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Chi dovrebbe guardare BoJack Horseman e perché

BoJack Horseman è una serie televisiva animata ideata da Raphael Bob-Waksberg e disegnata da Lisa Hanawalt: perché dovrebbe attirare le attenzioni di un cinefilo? 

Premetto: sono un animale da sala. Al cinema annullo la mia vita e allo stesso tempo mi sento viva.

 

Non mi piace neanche molto fare sport, infatti non pratico neanche l’attività preferita dai millenials: il binge watching.

Per vari motivi, tra cui questo, ho aspettato per stipulare il patto con il demonio altresì detto l’abbonamento a Netflix. Un giorno però ho voluto dare ascolto a un amico.

Glielo dovevo, perché è uno dei pochi che ogni tanto guarda i film che gli consiglio o forse l'ho fatto perché ha applicato la giusta dose di insistenza.

 

Fu allora che decisi di guardare il primo episodio di BoJack Horseman.

 

La serie parla di vuoti e contraddizioni nello star system hollywoodiano, in un mondo popolato da esseri umani e animali antropomorfi.

Il protagonista è BoJack Horseman, cavallo di mezza età che vive di rendita dopo essere stato reso celebre da una sit-com negli anni ’90.

 

I presupposti ci sono tutti: cartone coloratissimo, ironia scortese, materiale infinito per i memi.

Pare l’ennesimo riverbero della mastodontica riserva di sarcasmo di South Park.

Perfetto da guardare all’ora di pranzo, quando mangi solo una minestrina già pronta e la TV non è più in grado di offrirti ciò che vuoi, tra repliche di serie e trasmissioni riproposte all’infinito e la ricerca di crudezza dovuta a una vita continuamente alla ricerca di qualcosa.

Credevo che BoJack Horseman fosse una sitcom leggera e cinica: niente di più sbagliato.

 

“Per un sacco di gente la vita è solo un lungo calcio tirato nell'uretra.

E a volte quando torni a casa dopo un giornata di calci nell'uretra ti va solo di guardare uno show su gente amabile dove si vogliono tutti bene. E dove qualunque cosa succeda alla fine di quella mezz'ora, beh, è tornato tutto a posto.

No, sai, perché nella vita vera... ho già detto quella cosa lì dell'uretra” (1x01) 

 

Arriviamo al punto: chi dovrebbe guardare BoJack Horseman?

 

E perché dovrebbe farlo? 

 

 



Chi continua a sentirsi inadeguato, insicuro e inutile anche dopo aver superato l’adolescenza


Cosa ci dovrebbe essere in comune tra un essere umano qualsiasi, un banale medioman, e un attore ricchissimo con una villa favolosa e che oltretutto è persino un cavallo?

Molto più di quanto si potrebbe credere.

BoJack è apparentemente cinico e incapace di amare. In realtà la serie ci accompagna nel suo passato e nella sua testa, ogni puntata ad un livello sempre più profondo, fino a connettere i tasselli del puzzle e capire cosa ha reso BoJack Horseman uno “stupid piece of shit” (4x06) 

 

Un dolore esistenziale che ha radici profonde, un vero e proprio retaggio, un marchio di famiglia che ha portato BoJack a compiere sempre scelte sbagliate.

Vedendo BoJack Horseman non si è solo di fronte ad un cinico mondo di maschere, ma quasi in mezzo a un gruppo di amici.

 

I personaggi principali non si sentono mai adeguati come amici, fidanzati, amanti, coniugi, attori, agenti o semplicemente come adulti.

 

 



Chi almeno una volta si è promesso di cambiare, migliorare, iniziare una vita sana... ma non ci è riuscito.


“Conosce quella vecchia battuta: quanti psicologi ci vogliono per cambiare una lampadina?

E la risposta è: solo uno, ma la lampadina deve voler cambiare!” (3x07)

 

Nella mia vita ho conosciuto persone incredibili, persone che hanno lottato contro le più atroci sofferenze, ma che si sono sempre rialzate e hanno superato tutte le aspettative grazie a una volontà invincibile.

 

Nell’universo di BoJack Horseman i personaggi sono abbonati al "domani cambierò".

Lunedì cambierò.

Comincerò la dieta, a fare jogging ogni mattina e fra un anno sarò una persona nuova, avrò nuovi amici, un hobby costruttivo, smetterò di bere, di drogarmi, di comportarmi male.

Domani mi realizzerò.

 

Quel domani però non trova mai la dimensione del presente e nonostante le buone intenzioni e frasi motivazionali incredibilmente convincenti i personaggi di BoJack, soprattutto il protagonista, cadono e si rialzano in continuazione.

Se da un lato il tempo è una linea dritta, dall’altra l’esistenza ha un andamento più simile a quello delle montagne russe senza un punto di arrivo: tra nausee, salite, discese, respiri trattenuti, percorsi ciclici, errori ripetuti e abitudini sbagliate, il mondo di Hollywoo non offre una vera e propria ricompensa alla fine di un ipotetico percorso di crescita.

 

I motivi sono diversi. 

Basti pensare banalmente alla pigrizia e al vizio: BoJack corre, ma si stanca presto, non riesce a trattenersi dal mangiare dolcetti, perché si adagia nella sua opulenza e nella sua fama.

Oppure per la paura di non riuscire ad ottenere i risultati desiderati al costo di tanto impegno.

 

Oppure perché si è degli incommensurabili stronzi patologicamente insicuri: BoJack su tutti preferisce che una rottura con un’altra persona sia dovuta non ad un’incompatibilità, non al suo carattere, non alla sua essenza, ma ad un’azione negativa.

 

 

 

 

Chi apprezza i camei e l’ironia tipicamente americana sullo star system di Hollywoo(d).

 

“Gli assistenti sono come i fratelli Belushi.

I buoni se ne vanno troppo presto e quelli cattivi, mai” (2x01)


Questo potrebbe essere banale, ma non lo è.

Alcune persone amano solo la satira sul proprio paese d’origine e magari sono un po’ fuori dagli schemi televisivi statunitensi. Se il lato drammatico e psicologico è universale, il lato comico oscilla tra la demenzialità oltre misura, rappresentata principalmente dalla combo Todd - Mr Peanutbutter, e la componente satirica fortemente territoriale.

Se non apprezzate questi due elementi BoJack Horseman non è per voi, perché un prodotto del genere è - non dimentichiamolo - nato prima di tutto per far ridere.

 

Persino i doppiatori dei personaggi principali sono attori famosi: Will Arnett, Aaron Paul e Alison Brie vi dicono qualcosa?

Sono moltissime le guest star che si sono prestate a parti, più o meno piccole: tra le più interessanti possiamo ricordare Naomi Watts, che interpreta Diane in un film biografico su Mr Peanutbutter, Andrew Garfield fidanzatino d’America, Daniel Radcliffe star di una delle puntate più divertenti delle quattro stagioni, Zach Braff a cui è riservata una piccola parte ma davvero indimenticabile.

 

Merita una menzione d’onore Jessica Biel, ex moglie di Mr Peanutbutter: nella serie è irascibile, malefica e superficiale, incapace di apprezzare l’avocado (e chi mai si fiderebbe di qualcuno a cui non piace l’avocado?), ma come persona si mostra incredibilmente autoironica e capace di non prendersi sul serio.

 

D'altro canto probabilmente il personaggio più assurdo è quello dell'attrice caratterista Margo Martindale, le cui divertentissime gag reggono interi episodi. 

 

 

 


Chi è stanco di personaggi femminili stereotipati.


Trovare un prodotto che parli di femminismo senza noiosamente retorico è difficilissimo, film o telefilm che sia: da un lato molto spesso le donne vengono rappresentate come vittime e dall’altro come eroine senza macchia e senza paura.

L’ideologia traspare troppo palesemente sfavorendo notevolmente il lato artistico e molto spesso anche la caratterizzazione dei personaggi femminili viene ridotta in favore del messaggio.

 

BoJack Horseman affronta il tema in modo magistrale: le donne, gatte rosa o umane che siano, sono rappresentate in modo assolutamente realistico mentre affrontano gioie, dolori e contraddizioni.

 

C’è Diane, dichiarata femminista della terza ondata, che cerca di ribellarsi contro l’omertà dello star system riguardo la violenza, contro un modello di famiglia fallocentrico e contro il ruolo di moglie docile di un personaggio famoso, persino prodigandosi per la promozione dell’autodifesa femminile.

Le sue lotte sono quasi sempre un flop, ma nonostante le sue tendenze autodistruttive e i fallimenti con le relative sbronze annesse Diane è destinata a riprovarci e, purtroppo o per fortuna, scendere a volte anche a compromessi.

 

C’è Princess Carolyn che spesso non riesce a conciliare la carriera e la voglia di amare; al termine della quarta stagione non sappiamo se riuscirà a realizzare il sogno di formare una famiglia, in barba ai suoi problemi riproduttivi e ai suoi stressanti impegni lavorativi da manager, questioni troppo spigolose persino per chi l’abbia veramente amata.

Quello che sappiamo è che Princess Carolyn è una gatta e che come tale cade sempre in piedi.

 

Viene trattato anche il tema dell’aborto, sia volontario e che spontaneo e sofferto.

Una cantante pop adolescente, Sextina Aquafina, scrive a riguardo una canzone molto violenta: nonostante i toni eccessivi viene vissuta come una sorta di sdrammatizzazione, una provocazione urlata e iperbolica di giovani donne confuse e spaventate in un mondo in cui il dibattito a riguardo è sempre tenuto da uomini adulti.

 

Poi c’è l’adolescente che soffre per il peso, donne orche sessualizzate in show per famiglie e le pop-star vendute allo star system fin da giovani e che finiscono per autodistruggersi: nessuno di questi personaggi è mai scontato.

E ci sono tanti altre donne fantastiche e meno fantastiche, ma reali.

 

Intendiamoci: sono molti i temi di cui tratta BoJack Horseman e questo è soltanto uno dei tanti, ma personalmente lo trovo davvero significativo.

 

 

 

 

Chi si ritiene progressista


Inutile cercare di nascondersi dietro a un dito: se sei un conservatore difficilmente ti identificherai nell’universo di BoJack Horseman.

Se c’è un elemento che emerge in più passi della serie anche a un occhio non troppo critico è il giudizio sulla mitizzazione del passato.

 

Horsin' Around, l’idilliaco show a cui BoJack deve il suo successo, è solo la facciata dietro la quale si nascondono meschinità, inganni, tradimenti.

 

Nella 4ª stagione viene sviscerato dall’interno soprattutto il modello di famiglia patriarcale come culla di traumi, bestialità che non sempre è ascrivibile solo alla violenza fisica ma che spesso si ricollega a un annullamento della persona; la società moderna, rappresentata da BoJack e il suo universo, ha assorbito i traumi e le barbarità delle generazioni precedenti e ne palesa le conseguenze, distruttive, angosciose e inevitabili.

L’infelicità in famiglia si trasmette di generazione in generazione: bisogna confrontarsi prima o poi.

 

BoJack Horseman è inoltre una delle poche serie TV dove si affronta un tema assolutamente innovativo: l’asessualità.

Uno dei personaggi principali si dichiara asessuale e la questione non ci viene presentata in modo barocco, bensì con una semplicità disarmante.

Il personaggio stesso è confuso dal suo orientamento sessuale, in un primo momento non riesce a concepire la differenza tra a-sessuale e a-romantico, e noi seguiamo la sua buffissima e sentimentale ricerca di se stesso. 

 

Chi è stato deluso, almeno per una volta, per amore e per amicizia. 

 

“Il lieto fine è una cosa inventata da Steven Spielberg per vendere biglietti. È come il vero amore, le Olimpiadi di Monaco.

Sono cose che non esistono nel mondo reale. Dobbiamo continuare a vivere guardando al futuro” (1x05)


In BoJack Horseman l’amore traina il plot.

C’è chi viene rifiutato, chi ama una persona per cui non è adatta, chi molla per paura ancora prima di iniziare, chi vuole essere illuso, chi si carica dell’onere del matrimonio per pura formalità, chi vorrebbe una relazione stabile e invece passa da un’avventura all’altra, ci sono famiglie, single, coppie senza figli, coppie con cucciolate...

 

E poi c’è il sesso, tanto sesso: sesso riconciliatore, sesso arrabbiato, sesso molto spesso sbagliato, soprattutto per il protagonista che non riesce mai a stabilire un legame vero nonostante tante donne riscaldino il suo letto.

 

Nell’amore, e nel sesso, quello che emerge è l’incomunicabilità: i personaggi, pur volendosi spesso avvicinare, non riescono.

L’amore familiare non se la passa meglio: la serie è ricca di non-detti, passati complicati e taciuti, complicate reminiscenze che non possono che formare un muro tra i personaggi. La solitudine è una condizione quasi patologica, ma i momenti in cui le anime riescono a sfiorarsi sono resi con grande pathos. 

 

Infine persino l'amicizia è vissuta visceralmente, come una forma d'amore.

 

 

Spesso è ostacolata dalla profondità dei sentimenti, dall'incapacità di comunicare, dall'egoismo di un momento, di cui poi pentirsi. 

 

 

 

 

Sono davvero poche le persone che potrebbero disprezzare questo prodotto.

 

Come sempre non me la sento di essere assolutista e di dire che BoJack Horseman sia perfetta: dove io ci ho trovato una qualità, altri ci potrebbero trovare un difetto.

 

Sicuramente quello che vi potrete aspettare è una serie animata in modo indiscutibilmente originale, con una colonna sonora da sentire e riascoltare e soprattutto una serie incredibilmente umana.

 

Nonostante i colori accesi, le situazioni paradossali e gli animali antropomorfi, prima o poi è inevitabile sentirsi simili a quel maledetto, cinico, pigro cavallo. 

 

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138 commenti

Erik Nicoli

2 anni fa

Tranquillo che appena ne arriva una dolbi te la propina di sicuro😂
Comunque si, una serie davvero incredibile che ho divorato in poco tempo. Non pensavo, appena iniziata, che potesse essere così profonda e adulta, con dei personaggi caratterizzati alla perfezione ma soprattutto che potesse rivolgersi ad un pubblico cosi ampio. E poi quel finale...quante lacrime!

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Ettore Rocchi

4 anni fa

Concordo, a maggior ragione ora che è conclusa, senza passi falsi e conclusioni troncate o scontate

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Gianni

5 anni fa

Perché a pelle non mi ha colpito particolarmente, forse dovrei dargli una seconda rivalutazione. Probabilmente mi aspettavo qualcosa di diverso dai trailer e dalla pubblicità in generale che ne tesseva le lodi.

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Lorenza Guerra

5 anni fa

Forse è anche più bella!

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Baronebirra

5 anni fa

Quando si devono fare critiche si è sempre in prima linea, è giusto fare anche i meritati complimenti 😄

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Baronebirra

5 anni fa

Marco alla fine non è che io non sia d'accordo con te, non penso che bojack esca fuori dal suo taglio, credo tuttavia che il taglio che è stato scelto non sia al 100% compatibile con i miei gusti personali. Della serie fossi stato io alla regia avrei avrei deviato un po' il genere, probabilmente riscontrando meno successo, favore e facendo (sicuramente 😂) un lavoro peggiore. Però lo avrei concepito comunque leggermente diverso.

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Baronebirra

5 anni fa

Intendo dire che cerca di sdrammatizzare dove non necessario. Chiaramente queste sono le impressioni basate sul mio gusto personale, ho la tendenza ad essere un po' melodrammatico certe volte, [SPOILER] tanto ad ora la puntata che ho preferito è stata quella della scomparsa di sarah lynn.

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Alice Skywalker

5 anni fa

Infatti adesso l'ho finita e l'ho trovata sempre migliore. Non mi ha mai deluso e migliora sempre!

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Sam_swarley

5 anni fa

Donna spostati! Potrebbe essere pericoloso..... POTREBBE ESSERE PERICOOLOOOSOO! ✊💫

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Lorenza Guerra

5 anni fa

Occhi critici che ti scrutano sempre *occhietti*

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