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Come Hollywood affronta la diffusione del Coronavirus

Mentre il Coronavirus continua la sua marcia contagiosa in tutto il mondo, l'epidemia sta causando anche una serie di effetti collaterali, non ultimo il caos in merito al lancio internazionale di alcuni importanti film di Hollywood

Mentre il Coronavirus continua la sua marcia contagiosa in tutto il mondo, l'epidemia sta causando anche una serie di effetti collaterali, non ultimo il caos in merito al lancio internazionale di alcuni importanti film di Hollywood.

 

 

Le aziende di tutto il mondo stanno chiedendo ai propri dipendenti di ritardare i viaggi di lavoro in paesi come Cina, Giappone, Italia e Corea del Sud, le regioni che sono state più colpite dal Coronavirus, e sono molte ormai le campagne promozionali cinematografiche modificate, spostate o addirittura cancellate. 

 

I grandi studios hanno già annullato i piani per le anteprime cinesi per film come il nuovo Mulan di Disney e l'ultima avventura di James Bond No Time to Die - mosse che potrebbero costare a quei film decine di milioni di entrate al botteghino.

 

La maggior parte di questi film non hanno ricevuto un avviso ufficiale da parte delle autorità cinesi in merito alle proiezioni, ma ci sono poche possibilità che queste possano svolgersi a breve dato che in Cina moltissime sale - si parla di circa 40mila schermi - rimarranno chiuse a lungo.

 

Anche in Italia sono state rimandate le uscite di Mulan, Onward, The Grudge, I Miserabili e Dopo il Matrimonio

Nessun film americano di grande rilievo debutterà nel nostro paese questo fine settimana.

 

A livello globale il Coronavirus, denominato COVID-19, ha infettato oltre 82500 persone e i decessi sono più di 2000.

 

Gli esperti si aspettano che tale numero aumenti, mentre il Coronavirus continua a diffondersi in altre parti del mondo e ogni giorno veniamo a conoscenza di nuovi paesi che entrano nella lista dei contagiati. 

 

 

 

Nessun grande studio ha per ora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma sembra evidente che la politica sia "aspettiamo e vediamo": molti di loro sono in diretto contatto con i Centri per il Controllo delle Malattie (CDC) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità, mentre valutano la situazione in rapida evoluzione.

 

La maggior parte dei principali studios ha iniziato a riunire team consultivi che comprendono membri del loro personale di produzione e dei reparti marketing, finanza e risorse umane per valutare il potenziale impatto del Coronavirus.

 

Parte del loro compito è capire come il personale in queste aree interessate possa rimanere al sicuro.

In alcuni casi, stanno incoraggiando le persone nelle aree in cui vi è un numero crescente di casi a lavorare da casa e contribuiscono a garantire che la tecnologia a loro disposizione permetta loro di farlo. 

 

Un altro argomento di discussione sono le ramificazioni commerciali di una crisi sanitaria che ha il potenziale per diventare un'epidemia o una pandemia.

Gli studi stanno cercando di determinare se sia necessarii spostare importanti uscite cinematografiche per evitare il debutto di film in quelle parti del mondo in cui il Coronavirus non è ancora arrivato, ma potrebbe arrivare. 

 

Allo stesso tempo, stanno valutando l'impatto che tali mosse avranno sugli altri film che dovrebbero debuttare più avanti nel 2020 e nel 2021.

 

Gli executive degli studios ritengono che le chiusure delle sale in Cina e in Italia, nonché la diffusione del virus in mercati importanti come la Corea del Sud, potrebbero comportare la perdita di vendite di biglietti per miliardi di dollari.

 

Non milioni: miliardi. 

 

 

 

Mulan, il live action Disney da 200 milioni di dollari con un cast di attori asiatici, avrebbe dovuto debuttare sul mercato europeo, americano e cinese tra il 25 e il 27 marzo: a Burbank speravano in un trionfo, mentre ora la cosa più plausibile è che il film potrebbe restare fermo ancora per parecchie settimane, se non mesi. 

 

Gli studios rivali affermano che stanno osservando come la Disney gestirà le uscite del film in un momento in cui i cinema in alcuni paesi sono chiusi e le persone sono titubanti a trascorrere del tempo negli spazi pubblici, prima di determinare cosa fare con le loro prossime uscite.

 

Warner e Universal hanno in tasca No Time to Die, Wonder Woman: 1984 e il nono film della saga Fast & Furious, tutti film che avevano pianificato importanti lanci internazionali per questa primavera. 

 

Ma se il Coronavirus dovesse continuare a diffondersi come sta facendo appare ovvio che anche questi piani verranno modificati, andando poi a spostare a cascata tutte le altre grandi uscite previste per il 2020.

 

Ad oggi gli studios come Warner Bros., Paramount, Universal e Disney dovrebbero ancora partecipare a CinemaCon insieme alle star dei loro film in uscita: la grande fiera annuale del settore si terrà a Las Vegas alla fine di marzo e attira partecipanti da tutto il mondo, anche se le compagnie cinesi hanno annullato i voli a causa del divieto di viaggiare.

 

Mitch Neuhauser, amministratore delegato di CinemaCon, e John Fithian, capo dell'Associazione Nazionale degli Esercenti, il gruppo dietro la convention, hanno entrambi affermato che si aspettano ancora che l'evento sarà ben frequentato.

 

"Siamo inondati dal nostro normale numero di e-mail e chiamate che riguardano la pianificazione della convention", hanno scritto in una nota inviata ai partecipanti alla Con questa settimana.  

"Ma la cosa incoraggiante è che il numero di e-mail o telefonate in merito al Coronavirus è minimo".

 

Sicuramente gli spostamenti delle uscite cinematografiche e le chiusure delle sale avranno un profondo effetto sul mercato del 2020: le major pianificano ogni uscita con attenzione a volte anche anni prima di aver completato le riprese di un film, per far sì che ogni propria opera non faccia concorrenza a un'altra grande uscita della stessa major, o nell'ottica di contrastare una grande IP di una major avversaria. 

 

Ma nel momento in cui tutte le major spostano le proprie uscite a "non si sa quando", le conseguenze saranno imprevedibili tranne per un aspetto: quest'anno saranno in pochi a ridere. 

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