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River Phoenix: la vita troppo breve di una star in fuga

Il giorno di Halloween del 1993 Hollywood perse una delle sue star più luminose: ripercorriamo insieme la carriera di un talento fuori dal comune  

River Phoenix, uno dei giovani attori più amati e rispettati di Hollywood, si spegne ad appena 23 anni sul marciapiede di fronte al Viper Room, il "nightclub delle star" di Los Angeles, nelle prime ore del mattino del 31 ottobre 1993.

 

Secondo le diverse testimonianze delle persone che si trovavano con Phoenix nelle ore immediatamente precedenti alla sua morte, il divo appariva pallido come uno spettro, ma sfortunatamente non si trattava di un costume di Halloween. 

Bob Forrest, musicista e amico di River Phoenix, racconta nel suo recente libro di memorie Running With Monsters come la star gli si fosse avvicinata durante la sera confessando di temere il peggio: "credo di essere in overdose", gli confida Phoenix in un sussurro, prima di sparire tra la folla. 

 

Poche ore dopo, in seguito a un litigio con uno dei buttafuori del locale, River Phoenix soffre il primo di cinque fatali attacchi epilettici; con lui ci sono Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers, la fidanzata Samantha Mathis, la sorella Rain e il diciannovenne fratello Joaquin, che chiama vanamente i soccorsi mentre nel locale si sta esibendo Johnny Depp, uno dei gestori del Viper. 

 

L'attore simbolo della Generazione X muore alla fine di una due giorni spesa a consumare droga con l'amico John Frusciante, chitarrista dei Red Hot Chili Peppers: nel sangue ha rispettivamente 4 e 8 volte la dose di eroina e cocaina considerata letale, oltre ad alcol e valium. 

 

 

[L'entrata del Viper Room il giorno dopo la scomparsa di River Phoenix]

 


Interprete di straordinario talento, attivista ambientale, animalista e aspirante musicista, River Phoenix era noto come il "James Dean vegano".

 

Un paragone, quello con la tormentata star della Hollywood degli anni d'oro, che nasce quando River è ancora in vita, per la comune capacità di infondere nei propri ruoli un'incredibile profondità emotiva, oltre che per il carisma e lo status di teen idol, e che purtroppo si estende alla prematura e tragica fine delle rispettive carriere. 

Passionale ed eccessivo nella vita privata quanto professionale sul set, River Phoenix era amatissimo dal pubblico e tenuto in grande considerazione da critici e addetti ai lavori; la sua sensibilità e la capacità di adattarsi al ruolo, oltre che l'umanità e simpatia che gli permetteva di creare forti legami con i suoi colleghi e cointerpreti, lo rendevano interprete estremamente poliedrico e versatile.

 

Anche nella vita Phoenix coltivava diverse passioni, una su tutte quella della musica, che condivideva con la sorella Rain: insieme i due  fratelli avevano anche formato una band, Aleka's Attic, in cui Rain cantava e River suonava la chitarra. 

 

River Jude Bottom, primo di cinque fratelli, nasce il 23 agosto del 1970 a Madras, cittadina dell'Oregon di poche migliaia di abitanti chiamata "il Bacino" a causa della sua peculiare conformazione.

I genitori, Arlyn Dunetz e John Lee Bottom, sono una coppia di hippie giramondo, con pochi soldi e ancora meno idee chiare sul futuro: l'infanzia di River Phoenix è infatta segnata da continui spostamenti tra gli Stati Uniti, Puerto Rico (dove, nel 1974, nasce il fratello Joaquin) e il Venezuela. 

 

Quando River ha tre anni la famiglia Bottom si unisce alla setta dei Figli di Dio, un culto cristiano fondato da David Berg tristemente noto per la lunga storia di abusi sui minori: lo stesso Phoenix racconta, in un'intervista poi smentita dal fratello Joaquin, di essere stato abusato all'età di 4 anni da altri membri della setta. 

 

 

[River Phoenix e il fratellino Joaquin]

 

Gli anni passati in America Latina sono fortemente traumatici e la famiglia riesce ad abbandonare la setta solo nel 1977, quando Arlyn e John decidono di cambiare il nome di famiglia in Phoenix e di trasferirsi a Los Angeles, dove, per guadagnare quel dollaro in più i giovani fratelli e sorelle Phoenix si esibiscono per strada come musicisti.

 

Mentre si esibisce coi fratelli sulla strip viene notato dalla celebre talent agent Iris Burton, che ingaggia i giovani Phoenix per alcuni ruoli in spot pubblicitari: è l'inizio della carriera televisiva di River, che recita nella serie tratta dal musical Sette spose per sette fratelli e in alcuni film a tema educativo, tra cui Backwards: The Riddle of Dyslexia (1985) e Surviving (1985) a fianco di Molly Ringwald.

 

Fortemente critico nei confronti dei genitori, specialmente del padre, River Phoenix assume quasi naturalmente il ruolo di capofamiglia ed è quasi "costretto" a sviluppare rapidamente il proprio innato talento: seppur carente di cultura scolastica è intelligente, sveglio e soprattutto protettivo nei confronti dei fratelli, in particolare del piccolo Joaquin Phoenix, destinato a raccogliere l'eredità di River e ad affermarsi come uno degli attori più iconici della sua generazione.  


Le foto di River iniziano a circolare sulle scrivanie degli addetti al casting, che presto lo inquadrano nel ruolo del ragazzo sveglio e sensibile che sembra essere maturato più in fretta degli altri, e il salto dal piccolo al grande schermo è solo questione di tempo: nel 1985 ottiene la sua prima parte in Explorers di Joe Dante, film designato a seguire l'enorme successo del precedente film del regista, Gremlins (1984).

In Explorers River Phoenix si cala nei panni di un adolescente che costruisce un'astronave insieme agli amici, interpretati da Ethan Hawke e Jason Presson; nonostante gli effetti speciali di livello, curati da Rob Bottin e dalla Industrial Light & Magic di George Lucas, il fim floppa al botteghino frenando la carriera hollywoodiana di Dante ma non quella di Phoenix, che ottiene il massimo dall'occasione e inizia a essere scritturato con regolarità in progetti realizzati da nomi importanti del Cinema di qualità hollywoodiano. 

 

Nel 1986 Phoenix interpreta il ruolo più iconico dei suoi anni da child actor nel film di Rob Reiner Stand By Me - Ricordo di un'estate.


[River Phoenix al suo secondo film era già in ascesa]

 


Tratto da un raro racconto non horror di Stephen King, Stand By Me (il cui titolo rimanda alla celebre canzone di Ben E. King, presente nella colonna sonora del film) è uno dei più celebri coming of age degli anni '80, e vede tra i suoi interpreti un affiatato gruppo di giovanissimi attori in rampa di lancio: Will Wheaton, nel ruolo del sensibile protagonista Gordon Lachance, Jerry O'Connell e Corey Feldman, supportati dai più "rodati" Kiefer Sutherland e John Cusack

 

River Phoenix partecipa alle audizioni per il ruolo di Wheaton, insieme al quale porta in scena una delle amicizie più memorabili del grande schermo, ma il direttore del casting Michael Hirshenson ha la grande intuizione di affidargli il ruolo del duro dal cuore d'oro Chris Chambers. 

Come River, Chris nasce in una famiglia difficile e non riesce a dimostrare il suo valore in un mondo che lo ha già etichettato come perdente: l'interpretazione di Phoenix del personaggio è carica di emotività e sensibilità, e lo stesso attore ha dichiarato di essersi talmente identificato nel giovane che "se non avessi avuto la mia famiglia a cui tornare dopo le riprese, probabilmente avrei dovuto consultare uno psichiatra".

 

Sempre nel 1986 River Phoenix lavora con il Maestro australiano Peter Weir, allora all'inizio della sua carriera hollywoodiana, e con la star Harrison Ford in Mosquito Coast, in un'altra storia (scritta per lo schermo da Paul Schrader) che ricorda molto da vicino le vicende personali di Phoenix: il personaggio di Ford, infatti, è un inventore americano che, come il padre di Phoenix, trasferisce la propria famiglia in Centro America, dove progetta di formare una comunità utopica.

River Phoenix interpreta il figlio di Ford e stringe una forte amicizia con la star di Hollywood, che adotta come un punto di riferimento umano e professionale; conosce inoltre la futura fidanzata e amica fino alla fine Martha Plimpton, la prima persona a notare e a preoccuparsi degli eccessi della giovane star.

 

Come nel caso di Explorers il film si rivela un insuccesso al botteghino, ma questo non ferma la carriera di Phoenix che anzi progredisce spedita verso il blockbuster: è lo stesso Harrison Ford a indicare Phoenix a Steven Spielberg come ideale giovane Indy per il terzo capitolo della saga dell'archeologo avventuriero, Indiana Jones e l'ultima crociata (1989).


Tra Mosquito Coast e L'ultima crociata Phoenix fa il suo esordio nel genere della teen comedy, estremamente in voga negli anni '80, nel modesto Le ragazze di Jimmy. 

 

Nello stesso anno è a fianco del veterano Sidney Poitier nel thriller spionistico Nikita - Spie senza volto, in cui interpreta un tipico ragazzo statunitense che scopre di essere figlio di due agenti segreti del KGB.

 

Uno dei ruoli più importanti della giovane carriera di River Phoenix arriva grazie al grande Sidney Lumet, che lo scrittura nei panni di Danny Pope nel film acclamato dalla critica Vivere in fuga (1988), un dramma familiare in cui Phoenix interpreta il figlio ribelle di una coppia di attivisti in fuga dall’FBI e che regala all’attore diciottenne la prima nomination ai Premi Oscar nella categoria di Migliore Attore non Protagonista.


Alla cerimonia viene premiato Kevin Kline per il ruolo di Otto in Un pesce di nome Wanda: alla lettura del nome del collega Phoenix riesce a trattenere a stento la gioia, in quanto i due avevano stretto amicizia sul set della commedia nera di Lawrence Kasdan Ti amerò fino ad ammazzarti (1990).


Sullo stesso set River Phoenix conosce e stringe una forte e duratura amicizia con il collega Keanu Reeves: la coppia si riunisce nel dramma queer a tinte shakesperiane Belli e dannati (1991), in cui Phoenix interpreta Mike Waters, giovane marchettaro affetto da narcolessia.

 

[Sul set di Belli e dannati nacque l'amicizia tra Keanu Reeves e River Phoenix]

 

 
Il film di Gus Van Sant è giudicato dalla critica come uno dei più bei film dell'anno e negli anni diventa un simbolo del Cinema a tema LGBT.

 

River Phoenix si riconferma come uno dei migliori attori della sua generazione e alla 48ª Mostra del Cinema di Venezia ottiene la prestigiosa Coppa Volpi per la Migliore Interpretazione Maschile.


Un po' meno conosciuto ma altrettanto apprezzabile è Dogfight - Una storia d'amore (1991) di Nancy Savoca, che racconta il tenero rapporto che si sviluppa nell'arco di una notte tra un giovane marine in procinto di partire per il Vietnam (Phoenix) e una cameriera col sogno di diventare musicista (Lili Taylor).

 

[Uno dei ruoli più lontani dalla personalità di River Phoenix]

 


Quello del soldato si rivela un ruolo difficile da interpretare per il pacifista River Phoenix, che riesce comunque grazie al suo immenso talento a dipingere il ritratto di un giovane che nasconde la paura per il futuro dietro una maschera di mascolinità.

 

Le quote di Phoenix, ormai star affermata seppur precoce, salgono vertiginosamente così come i guadagni, che vengono spesso reinvestiti dalla star in iniziative umanitarie: Phoenix era infatti un attivista per i diritti degli animali, l’ambiente e i popoli indigeni.

L'ex fidanzata Martha Plimpton racconta di come una sera a cena il vegano River si mise a piangere dopo che Plimpton aveva ordinato del granchio: River Phoenix era infatti accanito sostenitore di PETA, l'ente internazionale di protezione animale, oltre che finanziatore di programmi umanitari per Amnesty International e Red Hot Organization.

 

Grazie ai ricchi cachet percepiti regala inoltre ai propri cari un posto dove stabilirsi definitivamente, nella forma di un ranch appena fuori da San Diego, in California; la crescente mole di lavoro, mista alla responsabilità di mantenere la famiglia e la propria stella in ascesa, portano però River Phoenix a spendere migliaia di dollari alla settimana in alcol e droghe, specialmente cocaina, un'abitudine che gli farà troncare la relazione con Plimpton e passare prepotentemente sotto i riflettori dei tabloid.

 

Nei quasi due anni che precedono la sua morte, Phoenix lavora con altri grandi registi come Peter Bogdanovich e il divo Robert Redford: quest'ultimo lo dirige ne I signori della truffa (1992), di nuovo a fianco del mentore Sidney Poitier, mentre per Bogdanovich Phoenix interpreta un giovane musicista in Quella cosa chiamata amore (1993), in quello che sarà il suo ultimo film completato.

 

[L'ultimo vero film con River Phoenix]

 

 

Con il film di Bogdanovich Phoenix, ormai adulto, si pone l'obiettivo di uscire una volta per tutte dal ruolo del ragazzo problematico e, allo stesso tempo, cogliere l'opportunità di dimostrare le proprie doti canore, nella speranza di lanciare la propria carriera da musicista: il divo infatti suona e canta alcuni brani del proprio repertorio, mentre sul set scocca la scintilla con la coprotagonista Samantha Mathis, che lo accompagnerà al Viper nella maledetta serata del 30 ottobre.


Nei suoi ultimi mesi dimostra la propria versatilità lavorando a più progetti contemporaneamente: viene scritturato da Neil Jordan per il dramma gotico Intervista col vampiro, mentre Van Sant lo "prenota" per un progetto dedicato alla vita di Harvey Milk e James Cameron lo vede come possibile protagonista di un ambizioso progetto legato al naufragio del Titanic.

 

Nell'ottobre del 1993 è sul set di Dark Blood, ambizioso dramma indipendente diretto dall'olandese Georges Sluizer; proprio durante un periodo di libertà dal set River Phoenix si reca a Los Angeles per riunirsi con gli amici e, in particolare, col suo compagno di droghe John Frusciante.

Ma ad attenderlo c'è la fine della corsa.

 

La morte di Phoenix arriva come un fulmine a ciel sereno e sconvolge i piani di diverse opere in lavorazione: il 31 ottobre Terry Gilliam, regista del film preferito di Phoenix Brazil (1985), aspetta l'attore per ore, ignaro della sua morte, in un locale di Los Angeles dove i due avrebbero dovuto discutere un progetto insieme.

 

Il western di Sam Shepard Silent Tongue esce nel 1994 senza che River Phoenix avesse finito di girare le proprie scene; su Intervista col vampiro viene sostituito da Christian Slater e il progetto su Harvey Milk di Gus Van Sant verrà realizzato solo nel 2008, con Sean Penn nel ruolo del protagonista. 

Broken Dreams, altro progetto in cantiere con Neil Jordan e John Boorman, viene cancellato, mentre Dark Blood, il film che Phoenix stava girando prima della morte, vedrà la luce solo nel 2012. 

 

Non si erano più viste dai tempi di James Dean un'ascesa così rapida e una fine così repentina.

 

L'eredità di River Phoenix è stata raccolta da altri attori della sua generazione, primi tra tutti il futuro divo Leonardo DiCaprio e l'amico fraterno Keanu Reeves.

Gus Van Sant, suo mentore e amico, gli dedica Cowgirl - Il nuovo sesso (1993), mentre i Red Hot Chili Peppers, band degli amici Flea e Frusciante, gli dedicano la canzone Transcending, dall'album One Hot Minute (1985).

Nel 2012 James Franco realizza un toccante tributo a River Phoenix usando scene non utilizzate di Belli e dannati per comporre l'ode My Own Private River.

 

Ma l'omaggio più bello è quello del fratello Joaquin, che ha chiamato River il figlio avuto con la compagna Rooney Mara.

 

 

[Joaquin ha ricordato il fratello River Phoenix ai Premi Oscar 2020]

 

 

Al termine del discorso di ringraziamento per l'Oscar vinto grazie al suo ruolo in Joker (2019), un commosso Joaquin Phoenix ha voluto lasciare un ricordo dell'amato fratello maggiore: "Quando aveva 17 anni, mio fratello ha scritto queste parole: corri al soccorso con amore e la pace seguirà".

 

A trent'anni di distanza, il talento, l'umanità e l'intensità di River Phoenix rimangono una fonte di ispirazione per tanti giovani attori e possiamo solo immaginare la grandezza che la star avrebbe potuto raggiungere. 

 

"I would rather quit while I was ahead. 

There's no need in overstaying your welcome." 

 

[articolo a cura di Marco Lovisato]

 

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