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Decision to Leave: quando si uniscono Eros e Thanatos

Il nuovo film di Park Chan-wook è il perfetto racconto di come Amore e Morte abbiano segnato tutta la filmografia del regista e tutta la Storia del Cinema crime-romance

Decision to Leave è stato presentato al 75° Festival di Cannes dove ha vinto il premio per la Miglior Regia e sin da allora si è rivelato uno dei film più attesi della stagione cinematografica.

 

Oltre a portarlo nelle nostre sale dal 2 febbraio Lucky Red ha deciso per l'occasione di accompagnarlo con una rassegna sull'intera filmografia di Park Chan-wook, anche dopo aver visto il grande successo ottenuto l’anno scorso dal ritorno al cinema di Old Boy.

 

[Il trailer italiano di Decision to Leave]

 

 

Tutta l’opera dell’autore sudcoreano è una costante commistione di registri e di generi che si intersecano tra loro, spesso accostando anche toni estremamente diversi come il melodramma e l’orrore in Thirst o il dramma romantico e la fantascienza in Sono un cyborg, ma va bene.

 

Un’unione di linguaggi in cui il dramma romantico ha sempre avuto una corsia preferenziale, riuscendo a ritagliarsi uno spazio in quasi tutta la produzione di Park Chan-wook: dalle tinte più erotiche di Mademoiselle a quelle più violente della Trilogia della Vendetta, fino a quelle noir che troviamo in Decision to Leave.

 

 

[La componente romantica e sentimentale è sempre molto marcata e presente in Decision to Leave]

 

Nell’ultima opera di Park Chan-wook la consueta inclinazione verso storie d’amore sovraccariche e che si muovono nel torbido e nell’opacità si fonde con quello che è probabilmente uno dei generi cinematografici in cui queste ultime si trovano meglio: il crime, in particolare nella sua accezione più investigativa e noir. 

 

Detective e omicidi, delinquenti e poliziotti tutti persi di fronte alle femmes fatales che obnubilano i loro sensi e inibiscono la loro abilità di muoversi nel sottosuolo urbano, fatto di crimine e violenza: non fa eccezione Decision to Leave in cui il detective della polizia di Busan Hae-jun (Park Hae-il), alle prese con le indagini sulla morte di Do-soo, si fa ammaliare dalla moglie del defunto Sea-rae (Tang Wei).

 

Una storia in cui l'aspetto investigativo e l’incontro tra due individui si mischiano e fanno perdere anche al protagonista il focus sulla sua indagine - come sapientemente rimarcato nel linguaggio del film attraverso alcune transizioni e l’uso massiccio del cambio di fuoco -  perché incapace di resistere alla vedova davanti a lui: una donna che fin da subito sembra una delle principali sospettate e che ha già confessato di aver commesso l’omicidio della madre, ma che ha completamente irretito Hae-jun. 

 

Come di consueto, oltre ai due registri principali di Decision to Leave l’autore originario di Seul impreziosisce l'opera con una regia mai banale, con momenti molto diversi tra loro che passano da derive ironiche e quasi grottesche ad altre più puramente investigative, fino a piccoli elogi visivi del panorama naturalistico sudcoreano.

 

 

[Tang Wei è uno dei grandi punti di forza di Decision to Leave]

 

Un'ibridazione costante che ritorna anche a livello narrativo e geografico (prima l'azione si svolge a Busan, poi a Ipo): la vittima lavorava per l'ufficio di immigrazione e nel coprire un ampio arco temporale Decision to Leave racconta diversi luoghi e diverse provenienze nella Corea del Sud odierna (Seo-rae, immigrata cinese, spesso ribadisce di non parlare bene il coreano), tanti input che si uniscono ai tanti registri visivi e narrativi che il film attraversa. 

 

Questa unione a tinte noir di Cinema crime e dramma romantico crea l’habitat perfetto per la rappresentazione di due pulsioni antitetiche, ma in costante dialettica, come quelle di Eros e Thanatos: da un lato la brama per l’unione, per l’incontro e per l’attrazione, dall’altro invece la fascinazione per il Male e le sue zone d’ombra, per il caos e per la bestialità dell’uomo.

 

 

[La donna che visse (e forse uccise) molte volte sarebbe stato un perfetto titolo per smascherare la vicinanza tra il capolavoro di Alfred Hitchcock e Decision to Leave]

 

Amore e Morte come simboli di una costante dualità del film tra ragione e sentimento, tra fredda logica e coinvolgente passione: un'ambivalenza che permea tanto il detective marito e amante, quanto la donna moglie e presunta assassina e che ci riporta al più grande tema del doppio della Storia del Cinema, quel La donna che visse due volte - a cui Park Chan-wook deve chiaramente moltissimo - in cui Alfred Hitchcock unì perfettamente l'indagine e il mistero con l'infatuazione e la pulsione. 

 

Ma i grandi esempi di incontro tra morte e amore, tra mistero e innamoramento sono moltissimi e l'autore sudcoreano sicuramente dimostra di aver ben studiato come inserire il melodramma sovraccarico in un contesto investigativo e urbano, come Wong Kar-wai e Satoshi Kon, di come gestire il grottesco nel noir come fanno Paul Thomas AndersonRoman Polanski, o di come raccontare il sentimento e l'infatuamento anche in contesti violenti, da Pedro Almodóvar a Brian De Palma.

 

Un regista ormai maturo che in Decision to Leave dimostra di conoscere e aver imparato bene da tanti grandi Maestri, ma che a sua volta riesce perfettamente a mettere in scena l'unicità della propria voce.

 

 

[Il ruolo del detective tormentato sia dall'indagine sia dal dilemma etico ci riporta subito a tutto il classico Cinema noir hollywoodiano, con cui Decision to Leave ha sicuramente un rapporto strettissimo]

 

Quello tra Amore e Morte è infatti un tema ricorrente nella filmografia dell’autore di Old Boy in cui spesso le violenze subite, osservate o commesse diventano la miccia per i rapporti umani e le infatuazioni: ce lo racconta perfettamente Mr. Vendetta, ma anche l’analisi della carica erotica di Mademoiselle - che si chiude in un vero e proprio inseguimento da crime-movie - o la deriva orrorifica di Thirst.

 

Come se questo sottofondo oscuro e violento, nell'idea di Park Chan-wook, agisse da vero e proprio afrodisiaco: un tema estremamente caro alla sua poetica che spesso analizza, oltre ai rapporti romantici, anche le pulsioni erotiche più profonde in relazione al contesto di partenza e a ciò che le ha generate, che sovente tende a mettere in scena una rappresentazione estremamente estetizzante della brutalità del crimine.

 

Due esempi perfetti sono Sono un cyborg, ma va bene, vera e propria fenomenologia dell'infatuazione, o Stoker e Thirst che raccontano perfettamente il rapporto tra la spinta sessuale e i delitti di sangue.

 

 

[La cura visiva di Park Chan-wook in Decision to Leave è, come sempre, a livelli altissimi e mai banale]

 

Il rapporto tra Hae-jun e Seo-rae in Decision to Leave sembra essere infatti la rappresentazione della ricerca di un brivido, in opposizione alla ripetitiva monotonia della vita dell’investigatore, come se quella morte potesse essere la scintilla capace di dar fuoco a un’esistenza mediocre e di donare un irresistibile fascino alla vedova. 

 

Un'infatuazione che non è quello che sembra essere - come sottolinea il dialogo sull'aver detto o meno "ti amo" - e che rappresenta alla perfezione Decision to Leave: un film che sa muoversi nei mezzi spazi, nelle zone grigie di quell'incontro tra Morte e Amore, tra violenza e passione, tra crime e romance. 

 

Un connubio che ha attraversato grandissimi capolavori della Storia del Cinema e tutta la filmografia di Park Chan-wook.

 

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