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The Midnight Gospel - Buddhismo, illuminazione e psichedelia [Parte 1]

Dalla collaborazione tra i creatori di Adventure Time e l'attore Duncan Trussell nasce un'opera d'arte profonda e spirituale, coraggiosa e innovativa

Dalla collaborazione tra i creatori di Adventure Time e l'attore Duncan Trussell nasce The Midnight Gospel: un'opera d'arte profonda e spirituale, coraggiosa e innovativa. 

 

 

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando?

Dove porre il confine tra la nostra coscienza e il resto della realtà? Ma esiste una “realtà”?

Come superare il dolore? Come affrontare l’idea della Morte?

 

Non sono questioni banali.

 

Hanno attraversato la Storia dell’umanità, trovando diverse risposte che non riescono ancora a mettere d’accordo tutti.

 

Ma continuiamo a porci queste domande.

E l’arte non si tira indietro, riproponendole in varie forme e linguaggi.

 

L'animazione è sicuramente una delle forme d’arte che più si sono rinnovate negli ultimi anni, arrivando finalmente ad acquisire importanza e visibilità anche in Occidente.

 

Possiamo criticare Netflix per alcune scelte, ma dobbiamo riconoscerle una vittoria importantissima che potrebbe cambiare la Storia del formato audiovisivo: puntare sull’animazione per adulti, osando e mettendosi in gioco.  

 

BoJack Horseman, Love, Death & Robots, Rick and Morty, Final Space e - seppur con minor successo - Disincanto hanno mostrato come sfruttare le potenzialità visive e narrative dell’animazione per raccontare storie profonde, in maniera spesso irriverente, vincendo tutte le scommesse con chi temeva un pubblico non adatto e non pronto a comprendere i diversi strati di lettura costruiti da autori che hanno avuto finalmente piena libertà creativa ed espressiva.  

 

Un vero e proprio Rinascimento che ha trovato quello che, a mio parere, è il suo esempio più folgorante: The Midnight Gospel

 

 

 

Che The Midnight Gospel fosse un esperimento interessante si poteva già intuire alla visione del trailer, rilasciato il 6 aprile 2020, e presentato come “Un Adventure Time per adulti”, dove argomenti filosofici ed esistenziali sarebbero stati trattati liberamente.   

 

La serie è infatti nata da un fortunato incontro creativo di Pendleton Ward, creatore e animatore di Adventure Time, e Duncan Trussell, comedian impegnato da diversi anni nella conduzione di un podcast di grande successo chiamato The Duncan Trussell Family Hour.

 

In Italia conosciamo molto bene le ambientazioni surreali e allucinate della popolare serie animata, mentre il nome di Duncan Trussell è sicuramente nuovo ai più.

 

Nel suo podcast l’attore si esprime liberamente su diverse tematiche attraverso flussi di coscienza alimentati ricordi e aneddoti della sua vita e da interviste più o meno strutturate a diverse personalità, con un particolare interesse per esperti di meditazione, studiosi di filosofie orientali e guru spirituali. 

 

 

[Duncan Trussell durante la registrazione del suo podcast]

 

 

La scelta di unire questi due format è stata una trovata geniale.

 

Sappiamo bene quanto i podcast stiano spopolando in questo periodo, riuscendo ad attirare nuovo pubblico sempre più interessato a immergersi nelle varie voci che raccontano, illustrano, ricordano e descrivono.

 

Ma associare a queste voci le animazioni low-fi alla Rick and Morty, altrettanto popolari in questa fase, portano il concetto a livelli espressivi mai visti finora.  

 

The Midnight Gospel utilizza il format del podcast come struttura narrativa per raccontarci la storia di Clancy (alter-ego di Trussell, che gli presta anche la voce), un giovane appassionato di sintetizzatori modulari, allucinogeni e discorsi esistenzialisti, che utilizza un complesso bio-computer per recarsi in vari universi simulati.

La sua missione è quella di registrare uno spacecast, con le testimonianze delle varie creature che incontra durante i suoi viaggi virtuali, interpretate da veri esperti di meditazione, maestri buddhisti e filosofi zen, tutti ospiti del The Duncan Trussell’s Family Hour.

 

L’ambientazione e l’idea di fondo appaiono già interessanti e dal grande potenziale, ma non credo che molti si sarebbero aspettati qualcosa del genere.  

 

 

[Clancy alle prese con il suo amato synth modulare] 

 

 

Clancy affronta un vero e proprio cammino spirituale, un percorso di vita dove l’incontro con i suoi ospiti dà vita a conversazioni profonde e uno scambio di opinioni ricco di spunti e di momenti di illuminazione.

 

Una ricchissima simbologia, che affonda le radici nella cultura universale, dalla religione cristiano-giudaica alla filosofia buddhista, l’induismo, il classicismo, l’induismo, lo sci-fi contemporaneo e l’esistenzialismo romantico, senza dimenticare la tarologia, l’esoterismo e le arti magiche. 

Durante le interviste, Clancy si ritrova coinvolto nelle più disparate avventure, a seconda dell’universo scelto, da vivere sempre con una forma corporea diversa, avatar creati ad hoc dall’intelligenza artificiale.  

 

Fin dall’inizio, lo stridente contrasto di una discussione esistenziale affrontata durante un’apocalisse zombie, con tanto di corpi mutilati senza risparmio di dettagli, potrebbe apparire confusionario.

In realtà, con il passare delle puntate e scendendo in profondità con gli strati di lettura si inizia a intravedere una coerenza formale molto ricercata, e i piani delle realtà si intrecciano in un crescendo di simbologia e riflessioni spirituali.  

 

Il risultato è The Midnight Gospel:  un viaggio meraviglioso nella mente umana alla ricerca di un significato che possa aiutarla a trovare un insperato equilibrio nel fiume della realtà che la trascina.

 

Come ogni grande opera, i riferimenti culturali e i significati della serie si stratificano a più livelli di lettura, in cui ognuno può scegliere di relazionarsi come meglio sente.

 

Ritengo tuttavia importante provare a ricollegare lo svolgersi delle vicende, i contenuti dei dialoghi e i simboli visivi ad un discorso teorico a cui Clancy e i suoi ospiti fanno continuo riferimento, per poi scegliere la strada che più sentiamo coerente con le nostre esperienze e la nostra sensibilità.

 

Non voglio pormi come un esperto conoscitore degli argomenti di cui andrò a parlare.

Sento però di dire che mi stanno molto a cuore e che mi hanno aiutato a entrare a fondo nella storia di Clancy e del suo percorso di vita.

 

Non riuscirò a parlare a fondo di argomenti così complessi, su cui sono stati spesi millenni di studi e pratiche.

Spero solo di accendere la vostra curiosità e riuscire ad aprirvi qualche spunto di riflessione per approfondirli.

Ne vale davvero la pena.  

 

Iniziamo. 

 

 

[Visivamente, The Midnight Gospel è spettacolare] 

 

 

Il Buddhismo e la via della ricerca della propria identità

 

Clancy è autore di uno spacecast dove i riferimenti alla filosofia buddhista sono continui e sembrano indicarci una prima grande chiave di lettura del suo percorso.

 

Non pretendo certo di voler spiegare in modo esaustivo in questo articolo cosa sia il Buddhismo e come si possa applicare al giorno d’oggi, ma consiglio a tutti quelli che volessero approfondire questo legame con The Midnight Gospel di approfondirne i principi e gli insegnamenti.

Semplificando all’osso, possiamo iniziare a dire che il punto di partenza del Buddhismo è lo stato di costante impermanenza della realtà (definita anitya), in cui tutti noi, in quanto esseri umani, ci troviamo a vivere.

 

La nostra incapacità di accettare la non-permanenza della realtà e la nostra tendenza ad aggrapparci ad appigli materiali, affetti e illusioni provocano un grande stato di sofferenza in cui siamo destinati a vivere (dukkha).

Come reazione istintiva di protezione, rifiutiamo di accettare questo stato e generiamo delle barriere ideologiche, alimentando il nostro ego, impedendoci di ascoltarci l’un l’altro e vivendo in una bolla che ci impedisce di riconnetterci con la realtà. 

 

La via verso la liberazione, che conduce alla felicità e all’illuminazione, parte dalla presa di coscienza dell’assenza di un ego inteso come nel pensiero occidentale, separato rispetto al resto della trama della realtà, ma come parte di un flusso continuo, addestrando la nostra mente a liberarci delle barriere che ci impediscono di accettare la dissoluzione del nostro io nel fiume in costante movimento della realtà (anatman, assenza di io individuale permanente).

 

Tutti questi fondamenti vengono espressi a più riprese dai guru intervistati nei primi episodi di The Midnight Gospel, che vivono delle situazioni in cui soffrirono i mali più atroci e sofferenze che avrebbero buttato giù chiunque.

 

Eppure, tutti reagiscono in maniera positiva, accettando con pazienza la loro condizione. 

 

 

[Il personaggio intervistato nel secondo episodio di The Midnight Gospel è un buffo cane cornuto interpretato dalla scrittrice Anne Lamott]

 

 

Nel primo episodio, Il Presidente, primo ospite dello spacecast, affronta con coraggio e lucidità un’autentica apocalisse zombie.

 

Nel secondo episodio Annie, la seconda intervistata, si mostra capace di affrontare l’idea della morte con estrema serenità durante il macellamento del suo corpo.

Entrambi i personaggi si relazionano con il concetto del dukkha, ma è Il Capitano dalla testa di pesce del terzo episodio a esprimerlo ancora più intensamente: 

 

“I am thankful now for the time I spent in prison.

Even for some of the most horrible things that happened to me. […]

I had to find ways to help me cope with not only the emotional and mental anguish I was going through, but also the physical anguish, the physical pain.

So that pushed me constantly to keep exploring what was possible with these practices.” 

 

[Sono grato adesso per il tempo che ho trascorso in prigione.

Anche per alcune delle cose più orribili che mi sono successe. [...]

Ho dovuto trovare modi per aiutarmi ad affrontare non solo l'angoscia mentale ed emozionali che stavo attraversando, ma anche l'angoscia fisica, il dolore fisico. 

Questo mi ha spinto costantemente a continuare a esplorare cosa fosse possibile con queste pratiche]

 

A doppiare questo personaggio è Damien Echols, condannato appena maggiorenne all'ergastolo e costretto spendere diciotto anni in prigione per un omicidio da cui poi venne assolto. 

 

Conoscere questo particolare ci fa entrare ancora di più nel significato profondo del suo messaggio: solo affrontando pienamente il dolore possiamo intraprendere il cammino della liberazione.  

Ed è quello che accade allo stesso Clancy, che in The Midnight Gospel si ritrova sempre catapultato in mondi ostili, caotici e pieni di dolore.

 

Nell’episodio 4, il Computer aveva preparato per lui una destinazione diversa, idealmente perfetta, dove gli abitanti avevano raggiunto la pace, l’equilibrio e l’illuminazione.

 

Per una casualità, Clancy viene scagliato in un pianeta del tutto opposto, dove l’odio e la miseria avevano preso il sopravvento, in un’ambientazione che richiama le atmosfere lugubri, gotiche e decadenti dei Fratelli Grimm, Edgar Allan Poe e Tim Burton.

 

Eppure, ci accorgiamo come non sarebbe stato di nessun aiuto per la sua persona ritrovarsi nel mondo dove tutti vivevano in pace.

 

Affrontare i demoni e vivere l’esperienza della sofferenza è senz’altro più formativo per un individuo che sta compiendo questo percorso. 

 

 

[Così come il suo alter-ego animato a cui ha prestato la voce in The Midnight Gospel, Trudy Goodman ha fondato una comunità spirituale dove le persone possono riunirsi e ascoltarsi reciprocamente]

 

 

La seconda metà di The Midnight Gospel è un trattato audiovisivo di filosofia buddhista, dove un Io (il vero Duncan Trussell, che vive attraverso il suo alter ego Clancy) si ritrova ad abitare corpi di diversi avatar senza comprendere il significato di ciò che stava vivendo.

 

È come vivere attraverso un videogioco (metafora utilizzata con riferimento a World of Warcraft nell’episodio 5), dove qualsiasi avventura pazza e spericolata sarebbe terminata come in un sogno, senza pericolo.

 

Clancy, come tutti gli esseri umani, si ritrova nel pieno di un percorso che lo porta ad affrontare, uno per uno, i demoni interiori e le limitazioni che lo tengono legato e gli impediscono una completa e pacifica liberazione.  

  

Sebbene nei primi episodi ci sembri apparire come un personaggio positivo, saggio e illuminato, andando avanti con la visione ci accorgiamo dei tanti mostri che lo divorano dall’interno: la pigrizia, la negligenza, l’attaccamento materiale e l’incapacità di affrontare la scomparsa dei suoi genitori, di sua madre in particolare, oltre che una fuga costante dalle responsabilità familiari, nonostante i tentativi di sua sorella di riportarlo alla realtà:  

 

Clancy, no matter where you go, things are always gonna be the same if you don’t change.”  

[Clancy, non importa dove vai, le cose saranno sempre le stesse se tu non cambi.]

 

L’esistenza di Clancy è scandita dalle sue avventure in varie realtà virtuali, cercando di trovare gli stimoli per vivere esperienze estreme, incontrare personalità stimolanti e immortalare tutto nel suo spacecast.

Anche se sembra sempre ascoltare con interesse e comprensione ciò di cui parlano i vari ospiti, dalla meditazione alla ricerca dell’io, una volta tornato nel “mondo reale” non sembra aver imparato granché.

 

Finché, proprio nell’episodio 6, è costretto a fare un passo in avanti nelle sue responsabilità, pagando le conseguenze per le proprie azioni.  

 

È proprio il Computer a tentare di aiutarlo e farglielo capire.

 

“Master, it’s become clear to me that you’ve been avoiding dealing with the real world by going into my many universes.”  

[Padrone, mi sembra chiaro che tu abbia cercato di evitare di affrontare il mondo reale fuggendo nei miei universi]

 

Per questo decide di spedirlo in una realtà virtuale dove, per una volta, non avrebbe vissuto nessuna avventura estrema, ma avrebbe incontrato un maestro di meditazione per aiutarlo a ritornare a percorrere la propria strada.

 

È la puntata della svolta decisiva del percorso di Clancy, dove entrerà in contatto con un grande insegnamento buddhista: non importa cosa succede nel mondo esterno, la felicità e le sofferenze nascono da dentro di noi.

Dobbiamo accettarlo e lavorare sulla nostra mente per vivere pienamente la nostra vita, liberandoci della tossicità dei pensieri negativi che ci impediscono di proseguire per la via.   

 

“The moment that I just accepted where I was, instead of wishing I was somewhere else, everything just got better”.  

[Nel momento in cui ho soltanto accettato dove fossi, invece di desiderare di trovarmi da un'altra parte, tutto è migliorato]

 

Che mi permetto di parafrasare nel seguente modo: “the moment that I just accepted WHO I was, instead of wishing I was someone else, everything just got better”.  

 

Nell’episodio successivo di The Midnight Gospel, Clancy incontra la Morte che lo accompagna in una stanza ricoperta gli specchi che riflettono gli aspetti più oscuri della sua personalità.

Non si tratta, ovviamente di un giudizio assoluto: il Buddhismo ci chiede di essere chiari con noi stessi, di ammettere, accettare e provare a comprendere i nostri lati negativi per poter lavorare su di essi e liberarcene con piena tolleranza.  

  

“All these mirrors reflect parts of yourself you are ashamed of, stuff you try to hide from yourself.

You have to forgive them.”  

[Tutti questi specchi riflettono parti della tua personalità di cui provi vergogna, cose che cerchi di nascondere da te stesso.

Devi perdonarle]

 

 

[Il tema del riflesso è molto presente in The Midnight Gospel] 

 

 

La Morte non è esclusa da questo processo.

 

Per il Buddhismo, come vedremo più avanti, non si tratta di una fine, ma del naturale compiersi di un processo organico che riguarda tutti gli esseri viventi.  

L’essere umano, se incapace di accettare la Morte come parte dell’esistenza mutevole, è destinato a soffrire.

  

L’ultimo episodio di The Midnight Gospel conclude un coerente e meraviglioso trattato di filosofia buddhista, con l’esplicitazione dei tre fondamenti menzionati prima (anitya, dukkha e anatman) e la piena consapevolezza da parte di Duncan/Clancy della propria identità.  

 

“Even as you are in that state of presence, you will begin to sense the flow of energy.

You will sense that there is a river, because lot of people on the side of the river don’t even realize there’s a river.

It’s reality with its flowing dynamism.” 

[Anche quando ti trovi in quello stato di presenza inizierai a percepire il flusso di energia.

Sentirai che c'è un fiume, perché molte persone sulla riva del fiume non si rendono conto che c'è un fiume.

È la realtà, con il suo dinamismo in flusso]

____________________

 

I Tarocchi e il percorso dell'Io 

 

Per aiutarci a comprendere ulteriormente il meraviglioso episodio 7 di The Midnight Gospel, può essere utile proporre un confronto tra la simbologia utilizzata e le iconografie delle carte dei Tarocchi, che rappresentano un incredibile condensato di simboli provenienti da una tradizione antichissima (sicuramente medievale, alcuni addirittura ne fanno risalire le origini all’antico Egitto). 

 

Non stiamo parlando ovviamente delle cartomanti truffaldine che si aggrappano alle illusioni dei passanti per racimolare qualche spicciolo, ma di un potente linguaggio che viene espresso tramite la raffigurazione di archetipi presenti nella cultura occidentale per millenni.

 

Le vere letture, formate associando i significati delle singole carte, non sono una mera previsione del futuro, ma una profonda analisi psicologica dell’animo umano e la delineazione di un percorso che, attraverso l’alternanza di azione-crisi-ricezione, si protrae all’infinito, in un eterno ritorno. 

 

 

[Tre Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia disegnati da Alejandro Jodorowsky e Philippe Camoin, a cui sono stati ispirati tre personaggi dell'episodio]


 

L’episodio 7 di The Midnight Gospel parte dall’inseguimento di un buffo avatar che gli aveva rubato una pompa ad acqua, accreditato come The Fool nei titoli di coda.

 

Il Matto è anche la “carta 0” del mazzo dei tarocchi.

Un viandante stralunato e innocente, che rappresenta il potenziale dell’inizio del percorso, l’impulso di energia vitale che ci permette di spingerci ad affrontare il nostro cammino.

Ed è proprio ciò che costringe Clancy, attraverso il MacGuffin dell’acqua per lo scivolo, ad addentrarsi nel profondo del suo animo e inseguirlo, arrivando a fare i conti con le sue paure e la Morte.  

 

Proprio lo scheletro della Morte, con la sua falce, è raffigurata in una delle carte più famose dei tarocchi: L’Arcano Senza Nome.

 

Sebbene sia spesso temuta dai neofiti, questa carta può essere estremamente positiva, simboleggiando il ciclo naturale dell’esistenza e la rinascita, la rottura con il passato e la semina per coltivare una nuova consapevolezza di sé.

E così la Morte accompagna Clancy alla realizzazione delle proprie paure nascoste, superando un passaggio importante nel cammino di ciascuno di noi: riuscire a fare i conti con i momenti negativi del nostro passato e guardare al futuro con serenità e consapevolezza.  

 

Proprio in quel momento appare Il Giudizio, una carta posizionata a chiusura del secondo ciclo degli Arcani Maggiori.

Può simboleggiare la rinascita della propria coscienza superiore, il risveglio, l’inizio di un nuovo percorso spirituale.

 

Si manifesta nel momento esatto in cui Clancy riesce ad accettare i propri demoni e lo accompagna per tutto il resto del cammino, passando per una suggestiva catabasi dantesca fino all’arrivo delle porte di un ascensore, immagine già utilizzata nel primo episodio con riferimento al trip psichedelico e l’elevazione spirituale dell’io.  

 

Nell’ascensore, il guardiano è Il Papa, simbolo della connessione tra realtà terrena e spirituale, ma anche dell’accecamento provocato dal potere, della malignità di un falso guru e dell’abuso della propria posizione.

 

Ed è infatti al tempo stesso negligente e aggressivo con i suoi passeggeri, attaccandoli con arroganza e violenza per tutto il percorso.  

 

I riferimenti alle carte in The Midnight Gospel sono continui: La Forza, Il Diavolo, Il Sole, La Luna, Il Mondo arricchiscono la complessa simbologia dell’episodio, che ci accompagna in un'ascesa spirituale che attraversa i passaggi simbolici del mazzo dei Tarocchi, costruito per rievocare il cammino interiore che l'uomo percorre durante l'arco della sua vita.

  

 

[Il Papa, L'Arcano Senza Nome e Il Giudizio interpretati da Ward & soci]

 

 

Meditazione, magia e illuminazione  

 

Il Buddhismo si rivolge alla meditazione come strumento essenziale per addestrare la propria mente, mantenerla focalizzata e concentrata su ciò che può aiutarci a riacquisire la coscienza di sé, lasciando andare via ciò che è superfluo e ci danneggia.  

 

Accompagnando il nostro cammino con le pratiche meditative, potremo favorire il raggiungimento dello stato di illuminazione, che comporta la dissoluzione delle barriere che separano l’ego dal resto della realtà e portano l’uomo a liberarsi da ogni paura e preoccupazione, arrivando ad accettare perfino l’idea della Morte.

 

In The Midnight Gospel si fa continuo riferimento alle pratiche meditative.

Nel primo episodio, Clancy racconta di come le tecniche buddhiste di meditazione lo hanno aiutato ad affrontare il suo problema con la rabbia e l’impazienza.  

 

Nell’intervista del terzo episodio, il Capitano esordisce affermando una connessione profonda tra la meditazione e la magia, attraverso la focalizzazione e la concentrazione del flusso di energia in un’unica direzione.

La magia è vista come la “versione occidentale” della meditazione e del percorso di illuminazione del Buddhismo Zen, utilizzando una rete di simboli e riferimenti che sono radicate nella nostra cultura da secoli.

 

Il Capitano esprime anche un concetto molto importante per la serie: il cammino non è scontato, ma è arduo e richiede molto impegno, tempo ed energia.  

  

“I do this for hours a day.

This is not something that I do as, like, a hobby [...] this is the focal point of my life”.  

[Lo faccio per ore ogni giorno.

Non è qualcosa che faccio come un hobby [...] è il punto focale della mia vita]

 

 

[Il Capitano dalla testa di pesce, doppiato in The Midnight Gospel da Damien Echols, condannato ingiustamente per un omicidio mai commesso]

 

 

Secondo la sua visione, i rituali magici occidentali hanno origine nel Medio Oriente, risalendo fino alle antichissime popolazioni della Mesopotamia.

 

Il Capitano scambia con il Mercante-Pesce i suoi gatti per un “vintage enlil”.

Enlil è un antico dio mesopotamico, padrone del vento e delle tempeste e la stessa struttura della nave popolata da gatti richiama quella dei templi Sumeri.

Attraverso questo simbolico strumento, la nave del Capitano riesce a creare un varco all’interno di un ghiacciaio usando il calore dell’energia convertita con l’intento di proseguire il cammino. 

 

Ed è proprio qui che si assiste a una rivelazione importante del terzo guru di The Midnight Gospel:  

  

“There’s two reasons to do magic.

One is for manifesting something, and that can be anything from a parking spot to the carrier you want to the relationship you want be in, whatever it is.

The other reason of doing magic is what I call spiritual sustenance, where you are deliberately invoking energy and intelligences that you then absorb into your energy system, into your aura, to make you grow, to make you change.”  

[Ci sono due ragioni per praticare la magia.

Una è per manifestare qualcosa, e può essere qualsiasi cosa, da un posto per il parcheggio alla carriera che desideri e alla relazione che vorresti avere, qualsiasi cosa sia.

L'altra ragione per praticare la magia è ciò che chiamo "sostenimento spirituale", dove stai deliberatamente invocando energia e intelligenze che poi assorbi nel tuo sistema vitale, nella tua auro, per farti crescere, per provocare un cambiamento] 

 

Ed è esattamente quello che accade per la meditazione Buddhista.

 

Le energie vitali concentrate e focalizzate durante la pratica non devono essere rivolte all’appagamento di desideri per il mero piacere, ma a un obiettivo più alto: l’illuminazione e la consapevolezza di sé.

Così, la nave si fa strada all’interno del ghiacciaio buio, fino a sfociare in un ampio spazio aperto e illuminato.

 

Ritorniamo all’episodio 6 di The Midnight Gospel: quando il Computer spedisce Clancy da un maestro di meditazione per aiutarlo ad affinare la pratica, troviamo un personaggio arrabbiato, frustrato, impaziente, rivelando un lato oscuro del suo carattere che era emerso soltanto in pochi momenti in precedenza.  

 

“Now you see who you really are? Filled with fucking rage!”

[Vedi cosa sei davvero? Pieno di rabbia del cazzo!] 

 

Queste le parole che urla al proprio maestro, mostrandoci che in realtà la strada da percorrere è ancora lunga.

 

Il grande potere della meditazione è proprio questo, riuscire a svuotare la mente dal flusso caotico di pensieri focalizzandosi su ciò che è dentro di noi.

Il che non significa forzarsi e bloccare ogni pensiero, come rimproverando un adolescente ribelle, ma accompagnandoli con pazienza fuori dal proprio spazio mentale.

 

Ed è così che la scimmia impazzita nella testa di Clancy si è fermata e l’ha riportato a una consapevolezza:  

 

“The moment you get a little space between yourself and your thoughts, it’s like moving to a much bigger house”  

[Il momento in cui crei un piccolo spazio tra te e i tuoi pensieri è come trasferirsi in una casa molto più grande]

 

Lasciare questo spazio significa conoscersi meglio, esplorare le infinite potenzialità della mente umana, che può finalmente esplodere nella consapevolezza della propria natura instabile e mutevole nel fiume in perenne scorrimento della realtà.  

 

 

[Il maestro di meditazione è doppiato in The Midnight Gospel da David Nichtern, un insegnante di filosofia buddhista]

 

 

Nonostante ciò, la storia di Clancy ci insegna che dirsi semplicemente “illuminati” da un giorno all’altro non ha molto senso.

 

La strada è lunga e difficile e non basta adottare un nuovo stile di vita e una nuova prospettiva per pretendere di aver compiuto il proprio percorso.

 

“Even though your life is out of tune/you can still sing along with it/and it’s better to be you and out of tune/than acting like someone else who found enlightenment”  

[Anche se la tua vita è stonata/puoi ancora cantare insieme a lei/ed è meglio essere te stesso stonato/che comportarti come qualcun altro che ha trovato l'illuminazione]

 

Concetto già espresso nel terzo episodio:

“Spirituality has become so watered down that we think enlightenment is the be-all and end-all of spiritual practice.

It’s the finish line. It’s not.”  

[La spiritualità si è così banalizzata che ora si pensa che l'illuminazione sia l'essenza e il fine della pratica spirituale.

Che sia il traguardo. Non è così]

 

Lo stato di illuminazione non è banale né immediato.

 

Non possiamo illuderci di raggiungerlo facilmente e, anche se acquisito pienamente, non è certo il termine del nostro percorso.

Il ciclo della vita non si esaurisce, ma si rigenera ogni volta, come l’alternarsi delle stagioni.  

 

Per avere piena consapevolezza di questo concetto, Clancy ha ancora un passaggio da affrontare: l’incontro con la Morte.

 

Ma se l’idea di morire ci può già apparire insensata e orribile, l’idea della morte di una persona a cui temiamo va ancora oltre.

Ed è per questo che in The Midnight Gospel l’episodio 7 e l’episodio 8, dedicato all’incontro con la Madre, hanno questo preciso ordine.

 

Per adesso fermiamoci qui.

 

Nella seconda parte di questo articolo parlerò di due argomenti strettamente collegati e affrontati con profondità da Trussell: psichedelia e ciclo vita-morte.

 

Da qui partirò per continuare ad approfondire gli otto meravigliosi episodi di The Midnight Gospel: una serie che tanto mi ha appassionato e fatto riflettere. 

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