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Garfield - Recensione: come una lasagna formato famiglia - Con intervista a Maurizio Merluzzo

Garfield - Una missione gustosa riporta sul grande schermo il gatto famoso per odiare i lunedì 

L'avventura di Garfield è letteralmente gustosa come dice il titolo, in quanto l'elemento più divertente e presente in tutto il film è sicuramente quello del cibo; una presenza costante, che diverte e intrattiene come tutto il film.

 

Per come è strutturata la vicenda, dinamica e quasi musicale con varie sottotrame seppur semplici, più che un film sembra di stare guardando un episodio di una serie TV leggera e rilassante. 

 

[Il trailer italiano di Garfield]

 

 

Il quarto lungometraggio animato sul celebre protagonista dei fumetti è per questo motivo fin da subito interessante.

 

La sua è chiaramente un'avventura indirizzata principalmente a un pubblico molto giovane, ma nonostante questo anche un adulto può riconoscere elementi parodici della società. 

Basti pensare che Garfield inizia proprio con uno smartphone dal quale, in uno dei suoi frequentissimi attacchi di fame, decide di fare ingenti ordini di cibo che gli pervengono addirittura tramite drone.

I droni ritorneranno anche nel finale del film e saranno un elemento addirittura di svolta.

 

Riproporre un personaggio nelle sale dopo molto tempo significa saperlo adattare al pubblico contemporaneo e anche all'influenza della tecnologia nelle nostre vite.

Questa missione a mio avviso è stata sicuramente compiuta, basti pensare che Garfield guarda addirittura Catflix, palese parodia di Netflix dove invece delle serie TV si guardano video buffi di gattini. 

 

Non esiste però in Garfield il desiderio di criticare la società in modo pretenzioso: la prende in giro, ma senza intenti pedagogici troppo presenti. La morale "telefonata" non c'è e Garfield ce lo fa capire fin dall'inizio, dato che è proprio lui a raccontare la storia con profonda onestà. È un personaggio a tratti cinico e a tratti affettuoso, ha un cane come "stagista sfruttato", ama mangiare e odia i lunedì: tutto normale, finché la sua vita non viene sconvolta dal ritorno del padre che è convinto lo abbia abbandonato. 

 

I dialoghi tra lui e il padre sono naturali, la narrazione corre veloce specie nel primo atto del film, mentre nella seconda metà sembra di assistere a troppi "spiegoni" che magari potrebbero essere digeriti poco dal pubblico più piccolo. 

 

 

[Una scena di Garfield - Una missione gustosa]

 

 

Garfield è secondo me un film che funziona, intrattiene e fa anche venire una gran fame con le sue colorate pizze fumanti e le lasagne formato famiglia che non bastano mai e vengono divorate in un secondo.

 

Fiore all'occhiello della pellicola nella nostra versione italiana è Maurizio Merluzzo, che doppia il gattone protagonista.

Ho avuto il piacere di intervistarlo e sul suo doppiaggio in questa veste così particolare, che riprende una tradizione dietro a un personaggio già molto conosciuto.

 

Merluzzo ha spiegato così il suo approccio: "L’ho vissuto in modo giocoso, conosco Garfield da quando ero bambino e quindi interpretare un personaggio della mia infanzia è una sorta di “ri-realizzazione” del sogno di fare il doppiatore: quando ero un bambino volevo fare il doppiatore perché volevo essere la voce dei cartoni.

Quando poi il sogno si realizza diventa comunque un lavoro, per quanto sia bello, ma a volte capitano queste occasioni in cui si ritorna bambini e si rivivono i personaggi della propria infanzia, come mi è successo per He-Man dove ho avuto l’onore e la possibilità di cimentarmi in personaggi che conosco da quando ero piccolo".

 

Probabilmente a molti adulti rivedere Garfield avrà fatto lo stesso effetto e molti bambini avranno riso anche grazie all'adattamento italiano. 

Chiunque riesce a cogliere l'essenza ironica e la simpatia, grazie anche alla presenza di alcune gag che sono ben costruite; il fatto che Garfield faccia da voce narrante rende tutto più dinamico e particolare.

 

Il mood "giocoso" citato da Merluzzo appartiene anche alla versione originale, come ci ha raccontato: "Con il direttore di doppiaggio abbiamo seguito la traccia già segnata dell’originale dove c’è un Chris Pratt molto giocoso, io ho cercato di seguirla e di giocare a mia volta con le mie esperienze, con il mio lavoro. 

 

Si pensa che quando si fa qualcosa per un pubblico più giovane - in questo caso Garfield ha un target per ragazzini - sia tutto più semplice, in realtà è il contrario: devi trovare un modo di comunicare, le parole giuste, le giuste intenzioni per far sì che non diventi la parodia di se stesso, ma che resti comunque un prodotto fruibile e divertente anche nella sua semplicità".

 

 
 
 
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[Maurizio Merluzzo in sala doppiaggio per Garfield - Una missione gustosa]

 

 

Tante battute quindi e poco spazio alla grafica eccezionale, l'animazione ovviamente è di alto livello, ma non è volta a creare movimento come succede in altri film del genere.

 

In Garfield è tutto molto molto semplice e a tratti addirittura statico, perché sono i dialoghi a costruire la vera storia, a fare ridere e anche ragionare, perciò il doppiaggio risulta essere ancora più importante e frutto di un lavoro molto intenso. 

 

Continua Merluzzo "Mi ha divertito molto doppiarlo.

Trovare una chiave per adattare meglio certi concetti resi in un certo modo in inglese - che noi abbiamo dovuto trasporre in italiano - è anche quella una parte divertente, trovare il modo giusto di fare ridere senza snaturare ciò che viene detto in originale.

Del resto lo dico sempre: c’è un team che lavora dietro a un doppiaggio ben riuscito, dal traduttore all'adattatore, dal direttore al fonico di mix, non c'è solo il doppiatore". 

 

Garfield è sicuramente indirizzato ai bambini, ma non eviterei di consigliarlo anche a una comitiva di amici che abbiano voglia di prendersi in giro un po' a vicenda, senza farsi scoraggiare dal target o dal fatto che sia di animazione.

 

Abbiamo riflettuto con Maurizio Merluzzo anche a proposito di questo pregiudizio e ha brillantemente constatato: "Grazie a registi come Hayao Miyazaki o lo stesso Guillermo del Toro, che ha diretto Pinocchio, si è potuto dimostrare che l’animazione non è per bambini, ma è un modo di comunicare, come il libro, come il fumetto, semplicemente si sperimenta in modo diverso.

Lo ha detto lo stesso del Toro ai Premi Oscar! 

 

Nell’animazione ci sono diversi target, nel caso di Garfield è giovane, mentre alcuni prodotti di animazione - ho appunto citato Pinocchio di Del Toro - sono per un pubblico più grande, per i temi e per altre cose.

Hazbin Hotel per esempio è un cartone animato, ma non lo fai vedere a un bambino!". 

 

Non siamo di fronte a un target di adulti o ragazzi più grandi, ma nel suo Garfield riesce bene.

 

Una raccomandazione per la visione: è vitale prenotarsi una cena abbondante dopo un pomeriggio di risate passato a vedere il film, oppure ordinare a domicilio una pizza appena tornati a casa; così come è facile odiare i lunedì come il gatto protagonista, la visione di Garfield non farà altro che farvi amare ancora di più il cibo! 

 

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