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John Wick 3 - Recensione: il sacco senza fondo di Baba Yaga

Il terzo film porta avanti la linea stilistica tracciata dai due capitoli precedenti incrementando il tasso adrenalinico e approfondendo l'universo narrativo 

Tic-toc, Mister Wick, tic-toc. Tempus fugit. 

 

Dopo aver ottenuto la propria vendetta per l'uccisione del cucciolo lasciatogli dalla moglie prematuramente scomparsa ed essere rientrato - suo malgrado - nel mondo di violenza, carneficine e sicari prezzolati che aveva miracolosamente abbandonato, John Wick (Keanu Reeves) si ritrova in fuga per aver commesso un omicidio all'interno dei confini protetti dell'Hotel Continental di New York.

 

L'ora di tempo - concessagli alla fine del secondo film dal direttore Winston (Ian McShane) - prima della sua "scomunica" ufficiale sta scadendo.

 

Al termine di questi 60 minuti, John verrà braccato da orde di assassini desiderosi di riscuotere la taglia di 14 milioni di dollari che la Gran Tavola ha messo sulla sua testa.

 

 

 

E allora via, si riparte nella frenetica - e gustosissima - danza di morte di cui il nostro caro Baba Yaga (colui che veniva inviato "quando c'era da uccidere l'uomo nero") è direttore d'orchestra e primo ballerino.


Un artista del tiro dinamico, cerimoniere letale di Kung Fu, Judo, Silat indonesiano e Wushu, in grado di eliminare chiunque gli sbarri la strada non solo con armi bianche o da fuoco, ma persino con un libro polveroso o un cavallo scalciante.

 

Perché se l'Uomo Nero vuole metterti nel suo sacco lo farà.


Non importa come. 

__________________________


Si vis pacem, para bellum

(Se vuoi la pace, preparati alla guerra)

 

John Wick, sin dal primo capitolo della storia, è alla ricerca di  pace interiore, della possibilità di vivere il tempo che gli resta ricordando l'amata moglie lontano dal controllo della Gran Tavola che, però, continua reclamare a gran voce i suoi mortiferi servigi.

O quantomeno, in caso di rifiuto, la sua testa.

 

 

 


Nel suo percorso verso l'unica via di liberazione, il miglior sicario del pianeta muoverà una vera e propria guerra al mondo, ritrovando vecchi amici come il concierge del Continental, (Lance Reddick, il fu Agente Broyles di Fringe) e il re King Bowery (Laurence Fishburne), oltre a fare nuove conoscenze: fra queste la spietata ed efficiente giudicatrice (Asia Kate Dillon) e il letale Zero (Mark Dacascos: lo vedremo presto anche nella nuova serie Netflix Wu Assassins).


Dalla cupa e piovosa New York alla misteriosa Casablanca, passando per le dune infuocate del Sahara.

 

Riuscirà John Wick a lavare col sangue i suoi peccati e riappacificarsi col violento mondo a cui appartiene?

 

[Già: c'è anche Jerome Flynn. Per certi versi, Barrada, membro italiano della Gran Tavola e responsabile della fonderia delle monete d'oro, è un personaggio molto simile al suo Ser Bronn delle Acque Nere di Game of Thrones

__________________________

 

- Cosa ti serve?

- Armi. Tante armi.

 

In John Wick 3 - Parabellum l'universo dominato da killer in affitto creato da Derek Kolstad (autore di soggetto e sceneggiatura) si espande raccontandoci nuovi dettagli, meccaniche e sfumature precedentemente ignoti, addentrandosi nella struttura sommersa della Gran Tavola e suggerendoci alcuni trascorsi di John e del suo addestramento.


Ma non troppo in profondità, non preoccupatevi.

La vera protagonista della storia resta sempre lei: l'azione.

 

Se i primi due episodi infatti ci avevano riempito gli occhi di un tripudio di headshot, coreografie di combattimento mozzafiato e pile di nemici usati come puntaspilli, il terzo capitolo non è da meno e anzi supera i suoi predecessori sia nella cifra stilistica dei quadri proposti allo spettatore, sia nella spettacolarità delle dinamiche action.

 

 

[Halle Barry è la killer Sofia, qui con i suoi due - dolcissimi - pastori belgi. Pare che al termine delle riprese i cani rispondessero all'attrice come se fosse la loro addestratrice. Un rapporto ben visibile nel film]

 

 

Uscendo dalla sala cinematografica resta nella memoria il divertimento genuino provato durante gli scontri - a tratti butali - che si ricorrono sullo schermo per la quasi totalità del film.

 

Il combattimento finale nella luminosissima stanza dei cristalli del Continental, o quello portato avanti nella vecchia Casablanca da John, Sofia (vecchia compagna d'arme di Wick, interpretata dalla sempre splendida Halle Berry) e i suoi due pastori belga (straordinari) sono gioielli dotati ritmo e rara bellezza.

 

Un fulgido esempio di come mettere in scena una sparatoria con limpida chiarezza , eleganza e senza ricorrere a frenetici - quanto confusionari - montaggi ipercinetici.


Ma citare solo queste due scene potrebbe risultare un dispetto al lavoro svolto dal regista Chad Stahelski (il quale ha un passato come stuntman di Brandon Lee ne Il Corvo e dello stesso Reeves in Matrix) che, ancora una volta, tra folli inseguimenti in motocicletta, scontri a colpi di katana e altre situazioni che soddisferanno ogni vostra più sanguinaria fantasia, dimostra di essere un sacro demiurgo del genere d'azione, nonostante sia solo al suo terzo lungometraggio.


Vogliamo dedicare qualche parola anche alla pensata (originale, riteniamo) di "fondere" villain e spalla comica in un'unica figura. 

 

Zero, il ferale ninja nipponico nonché ammiratore sfegatato di Baba Yaga: un personaggio incredibilmente simpatico e ottimamente interpretato da Mark Dacascos.

 

 

[Zero: un vero e proprio fan di John Wick che tenterà di mettere fine alla sua leggenda, oltre che alla sua vita] 

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Addio o arrivederci?

 

L'universo tutto di John Wick 3 - Parabellum, dai trucchi e costumi costantemente in bilico tra il retrò e il posh delle operatrici della Gran Tavola, i set illuminati in blu e violetto dal direttore della fotografia Dan Laustsen dove l'utilizzo del green screen è minimale, fino al cast popolato da un quantitativo impressionante di specialisti di arti marziali e stuntmen, trasmette una chiara sensazione di cura ed eleganza.

 

 

[La centrale operativa della Gran Tavola. John Wick 3 - Parabellum]

 

 

Non sarà un capolavoro, non godrà di un plot intricato e corposo, ma se cercate azione e divertimento, John Wick saprà ancora una volta fare al caso vostro.


Gli elogi per Reeves sono ormai superflui: l'abnegazione di un cinquantaquattrenne pronto a prepararsi instancabilmente per ben 4 mesi alle riprese - oltre a essere un vero punto di riferimento per produzione, cast e troupe - è a dir poco encomiabile.


Il finale di John Wick 3 - Parabellum, oltre a un dolce retrogusto di sangue e polvere da sparo, ci lascia solo un'altra consapevolezza: vedremo ancora Jonathan impugnare le armi.

 

Perché, nonostante tutto, pare ci sia ancora qualcuno che scioccamente pensa di poter f*ttere John Wick senza poi finire nel nero sacco senza fondo di Baba Yaga.

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