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American Son - Recensione: il teatro di Netflix in un film TV su Black Lives Matter - TIFF 2019

Al Toronto Film Festival c'e' tanta Netflix e American Son, film costruito sul tema del Black Lives Matter, è uno dei tanti prodotti presentati in anteprima mondiale 

American Son, distribuzione Netflix, è l'adattamento di uno spettacolo di Broadway di ampio successo, particolarmente apprezzato dalla critica americana per la magnifica interpretazione di Kerry Washington, nota al pubblico per la serie Scandal e per il suo ruolo in Django Unchained

 

Kenny Leon adatta per il Cinema la pièce teatrale scritta da Christopher Demos-Brown che racconta l'angosciante nottata di una famiglia interraziale - afro-americana lei e di origini irlandesi lui - preoccupata per la scomparsa del figlio fermato dalle forze di polizia lungo la strada, ma del quale sembrano essersi perse le tracce. 

 

American Son è una sorta di visione in uno specchio alternativo rispetto a Just Mercy, impegnandosi in una sceneggiatura sicuramente di grande impatto, che prende a piene mani dal canovaccio originale concepito per il teatro e che risulta essere una sorta di trattato sul tema del Black Lives Matter, cercando di affrontare la complessità della questione sotto ogni possibile sfaccettatura, evitando facili antagonismi e limitandosi a cercare lo shock emotivo. 

 

La scrittura di Demos-Brow, adattata per il lungometraggio dallo stesso, cerca di creare tutti quegli elementi a rendere la questione il più rotonda possibile, ammorbidendo certi spigoli, evitando di diventare scomoda e sostanzialmente ammantandosi di un cerchiobottismo che alla fine sembra alzare le braccia al cielo per dare la colpa ad un sistema senza faccia e senza colpevoli, se non l'entità sistema stessa.  

 

 

 

 

Le vite dei cittadini afro-americani, vessati dalle forze di polizia per ragioni e stereotipi razziali, sono ancora oggi al centro del dibattito pubblico e certi episodi di vere e proprie molestie, spesso sfociate in utilizzo o minaccia di impiego di forze letali, vengono documentati non solo dalle telecamere applicate ai corpetti degli agenti di pattuglia ma anche da testimoni oculari o dalle stesse vittime, per essere poi condivise sui social network. 

 

Questo elemento diventa parte della narrazione di American Son e, insieme al resto degli elementi che caratterizzano la problematica equazione della questione, forma un enorme contesto e punto di disquisizione ideologica e dicotomica civile nella società americana, entrando nei dialoghi tra i caratteri messi in gioco. 

 

Eppure come anticipato, per quanto brillante, per quanto ben scritto, il tutto lascia un certo senso di incompiuto, come se il discorso fosse un enorme tornado il cui occhio del ciclone è il ciclone stesso, annullandosi e creando scompiglio giusto con la sua chiosa.

 

Il lavoro svolto da Kenny Leon sulla regia e da Christopher Demos-Brown sulla sceneggiatura è alquanto pigro. 

 

American Son è certamente dominato dalle performance degli attori, in particolar modo da quella di Kerry Washington, ma trova il suo grande difetto nel risultare una mera conversione dal palco al set, senza applicare i dovuti adattamenti alla recitazione quanto alla messa in scena, o alle interazioni tra i personaggi. 

 

Diventa tutto un po' piatto, e questo distretto di polizia ci ricorda costantemente l'ingerenza di un set, di un qualcosa di illuminato a effetto per essere poi ripreso, di un fare scenico di una pioggia davvero troppo incessante e torrenziale. 

 

Gli attori sono teatrali nei loro movimenti e in certe reazioni, la regia non comunica mai per immagini poiché non vi è stato alcun adattamento che possa aprire a questa possibilità, e spesso anche i tempi sono dilatati eccessivamente rispetto a quello che il Cinema dovrebbe invece darci. 

 

American Son è un film TV Netflix e, contrariamente ad altre produzioni, non ha ambizioni cinematografiche: il suo fare svogliato è vagamente irritante e fallisce nel trasmettere certe emozioni che invece il Just Mercy citato in apertura copre grazie a un enorme cuore, sia nella messa in scena che nella ricerca filmica del regista e degli attori calati nella parte. 

 

Un film che, se avete un account Netflix, quando verrà rilasciato potrete vedere e godere sul divano in quanto film televisivo di lusso, perché in ogni caso non é mai mal recitato o girato.

 

Un film da pomeriggio su Canale 5, dal quale non potete davvero aspettarvi troppo. 

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2 commenti

Giorgia Leonardi

4 anni fa

Grazie per il chiarimento. Ci ho riflettuto e penso di aver capito cosa intendi per totale assenza di racconto tramite immagini. In ogni caso penso che vedendo il film (o potendolo raccontare, mentre qua bisogna evitare spoiler) sia tutto più chiaro, grazie ad esempi che entrano specificamente nel merito.

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Ciao Giorgia,
grazie a te per il commento.
Per messa in scena troppo teatrale intendo che molti fattori che compongono la messa in scena non sono stati adattato al linguaggio cinematografico.
Il ritmo e come i personaggi entrano ed escono di scena, ad esempio.
Oppure la fotografia e le luci che danno, sopratutto in un momento specifico, palese sensazione di essere in un teatro di posa adibito a set o che le luci siano piazzate per dare quel tipo di tagli ed esposizione tipica dello spettacolo teatrale.
Oltretutto non sembra per nulla adattato al racconto per immagini e quello che succede passa unicamente per il dialogo che spesso racconta cose che potrebbe mostrare.
Perfetti Sconosciuti non ha mai senso di guardare uno spettacolo teatrale, perché comunque il racconto usa il cinema per parlare e la costruzione delle immagini, anche con la fotografia, ha il cinema.
Questo film no.

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