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La nuova scuola genovese e DeAndré#DeAndré: Seeyousound diventa xeneize - SEEYOUSOUND 2022

Due film e due focus sulla grande canzone d'autore genovese e il suo riverbero nel presente

Guardando il programma di questo ottavo SEEYOUSOUND Festival spicca senz'altro un piccolo focus su uno dei centri nevralgici della Storia della Musica italiana: Genova, la città che unisce e diventa protagonista di DeAndré#DeAndré e La nuova scuola genovese.

 

Entrambi i film si legano in modo strettissimo alla figura di Fabrizio De André, uno dei mostri sacri della canzone d'autore italiana, che nel primo è l'oggetto del ricordo del figlio Cristiano, mentre nel secondo è il grande simbolo della prima scuola genovese a cui dovrebbe seguire quella nuova.

 

[Il trailer di DeAndré#DeAndré]

 

 

DeAndré#DeAndré racconta il tour lungo due anni di Cristiano De André, in cui il figlio del cantautore ha riproposto l'album del padre Storia di un impiegato per onorare la memoria di Faber.

 

Nel raccontare la serie di concerti, Roberta Lena - regista alla sua opera prima dopo anni di carriera attoriale - ha deciso di sfruttare le immagini live e la musica per parlare di molto altro: Deandré#Deandré, infatti, viaggia tra storie di vita tra Fabrizio e Cristiano: ricordi, aneddoti, attualità e critica alla società moderna. 

 

Il film non è quindi solo una collezione - interessantissima - di elementi deandreiani o un'autocelebrazione di Cristiano, ma una vera e propria occasione di sfruttare le canzoni e il ricordo di Faber per parlarci del presente, accostando immagini che suggeriscano come ancora oggi le parole del cantautore genovese siano attuali.

 

 

[Fabrizio e Cristiano in DeAndré#DeAndré]
DeAndré#DeAndré DeAndré#DeAndré DeAndré#DeAndré DeAndré#DeAndré DeAndré#DeAndré

 

Presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, DeAndré#DeAndré è un'opera che cerca di tenere unite, grazie ai testi di De Andrè cantati dal figlio, sia una componente estremamente intima fatta delle confessioni di Cristiano, sia la dimensione estremamente attuale di questo capolavoro della musica italiana.

 

Il primo proposito è la vera forza trainante di Deandré#Deandré: i momenti familiari, il racconto dei rapporti, le immagini di repertorio, il legame strettissimo tra vita privata e produzione artistica escono dallo schermo in tutta la loro forza, colpendo non solo gli spettatori appassionati della musica dell'autore de La Buona Novella.

 

Se però il rapporto con il passato e l'amore tra padre e figlio reggono l'intelaiatura del film, il tentativo di parlare del presente risulta meno accorato e coinvolgente.

 

 

[Una delle immagini in cui DeAndré#DeAndré si specchia troppo sulla sua estetica]

 

 

Da un lato l'intento di sottolineare la profondità e l'attualità dei testi di Storia di un impegato si infrange su uno spessore difficile da riportare in un film già così pieno di elementi narrativi, scadendo talvolta nella semplificazione; dall'altro la scelta di proporre il racconto del Cristiano artista con un lirismo visivo decisamente esasperato tende spesso ad appesantirlo, sovraccaricando tutta questa porzione di film.

 

La componente visiva del film, che è comprensibilmente molto eterogenea, non sempre riesce a seguire di pari passo il grande coinvolgimento che il racconto porta con sè: se le classiche immagini un po' da videoclip dei live sono esaltate da una scenografia assolutamente spettacolare e le intervista vibrano dell'emotività del ricordo, lo stesso non si può dire di alcune altre scelte estremamente compiaciute.

 

Le interviste visivamente meno cariche riescono a rompere lo schermo molto più di tante "dronate" su Cristiano che esce dall'acqua o che contempla friedrichianamente l'orizzonte.

 

Tutto questo non riesce però a depotenziare l'intimità che permea il film tra un'artista così grande e il ricordo di suo figlio.

 

[Il trailer de La nuova scuola genovese, film che dal ricordo di DeAndré#DeAndré ci porta all'attualità della trap] 

 

 

Proprio nel rapporto tra padri e figli (artistici) si costruisce il secondo film ovvero La nuova scuola genovese: un vero e proprio tentativo dei due registi Yuri Dellacasa Paolo Fossati - e dell'ideatore del progetto Claudio Cabona - di dimostrare la tesi che la nuova ondata trap nata tra i caruggi sia una diretta discendente del cantautorato esploso all'ombra della Lanterna.

 

Da un lato Marracash (ospite d'eccezione anche se non facente parte della nuova scuola), Izi, Tedua, Vaz Tè, Nader e tutto il mondo di Wild Bandana e Drill Liguria, dall'altro Gino Paoli, Vittorio De Scalzi, Cristiano De André, Dori Ghezzi, Ivano Fossati, il ricordo di Faber Luigi Tenco raccontano tutta la prima scuola genovese.

 

Una tesi che potrebbe far storcere più di un naso, ma che nella sua argomentazione riesce nell'impresa difficilissima di raccontare il rapporto profondo che si instaura tra gli artisti e la loro patria, il legame strettissimo tra una città portuale e i suoi figli.

 

 

[Tedua, Izi, Ill Rave, Nader e Vaz Té

 

Accanto al racconto di Genova si colloca un tentativo di rappresentare la gioventù odierna e il modo in cui l'industria musicale e la produzione artistica sono cambiati nel corso degli anni.

 

L'immediatezza che Ivano Fossati riconosce ad un linguaggio così disinteressato dalla "forma canzone", come lo erano molti dei cantautori della scuola genovese, è per esempio un punto estremamente interessante del tentativo di dimostrare questa tesi, così come il racconto dell'uso della parola nel dialogo tra Bresh e Cristiano De André.

 

Una delle più grandi intuizioni de La nuova scuola genovese è poi la costruzione di veri e propri dialoghi tra i protagonisti, non solo una serie di interviste, ma momenti in cui Gino Paoli dialoga con Tedua, Dori Ghezzi con Izi, Cristiano De Andrè con Bresh: generazioni differenti con la stessa voglia di raccontare le realtà sfruttando l'importanza della parole e dell'immagine.

 

Un film che - come DeAndré#DeAndré - talvolta scade un pochino in un'estetica troppo da videoclip (anche se qui risulta più riuscita e la scelta è chiaramente più aderente con il linguaggio che sta raccontando), ma che allo stesso tempo sa perfettamente sfruttare i luoghi mozzafiato di Genova senza risultare stucchevole.

 

 

[Vaz Té, Tedua e Izi, veri pilastri della nuova scuola genovese, i volti principali che hanno raggiunto il grande pubblico]

 

La nuova scuola genovese è un documentario che si insinua nelle periferie e che cammina nel centro storico più esteso d'Europa, nei suoi vicoli, che allo stesso tempo osserva da una terrazza tutta la città e poi viaggia su uno dei treni che portano dai sobborghi al porto: una vera e propria collezione di luoghi e contesti di una città così multiforme.

 

Un film capace di raccontare due generazioni e, di conseguenza, come in ognuna di esse Genova sia protagonista e filo conduttore, al netto di linguaggi, generi, stili e pubblici che cambiano.

 

SEEYOUSOUND riesce così a raccontare la grande musica genovese, ma soprattutto la capacità di tutte queste tre generazioni diverse (Fabrizio-Cristiano-nuova scuola) di raccontare la verità di una città unica, la quale non può che lasciare un segno profondo sui suoi artisti.

 

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