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Com'è nato Canto di Natale di Topolino

Il Classico dei Classici per un Natale a tema Disney!

Non si contano più le trasposizioni cinematografiche, televisive, o di qualsivoglia genere d’intrattenimento che hanno attinto da una delle opere più note del celebre scrittore britannico Charles Dickens: Canto di Natale.

 

Fu proprio questo racconto natalizio che nel 1947 ispirò al fumettista e sceneggiatore Carl Barks, affettuosamente chiamato “l’uomo dei paperi”, il nome per il personaggio dello zio ricco e avaro di Paperino: Scrooge, appunto, certo non Ebenezer ma questa volta McDuck.

In italiano lo conosciamo col nome di Paperon de' Paperoni o, informalmente, semplicemente come Zio Paperone.

 

È corretto a mio avviso dire che il vero protagonista del celebre adattamento Disney del racconto di Dickens sia lui, e non il buon Topolino a cui il mediometraggio è titolato.

Certo bisogna considerare il bel riscatto che il personaggio ammiraglio dello Studio ebbe con questo gioiellino animato e, quindi, cercherò di parlarne con ordine.

 

Siamo nel 1983.

Topolino era assente dalle sale cinematografiche già da 30 anni quando il reparto animazione della Walt Disney decise di riportare sugli schermi la sua più grande stella.

Il suo volto al cinema lo si vide per l’ultima volta nel 1953 quando col fido amico Pluto ricoprì il ruolo del protagonista nel cortometraggio Topolino a pesca (in originale The Simple Things).

 

La semplicità di un personaggio come Topolino, a cui in modo quasi evocativo si fa anche riferimento nel titolo e nelle parole dell’orecchiabile motivetto che apre e chiude il corto, era forse fuori tempo e fuori moda per il cinema di quell’epoca, nel quale si preferirono le dinamiche di Pluto, Paperino e situazioni in generale più slapstick.

 

Quindi Topolino si prese una pausa.

 

 



Per il suo grande ritorno gli artisti Disney non potevano scegliere soggetto migliore dell’intramontabile racconto di Charles Dickens.

 

L’idea in realtà partì da un disco della Disney rilasciato un decennio prima; si trattava di An Adaptation of Dickens’ Christmas Carol - Performed by the Walt Disney Players inciso e rilasciato nel 1974, distribuito su etichetta Disneyland Records e purtroppo inedito in Italia.

Il progetto discografico non solo consentì a Topolino di apparire nei panni del tiranneggiato ma tenace Bob Cratchit, ma offrì a quasi tutti i suoi amici animati un personaggio da interpretare.

 

Assegnare a Paperon de' Paperoni il ruolo di Ebenezer Scrooge fu inevitabile e quindi, quando dal disco si passò alla produzione animata, non si poté fare a meno di tenere in considerazione molte delle scelte dell’azzeccatissimo casting (sia pur solo vocale) attuato circa un decennio prima.

Anche la scelta delle voci originali dei personaggi fu un procedimento molto dibattuto.

 

 



Il compianto attore Alan Young aveva avuto modo di interpretare nel 1974 proprio Paperone, e per questa nuova apparizione dello Zione la sua voce fu confermata.

Sulla voce di Paperino invece, quella dell’inarrivabile Clarence ‘Ducky’ Nash, la produzione era già più titubante, dal momento che l’attore si era ritirato già da una ventina d’anni circa e accusava in modo pesante i segni della vecchiaia.

 

Bastò poco però a convincerlo e per l’ultima volta Donald parlò con la sua unica e prima vera voce (in seguito sul becco del Papero prese posto la caratterizzazione di Tony Anselmo, a sua volta protetto e pupillo di Nash).

 

Per Topolino invece le cose andarono in maniera un po’ diversa.

La sua voce originale storica (dopo quella di Walt) James MacDonald, non era più in grado di doppiarlo.

Era anch’egli, al pari di Nash, oramai stanco e già da molto tempo in pensione, la sua voce adesso non poteva più raggiungere le tonalità a cui il pubblico era abituato sul volto di Topolino.

 

Tuttavia anche MacDonald come Nash aveva un pupillo, un giovane di talento arrivato agli Studi per imparare l’arte del suono (MacDonald difatti era un rumorista, o sound designer se preferite, ed era quella la sua mansione primaria all’interno dello Studio).

Wayne Allwine  perciò lo sostituì, diventando la voce ufficiale del personaggio fino alla sua morte (come successe anche per Alan Young su Paperone), avvenuta nel 2009.

 

 

[L'attore Alan Young (1919-2016)]

 

 

Questo gioiellino animato segna l’esordio alla regia di Burny Mattinson, entrato in Disney proprio nel 1953 (ossia l’anno dell’ultimo corto cinematografico del Topo) con il forte desiderio di diventare un animatore.

 

La sua gavetta fu lunga ma già con Robin Hood (1977) era riuscito a conquistarsi una sua scrivania e un nome nello Studio.

Fu sua l’idea di adattare il racconto dickensiano in un cartoon coi più celebri personaggi Disney sulla base del disco Disneyland e fu sempre sua la genialata di aprire il mediometraggio con una variante della storica face-card di Topolino in mezzo a un sole con cui iniziavano molti classici cartoon del passato, per l’occasione disegnato con una rossa sciarpa e un cappello a cilindro. 

 

La tenacia di Mattinson e del gruppo di preziosissimi collaboratori che raccolse personalmente attorno a sé dopo aver ricevuto il consenso di Ron Miller al progetto (Miller era l’allora CEO della Disney, nonché genero di Walt) fu premiata: Canto di Natale di Topolino fu nominato all’Oscar come Miglior Cortometraggio di Animazione nel 1983 e, anche se non vinse l’ambita statuetta, divenne presto un vero e proprio Classico di Natale.

 

 

 

[Una vetrina di Main Street a Disneyland ispirata al cartoon e realizzata nel 2011]

 

 

Anche nel nostro Paese il cartoon entrò subito nel cuore della gente, complice un’edizione italiana particolarmente curata e attenta.

Il titolo venne abbinato all'uscita cinematografica de Il libro della giungla in una riedizione del 1983 distribuita dalla CIC.

 

Al cinema si potevano ascoltare le voci di Mario Milita su Paperone, Franco Latini su Paperino e sul Grillo (Latini ne diresse anche il doppiaggio) e un’incollatissima Laura Boccanera su Paperina.

Questo doppiaggio sopravvisse però per poco meno di un decennio perché nel 1991, in occasione di un nuovo rilascio in VHS del mediometraggio, tutto il prodotto venne ridoppiato con le nuove voci dei personaggi Disney in vigore: il compianto Gigi Angelillo è un ottimo Scrooge, il grande Luca Eliani è un sempre efficace Fred e questa volta sul Fantasma del Natale passato e su Isabelle troviamo rispettivamente le voci di Carlo Reali e Paola Giannetti.

 

Quel che sopravvive della prima edizione italiana è la meravigliosa esecuzione della canzone dei titoli di testa, ripresa poi brevemente anche sul finale, il cui testo venne all’epoca scritto da PERTITAS (ossia Roberto de Leonardis, che firma anche tutti i dialoghi del mediometraggio consegnando così uno dei suoi ultimi lavori per Disney dato che morirà l’anno dopo) e tutti i dialoghi che per il ridoppiaggio non vengono modificati, ma fortunatamente solo trascritti.

 

 

 



Dai ruoli più ampi alle semplici e quasi invisibili comparsate sullo sfondo, tutto il metraggio del cartoon è impregnato di personaggi Disney presi a prestito dalle loro originarie dimore: non solo paperi e topi ma tutta la popolazione dell’Universo Disney!

 

Se già dalle prime inquadrature vediamo Ezechiele Lupo vestito da Babbo Natale suonare un campanaccio per strada facendo gli auguri di Natale ai passanti con tanto di compagnia (cantante!) dei Tre Porcellini, è forse nello spazio dedicato ai Natali passati di Scrooge che si concentra la maggiore presenza di Stelle disneyane: Lady Cocca che balla con l’Uccello Segretario, Taddeo Rospo, lo Zio Reginaldo, Nonna Papera, Orazio e Clarabella, Cip e Ciop, Galli Gall e tantissimi altri…


Forse sono proprio tutti questi volti “amici”, uniti alle grandi maestranze che hanno realizzato il progetto (dagli storici Eric Larson o Irwin Kostal, passando per i “giovani” Glen Keane e John Lasseter), i veri 'colpevoli' dell’aver reso Canto di Natale di Topolino un Classico che non stancherà mai di essere visto e che ancor oggi è perfettamente in grado di emozionare e scaldare i cuori nel periodo dell’anno più magico per definizione.


Buone Feste a tutti voi con le parole della dolcissima canzone del cartoon:

 

 "[...] Se la neve fiocca già ed i tetti coprirà
nelle case unita sia la famiglia e l'armonia.
Oggi il ricco porterà cibo e doni a chi non ha
se vuoi toglierti il di più, va' e portane anche tu
(sempre più, sempre più)
ad ogni dono che farai più felice tu sarai
quanta gioia ti darà dire: Buon Natale!"

 

 

 




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5 commenti

Marco Volpe

4 anni fa

Anche per me oramai è tradizione! Per la sua durata non prolissa, gli adattamenti di sceneggiatura e le grandi "interpretazioni" dei personaggi Disney, mi trovi d'accordo con te nel dire che è probabilmente la migliore versione cinematografica, tra le tante realizzate in animazione e non, del libro di Dickens!

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Marco Volpe

5 anni fa

Ma certo che no! 😁 E questo perché è proprio, lo hai detto tu stesso, uno squisito gioiellino!

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Yuri Pennacchi

5 anni fa

Mammamia! Ritiro fuori la VHS e la incornicio.

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Marco Volpe

5 anni fa

Per non parlare di un minimo brivido nel vedere il Gamba col sigaro nel cimitero:
- "Spirito, di chi è questa tomba?"
- "Ma è la tua Ebezer! Dell'uomo più ricco di tutto il cimitero! Muahaha!"

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Marco Volpe

5 anni fa

La prima edizione per il noleggio italiano del film in vhs, contraddistinta da una bella copertina dorata che sul fronte aveva nientepopodimeno che un fotogramma dei titoli italiani cinematografici d'epoca, aveva proprio quel doppiaggio! Se è in qualche modo sopravvissuto è solo grazie a quel mitico nastro...mitico come il regalo di tuo cugino!

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