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Ralph spacca Internet - Recensione: catapultati nel web

Il secondo capitolo catapulta Ralph e Vanellope nel web

Ralph è finalmente un eroe.

 

A sei anni dalla sua precedente avventura, finalmente, in Ralph spacca Internet tutti i personaggi della sala giochi lo rispettano, ha la sua medaglia che gli ricorda che la sua migliore amica gli vuole bene e trascorre le giornate seguendo la routine ferrea che impone l'alternanza lavoro-bighellonaggio insieme a Vanellope.

Tutto sembra andare per il meglio, ma l'ambizione e il desiderio di novità della principessa di Sugar Rush la portano a desiderare una pista nuova che possa costituire una variante ai tre soliti circuiti del videogioco che ormai conosce a menadito.

Ralph, desideroso di far felice l'amica, decide di aiutarla finendo però col combinare un disastro.

 

Per rimediare al proprio errore ed evitare che il gioco coi kart canditi venga dismesso, i due saranno protagonisti saranno costretti ad avventurarsi nell'unico luogo che può presentare una soluzione al problema: Internet.

 

 

 


Un'Odissea crossover

Il viaggio nel world wide web di Ralph e Vanellope è un'avventura colorata, dotata di un gran ritmo e visivamente appagante quanto il primo capitolo della storia, se non di più.

L'idea proposta dalla sceneggiatura scritta da Phil Johnston Pamela Ribon, ossia quella di espandere l'universo dove i personaggi interagiscono fra loro, passando dalla "ciabatta" multiprese di una sala-giochi a uno spazio infinito come Internet, è assolutamente interessante e sviluppata con espedienti narrativi notevoli e gag gustosissime.

Camminando fra i palazzi dedicati ai più famosi brand presenti online (Ralph per riscattarsi deve fare un acquisto su eBay), i due protagonisti incontreranno una serie di personaggi comprimari tanto buffi quanto ben tratteggiati.

 

C'è J.P. Spamley, strillone da strada che molesta i passanti per re-indirizzarli su siti pubblicizzati dai suoi banner, c'è Lesotutte, motore di ricerca sempre sul pezzo. indispettito perché nessuno mai lo ringrazia, e c'è anche un creatore di virus irascibile che - nonostante la fugacità della scena a lui dedicata - è reso incredibilmente simpatico dal doppiaggio del sempre bravo Francesco Pannofino.

Il vero e proprio colpo di genio (oltre la scena nei titoli di coda... non andate via!) però, lo abbiamo verso la metà del film, quando le vicende conducono Vanellope nel "quartiere" di Internet della Disney: per una decina di minuti si rincorrono sullo schermo personaggi Marvel, dell'universo di Star Wars e vecchie (e recenti) glorie della Casa del Topo. 


Una manciata di giri di orologio dove è impossibile non ridere di gusto, cercare di riconoscere - con lo sguardo che impazza a destra e a manca - tutti i volti noti che compaiono al passaggio di Vanellope e godersi una lunga serie di citazioni.


La scena dell'incontro con le principesse Disney (con tanto di sfottò a Merida di Brave, film targato Pixar, che non riesce a farsi comprendere bene perché "è dell'altra casa di produzione!"), per quanto mi riguarda, è già storia.

 

 

 

Come da tradizione Disney, oltre al divertimento non può mancare il momento di riflessione e di insegnamento.

 

In questo caso, ho trovato particolarmente azzeccata la funzionalità della sceneggiatura che, settando l'ambientazione in Internet, fornisce ai bambini di oggi e del futuro una serie di lezioni sul WWW (con tanto di sottoparagrafo sul deep web), evidenziandone pregi, difetti e anche i limiti.

 

Insegnamenti azzeccati, indubbiamente, riguardo l'importanza di considerare solo il parere di chi ci vuole bene a discapito dei commenti idioti degli haters che popolano il 'webbe' e sulla futilità e l'evanescenza della fama - spesso ottenuta grazie alla viralità che premia gli inetti o gli stupidi - sui social network.

 

 

 

L'altra faccia della medaglia (spezzata)


L'unica nota stonata, se dobbiamo indicarne una, è relativa a una possibile ambiguità nel messaggio finale.


Il film, come da manuale, ci sprona a inseguire ad ogni costo le nostre ambizioni e i nostri sogni.

A non accontentarci di una routine che non ci soddisfa, sacrificando così la nostra felicità. Proprio per questo, Vanellope, mette da parte Ralph senza troppi patemi (sì, certo, qualche lacrimuccia la versa) pur di inseguire i propri sogni da pilota.

Messaggio giusto e condivisibilissimo, personalmente ho apprezzato molto la conclusione fuori dai soliti canoni disneyani, ma... se guardiamo l'altra faccia della medaglia?

Che ne è di Ralph? O meglio: che ne è del suo personaggio?


Il primo capitolo della storia ci aveva consegnato un anti-eroe redento, passato da una vita di derisioni e fallimenti al successo grazie al potere taumaturgico dell'amore e dell'amicizia. 


E anche in Ralph spacca Internet, come detto in precedenza, viene giustamente suggerito di fidarci solo di chi ci di mostra affetto... per poi lasciarlo partire, quando ci volterà le spalle in favore di una realtà più interessante?

 

 

 

 

Diverse ambizioni, attitudini e caratteri possono spingere a percorrere strade divergenti.

 

Non resta che accettarlo in virtù del sacro valore dell'amicizia. Può essere certamente una morale funzionale.

Per me lo è stata.


Ma è indubbio che il personaggio di Ralph sia stato modificato, a tratti ridicolizzato e ostracizzato nel corso del film (il suo amore per Vanellope arriva addirittura ad essere un virus che genera il villain finale) fino a porsi in antitesi con tutto quello che il nostro amato Spaccatutto, nel corso del primo film, aveva dimostrato di essere.

E il simbolo di tutto ciò è quella medaglia spezzata che fa più male di una sberla - dalla manona di Ralph - in faccia.

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