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La carriera di Ricardo Darín: Bad gone Good

Bad gone Good 

Alcuni di voi potranno riconoscerlo come l'attore più famoso e prolifico del Cinema sudamericano, altri lo assocerano a numerosi prodotti di gran livello in lingua spagnola, ma non molti di voi sapranno che Ricardo Darín ha dovuto compiere una gavetta lunghissima per raggiungere le platee dei festival internazionali e recitare in film da Oscar.

 

Nato a Buenos Aires in una famiglia in cui la recitazione era un'autentica religione, Ricardo Darín ha iniziato a recitare quando era poco più che in fasce: le sue primissime apparizioni televisive risalgono al 1960, nella telenovela Soledad Monsalvo.

 

A 10 anni fece, invece, il proprio debutto in teatro, nella compagnia di famiglia mentre la prima apparizione risale al 1969 con il film La Culpa di Kurt Land.

 

[Ecco la prima occasione in cui Ricardo Darín è stato accreditato sul grande schermo: il film He nacido en la ribera di Catrano Catrani]

 

 

Ricardo Darín aveva i crismi del predestinato: la recitazione ha sempre fatto parte della sua vita e lui, sin da giovanissimo, ha calcato ogni genere di palcoscenico.

 

Il suo primo, grande, amore è sempre stato il teatro ma per tutti gli anni '70 e '80 ha continuato a prender parte tanto alle telenovelas quanto a opere cinematografiche di famosi registi come Catrano CatraniFernando Ayala e Adolfo Aristarain.

 

Con quest'ultimo cineasta Darín intraprese la prima collaborazione di lungo corso della sua carriera, recitando in pellicole come La playa del amor, La discoteca del amor e The Stranger.

 

 

[Rarissimo poster de La discoteca del amor, film di culto argentino in cui Ricardo Darín affiancò, tra gli altri, un mito della musica argentina come Camilo Sesto]

 

 

Nel frattempo, però, il nativo di Buenos Aires continuava a infiammare anche le televisioni argentine: sono all'incirca trenta le produzioni televisive a cui ha preso parte dal 1969 ai giorni nostri ma, se proprio volessimo citare le telenovelas che ne hanno segnato la notorietà non potremmo che nominare StellinaRibelle (entrambe approdate anche sulle tv italiane) e Mi cuñado

 

Quest'ultimo lavoro, in particolare, unito al suo costante impegno a teatro, gli valse una grande notorietà nella madre patria: era, infatti, parte dei Galancidos, un gruppo di attori teatrali divenuti famosi anche grazie alla loro costante esposizione televisiva. 

 

Per completare il quadro delle opere televisive che lo hanno reso noto al grande pubblico, è impossibile non citare la più recente La mujer del presidente, ultima serie TV a cui ha preso parte con costanza prima di dedicarsi al Cinema in pianta stabile.

 

 

[Stellina, la telenovela che per prima ha portato Ricardo Darín sugli schermi italiani]

 

 

L'incontro che ha cambiato la vita di Ricardo Darín, però, è stato quello con Juan Josè Campanella, regista con cui ha intrapreso la seconda grande collaborazione della sua carriera cinematografica: nelle opere del più famoso autore argentino dei nostri giorni, infatti, Darín diventerà presenza fissa.

 

Il primo lavoro del duo argentino è El mismo amor, la misma lluvia, film del 1999 a cui fa immediato seguito il successo internazionale de Il figlio della sposa, che riceve addirittura una nomination per l'Oscar per il Miglior Film in Lingua Straniera nel 2002.

 


[Guardate la tenerezza di questo scambio tra Ricardo Darín e Norma Aleandro ne Il figlio della sposa]

 

 

Oltre alle due opere di Campanella, Darín ottiene un grande successo con Nove regine di Fabiàn Belinsky: l'opera fa incetta di riconoscimenti della critica argentina e riscuote buoni apprezzamenti in giro per il mondo.

 

A questo punto il terzo film del suo rapporto con Campanella non può che essere il definitivo trampolino di lancio: Luna de Avellaneda gli vale il premio come Migliore Attore al Festival di Valladolid, mentre il successivo XXY di Lucìa Puenzo sbaraglia ogni concorrenza nel corso della Settimana della Critica del Festival del Cinema di Cannes 2007.

 

Il grande successo è dietro l'angolo: arriva nel 2009, al suo quarto film con Campanella: Il segreto dei suoi occhi è l'opera della consacrazione.

 

[Il successo nella notte degli Oscar 2010 per quello che, a mio avviso, è uno dei film più belli degli ultimi 20 anni. Fatevi un favore e recuperate Il segreto dei suoi occhi]

 

 

Il film vince il premio Oscar per il Miglior Film in Lingua Straniera nel 2010 e ci regala un Ricardo Darín gigantesco: commovente e ironico, profondo e mai sopra le righe, a suo agio nelle scene d'azione e nel dramma da camera.

 

In una parola: totale.

 

A questo punto tanti i registi di lingua spagnola lo cercano: per Fernando Trueba recita in El baile de Victoria, mentre per il grande Pablo Trapero interpreta Carancho ed Elefante Blanco, per Sebastián Borensztein è protagonista del pluripremiato Cosa piove dal cielo? e per Cesc Gay recita in Una pistola en cada mano.

 

Le collaborazioni con gli ultimi due registi risultano, in particolare, molto interessanti per lui.

 

Borensztein è il regista con cui ha collaborato di più (Capitano Kòblic e Criminali come noi i loro film più recenti) mentre Gay è l'autore dell'opera che gli è valsa il primo Premio Goya come Migliore Attore Protagonista della sua carriera: Truman - Un vero amico è per sempre.

 

 

[Truman - Un vero amico è per sempre, film amatissimo dalla critica mondiale in cui Ricardo Darín duetta alla grande con Javier Càmara. Tanto amato che anche in Italia non abbiamo potuto fare a meno di produrne un remake]

 

 

Non si può dimenticare la sua apparizione nel folle Storie Pazzesche di Damián Szifron, nominato agli Oscar nel 2015 e vincitore del BAFTA per il Miglior Film non in Lingua Inglese nel 2016.

 

Tra le sue interpretazioni più recenti da ricordare vi sono senza dubbio quelle fornite ne Il presidente di Santiago Mitre e in Tutti lo sanno di Asghar Farhadi, pellicola in cui ha dimostrato ancora una volta di essere un attore di primissimo piano al pari dei colleghi Javier Bardem e Penélope Cruz.

 

[Ricardo Darín nei panni di Julio César Strassera nel trailer di Argentina, 1985]

 

Proprio accanto a Mitre è stato monumentale protagonista di Argentina, 1985, film vincitore del Golden Globe 2023 al Miglior Film in Lingua Straniera e candidato a tutti i principali premi della stagione.

 

Una prova in bilico tra lirismo politico, tensione e inaspettati slanci in grado di strappare un sorriso, con cui ha ribadito a tutto il mondo ancora una volta la sua versatilità e un talento del tutto non replicabile.

 

Ma a quel punto di dubbi ne avevamo ormai pochi: a ormai 63 anni, Ricardo Darín non sbaglia più un film.

E pensare che tutto era iniziato con le telenovelas.

 

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