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Thelma - Recensione: truffe, addii e dialoghi generazionali

L'esordio di Josh Margolin è una commedia che coniuga con grande semplicità intrattenimento e riflessione sociale

Thelma è un film dai vari volti.

 

Se da un lato la commedia d'esordio di Josh Margolin si fonda su un chiaro spunto biografico, essendo tratto da una disavventura capitata alla vera Thelma Post - nonna del regista, alla quale il film è dedicato - dall'altro lato si tratta di una riflessione più stratificata di quello che potrebbe inizialmente apparire sulla convivenza tra varie generazioni e sull'invecchiamento, nella vita reale e sul grande schermo.

 

La pellicola prodotta dalla casa indipendente Bandwagon è inoltre un interessante esempio di cinema indipendente che si apre al grande pubblico: costata soli 3 milioni di dollari, l'opera ha trovato subito distribuzione internazionale grazie a Magnolia Pictures e Universal e incassando circa 13 milioni di dollari nel mondo. Un buon successo, che ne suggerisce le possibilità di successo anche in streaming.

 

Dopo un passaggio nelle sale italiane a settembre 2024, ecco dunque che Thelma approda su Sky Cinema e NOW, proponendosi di diventare un piccolo cult. 

 

[Trailer internazionale di Thelma]

 

 

A interpretare l'anziana Thelma c'è un'eccezionale June Squibb, che impersona una novantatreenne alle prese con una truffa telefonica.

 

Una dinamica tristemente nota: una voce al telefono si identifica come suo nipote Danny, che afferma di essere in carcere per aver scatenato un incidente. Le viene, dunque, chiesto di spedire 10.000 dollari a un indirizzo di posta non tracciabile.

L'anziana signora esegue gli ordini, salvo scoprire di aver perso inutilmente il suo denaro. Non perdendosi d'animo, però, la protagonista dell'opera decide di riprendersi il mal tolto, con l'aiuto del suo amico Ben e del suo scooter elettrico.

 

Si tratta di un tentativo di truffa subito anche dalla nonna del regista, la quale però è riuscita a evitare la truffa, fornendo però a Josh Margolin il materiale per il suo film di debutto - nei titoli di coda è possibile intravederla. 

 

Se la dinamica della truffa rappresentata ricorda in maniera sinistra lo splendido Blaga's Lessons, dramma del bulgaro Stephan Komandarev, Thelma prende tutt'altra direzione, non solo attraverso la scelta del tono della commedia, concentrandosi maggiormente sulle conseguenze dell'evento sulla famiglia di Thelma e non sulla sola donna al centro del racconto.

 

[Tra i temi di Thelma c'è lo scontro generazionale]

 

Josh Margolin, infatti, decide di soffermarsi tanto sul bizzarro piano di recupero di Thelma quanto sul giovane Danny e sui suoi genitori, interpretati da Clark Gregg e da una Parker Posey all'apice della propria ritrovata popolarità dopo il successo di The White Lotus

 

Ne emerge un quadro generazionale insospettabilmente lucido ed efficace: alla verve combattiva della generazione di Thelma si oppone l'assoluta arrendevolezza della Gen Z, incarnata da Danny (Fred Echinger).

A metà tra nonna e nipote, ci sono i genitori Gail e Alan: una generazione assolutamente incapace di comunicare con le altre, totalemente schiacciata dalle ansie e dai ritmi dell'apparire nella società occidentale. 

 

Su questi elementi si fonda buona parte della verve dell'opera: a fare il resto c'è l'improbabile tentativo della protagonista di affrontare quella che potrebbe essere una spietata banda di criminali, guidata da Malcolm McDowell

 

[La forza di Thelma è tutta nel confronto generazionale tra June Squibb e Fred Echinger]

 

 

Oltre alla chiara verve comica degli elementi in gioco, a funzionare in Thelma è anche un'interessante riflessione cinematografica sull'invecchiamento, portata in scena principalmente da June Squibb e Richard Roundtree, interprete di Ben e noto al grande pubblico per essere stato il primo Shaft nella celebre serie cinematografica sul detective statunitense.

 

Se la prima infatti non aveva mai recitato sul grande schermo prima dei 60 anni e ha raggiunto una notevolissima notorietà oltre i 75, il suo compagno di recitazione ha invece visto i suoi ruoli diradarsi fino a scomparire. 

 

Thelma segna, dunque, l'incontro tra due percorsi cinematografici opposti, in quella che è l'ultima prova della carriera del compianto Richard Roundtree.

Da parte sua, invece, Squibb non è mai stata così popolare come in questi anni: dopo aver recitato in un altro film che parlava di anzianità, Nebraska, la sua carriera è del tutto decollata; solo nell'ultimo anno è stata protagonista di 5 pellicole, comprendendo anche la memorabile particina vocale come Nostalgia in Inside Out 2.

Nell'approccio alla vita della sua Thelma e nel dialogo generazionale con il nipote Danny c'è il segreto meglio nascosto di un film che parla di generazioni a confronto, rapporti familiari e potenziali addii. 

 

Temi che il cinema americano tratta con grande continuità negli ultimi 30 anni, a partire da Una storia vera di David Lynch e passando dal già citato Nebraska di Alexander Payne

 

[L'immagine di Thelma e Ben sullo scooter elettrico richiama in maniera un po' naïf Una storia vera]

 

Josh Margolin si inserisce in punta di piedi e con naturalezza in una tradizione cinematografica decisamente importante, scrivendo, dirigendo e montando un'opera che nella sua assoluta semplicità riesce a coniugare con grande scioltezza intrattenimento e un certo sguardo sulla società.

 

Il messaggio per lo spettatore è chiaro: la vecchiaia è un problema decisamente meno grave della mancanza di dialogo tra generazioni.

 

Il fatto che lo stesso arrivi anche attraverso il sorriso, rende Thelma una visione assolutamente piacevole per qualsiasi tipo di pubblico.

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