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8 film in cui si sente per 3490 volte la parola 'cazzo'

Il turpiloquio nel Cinema è qualcosa di relativamente recente ed è aumentato a dismisura negli ultimi anni

Sentire un personaggio pronunciare la parola cazzo - e le sue derivazioni - oggi ci sembra una cosa normale, ma ovviamente non è sempre stato così. 

 

Restando sul Cinema hollywoodiano bisogna infatti per forza di cose raccontare il periodo in cui era in vigore il Codice Hays

 

Per più di trent'anni il Cinema statunitense vide infatti la propria libertà di espressione inchiodata dal cosiddetto Production Code - anche noto come Codice Hays dal nome del politico repubblicano William Harrison Hays che lo ideò - che limitava cosa si poteva mostrare, come si poteva mostrarlo e anche cosa si poteva dire nei film prodotti a Hollywood e dintorni.

 

 

[Quel simpaticone di William Harrison Hays]

 

 

Nato nel 1930 per indirizzare la morale degli spettatori, il Production Code era un elenco di divieti che sembrava assomigliare a un reboot dei Dieci Comandamenti. 

 

Non si potevano mostrare nudità, non si poteva mettere in ridicolo né in discussione la religione, non bisognava esaltare comportamenti "contro la morale" come rapporti extra matrimoniali o coppie interrazziali, gli omicidi non dovevano essere filmati in modo da essere di esempio, la bandiera americana doveva sempre essere rispettata e i personaggi negativi non dovevano mai essere caratterizzati in modo da essere seducenti. 

 

Ovviamente era bandito anche un certo tipo di linguaggio e c'era una vera e propria lista di parole proibite.

I grandi studios iniziarono a rispettare il Codice nel 1934 e fino al 1967 il Cinema hollywoodiano fu legato a queste restrizioni. 

 

Poi tutto cambiò. 

 

 



Nacque la MPAA, l'associazione che ancora oggi assegna il rating ai film definendone il pubblico a cui sono destinati: le famose sigle PG13, la temuta R e la ultra restrittiva NC-17 le dobbiamo a loro*.  

 

Già all'inizio degli anni '60 molti registi si rivolgevano agli studi indipendenti, che non essendo major non avevano firmato l'accordo sul Production Code e appellandosi alla libertà di parola sancita dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America scrivevano e giravano film che non sottostavano a quelle restrizioni. 

 

Ovviamente non avevano la stessa capillarità nella distribuzione di cui potevano godere le pellicole delle major, ma per molti cineasti era più importante potersi esprimere liberamente e rivolgersi a un pubblico più ristretto piuttosto che godere di grandi incassi e grande audience ma senza poter fare il film che volevano. 

 

Come dar loro torto, effettivamente. 

 

La fine del Codice Hays fu una sorta di "liberi tutti" che fece nascere decine di pellicole finalmente libere, anche nel linguaggio utilizzato.  

 

 

 

Film come Arancia Meccanica di Stanley Kubrick o L'esorcista di William Friedkin - prodotti da Warner nel 1971 e nel 1973 - erano sinceramente impensabili fino a poco prima.

 

Il Padrino - Paramount, 1972 - Il braccio violento della legge e Panico a Needle Park - entrambi 20th Century Fox, 1971 - o ancora Zabriskie Point - MGM, 1970 - sono solo alcuni titoli di film meravigliosi che hanno visto la luce dopo le restrizioni.

 

La libertà di espressione nel Cinema ha poi galoppato velocemente seguendo la società, come sempre accade, e di decennio in decennio abbiamo visto l'aumento di film completamente impossibili pensando al vetusto Codice Hays. 

 

Gli studios, i cineasti e il pubblico si sono naturalmente abituati a vedere determinate cose nei film e anche a sentir parlare un certo tipo di linguaggio: se potessimo tornare indietro nel tempo e mostrare una commediola adolescenziale contemporanea a uno spettatore degli anni '60 probabilmente gli causeremmo un infarto, eppure noi non ci vediamo più niente di scandaloso, di morboso o di eccessivamente volgare.

 

[Booksmart, da noi infelicemente distribuito come La rivincita delle sfigate: il debutto in regia di Olivia Wilde è delizioso, ma se fosse uscito sessant'anni fa avrebbe causato ictus e panico nelle piazze; e ancora oggi il trailer non è accessibile a tutti: qui infatti non è disponibile, dovete cliccare e andare a vederlo su YouTube dove sanno se siete maggiorenni o meno]

 

 

Anche per questo l'utilizzo della parola cazzo - in inglese fuck, con tutti i suoi derivati - nei film è aumentato a dismisura negli ultimi due decenni e ogni anno che passa il numero di film che la contiene sale. 

 

Attualmente è sufficiente che venga pronunciata una volta per ricevere dalla MPAA il rating PG13, anche se possono esserci delle rare eccezioni, ma questo non ferma i cineasti. 

 

C'è chi addirittura ha deciso di contare tutte le volte in cui in un film si sente dire "cazzo" et similia nei film in lingua inglese, e ha stilato una classifica. 

 

Qui sotto troverete gli 8 film che al momento della stesura di questa Top 8 si trovano in cima a questa speciale classifica, ma è doveroso avvisarvi fin da subito di un paio di cose.

 

La prima è che sono stati presi in considerazione i film non di genere documentario che hanno ricevuto una distribuzione cinematografica internazionale. 

 

Se si tenesse conto anche dei doc avremmo al 2° posto Fuck, documentario del 2005 che parla appunto della parola cazzo - e dintorni - ma sarebbe troppo facile: nei suoi 92 minuti di durata la simpatica parola viene pronunciata per ben 857 volte, con la media mirabolante di 9,21 "cazzo" al minuto, la più alta di tutte. 

 

Se tenessimo in considerazione anche i film ultra indipendenti avremmo al 1° posto Swearnet: The Movie, film prodotto nel 2014 e nato dalla sitcom canadese Trailer Park Boys. 

 

cazzo.

 

Swearnet: The Movie però ha visto solo poche sale, oltre all'ovvio Canada è stato distribuito anche in qualche cinema statunitense vicino al confine, ed è poi sbarcato in streaming qualche mese dopo in Svezia e Paesi Bassi. 

 

Un po' poco per fregiarsi di un titolo mondiale. 

 

Inoltre pare che i Trailer Park Boys nel film parlino della loro rete streaming - Swearnet, appunto - e di come in quel luogo virtuale siano liberi di dire tutti i "cazzo" che vogliono, esagerando apposta per poter entrare nel Guinness dei Primati per il film con il più alto numero di "cazzo" pronunciati. 

Cosa che effettivamente sono riusciti a fare, ma in questo modo è un po' regalato. 

 

La seconda cosa che dovete sapere in anticipo è che Quentin Tarantino, con le sue sceneggiature particolarmente farcite, non rientra nella Top 8. 

Anzi, guardando la classifica dei film in cui si pronuncia la parola cazzo - and friends - almeno 150 volte, possiamo trovare solo 3 dei suoi 9 film. 

 

Due e mezzo, per essere precisi. 

 

[E dire che il Quentin non ci va leggero con la parola!]

 

 

Al 101° posto si trova infatti Grindhouse - A prova di morte, che però viene calcolato come unico film assieme al fratello Grindhouse - Planet Terror di Robert Rodriguez: messi insieme i film contano un totale di 169 "cazzo" e dintorni, per una media di 0,88 volte al minuto. 

 

Al 29° posto troviamo Pulp Fiction - con 265 "cazzo" e dintorni e una media di 1,72 al minuto - e subito sopra Le Iene: l'esordio di Tarantino in regia è infatti al 28° posto con un totale di 269 cazzo e dintorni e, data la lunghezza del film inferiore a quella di Pulp Fiction, una media di ben 2,71 cazzo al minuto. 

Il monologo iniziale su Like a Virgin di Madonna potrebbe aver contribuito. 

 

Ma come vedete non si va più in alto del 28° posto con Quentin Tarantino. 

 

Chi mai potrebbe esserci sopra di lui? 

 

Scopritelo sfogliando le varie posizioni di questa strana classifica, che molto probabilmente in almeno un paio di occasioni siamo sicuri che vi farà esclamare... oh cazzo! 



* La Motion Picture Association of America oggi divide i film in 5 classi: 

G: adatto a tutti

PG: consigliata la presenza di un adulto

PG13: fortemente consigliata la presenza di un adulto per i minori di 13 anni

R: vietato ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto 

NC-17: riservato esclusivamente agli adulti



Posizione 8

Alpha Dog 

di Nick Cassavetes, 2006

 

'Cazzo' e dintorni: 367  

Durata film: 118 minuti 

Media al minuto: 3,11 

 

Cast importante per un film che si ispira alla storia vera di uno spacciatore di marijuana e al rapimento da lui organizzato.

 

Bruce Willis, Sharon Stone, Emile Hirsch, Harry Dean Stanton, Justin Timberlake e Anton Yelchin: forse solo a una festa privata li avreste sentiti pronunciare così tante volte la parola in questione.

 

Il film arrivò 76° al botteghino italiano nella stagione 2006/2007, 

 

Lo trovate su Apple TV e Google Play. 

 

Posizione 7

The Outpost

di Rod Lurie, 2020

 

'Cazzo' e dintorni: 371  

Durata film: 123 minuti  

Media al minuto: 3,02

 

Secondo film di fila che racconta una storia vera: la battaglia di Kamdesh durante la Guerra in Afghanistan, quando i talebani assaltarono una base militare statunitense. 

 

Dopo le droghe e la microcriminalità, la vita militare è quella con il più alto tasso di parolacce pronunciate: The Outpost ne ha 4 in più di Alpha Dog.

 

Il film vanta nel cast la presenza di Orlando Bloom, Scott Eastwood e Caleb Landry Jones ed è il più recente di questa classifica. 

 

In Francia è arrivato in streaming a novembre 2020, a breve dovrebbe uscire anche da noi.

 

Posizione 6

Straight Outta Compton  

di F. Gary Gray, 2015

 

'Cazzo' e dintorni: 392  

Durata film: 167 minuti 

Media al minuto: 2,35

 

A leggere questi primi tre titoli pare che le storie vere ispirino più cazzi dei film di fiction: Straight Outta Compton è il titolo del primo disco degli N.W.A., gruppo hip hop di Los Angeles che ha scritto la Storia del genere e non solo. 

 

Lo stesso titolo ha il film biografico di F. Gary Gray ed è normale pensare che nell'ambiente raccontato non si parli come a un colloquio di lavoro per diventare bibliotecario a Yale. 

 

Impressionante la scelta del casting per la somiglianza con le controparti reali.

 

Sceneggiatura originale candidata ai Premi Oscar. 

 

Lo trovate su TIM Vision, Apple TV e Google Play. 

 

Posizione 5

Casinò

di Martin Scorsese, 1995

 

'Cazzo' e dintorni: 422  

Durata film: 178 minuti  

Media al minuto: 2,40

 

Poteva forse mancare?

Davvero pensavate che non ci sarebbe stato almeno un film di Martin Scorsese in questa classifica? 

La storia di Sam Rothstein e Nicky Santoro si ispira a una storia vera - e siamo a quattro su quattro - e con un cast che vede Robert De Niro, Joe Pesci, Sharon Stone, James Woods e Kevin Pollak, la fotografia di Robert Richardson, il solito team Thelma Schoonmaker al montaggio e Dante Ferretti alla scenografia è decisamente un film da non perdere. 

All'epoca settò il record di F word in un film.

 

Da noi Casinò arrivò solo 21° al botteghino, ma negli USA andò peggio: 52° posto sotto a film come Goodbye Mr. Holland, Beavis & Butt-head alla conquista dell'America e Il rompiscatole. 

Prima - e ad oggi unica - nomination per Sharon Stone come Migliore Attrice Protagonista, che è anche l'unica attrice a comparire due volte in questa Top 8. 

 

Stupitevi quanto me: al momento non ci sono piattaforme streaming dove poter vedere Casinò; qui per l'home video.

 

Posizione 4

Niente per bocca

di Gary Oldman, 1997

 

'Cazzo' e dintorni: 428  

Durata film: 138 minuti  

Media al minuto: 3,34

 

Sappiamo tutti quanto sia incredibilmente bravo Gary Oldman, forse però pochi sanno che l'attore britannico ha anche girato un film come sceneggiatore e regista. 

E ad oggi è ancora l'unico film in cui ha coperto questi due ruoli. 

 

La storia racconta le vicissitudini e i problemi di una famiglia della working class londinese, con violenze e droga all'ordine del giorno. 


Niente per bocca vinse il BAFTA come Miglior Film Britannico e pochi anni fa il magazine Time Out lo ha posto al 21° posto tra i film britannici migliori di sempre. 

 

Mi sembra giusto quindi che non sia presente su nessuna piattaforma streaming, no? 

 

Qui per l'home video.

 

Posizione 3

S.O.S. Summer of Sam - Panico a New York 

di Spike Lee, 1999

 

'Cazzo' e dintorni: 435  

Durata film: 142 minuti  

Media al minuto: 3,06

 

Non poteva ovviamente mancare Spike Lee. 

 

Summer of Sam è il quinto film di questa classifica a raccontare qualcosa di accaduto davvero: nell'estate del 1977 New York fu preda del terrore a causa dell'autonominatosi Son of Sam, un serial killer che trucidava le giovani coppie. 

 

John Leguizamo, Mira Sorvino e Adrien Brody si muovono nel Bronx in questo film dalla fotografia madida e dall'aria irrespirabile, che a tratti ricorda il Cinema di Martin Scorsese. 

 

Per ricordarlo ancora di più c'è ovviamente la situazione "cazzo" e dintorni, che al momento dell'uscita del film fece segnare un nuovo record. 

 

Lo trovate su TIM Vision e Apple TV. 

 

Posizione 2

Diamanti Grezzi

di Josh e Bennie Safdie, 2019 

 

'Cazzo' e dintorni: 506  

Durata film: 135 minuti  

Media al minuto: 3,75 

 

La storia del gioielliere newyorkese, interpretato da Adam Sandler, che non riesce a stare fuori dai casini, schiavo del suo vizio per le scommesse e dei debiti che continuano ad accumularsi mentre la sua vita familiare ha delle falle grosse come crateri. 

 

Il quarto lungometraggio dei Fratelli Safdie è un inno all'ansia e al nervosismo, con un Sandler eccezionalmente bravo.

 

Il film si trova al secondo posto di questa classifica solo per una questione di numeri, dato che guardando la media di "cazzo" e dintorni meriterebbe il primo posto. 

 

Non aggiungo altro - anche perché del film ne ha già parlato per bene Emanuele Antolini - e vi dico che il film lo potete trovare in streaming su Netflix. 

 

Posizione 1

The Wolf of Wall Street 

di Martin Scorsese, 2013

 

'Cazzo' e dintorni: 569  

Durata film: 180 minuti  

Media al minuto: 3,16 

 

Già: lo Zio Marty si piazza al primo posto con un 569 "cazzo" e dintorni pronunciati nel film in cui Leonardo DiCaprio intepreta il caimano della finanza Jordan Belfort. 

 

Qui sul sito potete trovare un po' di curiosità sul film e immagino che lo conosciate tutti, quindi vi dico che potete trovarlo su Amazon Prime Video, Netflix, Rai Play e TIM Vision, ma poi non mi dilungherò più di tanto 

 

Da notare però che si tratta del sesto film tratto da una storia vera, su un totale di otto, e che chiude un podio interamente costituito da storie ambientate a New York: un serial killer, un gioielliere, un broker. 

 

Evidentemente a New York non importa che lavoro tu faccia, basta che tu te ne vada in giro a dire "cazzo!"

 



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