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Luca - Recensione: la catartica spinta sull'importanza dell'amicizia

Recensione di Luca, 24° film dei Pixar Animation Studios, diretto da Enrico Casarosa

Luca è forse uno dei film d’animazione più attesi quest’anno, in particolar modo in Italia.

 

Targato Pixar Animation Studios, è il primo lungometraggio di Enrico Casarosa, già noto come storyboard artist e per la sua candidatura ai Premi Oscar per il Miglior Cortometraggio di Animazione con La Luna. 

 

 

 

Il racconto vede come protagonista un mostro marino di nome Luca Paguro (Jacob Tremblay) che, come nelle più classiche delle fiabe, sogna ad occhi aperti una vita diversa.

 

Il suo desiderio è quello di andare sulla terraferma ma è ostacolato dai genitori, spaventati dall’idea che possa essere catturato e ucciso dagli umani. 

 

Un giorno incontra Alberto Scorfano (Jack Dylan Grazer), un altro mostro marino abituato alla terraferma, con cui si ritroverà ad affrontare cose che non credeva avrebbe mai fatto, compresa l’amicizia con Giulia Marcovaldo (Emma Berman), un’umana.

 

 

 

 

È difficile descrivere Luca; è forse più facile parlare di quello che ti lascia alla fine.

 

Il film si distacca, quasi completamente, da quella Pixar molto più arzigogolata e complessa alla quale interessa scavare nell’animo umano e nei segreti che vi si celano, andando, invece, a toccare dei tasti armoniosi e scoperti, che forse stavamo ignorando da troppo tempo. 

 

 

[Concept art dalle atmosfere miyazakiane, tanto amate da Enrico Casarosa]

 

Enrico Casarosa con Luca porta avanti una storia d’amicizia senza annoiare un solo istante.

 

Il suo obiettivo non è tenere col fiato sospeso, far scoprire l’inaspettato o sfidare in continuazione l’attenzione dello spettatore, ma raccontare una storia vicina e tangibile, tanto delicata quanto evocativa, che tiene saldo quell’amore per memorie d’infanzia sopite ma presenti.

 

 


 

La semplicità della narrazione si sposa perfettamente con l’animazione.

 

L’idea di accompagnare questo genere di storia con dei personaggi molto caricaturali e ambienti non esageratamente fotorealistici risulta bilanciata e riporta all’attenzione uno stile lasciato da parte negli ultimi anni ma che, anche per occhi meno esperti, risulta vincente.

 

 



Portorosso, il luogo dove si svolge gran parte della vicenda, è sicuramente una lama a doppio taglio per Enrico Casarosa, soprattutto dal punto di vista italiano, perché ai più potrebbe risultare stereotipato e poco consono.

 

Personalmente, nonostante non sia figlia degli anni ’60 - ’70, ho trovato dettagli che ancora oggi rivedo in luoghi di mare e in piccole città rurali; le esagerazioni in Luca sono poche, ma ci sono: ad esempio alcune espressioni utilizzate da qualche personaggio risultano infine buffe e nient’affatto fastidiose.

 

 

[Concept art di Portorosso]

 

 

Proprio per la sua vena molto più personale e autoriale, credo che Luca sia la dimostrazione che non importa essere originali “a tutti i costi”.

 

Il suo potere è quello di narrare, in maniera deliziosa, una storia per niente rara e alla portata di tutti, in un modo così dolce ed espressivo da lasciare un sorriso sia ai più piccini, che vedranno l’importanza dell’amicizia e tutto quello che ne consegue, sia ai più grandi che si ritroveranno a vagare nella mente alla ricerca dei propri ricordi estivi.

 

Disponibile su Disney+.

 

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