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Ci ha lasciati Donn Alan Pennebaker, regista statunitense, all’età di 94 anni.
Il Cinema, e in particolare il mondo del Documentario, sono stati profondamente arricchiti dai suoi lavori riguardo la Storia del Rock, opere dall’inconfondibile tocco personale tanto da venire considerate appartenenti a un genere a sé stante, quello dei Pennebaker Documentaries: camera a spalla e presa diretta, tutto per una maggiore immediatezza, trasparenza e impatto con lo spettatore.
Pennebaker, in effetti, era un grande sostenitore del cinéma vérité, definizione che il sociologo Edgar Morin attribuì allo stile del regista sovietico Dziga Vertov.
Secondo Morin
“Si tratta di fare un cinema verità che superi l'opposizione fra cinema romanzesco e cinema documentaristico.
Bisogna fare un cinema di autenticità totale, vero come un documentario, ma col contenuto di un film romanzesco, cioè col contenuto della vita soggettiva.”
È avendo questa linea conduttrice sempre bene in mente che D. A. Penny (questo il suo soprannome) ha realizzato alcuni tra i più importanti lavori riguardo le vite e i concerti dei big della musica rock, meritandosi un posto tra i grandi del Rockumentary, il Documentario che celebra le vite e le carriere dei rocker.
Primo tra tutti, non si può non citare il suo famosissimo Dont Look Back (già: senza apostrofo), documentario del ’67 che racconta il tour di Bob Dylan del 1965 attraverso il Regno Unito.
Girato tutto in presa diretta, questo film è tra i primi lavori che si concentrano completamente sulla figura di un cantante e/o musicista rock.
Donn Alan Pennebaker girò su Bob Dylan anche il poco fortunato Eat the Document, prodotto destinato alla televisione, che però non venne mai distribuito a causa di modifiche finali nel montaggio.
Queste non vennero apprezzate dall’emittente televisiva e che reputò, così, il lavoro risultante inadatto e poco comprensibile da un pubblico come quello a cui era destinato.
Ma non solo folk e country, anche blues e funk rock: Pennebaker ha infatti celebrato il più famoso Jimi del Rock, Jimi Hendrix, con i suoi Jimi Plays Monterey dell’86, in cui viene filmato il concerto inciso sull’album omonimo, e Jimi Hendrix Live del 1989.
E ancora: Glam Rock con Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, documentario sul poliedrico David Bowie; Depeche Mode: 101, lavoro sul gruppo musicale inglese nato negli anni ’80; Little Richard: Keep on Rockin; Chuck Berry: Rock and Roll Music.
John Lennon, Eric Clapton, Alan White, Yōko Ono, Little Richard, Klaus Voorman, Bo Diddley, Chuck Berry, tutti ripresi e raccontati in Sweet Toronto, doc girato durante il Toronto Rock and Roll Revival del 1969.
E se pensate che Donn Alan Pennebaker sia stato monotematico nel corso della sua carriera… vi sbagliate.
Interessato anche alla politica ha dato prova di saper raccontare in maniera diretta le storie di alcuni tra i politici americani più in vista.
Il suo esordio alla regia, infatti, lo firma con Primary, documentario del 1960 riguardo le primarie che si tennero quello stesso anno in Wisconsin e che videro protagonisti John F. Kennedy e Hubert Humphrey per la nomina del Partito Democratico a Presidente degli Stati Uniti.
Fondamentale nell’evoluzione del cinema documentaristico, tracciando linee guida che sono poi diventate fonte d’ispirazione per tutti i successivi lavori appartenenti a quel genere cinematografico, il film è stato inserito nel National Film Registry in quanto “significativo dal punto di vista culturale, storico ed estetico”.
Con The War Room, il documentarista statunitense ha raccontato della campagna elettorale del '92 portata avanti da Bill Clinton e Al Gore, ottenendo una nomination per l’Oscar al Miglior Documentario nel 1994 e vincendo il National Board of Review Award al Miglior Documentario.
Ciliegina sulla torta?
DeLorean, documentario sulla figura dell’imprenditore John DeLorean, fondatore della DeLorean Motor Company (DMC) che produsse un unico modello di automobile: la celeberrima DeLorean DMC-12, nel cuore di tutti gli amanti dei viaggi nel tempo.
Se prima di leggere questo articolo il nome di Donn Alan Pennebaker - nonostante l’Oscar onorario nel 2013 - non vi diceva nulla, ora magari un po’ di curiosità si è fatta strada in voi.
E allora ringraziamo il buon Penny e… buoni documentari a tutti!