli sfigati ad attori bruttini e in generale di far sembrare il cast credibile.

 

 

[Ma come, dovevamo svortà e te pii 'o Spritz?]

 

Basterebbe già tutto questo per voler desiderare di morire ma, come il titolo ci suggerisce minacciosamente, Sotto il sole di Riccione è costantemente commentato dalla musica di Tommaso Paradiso.

 

Che è un po’ come se dopo averti suonato come un tamburo e averti staccato le orecchie a morsi, Mike Tyson andasse in macchina a prendere il cric e venisse a spezzarti le ginocchia per puro sadismo.

 

 

[Tommaso Paradiso vs La Musica - Las Vegas, 28 giugno 1997]

 

Insomma, mi sarei aspettato di soffrire vedendo personaggi con un arco narrativo che non si conclude, una trama appiccicata con lo scotch, una regia inesistente e una fotografia in stile Instagram (cose che effettivamente ci sono), ma mi sarei quantomeno aspettato in cambio un po’ di godimento.

 

Invece quello che ho ricevuto è stata un'esperienza di premorte, il che non essendo credente equivale al nulla, al vuoto, al niente.

 

 

[- Che state a fa? - Niente! - Bravi, continuate così ché lo state a fa' bene]

 

In fondo qui si chiedeva soltanto il minimo sindacale, cioè di passare un’oretta e mezza di intrattenimento senza pretese.

 

Se non ci è concesso nemmeno più questo, allora aridatece Nando Cicero.  

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1 commento

Teo Youssoufian

3 anni fa

se è ancora valido il loro sistema di conteggio che equipara l'aver visto i primi 2 minuti di un contenuto all'averlo visto tutto, ti sei spiegato perché "questo genere di film finisce sempre primo in classifica" 😉

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