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Harvey Weinstein condannato per stupro e violenze sessuali

Il famigerato produttore hollywoodiano rischia ora più di 25 anni di carcere

Dopo settimane di accuse, difese e testimonianze è giunto l'epilogo: al processo che lo vedeva imputato, Harvey Weinstein è stato condannato per stupro di terzo grado - in cui la persona coinvolta non può o non riesce a dare il proprio consenso all'atto sessuale - e atti sessuali criminali di primo grado - che riguarda minacce o costrizioni fisiche. 

 

 

La giuria, composta da sette uomini e cinque donne, ha tuttavia scagionato il famigerato produttore americano dall'accusa più grave, quella di aggressione sessuale predatoria, poiché non è stata ragionevolmente dimostrata l'accusa di violenza dell'attrice Annabella Sciorra, che ha dichirato di essere stata stuprata da Harvey Weinstein negli anni '90.

 

 

[Lo spazio televisivo dedicato dalla CNN alla notizia della condanna di Weinstein]

 

 

Sono essenzialmente due gli episodi che hanno portato Harvey Weinstein alla condanna: il primo risale al 2006, quando il produttore si rese protagonista di atti sessuali non richiesti costringendo Miriam Haley, ex assistente di produzione, a praticargli del sesso orale nel suo appartamento; il secondo è del 2013, anno in cui l'attrice Jessica Mann è stata violentata dall'uomo in una camera d'albergo, accusa dimostratasi vera.

 

Ora Harvey Weinstein rischia oltre 25 anni di carcere.

 

L'entità della condanna sarà resa nota in un'udienza programmata per l'11 marzo; i suoi legali, capeggiati dall'avvocatessa Donna Rotunno, hanno già fatto sapere che intendono ricorrere in appello.

 

 

 

 

Il verdetto del processo è stato intanto sautato con approvazione da diverse celebrità hollywoodiane, come Rose McGowan e Ashley Judd (alfieri del movimento #MeToo).

 

Ha espresso soddisfazione anche Jodi Kantor, giornalista del New York Times, vincitrice (insieme ai colleghi Megan Twohey e Ronan Farrow) del premio Pulitzer nel 2018, proprio per l'inchiesta che ha portato alla luce questa lunga e triste storia fatta di violenze e abusi sessuali, contribuendo a cambiare (si spera in meglio) il volto non solo dell'industria cinematografica, ma dell'intera società statunitense.

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