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La carriera di Dustin Hoffman: Legend gone Bad

Legend gone Bad

Analizzare la parabola discendente della carriera di un attore che ha segnato indissolubilmente l'immaginario collettivo degli appassionati di cinema in tutto il mondo non è un'operazione semplice né piacevole. 

 

È innegabile, infatti, che Dustin Hoffman sia uno dei più grandi interpreti nella Storia nel Cinema, oltre che una delle delle colonne portanti della New Hollywood.

 

Anzi, è stato proprio il primo vero volto nuovo di quella rivoluzionaria ondata di artisti che hanno cambiato definitivamente la storia della Settima Arte: Il Laureato, oltre a essere il film simbolo dell'inquietudine che affliggeva un'intera generazione di giovani in tutto il mondo, è anche la pellicola che ha dato il via a tre lustri indimenticabili di storia del cinema, lanciando al contempo sia Dustin Hoffman che il regista Mike Nichols.

 

[Una delle scene più famose nella Storia del Cinema]

 

 

Per oltre un decennio Dustin Hoffman si è conteso lo scettro di attore più bravo, apprezzato e richiesto di Hollywood con tre leggende viventi come Al Pacino, Robert De Niro e Jack Nicholson: ha interpretato alcuni dei film più rilevanti degli anni '70 e '80 diretto da registi di fama mondiale, è stato uno dei pionieri per quanto concerne l'uso del Metodo e ha saputo variare con versatilità tra più generi mostrando sempre la solita, enorme, devozione per il suo lavoro.

 

Eppure, anche per leggende di questo calibro tenere alto lo standard qualitativo dei film a cui si sceglie di prender parte è tutto meno che semplice.

 

Andiamo, però, con ordine.

 

Le interpretazioni indimenticabili che hanno scandito la sua produzione artistica ultra cinquantennale sono sono innumerevoli ma sarebbe ingiusto non citare alcune delle tappe della sua carriera, perché Dustin Hoffman è stato un attore capace di guadagnarsi la sua reputazione film dopo film: una supernova esplosa all'improvviso ma capace di brillare a lungo.

 

 

[Il duello di bravura tra Dustin Hoffman e Meryl Streep in Kramer contro Kramer vale a entrambi i primi premi Oscar delle rispettive carriere]

 

 

Ben prima di vincere il suo primo Premio Oscar come Miglior Attore Protagonista per Kramer contro Kramer aveva già interpretato pellicole di spessore come Un uomo da marciapiede, Il piccolo grande uomo, Cane di Paglia, Alfredo Alfredo, Papillon, Lenny, Il Maratoneta e Tutti gli uomini del Presidente. 

 

Una serie impressionante di lavori di spessore con autori come John Schlesinger, Arthur Penn, Sam Peckinpah, Bob Fosse e Alan J. Pakula.

 

La straordinaria dedizione che Dustin Hoffman ha sempre mostrato nei confronti del proprio lavoro e la sua maniacale attenzione verso la scelta dei ruoli da interpretare lo hanno portato a prendere parte a soli cinque film lungo tutti gli anni '80: questo, però, non ha minimamente portato il suo astro a eclissarsi, anzi ha contribuito a metterne in mostra il suo ecclettismo.

 

Con Tootsie ha dimostrato di poter interpretare con enorme successo anche un ruolo comico, mentre Morte di un commesso viaggiatore gli ha permesso di ritagliarsi uno spazio rilevante anche sul piccolo schermo.

 

Proprio Tootsie e Rain Man sono considerabili come due dei maggiori successi della sua carriera e grazie alla sua straordinaria interpretazione nella pellicola diretta da Barry Levinson - regista con cui ha instaurato una prolifica collaborazione - ha anche vinto il suo secondo premio Oscar.

 

 

[Valeria Golino e Dustin Hoffman in Rain Man]

 

 

Negli anni '90, tutto sommato, lo standard di Dustin Hoffman è rimasto alto con film come Dick Tracy, Hook - Capitan Uncino, Sleepers e Sesso & Potere: a minare la sua reputazione era arrivato solo l'insuccesso commerciale di Mad City - Assalto alla notizia, un inciampo dimenticabile all'interno di una carriera lunga e prolifica come la sua.

 

La vera svolta negativa è arrivata, dunque, negli anni 2000, con la scelta di ruoli inspiegabili come quelli che ricopre in Mi presenti i tuoi, Lemony Snicket, Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie, Vi presento i nostri, Chef e Mr Cobbler e la Bottega Magica.

 

Una serie semi-disastrosa di titoli, soprattutto se si considera la qualità delle collaborazioni che hanno contraddistinto la sua carriera e la bellezza delle pellicole che hanno scolpito il suo nome nel nostro immaginario. 

 

 

 

E, diciamocela tutta, anche in TV non è che la sua carriera abbia subito grandi svolte in tempi recenti: Luck è stata cancellata dopo due stagioni mentre un prodotto come I Medici, malgrado il buon successo di pubblico riscosso, non si è di certo contraddistinta come una delle produzioni di maggior qualità ammirate sui nostri schermi in anni recenti.

 

Ora il pubblico italiano lo attende diretto da Donato Carrisi ne L'uomo del labirinto.

Le aspettative sono alte, se non altro per la compresenza nel cast di Vinicio Marchioni e di Toni Servillo. 


E magari diretto dal regista-romanziere che ha vinto il David di Donatello 2018 per il miglior regista esordiente, tornerà a stupirci con un'interpretazione degna dello status di mostro sacro che lo contraddistingue.

 

Perché, malgrado tutto, questo è quel che Dustin Hoffman resterà per sempre.

 

Una leggenda.

 

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